Fine anno, tempo di bilanci per tutti. Meglio non farli, in casa Juventus: il 2009 calcistico è stato un anno (più che) negativo. Le uniche notizie positive sono arrivate a bocce ferme: in estate, quando gli acquisti avevano fatto sperare in un avvio di stagione decisamente più positivo rispetto a quanto poi si è visto e a come si era conclusa quella precedente, e nella pausa invernale (con il rientro di Bettega). Esattamente come capitava una volta all’Inter: campioni a parole, meno con i fatti. Con il rientro di un pezzo della vecchia Triade (che non ha rinnegato le vittorie passate, bravo) è possibile auspicare un cambio di rotta, con il ritorno alle vecchie (ma buone) tradizioni: concretezza e risultati. Non sarà facile, ma dalla sua ha un popolo, quello bianconero, che semplicemente lo ama; così come lui stesso contraccambia: il calcio è solo la Juventus.
Lavorerà a contatto con persone per le quali gli ultimi due (dei ventinove) scudetti erano asterischi; salvo poi colorarli di tricolore, dare loro una forma diversa e provare sentimenti di nostalgia: che bello sarebbe arrivare a trenta. Più facile riprendendosi quello che è stato vinto da altri ma gentilmente regalato (Inter) o gettato dalla finestra del “palazzo”. Prima si mandano le persone alla gogna (mediatica) e davanti ai giudici (extra-sportivi, dopo aver subito le condanne in quell’ambito); poi si spera che ne escano indenni, per avere il diritto (sportivo) di reclamarne i successi. Nel frattempo si conclude l’anno con 5 sconfitte nelle ultime 6 partite ufficiali: addio alla Champions League (ma chi ci credeva? Si chiedeva almeno di passare i gironcini), un caro saluto allo scudetto (qui un po’ di speranza c’era), una serie di incertezze tattiche (rombo o trapezio, a centrocampo?) e tecniche (ora dove lo mettiamo Melo? E Diego?). Con la complicazione dei continui infortuni, che di certo non hanno aiutato.
Fine anno: si cerca di riparare agli errori estivi, alle mancanze insorte ad avvio stagione o ad acquistare (in anticipo) rinforzi per gli anni a venire. Gente che viene (o torna), altri che se vanno o che se ne vorrebbero andare. E, intanto, iniziano a lanciare i primi messaggi: chi vuol capire, capisca.
Beckham torna: lo si sapeva, lo voleva lui (giocare di nuovo nel Milan per prepararsi al meglio per i prossimi mondiali) e lo desiderava la moglie (Milano è molto chic). E così i rossoneri si affidano sempre più a vecchie glorie, continuando – intanto - ad acquistare (o puntare) giovanissime promesse: Adiyiah, Hottor e Benedidic (quest’ultimo quattordicenne). Nell’undici di base, tranne Pato, Flamini, Thiago Silva e Huntelaar (giocatori già “pronti”) mancano però le “vie di mezzo” tra le due generazioni. Vedremo. Rientra Toni, alla Roma: forse troppo tardi per far parte della comitiva azzurra di Lippi, così come per una corsa scudetto sull’Inter a cui Ranieri, sotto sotto, dimostra di credere. Un terzo posto a due punti di distanza può lasciar spazio a qualche sogno di troppo: la (nuova) vicinanza con Gian Paolo Montali (e le sue idee per il futuro) ha già lasciato il segno. Così come proverà a vincere Spalletti in terra di Russia: uno dei dieci esonerati (follia) di questo primo scorcio di stagione che emigra all’estero aggiungendosi ai vari Capello, Ancelotti, Roberto Mancini, Trapattoni, Tardelli… Un patrimonio tecnico (e di tecnici) che se ne va. Tra le migliori nuove leve, così come indicato dallo stesso Capello, ci sono Giampaolo (senza lavoro) e Allegri (al Cagliari, tredicesimo in classifica). Se Prandelli deciderà prima o poi di fare il “salto” in nazionale, mister di primissimo livello, da noi, ne rimarranno ben pochi. L’Inter cerca di rinforzarsi ancora: non tanto per la serie A (non ce n’è bisogno), quanto per la Champions League. La speranza è quella di passare gli ottavi di finale una volta per tutte. Poi, nel caso capitasse di nuovo il Barcellona, di superare ogni tanto la metà campo avversaria. Come segno di fiducia a Balotelli si è richiamato Pandev, una delle “voglie” espresse da Oriali giorni fa. Le altre (difficili o impossibili) si chiamano Hamsik, De Rossi e Marchisio. Comunque vada, potrà stare tranquillo: stavolta non sarà necessario giocherellare con i passaporti. Gente che se ne vorrebbe andare: Mourinho, il solito, quello che in un anno è riuscito a dare della “prostituzione intellettuale” alla stampa sportiva italiana, ad inventarsi un interesse nei suoi confronti da parte del Real Madrid (grazie al quale ha scucito qualche soldino in più all’attento Moratti) e a non fare meglio di Roberto Mancini (la qualità del gioco è peggiorata, in Europa i risultati sono gli stessi). Passata la voglia della Spagna, è tornata (forse non se n’era mai andata) quella dell’Inghilterra: ha un contratto con i nerazzurri sino al 2012, ma cosa importa? Ottima l’idea di andare a vedere dal vivo il Chelsea nella partita contro il Fulham: non gliene fregava nulla dell’incontro (i Blues li conosce a memoria), a lui interessava saggiare l’umore del pubblico e della stampa inglese nei suoi confronti. Anche lì ha fatto spendere bene il suo ex-patron Abramovič (320 milioni di euro in tre anni non sono pochi), ed è pure pronto a prendersi qualche merito se Ancelotti lo eliminerà: non sarà l’italiano ad aver guidato meglio la squadra (quasi interamente) già allenata dal portoghese, ma il merito andrà a lui per avergliela preparata. Capacità di saper manipolare la realtà: chapeau. Fino a quando ci sarà chi continua a permetterglielo…
Collina non ne può più: sì alla moviola. Perché? “Perché non fa piacere a un arbitro sentirsi etichettato prima della gara come quello che potrebbe favorire la Juve perché poco esperto”. Ecco spiegato il motivo delle tante cenette intime con Meani: dividiamo le accuse con il Milan, non lasciamo sola la Juventus. A meno che non si tratti di andare in serie B. D’altronde i rossoneri hanno già dato due volte in passato: come diceva l’avvocato Prisco, “la prima pagando, l’altra gratis”.
Nel mercato di riparazione è difficile comprare: colpi come quelli di Sissoko o Davids riescono poche volte. Ma la Juventus deve cercare di cambiare registro, e di costruire sin da ora la squadra del futuro. Non si aspetti troppo: se c’è qualche idea realizzabile, non si tentenni. Tempo se n’è già perso abbastanza. Anche quando il campionato cadetto aveva concesso la possibilità di far crescere qualche giovane valido: il solo Marchisio è l’unico risultato di un periodo che andava sfruttato meglio. Errori ne sono stati fatti da tutti e in tutti gli ultimi anni: piangere sul latte versato, non porta a nulla. Conta solo rimboccarsi le maniche, in silenzio, e darsi da fare per restituire alla Juventus una società ed una squadra che non evochi più nostalgie ogni qualvolta si pensa al passato, ma solo orgoglio e la speranza concreta di competere in tutte le manifestazioni sino in fondo. Senza scendere dal carro già a dicembre. In questo senso è emblematico il lungo abbraccio tra Bettega e Ferrara al momento del loro incontro dopo la nomina del primo a vicedirettore generale. Passato, presente e futuro della Juventus. Resta solo da capire se si trattava di un saluto caloroso o di un addio.
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Lavorerà a contatto con persone per le quali gli ultimi due (dei ventinove) scudetti erano asterischi; salvo poi colorarli di tricolore, dare loro una forma diversa e provare sentimenti di nostalgia: che bello sarebbe arrivare a trenta. Più facile riprendendosi quello che è stato vinto da altri ma gentilmente regalato (Inter) o gettato dalla finestra del “palazzo”. Prima si mandano le persone alla gogna (mediatica) e davanti ai giudici (extra-sportivi, dopo aver subito le condanne in quell’ambito); poi si spera che ne escano indenni, per avere il diritto (sportivo) di reclamarne i successi. Nel frattempo si conclude l’anno con 5 sconfitte nelle ultime 6 partite ufficiali: addio alla Champions League (ma chi ci credeva? Si chiedeva almeno di passare i gironcini), un caro saluto allo scudetto (qui un po’ di speranza c’era), una serie di incertezze tattiche (rombo o trapezio, a centrocampo?) e tecniche (ora dove lo mettiamo Melo? E Diego?). Con la complicazione dei continui infortuni, che di certo non hanno aiutato.
Fine anno: si cerca di riparare agli errori estivi, alle mancanze insorte ad avvio stagione o ad acquistare (in anticipo) rinforzi per gli anni a venire. Gente che viene (o torna), altri che se vanno o che se ne vorrebbero andare. E, intanto, iniziano a lanciare i primi messaggi: chi vuol capire, capisca.
Beckham torna: lo si sapeva, lo voleva lui (giocare di nuovo nel Milan per prepararsi al meglio per i prossimi mondiali) e lo desiderava la moglie (Milano è molto chic). E così i rossoneri si affidano sempre più a vecchie glorie, continuando – intanto - ad acquistare (o puntare) giovanissime promesse: Adiyiah, Hottor e Benedidic (quest’ultimo quattordicenne). Nell’undici di base, tranne Pato, Flamini, Thiago Silva e Huntelaar (giocatori già “pronti”) mancano però le “vie di mezzo” tra le due generazioni. Vedremo. Rientra Toni, alla Roma: forse troppo tardi per far parte della comitiva azzurra di Lippi, così come per una corsa scudetto sull’Inter a cui Ranieri, sotto sotto, dimostra di credere. Un terzo posto a due punti di distanza può lasciar spazio a qualche sogno di troppo: la (nuova) vicinanza con Gian Paolo Montali (e le sue idee per il futuro) ha già lasciato il segno. Così come proverà a vincere Spalletti in terra di Russia: uno dei dieci esonerati (follia) di questo primo scorcio di stagione che emigra all’estero aggiungendosi ai vari Capello, Ancelotti, Roberto Mancini, Trapattoni, Tardelli… Un patrimonio tecnico (e di tecnici) che se ne va. Tra le migliori nuove leve, così come indicato dallo stesso Capello, ci sono Giampaolo (senza lavoro) e Allegri (al Cagliari, tredicesimo in classifica). Se Prandelli deciderà prima o poi di fare il “salto” in nazionale, mister di primissimo livello, da noi, ne rimarranno ben pochi. L’Inter cerca di rinforzarsi ancora: non tanto per la serie A (non ce n’è bisogno), quanto per la Champions League. La speranza è quella di passare gli ottavi di finale una volta per tutte. Poi, nel caso capitasse di nuovo il Barcellona, di superare ogni tanto la metà campo avversaria. Come segno di fiducia a Balotelli si è richiamato Pandev, una delle “voglie” espresse da Oriali giorni fa. Le altre (difficili o impossibili) si chiamano Hamsik, De Rossi e Marchisio. Comunque vada, potrà stare tranquillo: stavolta non sarà necessario giocherellare con i passaporti. Gente che se ne vorrebbe andare: Mourinho, il solito, quello che in un anno è riuscito a dare della “prostituzione intellettuale” alla stampa sportiva italiana, ad inventarsi un interesse nei suoi confronti da parte del Real Madrid (grazie al quale ha scucito qualche soldino in più all’attento Moratti) e a non fare meglio di Roberto Mancini (la qualità del gioco è peggiorata, in Europa i risultati sono gli stessi). Passata la voglia della Spagna, è tornata (forse non se n’era mai andata) quella dell’Inghilterra: ha un contratto con i nerazzurri sino al 2012, ma cosa importa? Ottima l’idea di andare a vedere dal vivo il Chelsea nella partita contro il Fulham: non gliene fregava nulla dell’incontro (i Blues li conosce a memoria), a lui interessava saggiare l’umore del pubblico e della stampa inglese nei suoi confronti. Anche lì ha fatto spendere bene il suo ex-patron Abramovič (320 milioni di euro in tre anni non sono pochi), ed è pure pronto a prendersi qualche merito se Ancelotti lo eliminerà: non sarà l’italiano ad aver guidato meglio la squadra (quasi interamente) già allenata dal portoghese, ma il merito andrà a lui per avergliela preparata. Capacità di saper manipolare la realtà: chapeau. Fino a quando ci sarà chi continua a permetterglielo…
Collina non ne può più: sì alla moviola. Perché? “Perché non fa piacere a un arbitro sentirsi etichettato prima della gara come quello che potrebbe favorire la Juve perché poco esperto”. Ecco spiegato il motivo delle tante cenette intime con Meani: dividiamo le accuse con il Milan, non lasciamo sola la Juventus. A meno che non si tratti di andare in serie B. D’altronde i rossoneri hanno già dato due volte in passato: come diceva l’avvocato Prisco, “la prima pagando, l’altra gratis”.
Nel mercato di riparazione è difficile comprare: colpi come quelli di Sissoko o Davids riescono poche volte. Ma la Juventus deve cercare di cambiare registro, e di costruire sin da ora la squadra del futuro. Non si aspetti troppo: se c’è qualche idea realizzabile, non si tentenni. Tempo se n’è già perso abbastanza. Anche quando il campionato cadetto aveva concesso la possibilità di far crescere qualche giovane valido: il solo Marchisio è l’unico risultato di un periodo che andava sfruttato meglio. Errori ne sono stati fatti da tutti e in tutti gli ultimi anni: piangere sul latte versato, non porta a nulla. Conta solo rimboccarsi le maniche, in silenzio, e darsi da fare per restituire alla Juventus una società ed una squadra che non evochi più nostalgie ogni qualvolta si pensa al passato, ma solo orgoglio e la speranza concreta di competere in tutte le manifestazioni sino in fondo. Senza scendere dal carro già a dicembre. In questo senso è emblematico il lungo abbraccio tra Bettega e Ferrara al momento del loro incontro dopo la nomina del primo a vicedirettore generale. Passato, presente e futuro della Juventus. Resta solo da capire se si trattava di un saluto caloroso o di un addio.
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13 commenti:
Auguri di buon anno, a risentirci per, si spera, tante belle cose bianconere! Una preghiera per Bettega mi pare inevitabile.
Giusto... ;-)
Un caro saluto e tantissimi Auguri di un Sereno 2010 anche a te!
L'anno scorso ho difeso a lungo Ranieri, almeno fino ai 2 mesi da film horror. Ferrara (o Maddaloni?) non posso difenderlo, non ci vedo niente di positivi nel lavoro svolto fino ad ora. E mi dispiace tanto. Con Ranieri la squadra aveva un'identità di gioco: era ben organizzata in difesa, corta e compatta, i 7 gol in meno subiti a questo punto della stagione lo testimoniano. Oggi si cambia modulo a ogni partita. Il cambio di allenatore serve, e non per dare una scossa, come si dice in questi casi. Serve proprio per "dare un'allenatore", al momento latitante...
Salve a tutti e il classico e sincero augurio di "tanti buoni anni"! Perchè limitarsi solo al 2010? Abbondiamo che è meglio! Video che mi ha fatto godere e piangere quasi! Mamma mia che goduria! Thomas ciao! E, se ti capita di rintracciare Il Duca, porgigli tanti auguri da parte mia! Bye! :)
Ancorché frastornato dai botti di fine anno, nonché con il colesterolo ed i trigliceridi alle stelle, il Duca è sempre vigile e presente.
Di conseguenza, "BUONI ANNI A TUTTI", come argutamente augurato... dall'inconsuetamente placido... ed ormai mitico Darmax, che contraccambio di cuore.
@JUVE 90: a differenza di quanto è capitato a te, con Ranieri il mio rapporto di “fiducia” finì prima: nell’incontro di Napoli al San Paolo, quando fece quella famosa sostituzione di Del Piero con De Ceglie, capii che tipo di allenatore fosse: a mio modo di vedere, ottimo per le situazioni disperate o quando si tratta di impostare una squadra con programmazione a lunga scadenza; non adatto – viceversa - ad una società nella quale l’unico imperativo è “vincere sempre e comunque”. In effetti l’idea che mi sono fatto è proprio quella: assunto per tre anni per preparare una Juventus vincente; dopo, un caro saluto ed il posto libero ad un nuovo allenatore (Gasperini? Spalletti?) per cercare di aprire un nuovo ciclo. Quello che accadde lo scorso maggio fece saltare all’aria tutti i piani previsti.
I goals di Del Piero aiutarono, all’epoca di quella sostituzione, ad uscire dal periodo negativissimo: era come se si partisse sempre dall’1-0 per noi. Non poco.
Allo stesso Ranieri vennero addebitate troppo colpe, non tutte sue: l’esonero a due giornate dalla fine, che io stesso reclamai con forza, era l’unico modo per dare una scossa ad una squadra che giocava in maniera netta (e schifosa, perdonami) contro il proprio allenatore. Se la società avesse avuto un minimo di controllo verso i propri dipendenti, li avrebbe quantomeno appesi ad un muro e catechizzati uno ad uno. Quello, mi sbaglierò, ma fu l’unico modo per evitare di perdere la Champions League senza passare dai preliminari. Ranieri errori ne commise comunque parecchi: tu ora non dimentichi gli ultimi due mesi terribili; altri – e ne sto leggendo parecchi – dopo avergliene dette di tutti i colori, adesso si chiedono se non sarebbe stato meglio tenerlo. Coerenza zero… Vedremo quando la Roma attraverserà momenti negativi se saranno della stessa opinione…
Ferrara? Se fai caso cerco di non scrivere molto su di lui: gli voglio troppo bene. Soffro a vederlo così in difficoltà.
In questo momento è “inattaccabile” e “indifendibile” allo stesso tempo: questa Juve è una pena.
Come ho già detto: miracoli esclusi, ha una fine già scritta. Manca solo la data.
@Darmax99: fatto! E, come vedi, ti ha anche già risposto ;-)
Grazie per la tua visita, mi ha fatto veramente piacere
@Il Duca: “Buoni anni a tutti”: messaggio originale (“Darmax copyright”), ma bellissimo ed efficace.
Un caro saluto ed un abbraccio a tutti :-)
Analisi perfetta... a me viene anche in mente l'Inter del 1971, che andava malissimo poi vinse lo scudetto (traduzione: Mazzola, Corso, Facchetti & Co. fecero fuori l'allenatore poi si misero a giocare: triste da dire, ma pare che sia andata proprio così).
Bella la foto! Ci sei anche tu?
Buon Anno a tutti!
@Giuliano: grazie ;-)
Bello il parallelo con la situazione che hai ricordato tu.
No, no: quella foto risale alla vittoria dello scudetto numero 20 della Juventus (quello della seconda stella). Mi piaceva e ho deciso di inserirla.
Spero, però, di tornare presto a festeggiare qualcosa… :-(
Auguro anche a te un Sereno 2010!
Un abbraccio
A proprosito di Ranieri e Ferrara vi ripeto ciò che dico a tutti quelli che mi chiedono se sono pentita del fatto che la Juve abbia esonerato il testaccino.
Se qualcuno fa qualcosa fatta male, e qualcun'altro a seguire la fa peggio, non vuol dire che il primo dei due quella cosa l'abbia fatta bene.
Insomma Ranieri non era l'uomo giusto, purtroppo non lo è neppure Ferrara.
Tanti auguri di un bellissimo 2010 a tutti!
Roberta
Ecco! Roberta! Quotata in strapieno! :) (E... grazie per la fiducia ripostami, al mitico Duca!)
PS: sarà venale la cosa, ma è sempre bello ricevere un apprezzamento, contrariamente ai soliti "vaffanculo che ricevo". (Ai quali rispondo per le rime! Anche con endecasillabi sciolti , se è il caso! :)) )
Roberta, spero che ti invitino in tv a Ballarò qualche volta!
Sai quante volte avrei voluto interrompere certi rispostoni per fare questo ragionamentino semplice semplice?
:-)
X Roberta e Thomas: non volevo rivalutare Ranieri. Sono anch'io convinto che senza il suo esonaro non saremmo arrivati in champions, visto che a rischio non era solo il 3° posto, ma anche il 4° perchè il Genoa era molto vicino. Però Ferrara fino ad ora è riuscito a fare peggio di lui e dire questo mi dispiace perchè in un certo senso considero Ferrara "uno di noi". Poi, siamo sicuri che il vero allenatore sia Ferrara? No, e che si sta spargendo la voce che Maddaloni non sia il solito vice... Non so se i senatori si misero a giocare contro Ranieri, certo è che anche Ranieri quando definì Trezeguet "un bambino viziato" non contribuì a creare un clima sereno.
Cono convinto pure io che per Ferrara la sua esperienza sia agli scoccioli. Il prossimo sarà il 4° allenatore in 3 anni e mazzo di gestione Blanc. Praticamente ne ha avuti più Blanc in 3 anni che la triade in 12 (Lippi, Capello e Ancelotti). Dato che basta da solo a sintetizzare le differenze tra le due dirigenze.
@Roberta: quando facevo l’esempio dei cambi di umore di alcuni tifosi, mi riferivo proprio alle parole che hai scritto tu… ;-)
@darmax99: qui (e non solo, anche su Juvenews.net) ci sono persone che ti stimano :-)
@JUVE 90: lo so, lo so. Ho capito il senso del tuo pensiero ;-)
Mi sono accorto di alcuni punti deboli di Ranieri con qualche partita di anticipo rispetto agli ultimi due mesi del campionato passato. Null’altro che questo. Non avrei mai pensato anch’io, comunque, in tutta sincerità, ad una fine ingloriosa come quella della scorsa stagione.
Per tutti, però: non solo per Ranieri.
Sul resto di quello che hai scritto: non credo molto alla voce del vero allenatore tra Ferrara e Maddaloni, mentre stendo un velo pietoso sul comportamento della società sul tema degli allenatori.
Un abbraccio a tutti :-)
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