Juventus - Napoli non è ancora finita: all’appello manca la finalissima di coppa Italia che verrà disputata il prossimo 20 maggio a Roma, dove i due club si troveranno nuovamente uno di fronte all’altro. Il campionato prima di allora sarà già terminato, così come la lotta tra Madama ed il Milan per cucirsi sulle maglie un nuovo scudetto.
Una curiosità: la Vecchia Signora si aggiudicò la sua ultima coppa nazionale nel 1995, nello stesso anno in cui vinse il tricolore cominciando in questo modo un ciclo trionfale che si sarebbe concluso nel 2006; sotto l’ombra del Vesuvio la squadra campana fece altrettanto nel 1987, allorquando conquistò entrambi i trofei. I primi dell’era Maradona.
Così come nel passato di Juventus e Napoli è già capitato che un successo in coppa Italia rappresentasse un momento importante della loro storia, altrettanto potrebbe accadere nella stretta attualità. Nel caso dei bianconeri, poi, acquisirebbe un valore ancora maggiore se venisse affiancato dalla vittoria di uno scudetto.
Per tagliare il traguardo finale della serie A davanti a tutte le avversarie la squadra di Antonio Conte dovrà recuperare i due punti di ritardo che oggi la separano dal Milan: da qui alla conclusione del campionato restano da disputare ancora otto partite, che ne metteranno a disposizione un massimo di ventiquattro.
Andando a rileggere i risultati delle ultime otto gare previste dal calendario per il girone d'andata (esclusi, quindi, i recuperi) si può notare come la Juventus sia riuscita a racimolare venti punti contro i diciassette dei rossoneri: se a campi invertiti la storia dovesse ripetersi, il finale di stagione potrebbe riservare una dolce sorpresa per i sostenitori bianconeri. Sulla propria strada il Milan troverà anche l'Inter, contro la quale subì una delle quattro sconfitte accumulate in campionato (0-1, 15 gennaio 2012).
La squadra nerazzurra, oggi nelle mani del giovane Andrea Stramaccioni, allora era guidata in panchina da Claudio Ranieri, il secondo dei tre tecnici ai quali quest'anno Moratti ha affidato la sua squadra. La Juventus che espugnò per l'ultima volta il "Renzo Barbera", teatro della sua prossima sfida contro il Palermo, era allenata dallo stesso Ranieri: accadde il 21 febbraio 2009, Sissoko e Trezeguet segnarono le due reti decisive per conto di una Vecchia Signora che a fine stagione arrivò seconda alle spalle dell'Inter.
A chiudere l'emorragia di risultati negativi contro i rosanero (quattro sconfitte consecutive da quella gara in avanti) pensò la Juventus di Antonio Conte: lo scorso 20 novembre 2011 Pepe, Matri e Marchisio misero la firma in una vittoria che portò altri tre punti a Madama, in quel momento in vetta alla classifica in compagnia della Lazio (ventidue punti, con una partita da recuperare) mentre il Milan era distanziato di una sola lunghezza. Terminati i novanta minuti di gioco lo stesso Conte cercò di frenare il crescente entusiasmo all’interno dell'ambiente bianconero: “Alla fine del girone d’andata tireremo le somme e capiremo dove possiamo arrivare”.
Diventata campione d'inverno con pieno merito la Vecchia Signora ha così parzialmente confermato la bontà della scelta estiva di quei giocatori di spessore che preferirono la Torino bianconera ad altre piazze importanti. Andrea Pirlo è uno di questi, così come quell'Arturo Vidal che ad agosto del 2011 - con il campionato ancora fermo - spiegò chiaramente il motivo del suo matrimonio con la Juventus (rifiutando le avances del Bayern Monaco): “Perché la Juventus è un’istituzione, è il massimo per qualsiasi calciatore”.
Blindato il secondo posto grazie ad un vantaggio considerevole sulla terza in classifica, Madama potrà continuare la rincorsa al Milan capolista ricordando la massima di Lawrence Peter "Yogi" Berra, leggendario giocatore di baseball statunitense: "Non è finita finché non è finita".
Appunto.
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Una curiosità: la Vecchia Signora si aggiudicò la sua ultima coppa nazionale nel 1995, nello stesso anno in cui vinse il tricolore cominciando in questo modo un ciclo trionfale che si sarebbe concluso nel 2006; sotto l’ombra del Vesuvio la squadra campana fece altrettanto nel 1987, allorquando conquistò entrambi i trofei. I primi dell’era Maradona.
Così come nel passato di Juventus e Napoli è già capitato che un successo in coppa Italia rappresentasse un momento importante della loro storia, altrettanto potrebbe accadere nella stretta attualità. Nel caso dei bianconeri, poi, acquisirebbe un valore ancora maggiore se venisse affiancato dalla vittoria di uno scudetto.
Per tagliare il traguardo finale della serie A davanti a tutte le avversarie la squadra di Antonio Conte dovrà recuperare i due punti di ritardo che oggi la separano dal Milan: da qui alla conclusione del campionato restano da disputare ancora otto partite, che ne metteranno a disposizione un massimo di ventiquattro.
Andando a rileggere i risultati delle ultime otto gare previste dal calendario per il girone d'andata (esclusi, quindi, i recuperi) si può notare come la Juventus sia riuscita a racimolare venti punti contro i diciassette dei rossoneri: se a campi invertiti la storia dovesse ripetersi, il finale di stagione potrebbe riservare una dolce sorpresa per i sostenitori bianconeri. Sulla propria strada il Milan troverà anche l'Inter, contro la quale subì una delle quattro sconfitte accumulate in campionato (0-1, 15 gennaio 2012).
La squadra nerazzurra, oggi nelle mani del giovane Andrea Stramaccioni, allora era guidata in panchina da Claudio Ranieri, il secondo dei tre tecnici ai quali quest'anno Moratti ha affidato la sua squadra. La Juventus che espugnò per l'ultima volta il "Renzo Barbera", teatro della sua prossima sfida contro il Palermo, era allenata dallo stesso Ranieri: accadde il 21 febbraio 2009, Sissoko e Trezeguet segnarono le due reti decisive per conto di una Vecchia Signora che a fine stagione arrivò seconda alle spalle dell'Inter.
A chiudere l'emorragia di risultati negativi contro i rosanero (quattro sconfitte consecutive da quella gara in avanti) pensò la Juventus di Antonio Conte: lo scorso 20 novembre 2011 Pepe, Matri e Marchisio misero la firma in una vittoria che portò altri tre punti a Madama, in quel momento in vetta alla classifica in compagnia della Lazio (ventidue punti, con una partita da recuperare) mentre il Milan era distanziato di una sola lunghezza. Terminati i novanta minuti di gioco lo stesso Conte cercò di frenare il crescente entusiasmo all’interno dell'ambiente bianconero: “Alla fine del girone d’andata tireremo le somme e capiremo dove possiamo arrivare”.
Diventata campione d'inverno con pieno merito la Vecchia Signora ha così parzialmente confermato la bontà della scelta estiva di quei giocatori di spessore che preferirono la Torino bianconera ad altre piazze importanti. Andrea Pirlo è uno di questi, così come quell'Arturo Vidal che ad agosto del 2011 - con il campionato ancora fermo - spiegò chiaramente il motivo del suo matrimonio con la Juventus (rifiutando le avances del Bayern Monaco): “Perché la Juventus è un’istituzione, è il massimo per qualsiasi calciatore”.
Blindato il secondo posto grazie ad un vantaggio considerevole sulla terza in classifica, Madama potrà continuare la rincorsa al Milan capolista ricordando la massima di Lawrence Peter "Yogi" Berra, leggendario giocatore di baseball statunitense: "Non è finita finché non è finita".
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5 commenti:
Interessante poter leggere un pezzo intero senza trovare un riferimento al goal di Muntari, è una rarità di questi tempi :) Dovessimo vincere il campionato sicuramente tutti diranno che abbiamo rubato anche questo, cosa che assolutamente non accadrebbe in caso di vittoria del Milan.
Non potevo, Maury: bisogna "stare zitti" ;-)
Un abbraccio!
Ma la frase "bisogna stare zitti" non è la stessa frase che va ripetendo da tempo quel signore che ieri a Barcellona si lamentava di un presunto furto subito dal Milan, omettendo, come sempre due piccoli particolari, uno che nel match di andata ce n'erano due di rigori per i catalani, due che i padroni di casa ieri sera hanno fatto 21 tiri in porta contro i 3 dei rossoneri?
I ladri si rendono conto solo ieri che in europa non posso comprare gli arbriti. Interessante la partita del Macellaio Ambrosini per di più capitano della squadra dei macellai che in 180 minuti prova per ben due volte ad entrare con la sua tecnica a schiaccianoci con le gambe messi all'andate a su Fabregas al ritorno che è già costata questanno le gambe al centrocampista dell'Udinese intervento da radiare e la classifica dell'Udinese. Ma giocatori come Ambrosini continuano imperterriti a solcare i campi di calcio in attesa di altre gambe da spaccare. nele partite semplici il Milan fa giocare VanBomel ma il maestro Abrosini non manca mai contro le grandi. Quelli del Barsa che non sono sprovveduti e guardano le cassette come dovrebbe fare tutti i bravi allenatori sapevano chi era Ambrosini e si nota che nei due interventi pur gravi sia Messi che Fabregas riescono i tempo a tirar su le gambe. mentre Mascherano ritorna pan per focaccia al macellaio Milanista anche vicino all'area. Quabndo sa da fa si fa. e Amprosini..? protesta pure. penso che passerà come il più grande macellaio della storia più che un calciatore. Osservate alla prossima come gioca Ambrosini.
@Danny67: sì, Danny, è proprio lui...
@pigreco san: le metafore che usi esprimono bene i tuoi pensieri sul Milan...
;-)
Un abbraccio a tutt'e due!
Buona giornata
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