Pierluigi Pizzaballa, classe 1939, nell’arco della propria carriera
ha difeso la porta dell’Atalanta, della Roma, del Verona e del Milan,
prima di concluderla ancora tra i pali dell’Atalanta. Il suo cuore, in
realtà, è sempre rimasto a Bergamo. L’amore che provava verso quei
colori era talmente grande da spingerlo a compiere i gesti più
impensabili. Ecco, ad esempio, cosa accadde il 20 maggio 1973 mentre
difendeva i colori gialloblù, raccontato dalla viva voce del
protagonista: “Quel giorno ero preoccupato. Il Verona segnava e
segnava, il Milan stava perdendo lo scudetto, ma io pensavo all’Atalanta
che stava retrocedendo e, quando i miei compagni andavano su in
attacco, mi facevo prestare la radiolina da un raccattapalle“.
Nel corso dell’estate successiva a quella famosa gara si era poi
trasferito proprio in rossonero. A distanza di anni confessò lo stato
d’animo che lo aveva accompagnato in quei momenti: “Al Milan ero
arrivato timidamente perché l’anno prima, quando giocavo nel Verona, fui
protagonista della sconfitta che ai rossoneri costò lo scudetto della
stella. Fatal Verona la chiamarono. La realtà è che pensavano di aver
già vinto. E invece vincemmo noi. Nel calcio non si deve mai dare niente
per scontato“.
Da ragazzino lavorava come garzone ed il suo primo campo di calcio
era stato quello dell’oratorio. Il parroco andava a prenderlo di
nascosto in panetteria per portarlo con la sua moto a fare alcuni
provini. Era diventato portiere per l’abitudine di giocare in quel ruolo
con gli amici del proprio quartiere: dato che era il più piccolo del
gruppo veniva sempre costretto a restare tra i pali. Cresciuto alla
scuola di Carlo Ceresoli (ex portiere della nazionale di Vittorio
Pozzo), una volta partito da Bergamo si era trasferito a Roma: “Una
città bellissima, che rivedo con affetto e piacere. Mi dispiace soltanto
che i risultati non siano stati all’altezza delle aspettative, speravo
di più. Non era una Roma forte a livello societario, c’era un gran
viavai di giocatori. Ho lavorato con Herrera che, con il suo ‘taca la
bala’, ha anticipato il pressing“.
Conquistò due Coppe Italia, una con l’Atalanta e l’altra con i
giallorossi. Ha giocato duecentosettantacinque partite in serie A e
preso parte alla spedizione azzurra nel mondiale inglese nel 1966, senza
però scendere sul campo. La sua unica presenza in nazionale risale al
18 giugno di quello stesso anno: era un sabato pomeriggio, l’Italia di
Edmondo Fabbri vinse contro l’Austria per 1-0 (il goal fu segnato da
Burgnich). Pizzaballa aveva sostituito Enrico Albertosi all’inizio della
seconda frazione di gioco. Discutendo a ruota libera degli altri
colleghi di ruolo, una volta confidò: “Il più grande portiere di
tutti i tempi è stato sicuramente Jašin, un fenomeno tra i pali e una
velocità incredibile di chiusura a terra anche se era altissimo. Diciamo
che fargli gol era quasi impossibile. In Italia invece l’immenso Zoff,
anche se quello che ho visto fare in allenamento ad Albertosi ce l’ho
ancora negli occhi. Se avesse avuto un’altra testa sarebbe stato il più
grande di tutti“.
Pizzaballa figurava tra i possibili acquisti della Juventus se il
club torinese non fosse riuscito a far suo lo stesso Zoff, all’epoca
estremo difensore del Napoli. Durante la carriera si era reso
protagonista di alcuni episodi curiosi, alcuni dei quali rinchiusi
nell’arco di pochi minuti. In un derby contro l’Inter, alla seconda gara
giocata con la maglia rossonera, subì tre reti in cinque minuti (1-5,
24 marzo ’74). In precedenza – il 2 febbraio 1964 – era stato trafitto
cinque volte dallo stesso marcatore, Kurt Hamrin (Atalanta-Fiorentina
1-7): “Da quel giorno ogni volta che mi vedeva mi salutava con la mano ben distesa“.
Nei confronti della Fiorentina, però, era riuscito a prendersi una
gustosa rivincita, parando due rigori in due minuti al viola De Sisti
(Fiorentina-Milan 3-2, 31 marzo 1974): “Nei secondi che hanno
preceduto il primo rigore sentivo il mio sesto senso che mi diceva che
avrebbe tirato a destra, e così fu. Poi, quando l’arbitro ha dato il
secondo penalty, ero sicuro che De Sisti non avrebbe cambiato angolo,
convinto che l’avrei fatto io. Così mi sono tuffato nuovamente sulla
destra e ho parato pure quello“. Tra le prodezze compiute in carriera ne ricorda una in particolare: “La
più bella in assoluto la feci a Genova su un colpo di testa di Pruzzo.
Il suo fu un miracolo di tempismo e precisione, il mio un capolavoro di
intuito e agilità”. La delusione più grande, invece, fu quella di non aver potuto partecipare ai giochi Olimpici del 1964.
Il suo nome è indissolubilmente legato a quelle figurine introvabili
che lo raffiguravano portiere degli orobici nelle stagioni 1962-63 e
1963-64: “Il fatto è che a quei tempi il fotografo della Panini
veniva una volta sola nel ritiro precampionato e io una volta ero
infortunato, una volta ero militare, e quindi per un paio di anni saltai
il turno. L’Atalanta era anche la prima squadra dell’album, io ero il
primo giocatore della squadra, e così prima che riprendesse il giro
diventai introvabile. Sotto l’aspetto del costume, mi diverte. Dal punto
di vista sportivo, mi dispiace. Credo di aver dato abbastanza in campo
da meritare un ricordo più strettamente calcistico”.
Nel maggio del 1978, quando mancavano ancora due campionati dalla pensione calcistica, dichiarò: “Forse
a 20 anni ‘soffrivo’ di più la partita, però oggi sento maggiori
responsabilità. Bisogna parare ma anche dare tranquillità ai giovani,
offrire esempi di comportamento, ringraziare coi fatti pubblico e
società: non si finisce mai d’imparare”.
Parole pronunciate da un uomo vero, non da una semplice figurina.
Parole pronunciate da un uomo vero, non da una semplice figurina.
Articolo pubblicato su
4 commenti:
Bellissimo pezzo Thomas...quanto mi piacciono questi racconti del passato...
Grazie di cuore, Danny.
Spero di scriverne un altro tra non molto.
Dovrei parlare di un famoso calciatore inglese.
Un abbraccio!!!
Mi unisco ai complimenti di Danny. È un vero piacere leggere questi articoli.
Grazie, Paolo :-)
La prossima settimana, escluso il lunedì, sarò in ferie. Dovessi riuscire a trovare qualche minuto libero proverò ad inserirne un altro di questo genere.
Un abbraccio!!!
Posta un commento