Lo chiamavano
"Cinesinho", anche se era brasiliano. Piccolo di statura, i suoi
tratti somatici vagamente orientali ne ispirarono il soprannome. Nato il 28
giugno 1935, proprio oggi avrebbe compiuto settantotto anni. E' mancato il 16
aprile 2011. La Juventus,
attraverso il sito ufficiale, lo aveva voluto ricordare con queste parole:
"Si è spento sabato, in Brasile, all’età di 76 anni Sidney Colônia Cunha, per
tutti Cinesinho. Alla Juve dal ‘65 al ‘68, con i colori bianconeri vinse un indimenticabile
scudetto nel 1967, in
rimonta sull’Inter all’ultima giornata. Regista offensivo di quella squadra, di
grande intelligenza tattica, seppe farsi amare per l’umiltà, la passione e
l’impegno che metteva ogni volta che scendeva in campo, fosse un allenamento o
un partita".
C'è un filo invisibile che lega questo giocatore a Carlos Alberto Tévez, il
nuovo acquisto di Madama: la maglia numero dieci della Vecchia Signora.
L'argentino venuto da Manchester diventerà il primo calciatore ad indossarla
dopo Alessandro Del
Piero, bandiera e icona del club torinese. Cinesinho, dal
canto suo, fece altrettanto subito dopo la partenza di un certo Omar Sivori.
L'addio del "Cabezón"
permise ad Heriberto
Herrera di avere finalmente a disposizione un
centrocampista che potesse adattarsi e seguire ad occhi chiusi il suo calcio
fatto di “movimiento”. Cinesinho, ormai trentenne, sposò la causa del tecnico
senza remore ed i risultati non tardarono ad arrivare: vinse subito una Coppa
Italia (nella finalissima incontrò casualmente ancora l'Inter il 29 agosto 1965)
per poi conquistare lo scudetto citato in precedenza. Lasciò il proprio posto
al tedesco Helmut Haller dopo tre
stagioni per trasferirsi al Lanerossi Vicenza, il quarto e ultimo club italiano
dove aveva militato oltre alla Juventus, al Modena e al Catania.
L'allora
presidente dei biancorossi Giuseppe
Farina ricordò la sua scomparsa con un curioso aneddoto: "Mi
dispiace davvero tanto, perché Cinesinho era uno a cui era impossibile non voler
bene, un ragazzo d'oro. Aiutava gli altri, non era una prima donna, un vero
uomo squadra e di spogliatoio. E poi non bisogna dimenticare che col pallone
tra i piedi di sapeva fare. Non gli mancava neanche il senso dell'umorismo.
Ricordo cosa mi disse dopo una partita persa 5-0: «Presidente, siamo stati
bravi, volevano farci il sesto ma abbiamo resistito». Adesso mi viene da
ridere, allora la presi meno bene".
Cinesinho disputò l'ultima
gara in serie A allo stadio "Comunale" di Torino il 28 maggio 1972, contro
la Juventus. Quella
domenica la Vecchia
Signora si era laureata matematicamente campione d’Italia per
la quattordicesima volta. Il Vicenza perse per 2-0, la prima rete bianconera venne
realizzata proprio da Haller.
Se non altro il brasiliano
ebbe un’ulteriore conferma di aver lasciato Madama in buone mani.
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2 commenti:
essendo io nato nel 67 per ovvi motivi non ho mai potuto vederlo, ma mio padre spesso mi ha parlato anche di lui e sempre positivamente.
Dei grandi numeri 10 della Juventus era uno di quelli che conoscevo meno.
Posso dire che si è trattato di una bella scoperta.
Un abbraccio!
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