Dispiaciuto per aver assistito ai recenti botta e risposta tra Conte e Capello, nelle ore che hanno preceduto l'esordio stagionale in Europa League della Juventus Arrigo Sacchi aveva elogiato apertamente l'attuale tecnico bianconero: “Credo che la Juve di Conte sia la più bella che io mi ricordi. Anche più di quella di Lippi: è molto più armoniosa, è una squadra che conosce tutto. La vedi e sembra che il calcio sia la cosa più semplice al mondo”.
Sfortunatamente le belle parole spese dall'ex allenatore di Fusignano sono capitate proprio a ridosso di una gara, quella tra la Vecchia Signora ed il Trabzonspor, che ha certificato nuovamente le difficoltà che Madama incontra nelle competizione europee alle quali partecipa regolarmente in questi ultimi anni. Nonostante la vittoria per 2-0. Bella in Italia e bruttina in Europa, verrebbe da dire.
Riepilogando: dal 19 settembre 2012, giorno del ritorno della Juventus in Champions League (in casa del Chelsea, allo Stamford Bridge) ed escludendo la partita appena giocata contro i turchi, i bianconeri hanno disputato sedici gare, vincendo e pareggiando per sei volte, per perdere le restanti quattro. Non si tratta di un cammino da grande squadra, quanto – piuttosto – di un percorso incerto, compiuto a fatica da parte di un club che cerca di tornare nell'élite del calcio che conta.
Per provare a vincere lo scudetto e l'Europa League da giorni Conte sostiene di aver necessità di poter pescare a piene mani dall'intera rosa a sua disposizione. A questo proposito ha poi stoppato immediatamente qualsiasi tipo di commento ironico nel merito: “Qualcuno storcerà il naso vedendo certe formazioni, ma che se lo raddrizzi subito...”. Con tutto il dovuto rispetto, quando sulle fasce laterali vengono a mancare i titolari la differenza con gli assenti si vede ad occhio nudo.
E' una questione di uomini, sì, e forse pure di tattica. Sicuramente di mentalità vincente. Quella che Ferguson, ad esempio, inculcò al suo Manchester United chiedendo ai giocatori di guardare e imparare dalla Juventus di Marcello Lippi. Quella squadra che, tra le varie imprese che portò a termine, fu anche in grado di vincere per 6-1 a casa del Milan nel lontano 6 aprile del 1997. Sacchi dovrebbe ricordare bene quella gara, visto che era seduto sulla panchina dei rossoneri...
Sfortunatamente le belle parole spese dall'ex allenatore di Fusignano sono capitate proprio a ridosso di una gara, quella tra la Vecchia Signora ed il Trabzonspor, che ha certificato nuovamente le difficoltà che Madama incontra nelle competizione europee alle quali partecipa regolarmente in questi ultimi anni. Nonostante la vittoria per 2-0. Bella in Italia e bruttina in Europa, verrebbe da dire.
Riepilogando: dal 19 settembre 2012, giorno del ritorno della Juventus in Champions League (in casa del Chelsea, allo Stamford Bridge) ed escludendo la partita appena giocata contro i turchi, i bianconeri hanno disputato sedici gare, vincendo e pareggiando per sei volte, per perdere le restanti quattro. Non si tratta di un cammino da grande squadra, quanto – piuttosto – di un percorso incerto, compiuto a fatica da parte di un club che cerca di tornare nell'élite del calcio che conta.
Per provare a vincere lo scudetto e l'Europa League da giorni Conte sostiene di aver necessità di poter pescare a piene mani dall'intera rosa a sua disposizione. A questo proposito ha poi stoppato immediatamente qualsiasi tipo di commento ironico nel merito: “Qualcuno storcerà il naso vedendo certe formazioni, ma che se lo raddrizzi subito...”. Con tutto il dovuto rispetto, quando sulle fasce laterali vengono a mancare i titolari la differenza con gli assenti si vede ad occhio nudo.
E' una questione di uomini, sì, e forse pure di tattica. Sicuramente di mentalità vincente. Quella che Ferguson, ad esempio, inculcò al suo Manchester United chiedendo ai giocatori di guardare e imparare dalla Juventus di Marcello Lippi. Quella squadra che, tra le varie imprese che portò a termine, fu anche in grado di vincere per 6-1 a casa del Milan nel lontano 6 aprile del 1997. Sacchi dovrebbe ricordare bene quella gara, visto che era seduto sulla panchina dei rossoneri...
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