Imbattuta anche in questo campionato sino a quando Massimo Carrera sedeva sulla sua
panchina, la Juventus ha iniziato l'attuale stagione vincendo in casa contro il
Parma così come le era capitato di fare l'anno scorso. Il 25 agosto Stephan Lichtsteiner (ancora lui, un
segno del destino) ha aperto le danze, mentre il successivo 21 dicembre è stato
Mirko Vucinic a chiuderle contro il
Cagliari. Lo stesso avversario, casualmente, di quella indimenticabile serata
triestina nella quale Madama si era laureata campione d'Italia.
Se vincere è
difficile sono in molti a sostenere che confermarsi lo sia ancora di più. Ai
blocchi di partenza della serie A ciò che era mancato alla Vecchia Signora non
erano tanto i favori dei pronostici, quanto la presenza fisica ai bordi del
campo di quel tecnico che in pochi mesi era stato in grado di cambiarle il
vestito e di riportarla alla vittoria. Esiliato in tribuna o chiuso nei box
delle varie televisioni, Antonio Conte
ha dovuto assistere a ventidue gare ufficiali di Madama da una posizione
distante dalla quella abituale.
A Massimo Carrera è spettato il compito di guidare la
Juventus in dieci di queste, divise tra sette partite di campionato, due di
Champions League e la finale di Supercoppa Italiana vinta a Pechino. In Italia
il cammino è stato simile ad una marcia trionfale: sei vittorie ed un solo
pareggio, quello maturato a Firenze nel corso dell'unico incontro in cui la
Vecchia Signora ha realmente sofferto un'antagonista per l'intera durata della
gara. Diciassette reti segnate, e solo quattro subite, più che ad un dominio
juventino in serie A hanno fatto pensare ad una vera e propria dittatura.
Nonostante tutto questo, però, dal punto di vista della qualità del gioco i
bianconeri non erano ancora riusciti a raggiungere gli stessi livelli
qualitativi messi in mostra nella stagione precedente. Fatta eccezione,
ovviamente, per il netto successo ottenuto contro la Roma di Zeman.
La Juventus ha pagato lo scotto del ritorno in Europa nel
corso della prima mezz'ora della partita di Londra contro il Chelsea: sotto di
due reti è poi riuscita a risollevarsi, tornandosene a Torino con un punto
utile sia per la classifica del gironcino che per il morale. L'emblema della
sua resurrezione è stato Vidal, capace di trascinare i compagni alla rimonta
nonostante le condizioni fisiche menomate. Il pareggio interno conseguito
contro lo Shakhtar Donetsk, accolto come una liberazione al fischio finale, ha
permesso a Madama di evitare una sconfitta che sarebbe stata meritata per
quanto messo in mostra sul campo dagli ucraini. Il timore, in quel periodo, era
che il doppio impegno campionato-Champions League potesse pesare sulle gambe e
sulle teste dei bianconeri così tanto da doverli costringere a rallentare il
passo in una delle due manifestazioni. Senza dimenticare che in Coppa Italia
ancora non avevano giocato alcuna gara... Le fatiche accumulate sono apparse
evidenti soprattutto a centrocampo, laddove risiede la fortuna dei successi
della Juventus. Se si inceppano i moschettieri della linea mediana, infatti,
anche gli altri due reparti della squadra girano a vuoto.
L'esordio di Angelo Alessio,
succeduto a Carrera, è coinciso con la vittoria casalinga sul Napoli (20
ottobre). Il pareggio esterno con i danesi del Nordsjælland, tre giorni dopo, a
molti sostenitori bianconeri ha fatto tornare alla memoria il cammino europeo
della piccola Juventus di Delneri, estromessa dall'Europa League dopo aver
accumulato sei punti in altrettante partite. Tornando in Italia, le sconfitte
con Inter e Milan hanno interrotto l'imbattibilità di Madama in campionato e
posto qualche dubbio sulla mancanza di un adeguato turnover all'interno della
rosa bianconera. Le ultime tre partite disputate in
Champions League hanno visto rinascere la Signora d'Europa: otto gol segnati,
zero subiti, Chelsea estromesso dalla manifestazione e primo posto nel
gironcino. Altro che Shakhtar Donetsk: la regina del gruppo E porta i colori
bianconeri. L'avventura di Alessio si è conclusa con un bilancio comunque
positivo: al timone della Juventus per dodici incontri, in quelle gare la
squadra ha realizzato la bellezza di ventitré reti venendo trafitta in sole
sette occasioni. Le vittorie sono state otto, due i pareggi e le sconfitte.
Antonio Conte è tornato in panchina subito dopo il successo bianconero nel
derby della Mole. Da quel momento in poi per la
Vecchia Signora ci sono stati soltanto successi: tre in campionato ed uno in
Coppa Italia, dove affronterà il Milan il 9 gennaio per aggiudicarsi il
passaggio alle semifinali del torneo. Tre giorni prima ripartirà pure la serie
A.
Adesso non le resta che alzare i calici per festeggiare
l'arrivo dell'anno nuovo e per salutare un 2012 che ha significato il ritorno
alla vittoria. Nonostante i continui cambi sulla panchina bianconera,
oltretutto, la Juventus sta correndo più veloce della scorsa stagione. Tre
tecnici in poco meno di quattro mesi: neanche Zamparini avrebbe saputo fare
meglio.
Chapeau.