Fabio Capello non ha mai avuto particolari difficoltà, lungo tutto l'arco della propria carriera (sia da calciatore che da allenatore), nel dire quello che pensa. Una delle ultime stoccate dialettiche l'ha riservata ad Antonio Conte, reo di aver castigato i giocatori della Juventus dopo il pareggio ottenuto a Verona invece di ragionare e cercare con loro la giusta soluzione per evitare quei pericolosi cali di tensioni che saltuariamente fanno capolino sulle teste dei bianconeri.
A questo proposito giova ricordare che in campionato Madama ha totalizzato la bellezza di sessanta punti sui sessantanove disponibili ad oggi. Senza voler difendere a tutti i costi chi non ha protetto adeguatamente Buffon, la critica – corretta e costruttiva – non dovrebbe comunque cancellare con un solo colpo di spugna quanto di buono è stato realizzato dalla Vecchia Signora in questi mesi. Il concetto, però, vale anche per Conte: se è vero, come è vero, che i meriti dell'allenatore nella resurrezione della Juventus sono innegabili, non è peccato riconoscere qualche piccolo errore di valutazione compiuto dal tecnico in alcune occasioni. Succede, nessuno è perfetto.
Fabio Capello alla guida della Vecchia Signora era stata l'ultima volontà di Umberto Agnelli, il padre dell'attuale presidente juventino. Lo scoppio di Calciopoli aveva interrotto il rapporto tra il tecnico di origine friulana ed il club torinese nell'ormai lontano 2006. In quel momento Madama stava celebrando il suo secondo scudetto consecutivo, lo stesso filotto conseguito da Conte. Che adesso punta diritto con i suoi uomini al terzo tricolore in altrettanti campionati disputati da mister bianconero.
Appena arrivato a Torino, Capello aveva ricevuto in dono dalla Triade una spina dorsale completamente nuova per la sua Signora: Cannavaro, Emerson e Ibrahimovic. Ed era riuscito a tenersi stretto quel Trezeguet, elemento perfetto da affiancare in attacco al gigante svedese. Anche se, a distanza di anni, si era poi lamentato di alcuni atteggiamenti del francese: “L'unico giocatore che io abbia visto piangere per una puntura nel sedere”.
Il 30 dicembre del 2012 Capello aveva pizzicato la Juventus attuale, confrontandola con quella guidata da lui anni prima: “Stiamo parlando di due Juventus diverse in due periodi diversi. Questa Juve sta facendo benissimo, bisogna farle i complimenti anche se non ha competitors. Ai miei tempi c’erano avversarie come Milan, Inter e Roma, oggi le milanesi hanno lasciato andare tanti giocatori importanti. C’è la Roma, però”.
La risposta di Conte non tardò ad arrivare: “La formazione di Capello era stratosferica, forse la più forte Juve di tutti i tempi. Aveva nove giocatori nella finale dei Mondiali, due Palloni d’oro, e in panchina gente come Del Piero e Mutu. Però, nonostante tutto, in Champions ha fatto davvero poco perché i grandi giocatori da soli non bastano: servono anche organizzazione di gioco e mentalità vincente”.
A distanza di quasi un anno, il 4 novembre 2013,Capello aveva iniziato a correggere il tiro: “Conte ha lavorato in maniera straordinaria, ma bisogna dire anche che, in Italia, la Juve è la società che ha speso di più. Come la Roma. Ha fatto più attenzione il Napoli, in sede di calciomercato. Io sono convinto che la Juve farà bene anche in Champions. Ha preso un giocatore come Tévez che può fare la differenza. Questa Juve forse ha più fame e maggiore aggressività della mia”.
Bastava aspettare ancora qualche giorno, e arrivare ad un anno esatto dalla prima dichiarazione nel merito, per osservare la “conversione” totale dell'attuale ct della Russia: “Le statistiche hanno sempre ragione, e se dicono che la Juventus di Conte è meglio della mia, allora è così. Non c’è altro da dire: i record ci sono per essere battuti e i numeri parlano chiaro”.
Forse, tra qualche tempo, scopriremo che il metodo usato da Conte verso i suoi giocatori non è stato poi così sbagliato...
A questo proposito giova ricordare che in campionato Madama ha totalizzato la bellezza di sessanta punti sui sessantanove disponibili ad oggi. Senza voler difendere a tutti i costi chi non ha protetto adeguatamente Buffon, la critica – corretta e costruttiva – non dovrebbe comunque cancellare con un solo colpo di spugna quanto di buono è stato realizzato dalla Vecchia Signora in questi mesi. Il concetto, però, vale anche per Conte: se è vero, come è vero, che i meriti dell'allenatore nella resurrezione della Juventus sono innegabili, non è peccato riconoscere qualche piccolo errore di valutazione compiuto dal tecnico in alcune occasioni. Succede, nessuno è perfetto.
Fabio Capello alla guida della Vecchia Signora era stata l'ultima volontà di Umberto Agnelli, il padre dell'attuale presidente juventino. Lo scoppio di Calciopoli aveva interrotto il rapporto tra il tecnico di origine friulana ed il club torinese nell'ormai lontano 2006. In quel momento Madama stava celebrando il suo secondo scudetto consecutivo, lo stesso filotto conseguito da Conte. Che adesso punta diritto con i suoi uomini al terzo tricolore in altrettanti campionati disputati da mister bianconero.
Appena arrivato a Torino, Capello aveva ricevuto in dono dalla Triade una spina dorsale completamente nuova per la sua Signora: Cannavaro, Emerson e Ibrahimovic. Ed era riuscito a tenersi stretto quel Trezeguet, elemento perfetto da affiancare in attacco al gigante svedese. Anche se, a distanza di anni, si era poi lamentato di alcuni atteggiamenti del francese: “L'unico giocatore che io abbia visto piangere per una puntura nel sedere”.
Il 30 dicembre del 2012 Capello aveva pizzicato la Juventus attuale, confrontandola con quella guidata da lui anni prima: “Stiamo parlando di due Juventus diverse in due periodi diversi. Questa Juve sta facendo benissimo, bisogna farle i complimenti anche se non ha competitors. Ai miei tempi c’erano avversarie come Milan, Inter e Roma, oggi le milanesi hanno lasciato andare tanti giocatori importanti. C’è la Roma, però”.
La risposta di Conte non tardò ad arrivare: “La formazione di Capello era stratosferica, forse la più forte Juve di tutti i tempi. Aveva nove giocatori nella finale dei Mondiali, due Palloni d’oro, e in panchina gente come Del Piero e Mutu. Però, nonostante tutto, in Champions ha fatto davvero poco perché i grandi giocatori da soli non bastano: servono anche organizzazione di gioco e mentalità vincente”.
A distanza di quasi un anno, il 4 novembre 2013,Capello aveva iniziato a correggere il tiro: “Conte ha lavorato in maniera straordinaria, ma bisogna dire anche che, in Italia, la Juve è la società che ha speso di più. Come la Roma. Ha fatto più attenzione il Napoli, in sede di calciomercato. Io sono convinto che la Juve farà bene anche in Champions. Ha preso un giocatore come Tévez che può fare la differenza. Questa Juve forse ha più fame e maggiore aggressività della mia”.
Bastava aspettare ancora qualche giorno, e arrivare ad un anno esatto dalla prima dichiarazione nel merito, per osservare la “conversione” totale dell'attuale ct della Russia: “Le statistiche hanno sempre ragione, e se dicono che la Juventus di Conte è meglio della mia, allora è così. Non c’è altro da dire: i record ci sono per essere battuti e i numeri parlano chiaro”.
Forse, tra qualche tempo, scopriremo che il metodo usato da Conte verso i suoi giocatori non è stato poi così sbagliato...
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5 commenti:
Io sinceramente stimo Capello, ma fino ad un certo punto. Per carità i suoi successi parlano per lui ma ha sempre avuto in mano squadre mostruose, anzi, senza le adeguate garanzie non ha mai accettato alcuna panchina. Conte ha vinto due scudetti e due supercoppe con una formazione a livello individuale nettamente inferiore a quella che aveva lui e, specialmente nel primo anno, offrendo un gioco paragonabile solamente a quello della prima Juve di Lippi, un gioco del quale mi sono innamorato dopo la prima giornata di campionato del 2011, con la vitoria sul Parma e che ancora non riesco a dimenticare. Non voglio nemmeno accennare alle figure meschine che quella Juve mostruosa con Ibra, Trezeguet ecc ha fatto in Champions, in assoluto preferirò sempre Antonio Conte a Fabio Capello. Secondo me ha fatto benissimo il mister a dare una strigliata alal squadra. Detto questo è chiaro che anche lui, nel pareggio di Verona, ha delle responsabilità. Basta ripercorrere mentalmente la gara per capire quali sono. D'altra parte quando in un campionato fai 19 vittorie, 1 sconfitta e 3 pareggi, direi che c'è poco da criticare. Se non ci fosse dietro la Roma di quest'anno direi che potremmo stare del tutto tranquilli, ma purtroppo ci toccherà lottare fino alal fine nella speranza che la E.L. non ci tolga uomini ed energie, altrimenti sarebbe molto dura.
provo sempre fastidio (e anche un po' di preoccupazione) quando sento certi discorsi, del tipo "non vogliamo cedere nulla" (Vidal, prima della partita di Coppa con la Roma), "merito il pallone d'oro" (sempre Vidal, ma anche Pogba non è da meno), eccetera eccetera: mi torna alla memoria il periodo con gli innominabili (dal giugno 2006 al 2010, diciamo...). E poi Capello è il duro per antonomasia del calcio, non scherziamo
:-)
Capello lo penso sempre con il 10 sulle spalle, Anastasi-Capello-Bettega, per questo gli voglio bene.
Della partita di domenica, ho pensato che se fossi arrivato a casa senza conoscere il risultato, avrei detto che un pareggio con questo Verona, a Verona, mi andava benissimo. Invece, così, fa davvero rabbia: sono Vidal e Pogba (e Pirlo) che dovrebbero tenere la squadra alta, non farsi pressare. Per questo dico che Conte ha ragione ad essere arrabbiato.
Esatto Giuliano. Quello che non si può fare a meno di notare è che alle troppe parole dei calciatori molto spesso corrispondono pochi fatti sul campo.I ragazzi, Vidal copmpreso nonostante io lo adori, dovrebbero evitare di chiacchierare troppo.
intanto ieri il cugino it è tornato a farsi sentire... ah, ecco spiegate tante cose (infortuni compresi? spero di no! vorrei tanto non dover dire queste cose, ma il paragone fra i risultati dei due cugini è terrificante)(soprattutto dal lato economico, più ancora di quello sportivo).
Carissimo Giuliano come ti capisco... sulle parole del "cugino" stendo un velo pietoso. Te lo dice uno che da una anno è in cassa integrazione e che tra un mesetto potrebbe perdere il lavoro. Vorrei tanto vedere cosa farebbe il cugino al posto mio...
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