venerdì 8 febbraio 2013

Juventus-Fiorentina, derby infinito


Sta per iniziare un nuovo fine settimana calcistico in serie A, terza e ultima tappa di avvicinamento allo scontro diretto del "San Paolo" tra il Napoli e la Juventus previsto per il prossimo 1 marzo. La squadra di Mazzarri, detentrice della Coppa Italia, farà visita alla Lazio, finalista nell'attuale edizione del torneo. Dal canto suo la Vecchia Signora ospiterà la Fiorentina nell'ultima gara che precede la ripresa della Champions League.

La gara disputata a Firenze nel girone di andata si era trasformata nella prima battuta d'arresto per Madama, capace di ottenere - sino ad allora - quattro vittorie in altrettanti incontri di campionato. Il pareggio racimolato allo stadio "Artemio Franchi" non aveva comunque interrotto la sua lunghissima serie positiva (che si sarebbe poi fermata il successivo 3 novembre), nonostante i viola fossero andati vicini alla vittoria in più riprese durante i novanta minuti di gioco.

Quella con gli uomini di Montella era stata la quarta partita giocata dai bianconeri in soli dieci giorni tra serie A (Genoa, Chievo e la stessa Fiorentina) e Champions League (Chelsea), motivo per il quale un po’ di stanchezza da parte del gruppo guidato dal duo Carrera-Conte era facilmente prevedibile. In quest'occasione, invece, la sfida tra le due formazioni è capitata a sole settantadue ore di distanza dalla prossima trasferta di Glasgow, laddove i bianconeri cercheranno di gettare le basi della qualificazione ai quarti di finale della massima competizione europea.

Una cosa (e una gara) alla volta, però. Per la Juventus, nel corso del tempo, quello contro la Fiorentina è diventato una sorta di "derby", condito costantemente da piccole punzecchiature e grandi polemiche che ne hanno alimentato la rivalità. La Vecchia Signora che oggi reclama la terza stella vinta sul campo si era aggiudicata la seconda dopo un testa a testa con i viola nel campionato 1981/82. William "Liam" Brady aveva realizzato la rete decisiva a Catanzaro (su rigore) nella stessa giornata in cui i gigliati protestarono con forza per un gol annullato a Francesco Graziani sul terreno del Cagliari. Franco Zeffirelli aveva affermato di aver "visto Boniperti mangiare noccioline in tribuna, sembrava un mafioso americano". Dalla Sardegna le discussioni divamparono velocemente in tutto il resto d'Italia.

Da Roberto Baggio a Jovetic, passando per la contesa di una Coppa UEFA (1990) e gli striscioni e i cori di alcuni sostenitori viola sui caduti dell'Heysel, da allora in poi i momenti di tensione tra le società non sono quasi mai mancati. Ora che non è più tra noi l'Avvocato Agnelli vengono a mancare anche le sue battute, come quella che rilasciò una volta proprio su Zeffirelli: “È un grande regista. Ma quando parla di calcio non lo sto nemmeno a sentire”.

Diego Della Valle, il presidente onorario dei viola, recentemente lo aveva ricordato a modo suo: “Della famiglia Agnelli è rimasto ben poco, sono rimasti dei ragazzi che non sono grandi lavoratori, ma è con loro che bisogna parlare. E per farlo bisogna andarli a cercare in qualche discoteca”. La risposta dell'ultimo rampollo della dinastia, Andrea, non si era fatta attendere: ”È una battuta, forse riferita anche all’età: c’è chi ci va in discoteca, chi no. Non è che io la frequenti troppo, però l’ultima volta mi sono decisamente divertito: ero lì per la festa scudetto. Auguro anche a Della Valle di andarci presto per festeggiare qualcosa…”.

Naturalmente non era mancata una controrisposta, stavolta da parte di Andrea Della Valle: “Lasciamo stare le fesserie di Marotta su Berbatov e le battute di Agnelli sulla discoteca. Quest'anno sono 30 anni da quello 'scudetto' virtuale del 1982. Speriamo di tornare in discoteca. Festeggiamo quello scudetto dell'82, perché tutti ce lo sentiamo sul petto”.

Quando non si incontrano sul campo e non incrociano pericolosamente le proprie strade nelle trattative di mercato, per battagliare tra loro non restano che le parole. Alla Juventus, in Italia, non capita soltanto con i gigliati, così come aveva avuto modo di rimarcare lo stesso Andrea Agnelli tempo addietro: "Gli anti-juventini sono tanti e ci odiano, ma noi facciamo di tutto per prevalere".

Ha ragione, basti pensare che la successiva gara di campionato vedrà Madama giocare a Roma contro i giallorossi: anche se non c'è più Zeman, la rivalità tra le due squadre è forte. Poi, come detto, sarà la volta del Napoli, dell'Inter (trentesima giornata), del Milan (trentatreesima) e del Torino (trentaquattresima), per quello che è il “vero” derby di Madama.
Anche se, riflettendoci, viene da pensare che le partite speciali sono soprattutto quelle che gli avversari giocano contro di lei.

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2 commenti:

Giuliano ha detto...

in attesa della partita di stasera, e dopo aver letto il tuo articolo (come sempre molto dettagliato) penso che sia giusto tramandare ai posteri una frase detta mercoledì sera dal telecronista durante la partita della Nazionale.
Uno dei nostri (Florenzi) fa un lancio da centrocampo, con l'idea di servire Osvaldo, ma la palla finisce direttamente nelle mani del portiere olandese. Commento ammirato: «Ecco un'azione della Roma...questa è uno schema alla Zeman». E già, passare la palla al portiere avversario e favorire il contropiede è proprio un'azione di scuola Zdenek Zeman
:-)
peccato che l'abbiano mandato via! avremmo due sole partite di cui preoccuparci (Fiorentina e Celtic) e non tre, disdetta. Non potevano aspettare un po' a licenziare Zeman?
Ma, in fin dei conti, i nostri calciatori sono ben pagati, è giusto che debbano fare fatica per guadagnarsi la paga.

Thomas ha detto...

Grazie per i complimenti, Giuliano. E per il tuo commento che è riuscito a strapparmi anche un sorriso
:-)

Credimi, sembra che tu mi abbia letto nel pensiero: appena Zeman è stato allontanato dalla Roma ho subito pensato "Noooo... Adesso sarà più dura vincere a casa loro..."
;-)

Un abbraccio!