Alle Olimpiadi di Londra
del 1948 la Danimarca
vinse la medaglia di bronzo nel calcio. Il regista di quella formazione era un
certo Karl Aage Hansen,
centrocampista nato il 4 luglio del 1921 che di lì a poco sarebbe arrivato in
Italia per giocare nell'Atalanta. L'anno successivo il danese si trasferì alla
Juventus, con la quale conquistò lo scudetto numero nove della storia di
Madama. Karl Aage disputò tre campionati alla corte della Vecchia Signora,
all'epoca pilotata da un giovane Gianni Agnelli.
L'Avvocato, infatti, aveva diretto le sorti del club bianconero dal 22 luglio
1947 al 18 settembre 1954, prima che - a distanza di poco più di un anno - la gestione
della società passasse nelle mani del fratello Umberto. Per poter ammirare la Juventus del fantastico
trio Sivori-Charles-Boniperti i tifosi avrebbero dovuto attendere ancora
qualche tempo, mentre quello vissuto da Hansen era ancora il periodo storico
del calcio nostrano caratterizzato dall'invasione degli scandinavi.
La grande manifestazione
che, come spesso accade, aveva orientato le attenzioni degli operatori di
mercato era stata - appunto - l'Olimpiade di Londra. In quell'occasione la Svezia si era guadagnata
sul campo la medaglia d'oro, e proprio da quella terra arrivarono Gunnar Nordahl, Gunnar Gren e Nils Liedholm. I tre
formarono un altro trio leggendario che fece la fortuna del Milan. Sotto la Mole, sponda bianconera,
proprio nel 1948 era atterrato il danese John Hansen, presto
raggiunto da altri due connazionali: Karl Aage Præst e il già
citato Karl Aage Hansen. Col tempo maturò un vero e proprio esodo di calciatori
dai paesi nordici verso l'Italia: giocarono in serie A i vari Karl Lennart Skoglund (Inter,
Sampdoria e Palermo), Ivan
Tage Jensen e Axel Pilmark
(Bologna), Arne Bengt
Selmosson (Udinese, Lazio e Roma), Kurt Hamrin
(Juventus, Padova, Fiorentina, Milan e Napoli) e… tanti altri ancora.
Agli inizi degli anni Cinquanta
del vecchio secolo il Grande Torino, rimasto vittima della tragedia di Superga,
aveva lasciato spazio ad una società che del Torino che fu portava soltanto il
nome. I club che potevano realmente ambire alla conquista dello scudetto erano
altri. Nel campionato 1950-51 Karl Aage Hansen riuscì a mettere a segno la
bellezza di 23 reti, che non consentirono comunque a Madama di superare in
classifica il Milan (trionfatore) e l'Inter. Andò meglio la stagione successiva
quando fu l'altro Hansen, John, a vincere la classifica dei cannonieri del
campionato con ben 30 goal realizzati, posizionandosi davanti al
"pompierone" Nordahl. In quell'occasione per i colori bianconeri
arrivò, come detto, il tricolore.
I due
Hansen scomparvero entrambi nel 1990, John il 12 gennaio e Karl Aage il 23
novembre. A distanza di soli due anni la Danimarca conquistò uno storico quanto
inaspettato Europeo. Il torneo venne disputato in Svezia. Per un'estate
soltanto l'ombelico del calcio si era spostato di nuovo lassù, laddove una
volta si producevano i talenti che hanno fatto le fortune di alcuni club
italiani.
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4 commenti:
per gli Hansen, ogni volta mi trovo a pensare che è un peccato avere così poco da rivedere di quegli anni, quasi solo le fotografie. C'erani cinegiornali, dove arrivavano solo degli spezzoni molto corti; dai film di Wim Wenders ho imparato che i reporters circolavano con una cinepresa portatile che non aveva bisogno di elettricità, funzionava a carica manuale; un ottimo strumento, ma permetteva solo riprese di mezzo minuto per volta o poco più. Ecco spiegata la natura dei filmati degli anni '40 e '50, guerra mondiale compresa.
In compenso, ho qui tutte le annate dello Sport Illustrato di mio padre.
:-)
Grande Giuliano...e grande Thomas, come sempre.
Ho fatto fatica a reperire il materiale necessario per scrivere questo pezzo.
Certo, se in passato ci fosse stato qualche uomo "forzuto" in più, con quella cinepresa portatile in mano, magari...
:-)
il film di Wenders dove si vede bene questa cinepresa è Tokyo-ga
(il nome del modello non me lo ricordo, I'm sorry... è quella con le due "orecchie" rotonde, simile a quella che pare abbia ispirato anche Walt Disney per il primo Mickey Mouse)
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