sabato 13 novembre 2010

Quando i guanti di Aldair scaldarono il "Delle Alpi"


La Roma di Carlo Mazzone che il 15 gennaio 1995 si presentò al "Delle Alpi" per sfidare la Juventus era pronta a lanciare il classico guanto di sfida alla Vecchia Signora del calcio italiano. Prima dell'inizio della contesa le due formazioni erano separate da sei punti in classifica, con i giallorossi decisi a recuperare parte del terreno perduto proprio in casa degli acerrimi rivali.
Mancavano due giornate al giro di boa del campionato e l'atmosfera che precedette l'incontro fu carica della tensione tipica delle gare importanti, quelle che sembrano non concedere prove d'appello a dispetto di un calendario ancora fitto di impegni da rispettare. Un clima, ovviamente, simile alla maggior parte dei precedenti scontri tra bianconeri e capitolini. E se nel passato più lontano, quello targato anni ottanta, bastava fare un accenno ai "centimetri di Turone" per racchiudere in poche parole mesi di polemiche, dopo quell'incontro si discusse per moltissimo tempo del "guanto di Aldair".
Che poi, a raccontarlo in maniera razionale, di quella partita rappresentò l'episodio più goffo, ai limiti della comicità, anche se poi finì - invece – col diventare l’elemento scatenante di una corrida (sul campo) alimentata da un isterismo nato ben prima del fischio d'inizio.

Faceva freddo, a Torino, quel 15 gennaio. Il campo era gelato e alcuni giocatori, per proteggersi dal freddo, indossavano - tra le altre cose - i guanti per le mani. Anche Aldair, da perfetto brasiliano, ne portava un paio. Che non volle, però, sfilarsi in occasione di una rimessa laterale intorno alla mezz'ora di gioco. In quel preciso istante, proprio dietro di lui, stava passando il guardalinee Manfredini: un lieve contatto tra i due, la sorpresa del giocatore, la palla che sfugge alla sua presa e si dirige verso Ravanelli, appostato a pochi metri di distanza. Un assist degno del miglior Del Piero.
L'attaccante bianconero non aspettava altro: un preciso pallonetto a Cervone, ed ecco confezionato l'1-0.
I calciatori giallorossi persero la testa, gettando le basi per la sconfitta che stava iniziando a materializzarsi. Corsero tutti a protestare, anche chi - al momento - ancora non aveva capito cosa fosse realmente accaduto.
La Juventus fu brava ad approfittare di tutta la confusione che si era creata: proprio nella partita contro la Roma vennero alla luce i primi sintomi di una stanchezza fisica e mentale derivanti da una rincorsa che l’aveva portata ad accumulare sette vittorie ed un pareggio dopo l’ultima sconfitta patita a Foggia (16 ottobre 1994).

A pochi minuti dalla fine della prima frazione di gioco Ciro Ferrara riuscì a salvare l’inviolabilità di Peruzzi togliendo dalla porta bianconera rimasta sguarnita un pallone scagliato da Fonseca. Nella ripresa, poi, accadde il finimondo. Petruzzi, uno dei tre difensori giallorossi in campo nel 3-5-2 schierato da Mazzone, perse palla, Vialli se ne impossessò e si diresse verso l’area avversaria. Toccato dallo stesso centrale cadde a terra: rigore ed espulsione. Le immagini, successivamente, chiarirono che il contatto era avvenuto fuori area. L’atmosfera divenne incandescente, mentre – nel frattempo – Ravanelli realizzava il penalty concesso dall’arbitro Stafoggia.
In campo saltarono gli schemi e i nervi, tanto che in occasione di un contatto tra Torricelli e Cervone il portiere giallorosso si avventò sul difensore, scatenando una rissa. Il risultato fu l’espulsione per entrambi i contendenti, con il bianconero che – successivamente - dichiarò: “Finita l'azione mi sono rialzato e sono andato verso Cervone per scusarmi. Per tutta risposta mi sono beccato una gomitata in gola e questa frase: sei un bastardo, ne hai già spaccato uno” . Il riferimento è ad un episodio analogo capitato la domenica precedente tra lo stesso calciatore e il portiere parmense Bucci, uscito malconcio dal campo dopo il contatto.
Alla Roma, poco incisiva ma padrona del centrocampo nella prima frazione dell’incontro, grazie (anche) ad un'ottima prestazione di Giuseppe Giannini e ad una linea mediana costantemente in superiorità numerica (Marcello Lippi aveva proposto la Juventus con il classico 4-3-3), non rimase che rinculare nelle retrovie. Il terzo e ultimo goal di Gianluca Vialli (in contropiede) concluse la partita e lasciò spazio alle polemiche.

La Roma chiese la ripetizione dell’incontro, il presidente Sensi – a proposito del direttore di gara – disse: “Mi ero raccomandato, serviva un arbitro all' altezza, non quello lì. Ci trattano male da ogni parte, ingiustizie senza limiti, indimenticabili”. Fu certamente più signorile l’atteggiamento mostrato da Mazzone: “Siamo andati sotto a causa un episodio sfortunato, dove mi è parsa fuori discussione la buona fede del guardalinee accanto ad Aldair. Ritengo che meritassimo un diverso punteggio”.
Con quella vittoria la Juventus si laureò campione d’inverno con un turno di anticipo, dopo aver sconfitto tutte le grandi (Milan, Fiorentina, Parma, Lazio, Napoli, Sampdoria, Roma) e pareggiato contro l’Inter, con un credito di due reti “fantasma” subite (da Bresciani a Foggia e da Galante in casa contro il Genoa) con il pallone che non aveva oltrepassato la linea di porta.

Nel girone di ritorno Madama completò l’opera, vincendo così il suo ventitreesimo scudetto. La penultima gara la disputò a Roma, dove i giallorossi – scivolati in quinta posizione - restituirono il 3-0 subito nella gara di andata.
La Vecchia Signora era entrata alla stadio “Olimpico” con gli abiti della festa, salutando i romani da campione d’Italia. Non portava i guanti: a lei non servivano.

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4 commenti:

Thomas ha detto...

Tra due ore partirò alla volta di Torino.
Sarò ospite di Massimiliano (http://massim.wordpress.com/) e della sua dolce metà.
Con lui, stasera, andremo a fare visita ad una Vecchia (bellissima) Signora.
Buon week end a tutti.

Tornerò online pochi minuti prima dell'inizio del derby milanese.

Anonimo ha detto...

un abbraccio, saluta massimiliano, passa un bel weekend, ma soprattutto vi auguro un bellissimo sabato sera ;)

roberta

Thomas ha detto...

E' stato tutto bello.
Stupendo.
Tranne l'accoppiata Rizzoli-Totti...
;-)

Un abbraccio!!!

Ps: ti saluta Massi :-)

marco99 ha detto...

Grazie per questo ricordo, del resto ormai dobbiamo campare solo con quelli :)
un abbraccio
ps
tanto di capello a marotta che si è tenuto Amauri, UN ARIETE DI PRIMA FASCIA
pps
ero ironico?
ppps
si