Nella storia del calciomercato italiano
c'è stato un momento, in particolare, nel quale alcuni tra i migliori difensori
del pianeta si sono trovati contemporaneamente al centro dell'attenzione generale.
E' accaduto nel mese di agosto del 2002, undici anni or sono. I loro nomi?
Thuram, Cannavaro e Nesta. Il primo si era già laureato campione del mondo con
la nazionale francese nella competizione disputata oltralpe nel 1998; gli altri
due, invece, avrebbero dovuto attendere ancora qualche tempo per aggiudicarsi
il prestigioso trofeo nell'edizione tedesca del 2006. Fabio Cannavaro,
oltretutto, in quello stesso periodo conquistò pure il Pallone d'Oro.
Fresco vincitore di uno scudetto con la
Juventus dopo un'appassionante corsa all'ultimo punto con l'Inter, Lilian
Thuram aveva deciso di rompere gli indugi e spazzare via le insistenti voci che
lo avrebbero voluto lontano da Torino: "Sembrava che dovessi partire, da
quel che si leggeva sui giornali. Si parlava di Manchester United, di Milan, di
Real Madrid. Ma io non credo che ci sia qualcuno che possa affermare di avermi
sentito dire che non sto bene alla Juventus. E non credo ci fosse da parlare,
perché penso di aver sempre dato la mia disponibilità a giocare dove dice
l'allenatore".
L'allenatore cui faceva riferimento il
francese era Marcello Lippi, anche lui futuro vincitore di un mondiale. Nel
corso della stagione precedente il tecnico viareggino gli aveva chiesto di
giocare sulla fascia destra anziché al centro della difesa, il suo habitat
naturale. A Parma, ad esempio, stazionava in coppia fissa con Cannavaro proprio
in quella posizione. A proposito del nazionale azzurro va ricordato come Thuram
avesse accolto con piacere la notizia del suo trasferimento all'Inter,
nonostante l'ex-compagno di squadra fosse entrato nel mirino dalla Juventus:
"Sono felice per Fabio: so che voleva cambiare squadra e che alla fine la
cosa si era fatta difficile. Penso che potrà dare il suo aiuto ad una squadra
che cerca fortemente di vincere lo scudetto. Ovviamente mi auguro che il suo
apporto non basti e che vinciamo ancora noi. Ma l'Inter l'ho vista molto bene a
Bari (dove si era appena disputato il triangolare tra i bianconeri, i
nerazzurri ed il Chelsea valevole per il trofeo "Birra Moretti",
ndr), anche se si capiva che era più avanti nella preparazione".
Il 7 agosto 2002 Cannavaro era partito
intorno alle ore 15.30 da Collecchio per raggiungere il ritiro del Parma di
Cesare Prandelli a Sestola. Esattamente un'ora dopo ricevette una telefonata di
Gaetano Fedele, il suo procuratore, che lo avvertì di aver raggiunto un accordo
di massima con l'Inter. Dopo il roboante colpo di mercato messo a segno dal
Milan con l'ingaggio del brasiliano Rivaldo era quindi arrivato il momento
della fragorosa risposta da parte dei nerazzurri. Nei salotti importanti del
calcio c'era chi sosteneva la tesi di un'asta scatenata dai rossoneri per
accapparrarsi il calciatore di origine napoletana solo e unicamente con
l'intento di far lievitare il prezzo del suo cartellino. Era comunque chiaro a
tutti che Galliani avrebbe provato a concludere almeno un'operazione importante
prima della chiusura di quella sessione estiva. L'ultimo tassello di una
squadra che avrebbe dovuto scucire lo scudetto a Madama si chiamava Alessandro
Nesta. Il difensore romano era più giovane di Cannavaro e veniva considerato
dai rossoneri un ottimo investimento per il futuro.
Il cerchio alla fine si chiuse
effettivamente in questo modo: Cannavaro si trasferì all'Inter (nonostante le
azioni di disturbo, i nerazzurri lo acquisirono ad un prezzo pari alla metà di
quanto i Tanzi chiesero a Franco Sensi l'estate precedente), mentre Nesta
traslocò al Milan. E Thuram? Era effettivamente rimasto alla Juventus, convinto
più che mai della sua decisione: "Al mille per mille? Ma no: al milledue
per mille! Ricomincio con grande entusiasmo, perché giocare al calcio mi piace
ancora, e tanto".
Il francese emigrò qualche anno dopo in
Spagna, dove indossò la maglia del Barcellona. Nel frattempo era stato
raggiunto a Torino da Cannavaro, prima che il terremoto di Calciopoli
contribuisse a sciogliere definitivamente quella grandissima coppia di
difensori. Nesta, invece, restò in rossonero ancora per molto tempo.
Questa, però, è tutta un'altra storia.Articolo pubblicato su
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3 commenti:
indubbiamente tre grandi campioni. Purtroppo le note vicende di "farsopoli" hanno fatto uscire un lato umano poco piacevole del francese, non tanto per la sua scelta di cambiare squadra in quell'anno (lo ha fatto anche Cannavaro e non l'ho mai criticato troppo per questo), quanto per alcuni suoi commenti estremamente discutibili nei confronti della società che ha contribuito in maniera determinante a farlo diventare quel campione che era sul campo.
Trentuno e Cannavaro sono le due parole da usare se volete far arrabbiare un interista
:-)
(trentuno tra un po' non la useremo più, invece Cannavaro resterà sempre valido)
@Giuliano: ;-)
@Danny: Thuram mi ha deluso in piùdi una occasione.
Non ho trovato il link che cercavo per te, comunque sia ti allego questo: http://www.laroma24.it/archivio/42763/candela-blanc-pulito-attenti-a-chi-infanga-il-mondiale-vinto-nel-1998.html
"Attenti a non cadere nella trappola di chi vuole mettere zizzania tra noi campioni del mondo del 1998: il calcio francese non e' razzista, e tantomeno lo e' Laurent Blanc, ma si fa presto a infangare il ricordo di un'impresa bellissima''. Nel giorno dell'audizione del ct alla commissione d'inchiesta sul caso delle presunte quote razziali nei vivai della nazionale transalpina, Vincent Candela interviene sull'argomento in maniera netta: ''Blanc non si deve assolutamente dimettere. Anche fuori dal campo mai ha fatto battute razziste''. Candela, che dopo avere vinto il mondiale con i Bleus e giocato molti anni nella Roma si e' fermato a vivere vicino la capitale dove ha alcune attivita' economiche, segue la vicenda con perplessita'. ''Io non so bene cosa sia successo nella riunione famosa in cui si sarebbero fatti quei discorsi di limite all'utilizzo di neri e arabi nelle rappresentative giovanili: ma conosco bene Blanc ed e' impossibile che lui sia coinvolto in una faccenda del genere. I giocatori di colore da tanti anni sono in nazionale francese e con loro abbiamo vinto tutti uniti il mondiale. Thuram dopo la finale voleva fare una foto solo con i neri? Io non me lo ricordo, ero troppo impegnato ad alzare la coppa. Ma tra giocatori in uno spogliatoio in festa puo' succedere: uno chiama l'altro 'venite, facciamo una foto insieme...'. Loro erano amici, per questo semmai facevano uno scatto insieme, non perche' eravamo divisi. Certo - ammette l'ex difensore - noi bianchi non ci pensammo nemmeno a fare una cosa del genere, ma solo perche' poteva essere male interpretata. La verita' e' che si sta creando una polemica inesistente su quel mondiale, e ora che mi viene in mente anche nella nostra fondazione benefica 'Francia 98' qualcuno si e' perso per strada. E il calcio, anzi e' la vita: ma se qualcosa di spiacevole pure succede - conclude Candela - non significa che si debbano infangare tutte le cose belle che ci sono capitate".
Un abbraccio!
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