giovedì 24 marzo 2011

Del Piero e la Juve: dagli esordi al contratto in bianco

L’Avvocato Agnelli quel goal non l’aveva potuto vedere dal vivo. Domenica 19 settembre 1993 non ce l’aveva fatta a presenziare allo stadio "Delle Alpi" per assistere alla gara tra la sua Juventus e la Reggiana, perdendo la possibilità di ammirare da vicino la prima rete in maglia bianconera di Alessandro Del Piero.
C’era un impegno importante da rispettare: Raissa Gorbaciova, moglie dell’ex premio Nobel Mikhail, era andata a Torino appositamente per incontrarlo. Sfumata così quest’occasione ebbe comunque modo di rifarsi nel tempo, anche perchè l’allora "talentino" non smise più di segnare. Ancora oggi continua imperterrito a farlo, nonostante siano trascorsi quasi 18 anni da quell’ormai famoso pomeriggio.

Quali furono le parole del giovane fantasista al termine di quella partita?
Ecco alcuni stralci delle sue risposte nelle interviste del dopo gara: "Sono un centrocampista, però posso anche fare l’attaccante. Qualcuno mi paragona a Paolo Rossi, qualcuno a Baggio: fate voi"; "All’inizio c’era incredulità per questa nuova avventura, ma adesso ho preso confidenza, sento attorno a me la fiducia. Ma devo imparare ad essere più cattivo".
Cosa provò nel vedere la palla terminare in rete dopo la sua conclusione? "In quell’istante mi è passata davanti tutta la mia carriera".
A onor del vero quella era appena iniziata, visto che si trattava del secondo incontro disputato in serie A dopo l’esordio a Foggia la settimana precedente, cui andavano aggiunti alcuni match giocati nella serie cadetta con la maglia del Padova.

Giuseppe Iachini, tecnico del Brescia, domenica scorsa ha dovuto inchinarsi di fronte alla classe dell’attaccante bianconero: "La partita l’ha vinta Del Piero".
Lui, soltanto lui. Nella gara dei grandi numeri la sua classe è risultata decisiva ancora una volta.
Le "rondinelle" erano arrivate a Torino prive (tra squalifiche e infortuni) di ben otto calciatori (Berardi, Hetemaj, Dallamano, Zebina, Caracciolo, Zanetti, Filippini e Bega) nel disperato tentativo di portare a casa almeno un punto per smuovere una classifica che la vedeva in penultima posizione. La stessa occupata attualmente. Per la cronaca (e la storia) giova ricordare che nelle ventidue precedenti occasioni in cui i lombardi avevano giocato contro la Juventus in trasferta non erano mai riusciti a vincere.

La scorsa stagione per Madama era diventata quella dei record negativi superati uno dietro l’altro; questa, iniziata con propositi ben diversi, sta seguendo il solco tracciato dalla precedente, pur con uomini diversi sia in campo che in società. Il rischio che anche il tabù delle disfatte interne con il Brescia venisse sfatato, nonostante le premesse sopra indicate, c’era. La Vecchia Signora veniva da quattro gare senza successi (tre sconfitte ed un pareggio): un’enormità, considerata la storia vincente del club. Ma la realtà attuale, purtroppo, è questa.

Senza l’iniezione di veri fuoriclasse, del calibro di molti tra quelli che hanno partecipato al derby torinese fra le vecchie glorie delle due squadre di Torino (in occasione del "1° Derby SLAncio di Vita"), il gap tecnico con le Juventus che furono rimane enorme. La mancanza di vittorie, così come gli andamenti negativi degli ultimi anni, ne sono la logica conseguenza. Mai striscione fu più azzeccato di quello esposto nelle gradinate dello stadio "Olimpico" nell’amichevole di ieri, rivolto agli ex-fuoriclasse bianconeri in campo: "Avete impegni per domenica?".

Nella formazione degli "over 35" avrebbe potuto giocare anche Del Piero, che di quei calciatori è stato pure compagno di squadra. Ma il suo posto è e continuerà ad essere tra gli atleti ancora in attività. Non è colpa sua se la società Juventus non è riuscita a trovare qualcuno in questi anni che potesse sostituirlo degnamente, né se chi ha provato a raccoglierne il testimone adesso continua a rivendicare le proprie qualità lontano da Torino ritrovandosi a giocare in formazioni in lotta per evitare la retrocessione. Di loro, sotto la Mole, restano soltanto le parole e i proclami.

Nel frattempo quel poco di buono che la Vecchia Signora riesce a combinare passa sempre attraverso i piedi del suo capitano di lungo corso. Nelle cinque gare consecutive nelle quali è rimasto in panchina al momento del fischio d’inizio dell’arbitro (da quella col Cagliari alla sfida contro il Milan), Madama ha collezionato due vittorie e tre sconfitte, realizzando soltanto quattro reti. Due di queste, con lui in campo. Difficile pensare ad un caso.
Un conto è lasciarlo ai margini per fare spazio a Ibrahimovic e Trezeguet; un altro, con tutto il dovuto rispetto, è prendere una decisione simile per puntare sugli attaccanti attualmente a disposizione di Del Neri. La prestazione offerta domenica scorsa non è quella di un giocatore "ritrovato", quanto quella di un uomo "utilizzato". Sono due cose diverse.
Quello a cui stanno assistendo i sostenitori bianconeri negli ultimi anni è - senza mezzi termini - un martirio.
Sarebbe opportuno evitare di complicarsi ulteriormente la vita almeno nel corso di queste ultime otto partite, cercando di sfruttare appieno l’unica vera risorsa attualmente a disposizione.
Che poi non ce ne siano altre, è un altro discorso. Di questo ne deve rispondere (e dovrà pensarci) la società.
Nel frattempo, per non saper né leggere né scrivere, gli si faccia firmare quel contratto in bianco: con questi chiari di luna non è difficile ipotizzare che anche nella prossima stagione ci sarà bisogno del suo apporto.

Articolo pubblicato su Tutto Juve.com


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