giovedì 22 novembre 2012

Juventus stellare anche in Europa

"A non passare il turno adesso proprio non ci penso, anche perché sono impegnato a preparare la partita di domani". Quella gara che una volta terminata gli è costata la panchina. Roberto Di Matteo, in cuor suo, era consapevole del fatto che la trasferta europea allo "Juventus Stadium" avrebbe rappresentato una tappa delicata della propria carriera. Il risultato negativo dell'incontro ha avuto per lui conseguenze dannose: dopo aver recentemente conquistato la Champions League (contro ogni pronostico) gli è stato impedito di portare a termine una nuova missione.

E' giusto ricordare come il Chelsea non sia ancora matematicamente fuori dai giochi: nel caso in cui la Juventus dovesse perdere dal già qualificato Shakhtar Donetsk (tra due settimane in Ucraina) agli inglesi basterebbe, infatti, una vittoria contro il Nordsjælland per accedere agli ottavi di finale del torneo. Si tratta di un'ipotesi difficile, ma non per questo irrealizzabile.

Passando dalla parte degli sconfitti a quella dei vincitori, finalmente l'Europa ha potuto ammirare la vera Juventus. La squadra del duo Alessio-Conte è riuscita a ripetere fuori dalla serie A una prestazione simile ad altre offerte sino ad oggi in campionato. Sono cambiati il palcoscenico e la qualità dell'avversario (una rosa simile a quella dei Blues, in Italia, oggi non la possiede nessun club), ma è rimasta intatta la determinazione con la quale la Vecchia Signora entra in campo per giocarsi la posta in palio.

In occasione della sconfitta patita contro l'Inter (3 novembre) gli avversari di Madama auspicavano un suo calo nel prosieguo della stagione: da quel momento in poi, invece, ha ripreso a correre ancora più forte di prima. Analizzando le partite successive a quell'incontro si può notare un curioso dato statistico: escluso il pareggio interno contro la Lazio (0-0) ci sono tre giocatori che hanno segnato in tutte le altre gare disputate (Nordsjælland, Pescara e Chelsea), vale a dire Giovinco, Vidal e Quagliarella. Fatta eccezione per Asamoah e Marchisio, è soprattutto a loro che va riconosciuto il merito di aver ulteriormente incrementato il numero delle marcature in casa bianconera.

Durante l'attesa per l'incontro con il Chelsea la Juventus è riuscita a svuotare la mente dalle questioni pendenti in campionato. Su questo punto, qualche ora prima del match, lo stesso Marchisio era stato profetico: "Polemiche arbitrali? Abbiamo una qualificazione cui pensare, che è molto più importante".

Adesso, invece, è arrivato il momento di dirottare l'attenzione nuovamente alla serie A, dove il Milan si appresta ad accogliere Madama nel posticipo serale della quattordicesima giornata. L'ultima volta nella quale le due squadre si sono incontrate a San Siro risale allo scorso 25 febbraio, nella partita passata alla storia come quella del "gol non assegnato a Muntari".

Nel corso di una stagione in cui il Diavolo sta recitando un ruolo da comprimario, Adriano Galliani non si lascia sfuggire le occasioni che gli si presentano per punzecchiare tanto la Juventus (sull'episodio in questione) quanto l'Inter: "Tagliavento è stato l'anno scorso l'arbitro della sfida scudetto Juventus-Milan e quest'anno ha diretto la probabile sfida scudetto tra Juventus e Inter. Il famoso gol di Muntari? Quello non l'ho mai dimenticato". Infilandosi in mezzo alle continue polemiche tra i due club si è beccato pure un "chissenefrega" da parte di Moratti, il quale - a sua volta - aveva appena ricevuto un "no comment" pubblicato sul sito della Juventus, con tanto di allegato contenente la celebre relazione del procuratore federale Stefano Palazzi datata 1° luglio 2011.

Su questi temi si potrebbe proseguire a lungo, tra "soldatini", "quaquaraqua", errori voluti, rigori non concessi e via discorrendo. Forse sarebbe più opportuno attendere la conclusione della prossima giornata di campionato per aggiungere qualcosa di nuovo: con ogni probabilità non mancheranno altri argomenti sui quali polemizzare.

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4 commenti:

Danny67 ha detto...

Questo è certo Thomas. Soprattutto nel caso in cui sarà la Juve ad ottenere un risultato positivo ci saranno polemiche a non finire. In caso contratio, ovviamente, si parlerà solo di calcio.

Giuliano ha detto...

sulla qualificazione, non c'è ancora e ci andrei piano, lo Shaktar quest'anno è molto forte - ma sono sicuro che Antonio Conte sta già facendo una testa così a tutti.
Sul resto, dispiace vedere che nessuno - nessuno, tg e giornaloni compresi - si è ricordato che il calcio lo guardano anche i bambini, gli adolescenti... Bisognava pur dire che la posizione di Conte è quella giusta, soprattutto tenendo conto di quanto guadagnano i calciatori di quei livelli. La battuta a Cassano la concedo volentieri, ci sta; ma Conte parlava di professionalità, e se ti danno tutti quei soldi...
PS: hai visto come è scivolata via in silenzio l'autobiografia di Van der Meyde? "Moratti ci dava personalmente cinquantamila euro dopo ogni vittoria" - con lo scontrino o in contanti? (scuola Berlusconi-Olgettine?)

Danny67 ha detto...

Bravo Giuliano. Ovviamente si sono tutti guardati bene dal sottolineare questa storia così come quella relativa alla confessione di Juliano riguardo alla combine di più di 30 anni fa tra il Napoli e il milan di Rivera...Ci fosse stato di mezzo il bianconero ci avrebbero tolto qualche altro scudetto...

Thomas ha detto...

Su Van der Meyde e Juliano concordo con voi, soltanto Padovan ha tirato in ballo il secondo 'caso' attaccando duramente Gianni Rivera: "Fino ai 14 anni ho avuto un solo dio: Gianni Rivera. Ero milanista, possedevo una preziosissima (per i tempi) maglia rossonera sulla quale mia madre camiciaia aveva cucito il numero 10. Allora io ero lui (Rivera ma anche il numero), anche se lui non lo sapeva, non l'ha mai saputo e, in fondo, non gli poteva interessare. Purtroppo da qualche giorno non posso più dirmi riveriano perché ho scoperto che, come altri, il mio numero 10 ha fatto cose che a quei tempi mai avrei immaginato possibili: si è accordato per il pareggio in un Napoli-Milan del 7 maggio 1978.

Avrei compiuto vent'anni di lì a qualche mese, ma il periodo della mia innocenza calcistica non era ancora terminato. Non solo ritenevo autentico tutto ciò che accadeva sul campo, ma lo pensavo sacro perché incontrovertibile. Perciò anche la qualificazione del Milan alla Coppa Uefa di quell'anno, per me e per molti altri, era una conquista sul campo. Invece non solo non era così (e, infatti, bastava pensarci, visto che due anni dopo scoppiò il primo scandalo delle scommesse, allora clandestine), ma così facevano tutti o quasi. Anche i campioni".

Per quando riguarda la qualificazione agli ottavi della nostra Juve, invece, mi rifaccio alle parole di Enzo Bucchioni (QS): "Ricordiamo che lo Shakthar è sponsorizzato dalla Gazprom vicina ad Abramovich patron del Chelsea e una sconfitta della Juve riaprirebbe le porte della Champions agli inglesi, ma la Juventus ha classe, forza e motivazioni per andare a fare risultato in Ucraina".

Un abbraccio ad entrambi