Paolo Condò, prima firma della “Gazzetta dello Sport”, esperto di calcio internazionale e giurato italiano per il Pallone d'Oro Fifa, ha accettato di essere sottoposto a qualche domanda sul mondo del pallone per “Pagina” .
Pochi giorni fa Antonio Conte si è
mostrato più battagliero che mai rispondendo a tono ad una recente
dichiarazione di Guardiola sulle reali possibilità economiche della sua
Juventus, in maniera indiretta a Mazzarri (“Mette le mani avanti per coprire i
fallimenti”) e ammonendo i suoi giocatori dal pericolo di avere la pancia piena
dopo le ultime vittorie ottenute in Italia. Cosa pensi del metodo di
comunicazione adottato dal tecnico bianconero?
Penso che vada bene in campo italiano, ma
non in quello internazionale. So che l'intenzione di Guardiola era quella di affermare cose completamente
diverse da quelle percepite da Conte, e che è rimasto molto stupito dalla sua
reazione. Frasi del tipo “ognuno guardi a casa sua” non fanno parte di un
galateo internazionale al quale penso che il tecnico bianconero, per bravura
tecnica, debba aspirare. Sono cose da “parrocchietta” nostra. Questa immagino
sarà la stagione nella quale sia lui che la sua Juventus potranno fare il salto
di qualità in Champions League. Ecco, in questo senso direi che i modi per
presentarsi al meglio in quella platea dovranno essere un pò diversi.
Lo scorso lunedì è stato stilato il
calendario della prossima serie A. Proprio alla Juventus toccherà un avvio di
campionato denso di scontri ostici, almeno sulla carta. Sei della stessa idea
dei vari Conte, Mazzarri, Donadoni, Guidolin e Galliani per i quali non serve
commentare l'operato del computer della Lega, “tanto prima o poi bisogna incontrare
tutte le squadre”?
Questa è un'ovvietà che ritengo giusta.
Però non va dimenticato che nel corso della passata stagione la Juventus aveva
ucciso il campionato da subito, visto e considerato che era partita benissimo
con la sola esclusione del passo falso compiuto contro l'Inter. Già a fine
novembre era abbastanza chiaro a tutti quale sarebbe stata la squadra favorita
per la vittoria dello scudetto. Quest'anno, sempre prendendo come esempio i
bianconeri, potrebbe risultare loro difficile vincere tutti i primi incontri,
così come è possibile che il gruppo in vetta alla classifica per un pò di
giornate risulterà composto da tre o quattro squadre. Poi, però, esattamente
come accade in una gara di atletica dei quattrocento metri alla lunga verranno
fuori i veri valori. Alcune contendenti inizieranno a scontrarsi l'una con
l'altra ed alla stessa Juventus capiteranno per cinque o sei settimane
consecutivamente match contro le più deboli del lotto. In quel momento potrebbe
capitarle l'occasione per fare uno scatto in avanti decisivo.
La regola del fuorigioco ha subito una
nuova modifica. Non sarebbe stato forse più opportuno lasciarla così com'era e
toccare quella che prevede per portieri o i difensori l'assegnazione di un
rigore contro più espulsione per aver negato una chiara occasione da goal,
oltre ad una squalifica per la partita successiva?
Per quanto riguarda la seconda cosa che
hai detto sono sempre stato favorevole all'ammonizione e non all'espulsione per
il portiere che tira giù l'avversario in una chiara occasione da goal. Più che
altro per non rovinare la partita. Ho letto ieri qualche articolo sulla
questione del fuorigioco: in generale sono dell'idea di togliere la
discrezionalità agli arbitri, perché è l'unico modo per avvicinarsi ad
un'uguaglianza di trattamento di tutte le squadre per tutti gli episodi. Mi
sembra invece che questa variazione vada nel senso contrario, aggiungendo
all'arbitro una discrezionalità che in Italia viene sempre vista con sospetto.
Robert Lewandowski ha recentemente
espresso tutto il proprio malumore in merito al mancato trasferimento estivo
verso il Bayern Monaco, affermando: “Non escludo che arrivi un momento in cui
questa situazione mi condizioni, magari a livello inconscio. E, quindi,
potrebbe anche succedere che inizi a giocare male”. Al di là del gioco delle
parti e della presunta promessa di farlo partire non mantenuta dal Borussia
Dortmund, non ritieni che con queste dichiarazioni l'attaccante abbia
esagerato?
Sì, le ritengo molto sbagliate. Il grande
calciatore internazionale ogni volta che scende in campo viene osservato non
soltanto dai suoi tifosi del momento, ma anche dai potenziali sostenitori e
manager (direttori sportivi e allenatori) del futuro. Quando io voglio andare a
comprare un giocatore e lo vedo comportarsi male per venire da me mi dovrebbe
venire automatico il pensiero che in un domani ipotetico questo potrebbe
accadermi con lui, ovviamente a parti invertite. Non mai stato d'accordo con il
luogo comune che “se un calciatore vuole andare via non c'è nessun mezzo per
trattenerlo”. Preferisco quei comportamenti, che definirei “civili”, tenuti nel
passato dal Parma con Thuram e dalla Fiorentina con Toni. Entrambe le società
li trattennero contro la loro volontà per qualche anno in più rispetto al
momento in cui avevano espresso il desiderio di andarsene, forti di un regolare
contratto stipulato con la controparte al momento dell'acquisto. I club
dovrebbero ribellarsi al potere ricattatorio messo in atto da alcuni
tesserati.
A partire dalla prossima stagione
dovrebbe entrare in vigore a tutti gli effetti il fair play finanziario
fortemente voluto da Michel Platini. Alla luce di certi comportamenti sul
mercato di società quali il Paris Saint-Germain e il Manchester City, è ancora
lecito attendersi la sua effettiva applicazione? Qual è il tuo parere su questo
tema?
Adesso vedremo se, una volta entrato a
pieno regime il fair play finanziario, scatteranno davvero le eventuali
penalizzazioni. In generale credo si tratti di un imbroglio. Se per aggirarlo
basta gonfiare i conti delle sponsorizzazioni, come fanno Qatar Tourism Authority e Etihad Airways per le società che hai citato,
diventa troppo facile. Da questo punto di vista sono un ammiratore del vecchio
calcio, quello nel quale l'importante industriale, che si chiami Agnelli per la
Juventus o Berlusconi per il Milan, mette i soldi per la sua grande passione e
si toglie lo sfizio di essere presidente e proprietario della squadra di calcio
per la quale tifa. Detto questo chiarisco che non chiudo gli occhi di fronte
alla modernità, però il concetto che un club debba raggiungere il pareggio di
bilancio mi sembra una sciocchezza. Per spiegarmi meglio prendo come spunto la
tua Juventus...
Ossia...
Se la famiglia Agnelli ha il desiderio di spendere
cento milioni di euro per la squadra del cuore e lo fa di tasca sua non ne vedo
il problema, penso sia sempre la cosa migliore. Dentro il fair play
finanziario credo ci sia anche qualcosa di subdolo, perché con quello viene
cristallizzato il potere dei grandi club tradizionali, dal Manchester United al
Real Madrid, sino ad arrivare al Barcellona. Ti faccio un altro esempio
pratico: poniamo che io diventi miliardario e, visto che sono un sostenitore
della Triestina, voglio farle vincere la Champions League. Al momento la vanno
a vedere in quattro gatti, mentre in un futuro roseo potrebbero assistere alle
sue partite una media di spettatori intorno alle venti o trentamila unità.
Ecco, in quel caso vorrei essere libero di poter spendere liberamente i miei
soldi, senza alcun condizionamento. Con il
fair play finanziario i nuovi ricchi, come potrei essere diventato io,
troverebbero difficoltà a sedersi al tavolo dei grandi club storici.
Dato che sei uno dei giurati del Pallone
d'Oro, auspichi una modifica nei criteri di attribuzione di questo prestigioso
premio oppure sei d'accordo con quelli attuali?
Una volta il Pallone d'Oro veniva
attribuito da trentadue giornalisti dei paesi europei più competenti in materia
calcistica. Poi la platea dei votanti è stata allargata, il premio si è sposato
con quello attribuito dalla Fifa e sono entrati in gioco i commissari tecnici,
i capitani e i giornalisti di tutti i paesi del mondo. E' ovvio che un italiano
come me, un inglese, uno spagnolo ed un argentino ne sappiamo molto di più di
un membro delle isole Vanuatu,
però il nostro voto pesa esattamente alla stessa maniera. E' anche per questo
motivo che vince sempre Messi: alle isole Vanuatu, cito nuovamente questo
esempio nella speranza che mi invitino laggiù per smentirmi così mi faccio una
bella vacanza (ride, ndr), arrivano gli spezzoni delle partite più belle, dove
spopolano i goals dell'argentino. Questo è uno dei motivi per i quali nell'anno
in cui Iniesta ha segnato la rete decisiva per vincere il mondiale spagnolo il
premio è andato comunque all'argentino. Lo spirito del premio, che a me
piaceva, era quello di premiare il giocatore che si era dimostrato il migliore
e il più decisivo in quella stagione. Su questo, oltretutto, ho anche una mia
teoria divertente, che ho espresso in più occasioni...
Quale, scusami?
Quella secondo la quale i giornalisti ne sanno molto
di più dei commissari tecnici e dei capitani... (ride, ndr). Noi non abbiamo
l'obbligo di votare per i nostri giocatori o per i nostri c.t.. Ecco, in questo
senso potrebbero introdurre una regola per la quale ogni avente diritto al voto
sia obbligato a scegliere persone di un'altra nazione.
Nel corso della tua carriera c'è stato un
momento talmente significativo per te da provare il desiderio di riviverlo una
seconda volta?
Ce ne sono stati tanti, naturalmente,
forse perché ritengo il mio mestiere il più bello del mondo ed in questo senso
sono facilitato. Ho vissuto dal vivo momenti di grande impatto emotivo, anche
se non ho avuto, purtroppo, la fortuna nel lungo periodo durante il quale ho
seguito la nazionale di vederla conquistare un campionato del mondo. Mi sono
fermato nel 2002 e quei disgraziati l'hanno vinto nel 2006... Scherzi a parte,
il goal di Roberto Baggio all'ottantottesimo minuto della gara disputata nel
mondiale americano contro la Nigeria (5 luglio 1994, ndr) mi diede una gioia
incredibile. Lui stesso, per chiarire bene il valore specifico di quella rete,
disse che ci “tirò tutti giù dall'aereo”. Un'altra partita che non dimenticherò
mai è quella disputata dall'Italia nell'Europeo del 2000, il 29 giugno, quando
sconfisse ai rigori l'Olanda. Sopravvivemmo ad una gara incredibile dove loro
sbagliarono la bellezza di due penalty durante i tempi regolamentari. Nella
lotteria finale dei calci di rigore dopo il nuovo errore di Frank
de Boer ed il successivo sbaglio di Stam io ed un paio di giornalisti italiani
ci alzammo in piedi dalle nostre postazioni di lavoro per urlare ai colleghi
olandesi: “arrendetevi!!!” (ride, ndr). Pensa che durante l'incontro non
eravamo mai usciti dalla nostra area... Nel mio caso, poi, aggiungerei un
elemento che ritengo importante...
Quale sarebbe?
Mi considero un tifoso non competitivo. Come ho già avuto
modo di spiegarti in precedenza tifo per la Triestina, per la squadra della mia
città. Gioca in serie “Z”, e quindi mi riesce facile osservare gli avvenimenti
con quel distacco che mi permette di essere il più possibile obiettivo e
competente, libero da ogni concetto di antipatia o simpatia. In alcuni dei miei
colleghi che hanno una passione nel cuore noto che quando vanno a vedere
un'altra formazione la cosa li lascia indifferenti. Al loro posto non riesco a
non sostenere emotivamente e liberamente tutti quei club italiani che disputano
le competizioni europee. Questo, ovviamente, fino a quando la Triestina non
tornerà in serie A. In quel momento non ce ne sarà più per nessuno...
7 commenti:
mi spiace doverlo ripetere, ma il riccone che può spendere quanto vuole è uno dei luoghi comuni più sbagliati, e forse anche pericolosi, fra quelli che sento ripetere da anni. Il riccone che triplica gli ingaggi e spende decine di milioni fa fallire le altre squadre, e costringe tutti a spendere molto: si provi a contare quanti sono stati i fallimenti qui da noi, per esempio, dall'arrivo di Berlusconi in poi. Ne cito solo qualcuno: Napoli, Fiorentina, Torino, Genoa, poi la serie B, e poi tutta la serie C ogni anno viene rifatta da capo non in base alla classifica della stagione appena finita, ma in base proprio ai fallimenti.
Il Torino di Pianelli, per esempio, oggi sarebbe impossibile: una realtà bellissima (lo dico da juventino, ma quel Toro era fantastico) perduta per sempre, perché poi è arrivato il riccone (nel 1986) ha speso quello che voleva, e ha tagliato fuori tutti quelli che ricconi non erano, come appunto Orfeo Pianelli. A me non piace il calcio dove arriva il riccone che spende e spande e d'improvviso una squadra che non vinceva mai niente diventa la numero uno; ad altri magari piace, io continuo a rimanere tifoso - oltre che della Juve di Andrea Agnelli - anche dell'Ajax. Non mi importa se l'Ajax non sta vincendo niente in questi anni, l'Ajax è il modello da seguire.
Un solo esempio ancora: l'Inter è passata da Moratti a Fraizzoli (medio-piccolo industriale tessile) poi da Fraizzoli a Pellegrini (mense aziendali), poi a Moratti II, e adesso in Italia non c'è più nessuno disposto a spendere un centesimo in una squadra di calcio. I nuovi, Della Valle e De Laurentiis, hanno rilevato le loro squadre dal tribunale fallimentare: quasi gratis. Stanno lavorando bene, auguri.
Riguardo a Conte come comunicatore, sono d'accordo con Condò: deve ancora imparare a parlare nelle conferenze stampa, anche perché alla Juve non si perdona mai niente.
Un'altra bella intervista, comunque
:-)
In questa occasione mi trovo d'accordo su tutte le risposte che ha dato Condò.
Sul tema del fair play finanziario concordo nel punto in cui cita come esempio la Juventus: "Se la famiglia Agnelli ha il desiderio di spendere cento milioni di euro per la squadra del cuore e lo fa di tasca sua non ne vedo il problema, penso sia sempre la cosa migliore".
Quello che stride, nella realtà odierna, è che ai ricconi di turno non gliene frega nulla del club che comprano.
Anch'io, come te, ritengo l'Ajax un esempio da seguire.
Conte, pure dal mio punto di vista, ha sbagliato nel modo di comunicare le proprie idee.
La ritengo una persona molto intelligente, se ha detto certe cose avrà avuto i suoi motivi.
Non così, però.
Si ricordi lo stile-Juve.
Non lasci l'opportunità a qualcuno di farglielo notare: dopo tanti anni a Torino è lui che deve insegnare agli altri cosa vuol dire.
Grazie mille per i complimenti, che al solito rimando all'intervistato.
Credimi se ti dico che mi sono realmente divertito moltissimo a parlare con lui.
E' una persona davvero simpatica, oltre che estremamente competente.
Un abbraccio :-)
il fair play finanziario è importante, si può discutere su come viene realizzato (male, come al solito, perché ci sono troppi interessi di parte), ma io in questi giorni ho pensato più di una volta a una notizia data nei mesi scorsi: le banche spagnole e catalane si sono esposte moltissimo per finanziare Real Madrid e Barcellona, e adesso arrivano i cento milioni per Bale, eccetera. Direi che più che la UEFA qui dovrebbe intervenire la politica, a livello europeo: è inammissibile che le banche non diano credito alle persone normali, nemmeno per mille euro, e qui invece ci siano sempre i rubinetti aperti, per qualsiasi cifra.
Il punto che citi è quello fondamentale: se uno ha i soldi di tasca sua... Il problema è che non è mai così.
Mai o quasi mai, fai tu...
:-)
La Spagna, tra i paesi dove le cose non funzionano a dovere, rappresenta un caso a parte. E' inammissibile che accada quanto hai scritto tu, oltre al fatto che Real Madrid e Barcellona si spartiscano la quasi totalita' dei diritti televisivi, lasciando le briciole agli altri club...
Questa intervista è stata ripresa anche da "TuttoJuve.com: http://www.tuttojuve.com/altre-notizie/paolo-conda-polemica-conte-guardiola-antonio-ha-frainteso-le-parole-di-pep-150570
Come sempre mi complimento con Thomas per la bellissima intervista.
nel caso specifico del Fair Play finanziario mi sento più vicino alla posizione di Giuliano sia per quanto riguarda i ricconi che investono in maniera esagerata, alterando ogni tipo di equilibrio, sportivo ed economico, sia relativamente al fatto che mentre alle persone normali si nega spesso il credito, a società come Real e Barcellona questo credito si concede illimitatamente. Non lo trovo giusto in assoluto, indipendentemente dal paese dove ciò avvenga.
Su quanto detto da Conte in conferenza stampa, di sicuro ha esagerato nei modi con i quali si è rivolto non tanto a Mazzarri, quanto piuttosto a Guardiola che da sempre è un suo ammiratore e che, pur avendo detto una cosa inesatta, lo aveva fatto con le migliori intenzioni. Ripeto, il modo è stato sbagliato, però comprendo anche il risentimento del Mister per il fatto che praticamente ogni giorno c'è qualcuno che si intromette negli affari privati della Juventus, afferma cose non vere ed emette giudizi di ogni tipo. Poi se certi giudizi vengono da società che da anni spendono centinaia di milioni di Euro per acquistare calciatori.
Infine, per quanto riguarda la domanda che tu Thomas hai posto al Signor Condò relativa al calendario inizialmente difficile della Juventus, la risposta che viene data, pur nella sua lucidità, quasi avvalora l'ipotesi che, computer a parte, sia poco casuale un inizio così complicato e che invece si sia pensato di rendere il campionato più combattuto rispetto a quello passato il che, ovviamente, garantirebbe un maggiore interesse e perciò più giornali venduti, più trasmissioni seguite in tv, più vendite di abbonamenti in pay tv.
Datemi del complottista, ma non può essere un caso che nella domenica immediatamente precedente o in quella immediatamente successiva agli incontri di Champions della juventus la squadra di Conte deve affrontare un Big Match di campionato. si dovrebbe fare di tutto per aiutare le squadre italiane che giocano in Europa ma, almeno in questo caso, ciò non è stato fatto.
Grazie mille, Danny.
Quando mi sarà possibile vedrò di riportare il complimento all'intervistato ;-)
Un occhio alle cose di "casa nostra": mi risulta che quello di Pirlo sia un problema reale. Qualcuno addossa alla "Gazzetta dello Sport" la colpa di aver esagerato nel titolare la sua prima pagina di oggi. Non è così. Vedremo le evoluzioni di questa situazione nei prossimi giorni.
La Juventus, comunque, continuerà nella sua fase di (costante) crescita.
Sto per partire per una mini-vacanza. Rientrerò domenica sera.
Un abbraccio!
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