Un
derby è un derby, una partita particolare che spesso sfugge ai pronostici e fa
crollare le certezze più assolute. Anche quello di Torino, ovviamente, non si
sottrae a questa regola non scritta. Sfogliando l'album dei ricordi si possono
trovare moltissime stracittadine disputate sotto la Mole che potrebbero
riassumere benissimo quanto appena detto. Nella stagione 2001/02, ad
esempio, Juventus e Torino diedero vita
a due gare tiratissime, che terminarono entrambe in parità in mezzo ad un
festival di gol. Nella sfida del girone di andata Madama, dopo aver concluso la
prima frazione di gioco in vantaggio di tre reti, aveva subito un'incredibile
rimonta nei successivi quarantacinque minuti. Le era capitata, a onor del vero,
l'occasione per chiudere definitivamente la partita grazie ad un calcio di
rigore affidato al cileno Salas. Il problema, però, fu che l'attaccante aveva
spedito il pallone alle stelle.
Prima di quell’esecuzione il torinista Maspero
si era diretto verso il dischetto. Marco
Ferrante, ex punta del Torino, ha recentemente parlato di quanto accaduto in quei momenti
nel corso di un'intervista rilasciata a "Sportmediaset": "Credo
che se uno fa una buchetta davanti al punto in cui calcio, questa non
influisca. Non era mica un solco di un metro… La verità è che Salas ha calciato
quel penalty di collo pieno e col corpo all’indietro. In questo modo è logico
che il tiro finisce alto, si insegna nelle scuole calcio". Ristabilita la
(sua) verità sull'episodio in questione, Ferrante ha affrontato un tema ancor
più delicato: "In quel 3-3 successe davvero di tutto. Il fatto che non
giocassi dall’inizio ha imbarazzato anche i miei compagni. E' stata una storia
parecchio strana. All’epoca il nostro presidente era Cimminelli. Voci di
corridoio dicevano fosse juventino, quindi costrinse Camolese a lasciarmi
fuori, altrimenti lo avrebbe esonerato. Anche il mister può confermare".
Con
il suo ingresso in campo aveva poi fornito un contributo importante nel
raddrizzare le sorti del Torino. Ferrante era risultato decisivo anche nella
gara di ritorno, disputata il 24 febbraio 2002. Fu proprio lui a segnare la
rete del momentaneo pareggio granata dopo l'iniziale vantaggio bianconero
realizzato da Trezeguet. L'attaccante del Torino aveva esultato correndo sotto
la curva Maratona imitando le corna del toro. Fin qui nulla di strano, se non
fosse che anche lo juventino Maresca aveva fatto altrettanto verso la fine
dell'incontro, dopo aver messo a segno il gol del definitivo 2-2 (il momentaneo
sorpasso granata portava la firma del francese Cauet). Apriti cielo. Dalla
pancia dello stadio "Delle Alpi" ancora Ferrante non era riuscito a
trattenere la propria rabbia: "Nel calcio ci può stare tutto: calci,
pugni, falli da espulsione, ma certe cose non vanno bene. Gliel'ho detto, ma
lui scappava. L'esultanza uguale alla mia? Vorrà dire che vuole venire al Toro,
alla Juve vedo che trova poco spazio... ".
Marcello Lippi prese le difese del suo giovane centrocampista:
"Andatevi a rileggere le dichiarazioni dei giocatori del Torino fatte
durante la settimana, a partire da quelle di Lucarelli sulla maglia della Juve.
Il clima era stato surriscaldato prima ancora di scendere in campo". Il
già citato Cimminelli, invece, aveva spostato l'attenzione generale sulla
direzione arbitrale: "Hanno giocato in dodici, Zambrotta andava espulso
per quel fallo da dietro, è stato un arbitraggio provocatorio".
Tra
i compagni di squadra di Maresca c'era stato chi aveva cercato di smorzare la
tensione, come Ciro Ferrara
("Enzo voleva fare l'esultanza della zebra, ma non sa come si fa"), e
chi invece non aveva gradito il suo gesto. David
Trezeguet era tra loro: "Io non l'avrei fatto, non è nel mio stile
dopo un gol andare sotto la curva o davanti alla panchina altrui a festeggiare.
Questo non vuol dire, però, che Maresca abbia agito in malafede. Bisognerebbe
chiederlo a lui". Con quel pareggio la Juventus venne momentaneamente superata in
classifica da Inter e Roma, nel corso di un campionato che avrebbe regalato
emozioni sino all'ultima giornata svoltasi nell'ormai celebre data del 5 maggio
2002. Niente a che vedere con l'attuale edizione, dove - almeno per quanto
concerne lo scudetto - si è arrivati al punto di provare ad indovinare il
momento esatto in cui la
Vecchia Signora potrà festeggiare la conquista del suo
secondo tricolore consecutivo.
Il
ballottaggio al momento riguarda due gare: quella prevista per la prossima
domenica, vale a dire il derby di Torino, oppure quella successiva, quando
Madama ospiterà il Palermo. Accadrà il 5 maggio. In un modo o nell'altro, per i
bianconeri si tratta sempre e comunque di ricorrenze particolari...
2 commenti:
il Toro è anche nello stemma della Juve, essendo il simbolo della città di Torino: Augusta Taurinorum
(lo avrà ricordato qualcuno, all'epoca del fatto?)
magnifica comunque la battuta di Ciro Ferrara.
da Maresca ci aspettavamo tutti molto di più, come carriera...
e infine, io il derby lo sento pochissimo, purtroppo non sono torinese; quello degli anni 70 lo sentivo invece molto, grande nostalgia per quegli anni in cui si poteva fare uno squadrone anche senza il "ricco scemo" a spendere e spandere.
Nostalgia anche per il grande Torino, quello degli anni 40...
Il derby io lo "sento" al fischio d'inizio.
Non prima, questa e' la principle differenza che avverto con le partite che giochiamo, ad esempio, contro Milan e Inter.
Giuliano, in questo momento mi trovo a Bevagna, vicino ad Assisi.
Rientrero' a casa domenica.
Qui si mangia (e si beve) veramente bene. Anche se e' dura trovare una localita' in Italia dove non succede...
Un abbraccio!
Posta un commento