Claudio Olindo De Carvalho, in arte Nené, una volta raccontò un curioso aneddoto che gli era capitato durante una partita del campionato di serie A: 'Un giorno, a Roma, scatto sulla fascia e vado via veloce. Il loro allenatore, Oronzo Pugliese, si mette a correre al mio fianco, lungo la linea, urlando: 'A me, passala a me...'. La scena è molto divertente, la gente dell'Olimpico applaude, è stato bellissimo. Ma io non mi sono fatto incantare: ho passato il pallone a Riva e lui ha fatto un gran goal. Come sempre'.
Quel tecnico istrionico era da tempo conosciuto come il 'mago di Turi'. In contrapposizione con un altro mago del mondo del calcio nostrano, il ben più celebre Helenio Herrera, che lo stesso Pugliese era riuscito a sconfiggere il 31 gennaio 1965 nella precedente esperienza da allenatore del Foggia. All'epoca dei fatti l'Inter campione d'Italia, d'Europa e del mondo si era presentata allo stadio 'Zaccheria' con i tutti i favori dei pronostici. Fu proprio in quell'occasione che, inaspettatamente, l'allenatore originario di Turi, il piccolo comune in provincia di Bari, mise a segno un piccolo miracolo sportivo. I nerazzurri, passati in svantaggio per due reti a zero, riuscirono a raddrizzare temporaneamente la gara grazie ad una rabbiosa reazione d'orgoglio. Che non impedì loro di soccombere a causa della rete decisiva messa a segno dal rossonero Nocera, autore – quel giorno - di una doppietta.
Da giocatore aveva vissuto una carriera lontana dal calcio che conta, nella veste di tecnico – invece - Pugliese era riuscito a crearsi uno spazio importante. 'Ho ottenuto più soddisfazioni di dieci allenatori messi assieme', aveva confidato a Gianni Brera verso la fine degli anni sessanta. Non era riuscito a vincere competizioni importanti, ma si era costruito con fatica l'immagine di 'uomo dei miracoli'. Così lo aveva definito anche il popolare attore Lino Banfi, che nel 1984 aveva recitato il ruolo di Oronzò Canà nel film 'L'allenatore nel pallone', ispirato proprio alle gesta di Oronzo Pugliese. 'Era davvero un grande allenatore - disse di lui Banfi —. Isterico, si arrabbiava come il sottoscritto, ed oltre a dirigere la mia squadra preferita era pugliese come me. Una vita piena di 'casini', la sua: bistrattato da tutti, sballottato da una panchina all'altra, colpevolizzato se una compagine non funzionava'. Gianni Brera, ancora lui, lo aveva definito 'un mimo furente di certe grottesche rappresentazioni di provincia'. Il figlio Matteo amava ricordare che 'era un po’ il Nereo Rocco del Sud. Rocco parlava triestino, mio padre barese'.
La 'doppia zona' di Pugliese era diventata lo spunto per la ben più conosciuta 'bi-zona' di Oronzo Canà. Ridurre la competenza calcistica e la figura sportiva di Pugliese ai soli aspetti esilaranti, a volte comici, che lo riguardano è sbagliato. In fondo si parla di un tecnico capace di vincere il prestigioso Seminatore d'oro nel 1964, di condurre il Foggia a compiere un incredibile balzo dalla serie C alla A in soli quattro anni, di ottenere credibilità nelle numerose piazze (tra le quali Foggia, Roma, Firenze, Siena e Bologna) nelle quali ebbe modo di farsi apprezzare.
Alcui di questi episodi, però, meritano di essere raccontati. Pugliese pensava che 'l'uomo è uomo se si sa adattare a tutti gli ambienti'. In un solo proverbio amava racchiudeva la sua tattica: 'tu ti stai/io mi sto/me la chiedi/non te la do'. Gli scontri dialettici con Helenio Herrera erano stati frequenti. Alla domanda 'Don Oronzo, come ci si sente ad avere avuto la meglio sulla psicologia vincente del ‘mago’ Herrera?”, un giorno rispose che “la psicologia è roba da ricchi, la grinta è roba da poveri”. Gli veniva spesso rimproverato un eccessivo attaccamento ai soldi, lui che come primo stipendio da allenatore, nel 1939 a Lentini, aveva ricevuto una cassetta di arance.
Come tecnico del Bari, prima di sconfiggere la Roma guidata dallo stesso Herrera aveva promesso di fare dieci giri di campo in caso di vittoria. Vinse, ma non mantenne l'impegno: 'Non l'ho fatto perché ho perso troppo fiato nel gridare dalla panchina...'. Il personaggio del 'mago di Turi' era diventato a mano a mano sempre più popolare. E Pugliese, ovviamente, di questo ne era contento. Spiava abitualmente i propri giocatori in ritiro. Uno di loro, una sera, lo scoprì disteso a terra. Gli chiese cosa stesse facendo in quella posizione. 'Stavo facendo un pò di flessioni', rispose. In realtà stava controllando dalla fessura della porta alcuni suoi calciatori.
Ai tempi della sua permanenza alla Roma, Peiró un giorno ammise di andare d'accordo con Pugliese. Senza nascondere, comunque, un problema di fondo: 'Non sempre riuscivo a capire quando parlava. E considerate che io l'italiano l'avevo imparato bene...'. Portava i giocatori al cinema, accertandosi poi che non fumassero. Una sera di quelle si accorse che Bruno Pace stava fumando. Di nascosto, nel buio della sala, durante la proiezione era riuscito a strisciare sino alla sedia posizionata dietro quella di Pace. All'improvviso si alzò per mollargli uno schiaffo, con tanto di rimprovero. Peccato che aveva sbagliato i calcoli, colpendo – di conseguenza - un ignaro spettatore...
Era solito spiegare ai suoi uomini le tattiche e gli spostamenti da fare sul campo utilizzando bicchieri sistemati su un tavolo. Alcuni di questi erano pieni, altri vuoti. 'Tu devi scartare così, il difensore te lo devi bere!'. Per essere più convincente, e dare alla spiegazione un senso di teatralità, si scolava i bicchieri pieni. Un giorno la lezione si prolungò oltre il dovuto, con conseguenze facilmente intuibili...
A fine carriera gli venne proposto di diventare il commissario tecnico della Grecia. Rifiutò, pronunciando questa frase: “mogli, soldi e buoi dei paesi tuoi”. Meglio così. Forse, come disse una volta Peiró, non avrebbero capito sino in fondo la vera natura di Oronzo Pugliese. Il mago di Turi.
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11 commenti:
Bellissimo ed interessantissimo racconto di un personaggio che non conoscevo. Bravo Thomas come sempre.
Grazie mille, Danny.
Credimi che per riportare tutti gli aneddoti letti su Pugliese avrei avuto necessita' di usare molto piu' spazio di un semplice articolo... :-)
Un abbraccio!
Quel che più mi piace dei tuoi articoli, Thomas, è la pacatezza. Trasmettono un senso di tranquillità, della quale purtroppo si è ormai persa traccia soprattutto da parte degli addetti ai lavori.
C'è sempre più bisogno di persone come te, che raccontano episodi e personaggi cogliendone sfumature ignote a chi grazie al calcio ci vive, ma che ormai è accecato da questioni che col calcio giocato e con le persone che lo praticano non hanno niente a che vedere.
Complimento piu' bello, Paolo, non avresti potuto farmelo.
Un abbraccio e grazie
di Pugliese ho un ricordo piuttosto vago, nei suoi anni migliori ero ancora un bambino o poco più; va detto che non ha fatto cose davvero grandi, forse lo si può paragonare a un Malesani (quello del Chievo), a un Gasperini (carattere diversissimo, ovviamente). Piuttosto, mi spaventa notare che un tempo erano gli allenatori di calcio e i ciclisti a essere un po' dialettali o sgrammaticati, oggi abbiamo in Parlamento e come sindaci (eccetera) persone davvero spaventose da questo punto di vista - penso a certe uscite di Bossi, o a quel Razzi di Forza Italia che poche settimane fa parlò di "uomini sessuali" e intendeva omosessuali (ohibò, e le donne allora? uomini sessuali anco isse?)
Penso che anche i film di Brancaleone debbano qualcosa a Oronzo Pugliese, e questa è senza alcun dubbio un'ottima cosa
:-)
PS: apprezzo molto che tu abbia glissato sulle infinite stupidaggini (o peggio) di questi ultimi giorni. Io spero solo una cosa: che non ci siano incidenti gravi nelle prossime settimane. Per esempio, tremo al pensiero di Fiorentina-Juventus...
In molte occasioni ho avuto modo di pensare che tu, Giuliano, mi conosca come pochi altri...
;-)
Sentivo la necessità di staccare la spina da "questo" calcio.
Voltarmi indietro, e guardare al passato, ho scoperto che è la medicina migliore per sentirmi meglio...
Un abbraccio!
Paolo hai colto nel segno. Tra le grandi qualità di Thomas, oltre ovviamente, al fatto di saper scrivere molto bene, c'è proprio quella di saper esaminare e descrivere le cose, i fatti che racconta e che vive con estrema pacatezza, tranquillità ed obiettività. E questa è una dote che io benevolmente gli invidio tanto. Thomas ha tutte le caratteristiche per essere un vero bravo giornalista; e non lo dico perché è mio amico ma perché ne sono profondamente convinto. Nel panorama attuale del giornalismo sportivo italiano sarebbe un perla molto rara e sono certo che riuscirebbe ad essere talmente obiettivo che riuscirebbe anche a mascherare il suo essere "GOBBO" nell'anima!!! ;-)
stamattina ho guardato i risultati di Europa League (temo che riguarderanno anche noi...)e sono sbottato in un clamoroso "RIVOGLIO LE TRE COPPE DI PRIMA!!!!"
(però ero qui da solo, uno sbotto interiore e silenzioso, seguito da rassegnazione)
La cosa più triste sono i commenti stampa: il Karabakh e l'HJK Helsinki... non so se ti ricordi i tempi dei 7-0 contro la Jeunesse Esch, il primo turno di Coppa magari incontravi queste squadre, poi già a ottobre era dura. (e la UEFA che ci alza il ranking per queste partitine qui...) (Rivoglio anche Oronzo Pugliese!!!)
pienamente d'accordo Giuliano.
Giuliano, Danny, ragazzi... Commenti su questo fatto?
http://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/28-10-2014/christillin-post-offensivo-inter-moratti-thohir-90873077513.shtml
Per me non è stata lei a scriverlo...
la notizia buona è che Ferrero (samp) ha detto che si mette in silenzio stampa. Un esempio da seguire!!!
Questa è la nostra classe dirigente, da Tavecchio a Moratti eccetera eccetera, arrivando a governo e confindustria, trovarne uno che sa quel che dice è dura...
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