Giunto a Torino, sponda juventina, nell’ormai lontano 1996, il croato Alen Boksic si trovò ad affrontare per la prima volta il Milan con i suoi nuovi compagni in occasione del trofeo "Luigi Berlusconi". L’appuntamento, fissato per il giorno 21 agosto, avrebbe messo di fronte la squadra campione d’Italia (i rossoneri) con i freschi vincitori della Champions League (i bianconeri).
Interrogato sul suo livello di conoscenza circa la tradizionale rivalità tra i due club nei momenti precedenti la gara, l’attaccante rispose: "Abbastanza, visto che si tratta pur sempre di una sfida storica, anche se arriva ad agosto. Diciamo che è la meno amichevole fra le amichevoli d’estate".
Come due avversari che si rispettano ma non si amano, pronti a duellare dall’inizio alla fine della stagione per contendersi i principali titoli nazionali ed internazionali, Juventus e Milan si scambiarono i veloci convenevoli di rito per poi affrontarsi a viso aperto sul campo: come confermato dallo stesso Boksic si trattò di una partita che si trasformò - col trascorrere dei minuti - in battaglia.
"La voglia di far bene è superiore a quanto possiamo dare in questo momento. I falli più duri hanno avuto inizio dopo un’ora di gioco, quando eravamo meno lucidi", ammise il rossonero Boban una volta terminato l’incontro.
Non a caso la rete decisiva venne realizzata da Stefano Eranio, entrato proprio al posto di Boban qualche istante prima del fischio finale. Il trofeo andò quindi al Milan, ma entrambe le contendenti uscirono ammaccate dallo scontro.
Un fallo commesso da Del Piero su Savicevic provocò una reazione sconsiderata del giocatore rossonero: in difesa del talento bianconero arrivò Antonio Conte, che si beccò lo stesso cartellino rosso sventolato dall’arbitro davanti al naso del montenegrino. Il prezzo da pagare fu altissimo per entrambi: due giornate di squalifica comminate dal giudice sportivo, da scontare in campionato. L’attuale allenatore juventino dovette così saltare l’esordio di Madama a Reggio Emilia (8 settembre), salvo poi ottenere uno sconto dalla Disciplinare ed essere nuovamente a disposizione di Lippi per la successiva gara casalinga contro il Cagliari.
Nella lista dei cattivi non finirono per un soffio Edgar Davids (all’epoca al Milan) e Paolo Montero, venuti pericolosamente a contatto durante la sfida con la compartecipazione di Angelo Di Livio.
Nella Juventus campione d’Europa in carica, stravolta da un mercato che aveva visto tra gli altri la partenza per l’Inghilterra (destinazione Premier League) dei due pezzi da novanta Vialli e Ravanelli, Marcello Lippi aveva provato ad inserire il gioiello Zidane nel cuore di un centrocampo a tre posizionato dietro il nuovo tridente offensivo, dove - rispetto al recente passato, come titolare - era rimasto il solo Del Piero.
Così parlò lo stesso Lippi, prima dell’incontro: "Per noi sarà partita vera e soprattutto sarà un’importante verifica. Vedremo se il processo di integrazione dei nuovi sta andando avanti, se certi equilibri sono presto raggiungibili. Bisogna provare se giocatori dalle determinate caratteristiche tecniche possano coesistere". Con il trascorrere del tempo, una volta iniziata la stagione, l’allenatore spostò il fantasista francese qualche metro più avanti, libero di divertirsi e divertire: a seguito di quella mossa la sua (nuova) Juventus spiccò definitivamente il volo.
In casa rossonera, con la squadra affidata ad un Tabarez che non arrivò poi a mangiare il panettone (venne sostituito dal rientrante Arrigo Sacchi), in quei giorni fece scalpore il grido d’allarme lanciato da Adriano Galliani in merito ai problemi del calcio nostrano: "Qui facciamo la fine del basket, sorpassato, e di molto, da quello greco. Un esempio: Vieira. Se l’avessimo venduto in Italia avremmo preso tutti i soldi tra quattro o cinque anni. Invece è arrivato l’Arsenal, ha offerto il doppio dell’ingaggio al giocatore e a noi ha chiesto: quanto? Cinque milioni di dollari. Hanno firmato l’assegno e i soldi sono già in banca. 128 società professionistiche sono troppe, non ci sono neanche in un Paese come gli Stati Uniti che ha quattro sport importanti come basket, football, baseball e hockey ghiaccio". A distanza di quindici anni da quelle dichiarazioni, lo stesso vice presidente vicario del Milan ha chiuso il cerchio sull’argomento, parlando di un calcio italiano diventato "da ristorante di lusso a pizzeria".
Domenica sera il trofeo "Luigi Berlusconi" giungerà alla sua ventunesima edizione: ad oggi le vittorie dei rossoneri sono undici, mentre ai bianconeri (che lo scorso agosto posero fine ad un digiuno che durava da cinque anni) sono andate le restanti nove. Il Milan ha affrontato squadre diverse dalla Juventus in tre occasioni (dal 1992 al 1994): le avversarie furono Inter, Real Madrid, Bayern Monaco. La minore affluenza di pubblico in quelle gare ed il maggiore fascino della sfida con la Vecchia Signora convinsero il Diavolo a chiederle di diventare l’unica (ed esclusiva) contendente: il vero derby d’Italia, in fondo, è quello. Indirettamente lo ha ammesso recentemente anche Andrea Agnelli: "Noi abbiamo vinto 29 scudetti, il Milan 18 e l’Inter non so…".
Conclusa anche l’amichevole "meno amichevole" dell’estate, l’attenzione della truppa di Conte si concentrerà sul fine settimana successivo, quando finalmente riprenderà il campionato di serie A. Il Milan partirà nuovamente in pole position, forte della vittoria ottenuta nella scorsa stagione e di un’ossatura di squadra rimasta pressoché inalterata rispetto alla precedente, fatto salvo il trasferimento di Andrea Pirlo proprio a Torino (quella di domenica sarà, per lui, la prima volta a "San Siro" con la maglia bianconera).
Dall’arrivo di Antonio Conte per Madama sembrano essere finiti i tempi dei proclami, tanto che lo stesso tecnico ha celato le ambizioni del club dietro le parole "zitti, pedalare, lavorare".
Nell’attesa (e nella speranza) che arrivino presto anche i risultati positivi, se non altro c’è qualcuno che si ricorda (e ricorda) come si ragionava tempo fa alla Juventus.
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Interrogato sul suo livello di conoscenza circa la tradizionale rivalità tra i due club nei momenti precedenti la gara, l’attaccante rispose: "Abbastanza, visto che si tratta pur sempre di una sfida storica, anche se arriva ad agosto. Diciamo che è la meno amichevole fra le amichevoli d’estate".
Come due avversari che si rispettano ma non si amano, pronti a duellare dall’inizio alla fine della stagione per contendersi i principali titoli nazionali ed internazionali, Juventus e Milan si scambiarono i veloci convenevoli di rito per poi affrontarsi a viso aperto sul campo: come confermato dallo stesso Boksic si trattò di una partita che si trasformò - col trascorrere dei minuti - in battaglia.
"La voglia di far bene è superiore a quanto possiamo dare in questo momento. I falli più duri hanno avuto inizio dopo un’ora di gioco, quando eravamo meno lucidi", ammise il rossonero Boban una volta terminato l’incontro.
Non a caso la rete decisiva venne realizzata da Stefano Eranio, entrato proprio al posto di Boban qualche istante prima del fischio finale. Il trofeo andò quindi al Milan, ma entrambe le contendenti uscirono ammaccate dallo scontro.
Un fallo commesso da Del Piero su Savicevic provocò una reazione sconsiderata del giocatore rossonero: in difesa del talento bianconero arrivò Antonio Conte, che si beccò lo stesso cartellino rosso sventolato dall’arbitro davanti al naso del montenegrino. Il prezzo da pagare fu altissimo per entrambi: due giornate di squalifica comminate dal giudice sportivo, da scontare in campionato. L’attuale allenatore juventino dovette così saltare l’esordio di Madama a Reggio Emilia (8 settembre), salvo poi ottenere uno sconto dalla Disciplinare ed essere nuovamente a disposizione di Lippi per la successiva gara casalinga contro il Cagliari.
Nella lista dei cattivi non finirono per un soffio Edgar Davids (all’epoca al Milan) e Paolo Montero, venuti pericolosamente a contatto durante la sfida con la compartecipazione di Angelo Di Livio.
Nella Juventus campione d’Europa in carica, stravolta da un mercato che aveva visto tra gli altri la partenza per l’Inghilterra (destinazione Premier League) dei due pezzi da novanta Vialli e Ravanelli, Marcello Lippi aveva provato ad inserire il gioiello Zidane nel cuore di un centrocampo a tre posizionato dietro il nuovo tridente offensivo, dove - rispetto al recente passato, come titolare - era rimasto il solo Del Piero.
Così parlò lo stesso Lippi, prima dell’incontro: "Per noi sarà partita vera e soprattutto sarà un’importante verifica. Vedremo se il processo di integrazione dei nuovi sta andando avanti, se certi equilibri sono presto raggiungibili. Bisogna provare se giocatori dalle determinate caratteristiche tecniche possano coesistere". Con il trascorrere del tempo, una volta iniziata la stagione, l’allenatore spostò il fantasista francese qualche metro più avanti, libero di divertirsi e divertire: a seguito di quella mossa la sua (nuova) Juventus spiccò definitivamente il volo.
In casa rossonera, con la squadra affidata ad un Tabarez che non arrivò poi a mangiare il panettone (venne sostituito dal rientrante Arrigo Sacchi), in quei giorni fece scalpore il grido d’allarme lanciato da Adriano Galliani in merito ai problemi del calcio nostrano: "Qui facciamo la fine del basket, sorpassato, e di molto, da quello greco. Un esempio: Vieira. Se l’avessimo venduto in Italia avremmo preso tutti i soldi tra quattro o cinque anni. Invece è arrivato l’Arsenal, ha offerto il doppio dell’ingaggio al giocatore e a noi ha chiesto: quanto? Cinque milioni di dollari. Hanno firmato l’assegno e i soldi sono già in banca. 128 società professionistiche sono troppe, non ci sono neanche in un Paese come gli Stati Uniti che ha quattro sport importanti come basket, football, baseball e hockey ghiaccio". A distanza di quindici anni da quelle dichiarazioni, lo stesso vice presidente vicario del Milan ha chiuso il cerchio sull’argomento, parlando di un calcio italiano diventato "da ristorante di lusso a pizzeria".
Domenica sera il trofeo "Luigi Berlusconi" giungerà alla sua ventunesima edizione: ad oggi le vittorie dei rossoneri sono undici, mentre ai bianconeri (che lo scorso agosto posero fine ad un digiuno che durava da cinque anni) sono andate le restanti nove. Il Milan ha affrontato squadre diverse dalla Juventus in tre occasioni (dal 1992 al 1994): le avversarie furono Inter, Real Madrid, Bayern Monaco. La minore affluenza di pubblico in quelle gare ed il maggiore fascino della sfida con la Vecchia Signora convinsero il Diavolo a chiederle di diventare l’unica (ed esclusiva) contendente: il vero derby d’Italia, in fondo, è quello. Indirettamente lo ha ammesso recentemente anche Andrea Agnelli: "Noi abbiamo vinto 29 scudetti, il Milan 18 e l’Inter non so…".
Conclusa anche l’amichevole "meno amichevole" dell’estate, l’attenzione della truppa di Conte si concentrerà sul fine settimana successivo, quando finalmente riprenderà il campionato di serie A. Il Milan partirà nuovamente in pole position, forte della vittoria ottenuta nella scorsa stagione e di un’ossatura di squadra rimasta pressoché inalterata rispetto alla precedente, fatto salvo il trasferimento di Andrea Pirlo proprio a Torino (quella di domenica sarà, per lui, la prima volta a "San Siro" con la maglia bianconera).
Dall’arrivo di Antonio Conte per Madama sembrano essere finiti i tempi dei proclami, tanto che lo stesso tecnico ha celato le ambizioni del club dietro le parole "zitti, pedalare, lavorare".
Nell’attesa (e nella speranza) che arrivino presto anche i risultati positivi, se non altro c’è qualcuno che si ricorda (e ricorda) come si ragionava tempo fa alla Juventus.
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10 commenti:
il piccolo torneo a tre che abbiamo visto l'altra sera mi fa sempre venire in mente Fausto Rossi, che mise in enormi difficoltà Maicon...poi ha avuto degli infortuni molto gravi, peccato. Spero che Rossi Fausto si riprenda a pieno, e torni a volare come l'altro Rossi (Paolo) che quando venne qui a Como era nelle stesse condizioni di Rossi Fausto a Vicenza l'anno scorso...
Lo dico anche perché questi tornei estivi sono divertenti ma poi all'atto pratico contano meno di un'amichevole.
Comunque sia, già dalle prime foto devo dire che le facce sono migliori di quelle degli anni scorsi. E anche Conte sempre un po' incazzato, a centellinare le parole, mi piace. Buoni segnali, ma poi fino a febbraio...(eccetera)
:-)
A proposito, che fine ha fatto Yago Falqué? Ho visto che a inizio stagione era indicato tra i presenti...
LE SOLITE CAPPELLE MA ABBIAMO FINALMENTE UN ALLENATORE
Per fortuna che mancava Chiellini per dare un rigoretto all'avversario, ma con un Bonucci in grandissima forma per far cappelle il risultato non cambia... e si che la soluzione è sempre in bella vista. ma a pochi giorni dalla fine del calcio mercato ci dobbiamo sopportare ancora due trampolieri scarsi in difesa e una nuova squadra che non è certo più forte di quella dell'anno scorso. Si vede senz'altro che finalmente è arrivato un tecnico vero che ha un gioco e fa giocare i giovani. Ci sono giometrie ben visibili nello schema di gioco cosa che con Del neri non si erano mai viste.
Pasquato il giovine che la Juve ha dato fiducia, parte subito con il piede sbagliato, tirando una punizione che Del Piero a malavoglia ha lasciato, da ragazzaccio senza convinzione in maniera molto volgare e improvvisa senza concentrazione, da stolto per dare un aggettivo e un rigore del peggior Totti
dimostrando la pasta psicologica di cui è fatto. Quando una società come la Juve ti fa tirare un rigore non lo devi calciare da strafottente in quel modo altrimenti la tua carriera finisce subito e dimostri la vera pasta di cui sei fatto. Ci vuole umiltà nel calcio e tirare il primo rigore con umiltà basso e negli angoli come qualsiasi allenatore insegna da sempre perchè devi ancora dimostrare di essere un campione. la juve è sinonimo di eleganza da sempre
Forse avrà un altra opportunità che se fossi l'allenatore non gli darei per almeno un mese per fargli capire che un ragazzaccio non sta bene alla Juve.....
per il resto un Immenso Vidal salva una prestazione scadente di un Krasic che gioca da solo che praticamente ha già perso il posto. Un buon Marchisio (come sempre) che messo dietro a Pirlo(è bastata una partita a Conte per capire) diventa un arma in più della Juve. Ah quanto ci starebbe bene Aquilani in questa juve ma allenatori incompetenti hanno rovinato facendolo giocare in posti sbagliati. Non è ancora una Juve più forte sulla carta di quella dell'anno scorso, di questo ne sono sicuro almeno sulla carta ma sicuramente ora abbiamo un allenatore da Juve.
@Giuliano: gli innamoramenti estivi, da qualsiasi latitudine li si guardi, sono tutti uguali: prima ti fanno sognare sotto l’ombrellone; poi - quando arrivano i primi appuntamenti che contano – si sciolgono come la neve sotto il sole…
;-)
Scherzi a parte, quando Fausto Rossi riuscirà a dribblare anche la sfortuna, con ogni probabilità farà della strada. Glielo auguro di cuore, anche perché il talento non manca davvero.
I tornei estivi contano solo nelle casse dei club: in tutta sincerità, preferirei vedere le squadre allenarsi contro i dilettanti sino a poche settimane dall’inizio del campionato, così come accadeva quando ero piccolino.
I giocatori si preparavano al meglio (mettendo benzina nelle gambe per tutta la stagione), il rischio di infortuni si limitava a qualche stiramento (una normalità, per chi ha fatto attività fisica sa che non c’è nulla di strano), e rendevano felici migliaia di persone che potevano avvicinarsi a loro ai campo di gioco per farsi fotografare in loro compagnia.
Quello era il calcio che amavo; quello di oggi è “business”.
Falquè?
Notizia fresca fresca, come una briosche di primo mattino:
“Il giovane centrocampista spagnolo Falquè Iago (21), inserito nella lista dei partenti, sarebbe stato richiesto dal Rayo Vallecano; questo almeno è quanto sostenuto dal quotidiano spagnolo "Marca". La prospettiva di un prestito non dispiacerebbe ad Antonio Conte che vorrebbe dare al giovane la possibilità di giocare con continuità, non privandosene definitivamente”
(http://www.tuttojuve.com/?action=read&idnotizia=59982)
@ Pigreco San Trader: ti confesso che dopo aver letto la prima riga sono scoppiato a ridere…
Prima di iniziare, mi sono detto: “Tolto Chiellini (che non c’era), parlerà mica di Bonucci?”
:-D
Ritrovo il mio pensiero (attuale) sulla Juve in alcuni punti, in altri meno.
Prendile solo come mie idee personali (si fa per discutere e divertirsi insieme), te ne faccio un breve resoconto: male Bonucci (se possibile lo daranno via); ottimo Conte, il suo gioco e le sue idee (non contavo sei passaggi di fila neanche durante il riscaldamento dei giocatori juventini da almeno sei anni…); rispetto a Del Neri sembra (dico sembra) tutta un’altra storia; Pasquato mi piace, è lui che non deve piacersi, non è battendo le punizioni che si conquisterà la fiducia del tecnico, ma mettendo sostanza oltre alla qualità; ottimo Vidal (nessuno, però, farà mai i complimenti a questa dirigenza per l’acquisto), adesso aspettiamo il suo ambientamento per capirne il reale potenziale; bravissimo Marchisio; Krasic mi è piaciuto più di altre volte e di quanto abbia letto in giro sul suo conto; non vedrei bene Aquilani in questa Juve; questa squadra è più forte della scorsa già da ora, considerando anche il depotenziamento di Palermo e Udinese (e gli impegni europei dei friulani) dovrebbe fare più strada in campionato.
Un abbraccio a tutti!!!
Vado al mare: oggi si suda anche (soltanto) scrivendo al pc…
:-)
Dear Thomas, mamma mia!!! Oggi ha parlato John Elkann...allarme rosso!! tutti gli scongiuri disponibili siano attivati!!
Ciao Giuliano ;-)
Questa è una settimana dedicata al calciomercato, è probabile che non scriva nulla sino all’arrivo del week end.
Lascio spazio alle notizie di probabili, possibili e certi trasferimenti, alle bufale e via dicendo.
Ho letto quanto ha detto John Elkann; viceversa, non l’ho ascoltato: i suoi silenzi sono più lunghi di quelli di Adriano Celentano (versione presentatore). Mi fanno accapponare la pelle…
Ecco le sue parole:
“Partiamo dalla settima posizione dell'anno scorso”: ma va?
“Abbiamo fatto passi avanti”: il campionato non è ancora iniziato. Qualcuno lo avvisi… Le amichevoli non contano nulla…
"Per arrivare dove?", chiedono i cronisti. "Lontano": per favore, almeno quest’anno vediamo di risparmiare i proclami. Per la Juventus parlino solo Conte e Andrea Agnelli, please…
Quindi, alla domanda sul calciomercato, il presidente di Fiat ha risposto: "L'ultima settimana normalmente serve a chiudere": se lo scorso anno avessero lavorato diversamente sul mercato, sarebbe dovuta servire a “limare” la rosa.
La squadra è incompleta, il gruppo abbonda di giocatori che dovranno fare le valigie.
Ci sarà da lavorare tanto “sul campo” (sempre), e moltissimo “fuori” (sino al 31 agosto).
Un abbraccio e a presto!
:-)
L'UDINESE CE LE SUONA
L'Udinese reduce da una buona prestazione in Champions( parola sconosciuta da quando abbamo Chiellini a guidare la difesa ) giocherà alla morte. Mentre la Juve con una squadra nuova di zecca accuserà il colpo...certo se ci arriva una botta de Kul vista la sfiga che ha l'Udinese in questo periodo non fa male ... ma i giornali lunedì diranno.
L'Udinese è avanti nella preparazione la Juve ha cambiato tutti i giocatori, lìUdinese gioca a memoria ecc. le solite scuse.
Sarà sicuramente una cappella dei centrali su Dinatale la chiave della partita....
ma forse l'Udinese è stanca molto stanca e allora Krasic riuscirà finalmente a fare un cross per la testa di Vucinic e rubiamo 1-0.
ai posteri
Caro amico, su Bonucci penso tu abbia vinto la tua guerra personale: nei prossimi giorni potrebbero esserci novità importanti circa la sua cessione allo Zenit. Vedremo.
Per quanto riguarda il resto, ovviamente hai scritto prima del rinvio della giornata d’esordio del campionato. Nel momento in cui verrà recuperata, magari la Juventus avrà trovato una sua fisionomia (di gioco, di gruppo, ecc.).
Un consiglio, oltre che una speranza: non passare al lato oscuro del tifo bianconero, quello che prevede disgrazie prima ancora che accadano per poi bearsi del fatto di aver avuto ragione.
Siamo tifosi, innanzitutto. Che la Vecchia Signora non sia in grado di competere per lo scudetto da anni, è palese. Così come il fatto che è scivolata lentamente su un piano inclinato che l’ha portata ad accumulare continui fallimenti.
Alla rassegnazione preferisco la rabbia: quella positiva, costruttiva. Non saremo certo noi a cambiare il corso delle cose, ma (forse) le tante piccole voci potrebbero aiutare chi di dovere a capire che questo stato di cose non viene accettato in maniera remissiva. Anche perché la rete è viva (e osservata) più che mai.
Ne ho letti, in questi giorni, di articoli di soloni del calcio che giudicano Vidal prima ancora di averlo visto giocare nel suo ruolo, la Juventus prima ancora che abbia disputato un impegno ufficiale, e via dicendo. Al solito, così come detto in passato con Giuliano, aspetterò il prossimo mese di febbraio per dare un giudizio reale (e “sostanzioso”) sulla nostra Vecchia Signora.
Prima lascio lo spazio agli esperti e ai gufi, io mi metto in fila ad aspettare che smetta di piovere.
Non può piovere per sempre.
Un abbraccio e buon sabato!!!
Il problema è che Bonucci non è male se fosse vicino ad un centrale basso di esperienza. Il problema è che messo vicino a Chiellini il casinista non impara nulla. Questo un tecnico navigato come Spalletti lo sa e farebbe salti mortali per averlo. e noi come sempre siupiamo giocatori che prima di arrivare alle Juve erano nazionali e poi grazie anche agli scarsi tecnici che abbiamo avuto sembrano i peggiori del mondo.
Il problema è Chiellini non Bonucci.
Adesso mi stai mandando in confusione: ma non faceva parte anche lui di quella famiglia per la quale avevi inventato il termine di “trampolieri”?
:-D
Ps: ha un piede (e mezzo) in Russia, ormai.
Certo 2 trampolieri sono quasi sempre un disastro se messi assieme e con queste caratteristiche. ma un trampoliere come Bonucci giovine e dai pieni abbastanza buoni(pecca sono in inesperienza e posizione) + uno basso ma bravo o alto ma con i piedi buoni e che non faccia il solito casino forse si salva anche Bonucci
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