Fratelli è tornato a casa. Lo Scudetto, il nostro amico più caro, per la trentesima volta si lascia abbracciare da chi da sempre lo sa conquistare, accarezzare, amare e rispettare. Oggi è lunedì e stiamo ancora assaporando questa gioia, che ci da la sensazione che ogni cosa sia tornata al suo posto, come se dal 2006 ad oggi ci fosse stato un vuoto che finalmente viene colmato. Ma in realtà questo vuoto di cui parlo è pieno di tanta, tantissima, troppa sofferenza, è colmo di offese, di fango, di rabbia, di “incompetenze”, di “ingiustizie”, di “prescrizioni”, di lacrime, di vite rovinate (non parlo delle nostre di tifosi in questo caso) a causa di un sentimento popolare che ha portato in alcuni casi alla fine di una carriera, in altri a radiazioni e addirittura a condanne penali.
Per quanto riguarda noi tifosi BIANCONERI (lasciatemelo scrivere in maiuscolo per una volta), beh.. ci avevano distrutto un grande sogno , o meglio, credevano di avercelo distrutto, così come pensavano di aver ucciso per sempre la più grande Società di calcio italiana, quella Società che ha fornito alla nazionale la maggior parte dei calciatori in occasioni di tutti i trionfi Europei e Mondiali. Tutto questo con la complicità di una dirigenza incapace di costruire una squadra degna di questo nome che, ha avallato le decisioni dei tribunali sportivi, e che per anni ha inseguito la “simpatia” a scapito dei risultati.
Ma con Andrea è cambiata la musica ed anche se il primo anno con un Agnelli di nuovo alla guida della Juventus è stato un autentico calvario, nel secondo, l’arrivo di Antonio Conte ha cambiato tutte le carte in tavola, ristabilendo nella testa e nel cuore dei giocatori della Vecchia Signora il senso di appartenenza ai colori, e restituendo la mentalità vincente agli stessi, dandole un gioco ma soprattutto un’idea di gioco, dove l’obiettivo è cercare di vincere per tutti i novanta minuti. Questo è quello a cui abbiamo assistito fin dall’inizio del campionato, e cioè ad una squadra che mantiene il possesso palla per l’80% del match, che schiaccia l’avversario nella propria metà campo, togliendogli il fiato, che crea decine di occasioni da rete e che, in casa, grazie anche al meraviglioso “Juventus Stadium”, ma anche fuori non vuole altro che la Vittoria.
Vittoria è anche il nome della figlia del nostro Mister, il quale sul proprio telefonino ha la sua foto e non come il signor Galliani, che “per non dimenticare”ci ha lasciato la foto del gol-non gol di Muntari, come se l’esito di questo campionato fosse del tutto attribuibile a quella rete e non prendendo minimamente in considerazione le reti annullate a Pepe in quel di Genova e quella annullata a Matri proprio nello scontro diretto di San Siro, tutti i rigori non concessi alla Juve durante la stagione (almeno una decina), tutti i rigori concessi con grandissima generosità alla squadra rossonera nonché tutti i rigori non concessi contro il Milan stesso (vedi mani di Seedorf a Bologna o mani di Nesta contro il Genova).
La realtà dei fatti è che la Juventus ha espresso nel campionato italiano il miglior gioco in assoluto, meritando sul campo di vincere il suo 30° Scudetto, nonostante tutte le manovre, gli attacchi mediatici (vedi i meschini tentativi di coinvolgere giocatori ed allenatore della Juve nella storia del calcio scommesse) e le trame ordite con l’unico scopo di arrestarne la marcia trionfale. Polemiche sulla terza stella create ad arte per distogliere la concentrazione dei ragazzi, chiacchiere stucchevoli e noiose relative al gol di Muntari, il finto pareggio del Cesena, le assurde calunnie su una fantomatica pericolosità della struttura dello stadio, qualsiasi cosa pur di impedire a Madama di conquistare ciò che meritava.
Abbiamo sofferto da morire, in ogni gara disputata la Juve, pur dominando, ha dovuto prendersi con la forza ciò che le spettava di diritto per quanto mostrato sul terreno di gioco, e a volte non c’è nemmeno riuscita, allungando la sofferenza che, con un attaccante maggiormente prolifico sarebbe forse terminata già da qualche giornata. Ma alla fine si è vinto e tutto, come detto all’inizio, è tornato al suo posto. Oggi sono felice, felicissimo, ma molto tranquillo e sereno, perché se è vero che improvvisamente mi sono rammentato cosa significasse vincere, in realtà lo sapevo benissimo, lo avevo solo dimenticato, ma per noi era la normalità.
Questo articolo è di Danny67. Tutti gli altri, li puoi trovare nella sua rubrica Un Bianconero a Roma
7 commenti:
Hanno provato a cancellarci per sempre, ma ci hanno reso ancora più forti.
Siamo tornati, per restarci!
mi sono fatto una copia dell'immagine, sapevo che qui l'avrei trovata subito, e bella:
TRE stelle, e TRENTA scudetti.
:-)
Aggiungo: l'altra volta, dopo Platini, siamo rimasti nove anni senza scudetto, questa volta soltanto SEI.
Quanti errori di battitura, nei commenti di ieri e di oggi!!! Tutta roba da correggere: gli scudetti di Buffon e di Del Piero, per esempio, li hanno sbagliati in tanti. Eppure è semplice: otto come Ferrara e come Furino.
Un abbraccio a tutti!
(io sul telefonino ho il gol di Amauri...)
(non è vero, ma è divertente dirlo)
@Giuliano: grandissimo... :-)
@Danny: "se è vero che improvvisamente mi sono rammentato cosa significasse vincere, in realtà lo sapevo benissimo, lo avevo solo dimenticato, ma per noi era la normalità": per noi "dovrà" tornare ad essere la normalità.
Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta
;-)
Un abbraccio a tutti!
Dedicato a chi aveva gia fatto il nostro funerale.Dedicato a chi ci ha provato.
E' stato il successo dell'orgoglio ritrovato,della rinascita,del riscatto.
Il primo successo con Conte,l'ultimo con Del Piero.Il primo nello stadio nuovo.
Imbattuti.Giocando meglio di tutti.
Dedicato a tutti noi.
@Anonimo: grazie per il commento.
Ti chiedo una cortesia: potresti firmarti?
Nome o pseudonimo è lo stesso, ma almeno avremo traccia del tuo passaggio.
Grazie ancora :-)
il commento sopra e' mio.
Toccoditacco :D
Ricevuto, grazie mille!!!
A presto ;-)
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