Nell'unica occasione in cui Lazio e
Juventus hanno incrociato le loro strade nella Supercoppa Italiana non era
andata bene ai colori bianconeri. Era accaduto il 29 agosto del 1998, allo
stadio "Delle Alpi" di Torino. Deserto come in altre occasioni, dato
che il numero degli spettatori presenti superava di poco le sedicimila unità.
"La gente sta in tribuna, le partite si vincono in campo, lo stadio vuoto
non ci interessa", aveva sentenziato Marcello
Lippi, il tecnico di Madama. Sul campo, però, fu la Lazio ad aggiudicarsi
con merito la posta in palio.
Pavel Nedved, l'autore del vantaggio iniziale dei biancocelesti, all'epoca dei fatti era un abituale giustiziere della Vecchia Signora, così come aveva avuto modo di sottolineare lui stesso al termine del match: "E' vero, quando affronto i bianconeri ho una carica eccezionale. E dire che avevo la febbre. Sono felice per la società, per i tifosi e anche per noi. Le critiche sinora ce l'eravamo meritate. Ma abbiamo saputo riflettere sui nostri errori, mostrando la forza del gruppo con la bella reazione in questa Supercoppa. C'è molto ancora da lavorare, ma possiamo diventare grandissimi".
Pavel Nedved, l'autore del vantaggio iniziale dei biancocelesti, all'epoca dei fatti era un abituale giustiziere della Vecchia Signora, così come aveva avuto modo di sottolineare lui stesso al termine del match: "E' vero, quando affronto i bianconeri ho una carica eccezionale. E dire che avevo la febbre. Sono felice per la società, per i tifosi e anche per noi. Le critiche sinora ce l'eravamo meritate. Ma abbiamo saputo riflettere sui nostri errori, mostrando la forza del gruppo con la bella reazione in questa Supercoppa. C'è molto ancora da lavorare, ma possiamo diventare grandissimi".
Il discusso pareggio della Juventus,
avvenuto grazie ad un rigore realizzato da Alessandro
Del Piero, tenne le sorti dell'incontro in bilico sino ai minuti di
recupero, quando Sérgio Conçeicão -
servito da un ispirato Roberto Mancini
- chiuse definitivamente. Due a uno per la Lazio, quindi, che era così riuscita
- per la prima volta nella sua storia - a sollevare al cielo un trofeo lontano
da Roma. La guida di Sergio Cragnotti
stava conducendo la società capitolina verso i posti privilegiati del calcio
che conta. Ancora quasi due anni di attesa e per lei sarebbe arrivato anche lo
scudetto, conquistato all'ultima tappa di una rincorsa estenuante che la vide
superare una Juventus rimasta impantanata nella risaia di Perugia. La vittoria
in Supercoppa ebbe un sapore particolare per i biancocelesti, dato che era
stata ottenuta senza quello che fu giustamente considerato il colpo dell'intero
calciomercato estivo: l'acquisto di Christian
Vieri dall'Atletico Madrid.
Cragnotti era riuscito a strapparlo agli spagnoli nonostante qualche problema: "Ad un certo punto ho temuto che l'affare saltasse. Venerdì, con Vieri già in sede e pronto a firmare, c'è stato un momento in cui tutto stava saltando, perché qualcuno stava pressando per strapparcelo. Chi? Lasciamo perdere. Diciamo che probabilmente la finale di Supercoppa è cominciata con un giorno d'anticipo...".
L'Avvocato Agnelli, giunto al "Delle Alpi" a bordo di una Lancia K, aveva manifestato il rammarico per non poter nuovamente ammirare il bomber della nazionale italiana con la maglia bianconera: "Sì, l'ho visto ai Mondiali, contro il Cile. E' stato il migliore di tutti. Per la sua partenza provo ancora un grande rimpianto. Se cinquanta miliardi si possono spendere per Vieri, c'è bisogno anche della voglia, per spendere quella cifra. C'è gente che può, e gente che non può. Noi non possiamo, loro invece possono spendere".
Il “perché” e il “come” potessero accadere cose simili lo spiegò successivamente il patron laziale: "I nostri ricavi sono aumentati rispetto ad un anno fa di 60 miliardi, passando da 75 a 135 grazie a maggiori entrate per diritti tv, incassi e sponsor. E per la stagione che sta iniziando le previsioni portano a 170 miliardi. A quei 60 guadagnati, vanno aggiunti i 70 derivanti dall'aumento di capitale con l'ingresso in Borsa. Ecco dunque che la Lazio ha reinvestito subito su giocatori tutto quanto entrato in cassa. E senza ricorrere ad altre aziende".
Lui, Vieri, aveva seguito le sorti del match da Prato, dove trascorreva il fine settimana in compagnia della famiglia, incitando a distanza i suoi nuovi compagni nella delicata gara di Torino: "Era la prima volta che tifavo contro la Juve. La Lazio è proprio forte. Sono contento, ho visto un bel calcio".
Cragnotti era riuscito a strapparlo agli spagnoli nonostante qualche problema: "Ad un certo punto ho temuto che l'affare saltasse. Venerdì, con Vieri già in sede e pronto a firmare, c'è stato un momento in cui tutto stava saltando, perché qualcuno stava pressando per strapparcelo. Chi? Lasciamo perdere. Diciamo che probabilmente la finale di Supercoppa è cominciata con un giorno d'anticipo...".
L'Avvocato Agnelli, giunto al "Delle Alpi" a bordo di una Lancia K, aveva manifestato il rammarico per non poter nuovamente ammirare il bomber della nazionale italiana con la maglia bianconera: "Sì, l'ho visto ai Mondiali, contro il Cile. E' stato il migliore di tutti. Per la sua partenza provo ancora un grande rimpianto. Se cinquanta miliardi si possono spendere per Vieri, c'è bisogno anche della voglia, per spendere quella cifra. C'è gente che può, e gente che non può. Noi non possiamo, loro invece possono spendere".
Il “perché” e il “come” potessero accadere cose simili lo spiegò successivamente il patron laziale: "I nostri ricavi sono aumentati rispetto ad un anno fa di 60 miliardi, passando da 75 a 135 grazie a maggiori entrate per diritti tv, incassi e sponsor. E per la stagione che sta iniziando le previsioni portano a 170 miliardi. A quei 60 guadagnati, vanno aggiunti i 70 derivanti dall'aumento di capitale con l'ingresso in Borsa. Ecco dunque che la Lazio ha reinvestito subito su giocatori tutto quanto entrato in cassa. E senza ricorrere ad altre aziende".
Lui, Vieri, aveva seguito le sorti del match da Prato, dove trascorreva il fine settimana in compagnia della famiglia, incitando a distanza i suoi nuovi compagni nella delicata gara di Torino: "Era la prima volta che tifavo contro la Juve. La Lazio è proprio forte. Sono contento, ho visto un bel calcio".
A distanza di anni si può parlare a
ragion veduta di un cuore diviso a metà, soprattutto dopo aver letto la recente
intervista rilasciata dall'ex calciatore al settimanale “Chi”: “Tifo per la
Juventus. Sono bianconero dentro. Amen, l'ho detto”.
Appese le scarpette al chiodo, ora sarà
libero di guardarsi la prossima finale di Supercoppa Italiana in totale
tranquillità, senza alcun tipo di vincolo contrattuale.
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2 commenti:
mettiamo intanto in archivio anche l'ultima dichiarazione di Lotito: "noi siamo nel futuro" - sì, la Lazio deve ancora pagare una ventina d'anni di arretrati dilazionati nel futuro al fisco. Qualcuno se ne era dimenticato?
Giuliano, dev'essere stata proprio la sua ultima dichiarazione. Anche perché dopo la partita non ha più avuto modo di parlare... :-D
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