venerdì 2 maggio 2014

Alla Juve serve una nuova mentalità

La Juventus che si appresta a conquistare il terzo scudetto consecutivo si conferma una squadra che al di fuori dei confini del nostro paese non riesce né ad emergere né a mostrare tutto il proprio valore. Le cause non sono certo da ricercare nella neve caduta a Istanbul lo scorso dicembre, oppure in qualche episodio sfavorevole accaduto nel doppio confronto con il Benfica. Il problema, più ampio, riguarda il suo processo di crescita, iniziato nel momento del ritorno in serie A e ancora da completare, reso più complicato - nel corso del tempo - anche per colpa di alcune scelte sbagliate operate dal club. Inteso nel suo insieme, senza considerare il cambio societario che ha poi portato Andrea Agnelli al timone di Madama.
Nessuno è perfetto, per carità, gli errori fanno parte del mestiere e le sconfitte bruciano. Però, a mente fredda, non bisogna dimenticare che la chiesa è stata rimessa al centro del villaggio (tanto per citare un proverbio caro a Rudi Garcia) soltanto da tre anni a questa parte. La Juventus che ha ripreso a dettare legge in Italia ha dimostrato di essere ancora una Giovane Signora in Europa, priva dell'esperienza e del cinismo necessari per ottenere risultati prestigiosi anche fuori dalla serie A.
Pirlo, Buffon, Tevez, Vidal... tra le sue fila Madama annovera elementi dalla caratura internazionale, che però non le sono stati sufficienti per maturare alla svelta la consapevolezza che nelle manifestazioni europeee si gioca un calcio di tipo diverso: più veloce, con meno interruzioni, più fisico e con una particolare cura dei dettagli. Al minimo errore, infatti, si rischia di dover pagare il dazio, senza avere il tempo necessario per rimediare.
Dal momento in cui la Juventus è stata eliminata dalla Champions League, poi, in casa bianconera si è fatto un gran parlare della possibilità che la formazione allenata da Conte potesse giocare un'eventuale finale di Europa League a Torino, nel suo stadio. Proprio in questo frangente è venuto a galla il provincialismo della Vecchia Signora. Cancellata la Coppa delle Coppe, in Europa ogni anno fior di club sgomitano tra loro per potersi aggiudicare soltanto due competizioni. Visto e considerato che quella più importante è attualmente fuori dalla portata della truppa juventina, era davvero così umiliante per lei partecipare all'Europa League, tanto da dover usare come ulteriore stimolo nell'affrontarla il pensiero che la gara decisiva si sarebbe disputata a Torino?
Nel corso della prossima estate la Signora potrebbe cambiare abito, così come il sarto che ne curerà le rifiniture. Ma per tornare a vincere in Europa quello che le servirebbe sarebbe soprattutto una mentalità nuova, che dai vertici societari possa propagarsi verso il basso, in cui l'unico denominatore comune alle diverse competizioni da affrontare dovrebbe essere l'intenzione di provare a vincere tutto quanto le sarà possibile. Non soltanto a parole o con slogan ad effetto.

Articolo pubblicato a breve su

7 commenti:

Giuliano ha detto...

premesso che esistono per davvero le giornate stregate, e che la Juve deve avere una specie di sortilegio che andrebbe smantellato (detto col sorriso, e soprattutto pensando a Marcello Lippi), sai che più vedo Pogba e più penso ad Aquilani? Nel senso che anche Aquilani a 22 anni era così, grande eleganza, tecnica, tiro da lontano, chissà cosa diventerà in futuro. Infatti, il Liverpool aveva pagato una bella somma per portarselo a casa...
Spero sempre di sbagliarmi, ma non si può sempre pretendere che siano Pirlo e Tevez a sbrogliare la matassa, e allora chi dovrebbe farlo? (mah, vedremo)
Altra riflessione: Osvaldo non vale Quagliarella. Amen, anche questa è andata.
Lunedì comunque si fa festa
:-)

Thomas ha detto...

Penso anch'io che lunedì si potrà fare festa, Giuliano ;-)

Sulla similitudine tra Pogba e Aquilani non sono d'accordissimo, mentre sul fatto che il francesino venga valutato uno sproposito - invece - sì...

Un abbraccio!!!

Giuliano ha detto...

mah, io sono in effetti un po' pessimista, lo ammetto - ma se ce lo pagano uno sproposito, me ne farei una ragione... (io lo farei giocare alla Nedved, direi proprio che non è un mediano, tantomeno un nuovo Pirlo).
Quando parlo di "sortilegio" penso alla Juve di Lippi: le finali con Zidane, Del Piero, Inzaghi, Trezeguet, senza riuscire a segnare...
(e la finale del Trap con l'Amburgo, senza gol nonostante Bettega Tardelli Rossi Platini Boniek!!!)

Thomas ha detto...

A volte mi capita di pensare a quante finali internazionali, soprattutto di Coppa dei Campioni/Champions League, abbiamo perso...

Vincendone soltanto qualcuna in più, oggi avremmo potuto avere un palmarès da far impallidire club ben più blasonati di noi...

Paolo ha detto...

In effetti siamo purtroppo "abituati" alle delusioni europee.
Contro il Benfica, però, ho visto una discreta Juventus, che è stata un po' carente in attacco. Ha avuto numerose occasioni da gol e ne ha concesse pochissime, ma i portoghesi hanno sfruttato quasi il 100% delle palle-gol create, al contrario dei bianconeri.
La Juve di coppa quest'anno è stata ben diversa da quella vista in campionato, ma non è mai stata dominata dagli avversari affrontati. Secondo me il prossimo anno si partirà da questo presupposto, cercando di ampliare la rosa con innesti di qualità

Giuliano ha detto...

sono completamente d'accordo con Paolo, e spero che per il futuro gli acquisti li decida Conte... (o magari Nedved, loro due insieme; agli altri lascerei i dettagli sui contratti)

Thomas ha detto...

Lo penso anch'io, Paolo.
Nani, stando a quanto si dice, dovrebbe essere il primo acquisto che conferma quanto hai scritto.

Un abbraccio!