sabato 22 ottobre 2011

Del Piero, la Juve e il primato in classifica


Tanto la Juventus quanto l’Udinese nell’ultima domenica di una serie A condita da tanti 0-0 hanno finito col racimolare entrambe un pareggio a reti inviolate, risultato che ha consentito loro di viaggiare a braccetto in testa alla classifica per (almeno) altri sei giorni. E pensare che proprio i due club bianconeri, gli unici ad essere ancora imbattuti nel campionato in corso, si sarebbero dovuti incontrare allo stadio "Friuli" nella prima giornata della manifestazione: a causa dello slittamento della stessa, l’appuntamento è stato rinviato al prossimo 21 dicembre.

Per trovare l’occasione più recente nella quale le attuali capoliste si sono affrontate in quella precisa data bisogna risalire al campionato 1980-81: la Vecchia Signora, nell’anno che la consacrò campione d’Italia per la diciannovesima volta, vinse al "Comunale" con un rotondo 4-0 (le reti furono messe a segno da Brady, Causio, Bettega e Marocchino). Quel risultato, curiosamente, appartiene anche all’ultimo successo dei torinesi nei confronti diretti (19 settembre 2010). Da qui allo scontro prenatalizio, comunque, ci saranno ancora da attendere due mesi e da disputare nove gare: troppi elementi per mettersi adesso a fare calcoli ed immaginare una partita che possa valere la leadership provvisoria della serie A.

Prime della classe in solitudine da quasi un mese, complice la sosta per gli impegni della nazionale azzurra di Cesare Prandelli, nel corso della giornata ormai alle porte il calendario riserverà loro due impegni casalinghi (il Genoa a Torino e il Novara a Udine) che potrebbero consente ad entrambe di allungare ancora un pò la felice in convivenza.

Prima o poi, oltretutto, le altre rivali la smetteranno di camminare ed inizieranno a correre, anche perché gli ingressi per accedere alla prossima edizione della Champions League si sono ormai ridotti da quattro a tre, e la lotta per accaparrarseli, mano a mano che le partite si ridurranno, finirà inevitabilmente col diventare sempre più accesa.

Le gare infrasettimanali della massima competizione europea hanno ridato fiducia alle squadre italiane coinvolte: passato il mal di pancia e smaltito lo stress (Ibrahimovic e Cassano), il Milan ha vinto contro il Bate Borisov dopo aver sculacciato il Palermo lo scorso sabato in campionato; il Napoli è riuscito a resistere all’urto provocato dal confronto col Bayern Monaco, riappropriandosi di quella porzione di autostima persa a seguito della sconfitta interna patita in campionato col Parma; Ranieri il "farmacista" sembra aver trovato la medicina giusta per guarire la sua Inter in Champions League, mentre è ancora alla ricerca della cura necessaria per risolverle i gravi problemi avvertiti in serie A.

Dove la classifica piange, i punti sono pochissimi, le sconfitte aumentano col passare del tempo e Massimo Moratti si lamenta pubblicamente dell’aria malsana che si respira intorno alla squadra: "Se devo pensare solo male, mi viene in mente che abbiamo avuto contro quattro rigori e tre erano inventati e due su tre sono stati decisivi. Non è una cosa piacevole e a questo punto speriamo si abbia la coscienza di capire che finora, nei confronti dell’Inter, è stato fatto qualcosa che non stento a definire esagerato".

Esagerato, sì, soprattutto se confrontato con quanto accaduto nel recente passato: a partire dal 2 marzo 2008, giorno in cui il napoletano (ed ex juventino) Zalayeta si fece parare un penalty da Julio Cesar allo stadio "San Paolo", al 20 settembre 2009, allorquando il Cagliari beneficiò allo stadio "Sant’Elia" di un tiro dagli undici metri in una partita contro i nerazzurri, all’Inter non vennero fischiati rigori contro per un totale di cinquantatré giornate di calendario.

Numeri importanti, ma non impressionanti: a tal proposito basta ricordare che il record in questo senso appartiene ancora all’Inter, quella di Angelo Moratti, dove l’astinenza di rigori a proprio sfavore raggiunse la ragguardevole cifra di cento gare di serie A, comprensive di novantanove in campionato (dal 29 marzo 1964 al 19 marzo 1967) e di una relativa allo spareggio decisivo per lo scudetto del campionato 1963/64.

A proposito di record: dopo averne battuti e abbattuti diversi nel corso della sua lunghissima militanza in maglia bianconera, ormai non ci sono più dubbi sull’addio di Alessandro Del Piero dalla Juventus al termine di questa annata calcistica. Tra i tanti, uno dei più simbolici è rappresentato dal fatto che il numero dieci di Madama è riuscito a giocare in quattro stadi nella sola città di Torino, compreso l’ultimo: il più bello, il più invidiato.

Verrà il momento in cui Del Piero in cui potrà esibirli tutti e parlare con orgoglio del proprio passato: adesso, però, dovrà ancora occuparsi di portare avanti la causa della Vecchia Signora. Così come ha dimostrato coi fatti nella recente gara di Verona contro il Chievo: nei venti minuti nei quali è stato messo in campo da Conte ha provato con la stessa determinazione tanto a condurre la sua squadra alla vittoria colpendo un palo di testa, quanto a proteggere coi denti il pareggio finale, salvando la propria porta essendosi trasformato nell’ultimo baluardo difensivo.

Come un vero leader, proprio lui che lo è stato e lo sarà ancora per qualche mese. Arriverà poi il giorno in cui la società dovrà trovare il sostituto: non per coprire il buco derivante dalla sua assenza, ma per colmare una voragine.
Non è proprio la stessa cosa.

Articolo pubblicato su Tutto Juve.com

6 commenti:

Giulio Tavoni ha detto...

Le parole di Agnelli mi hanno lasciato una profonda amarezza. Annunciare l'ultima stagione del Capitano a metà ottobre, davanti ad un'assemblea di azionisti, senza il consenso del giocatore è stata una grande vigliaccata. Oltretutto Agnelli ha tentato goffamente di far passare le sue dichiarazioni come un "tributo al giocatore" (parole sue). E' stata una pessima (e incancellabile) caduta di stile per uno che dovrebbe rappresentare l'orgoglio bianconero nel mondo. Questa vicenda mi lascia una grande amarezza. Godiamoci questo grande campione fino all'ultimo istante, perché nessuno più sarà come il grande Alessandro Del Piero.

Thomas ha detto...

Non sono propriamente d'accordo con la tua analisi, Giulio.

Che ovviamente rispetto, ringraziandoti di averla inserita anche qui, nello spazio commenti.

Per ognuno di noi tifosi bianconeri Alessandro ha rappresentato (e continuerà a farlo, anche nel momento in cui smetterà di indossare la nostra maglia) un qualcosa di particolare, di unico.

Per il sottoscritto, ad esempio, è stato “quell’amico” più giovane di una decina di giorni che ha accompagnato la maggior parte dei momenti importanti della mia vita.

Ci sono rimasto malissimo nel sentire pronunciare ad Andrea Agnelli quelle parole, ma soltanto perché mi fa male il semplice pensiero che questa storia finirà.
Che sarebbe andata così, però, sono stati proprio i due protagonisti a dirlo a più riprese i mesi scorsi.

Un abbraccio e a presto
Forza Juve!!!

Unknown ha detto...

I LIMITI DI CONTE
Lo scrivo a caldo pechè sapevo già che stasera andava male. Ci ho sperato fino all'ultimo ma son usciti tutti i limiti di un allenatore che sbaglia tutti i cambi. Limiti che avevo intravisto nelle partite contro le provinciali che sono abituate a fare le provinciali. Te sei la Juve. Se fai la provinciale perdi come Del Neri l'anno scorso. Ci vuole un gioco da grande squadra per battere una provinciale e dunque giocatori da grande squadra. Se giochi e fai gioco da provinciale nel suo terreno perdi o massimo pareggi ma rischi, rischi sempre fino alla fine vedasi le partite perse all'ultimo minuto l'anno scorso. Idem quest'anno. Escono subito i limiti di una campagna acquisti stile Mancester City ma non da Mancester. In due anni la Juve ha scialacquato solo con Marotta 100 milioni buttati nel cesso. Doveva arrivare una punta Top e invece arriva Vucinic. Questo è Vucinic, nulla di più, ha sempre giocato così, ecco perchè a Roma era in panca. Ogni tanto ti fa il partitone ma troppo poco per schierarlo sempre titolare. Con questa squadra certo per ora non perdi ma solo perchè gli altri hanno mille impegni ma quando i loro campioni andranno in forma ci faranno male e le provinciali dovranno fare punti su di noi perchè con le grandi perderanno. Più o meno come l'anno socrso. Eravamo primi anche l'anno scorso. A già domani non saremo più primi ma forse quarti. Chiellini è inguardabile anche in fascia, bisogna farsene una ragione, tanta buona volontà ma non da Juve. Non lo è mai stato. Infatti la Juve non vince più da quando c'è Chiellini come pilastro. E' come partire sempre con l'handicap, alla fine lo paghi. Se poi manca Buffon o per caso non è in forma allora chi lo sostituisce non si fa trovare pronto.Salvo Barzagli ma degli altri difensori equivalgono a quelli di una provinciale.Bonucci è sempre in ritardo.Lo svizzero fa tanta strada per supportare il gioco di Conte e questo gli porta ad essere impreciso nel finale. Chiellini è inguardabile. Non fa un passaggio giusto. Pirlo ha bisogno di punte decenti altrimenti tutto il suo gioco viene disperso e poi finisce per essere banale.
Insomma siamo primi ma mi vedo ancora sesto. Spero tanto di sbagliarmi.

Thomas ha detto...

La Juventus delle ultime due stagioni non è guarita, è ancora convalescente.
Questa, comunque, non è ancora la Juventus.
"Sotto il vestito niente", mi verrebbe da dire.

Continuo a credere nel lavoro di Conte: su alcuni suoi giocatori mi sono già espresso pure io in passato. Ripetermi non ha senso, mi farei soltanto del male.

Un abbraccio e buona domenica!

luciano de belvis - roma ha detto...

avete presente i presentimenti? ecco io ho avuto un post-sentimento. mi spiego. con la squalifica di kaladze e la tensione societaria nello zena, teoricamente sarebbe stata un "1" fisso...
la partita non l'ho vista, ma sono stato informato dal mio amico zenoano del risultato: 2 - 2 traversa e due pali.
e qui è nato il post-sentimento: cacchio, ci hanno preso a pallonate?;
ma se la difesa era la nostra migliore arma, che facciamo ci mettiamo "paura"?;
finalmente matri, ha giocato il quaglia? no. e che attacco abbiamo? un 4 - 2 - vucinic? e vucinic quando mai è stato un attaccante?
e perchè andrea agnelli ha dato avvio allo p"i"sico dramma bianconero?

stracacchio: ma vuoi vedere che stiamo per diventare l'inter del secondo millennio?

ragà, gennaio si avvicina e la paura inizia a prendere anche me...

salutiamo e diffondiamo le intercettazioni...

Thomas ha detto...

Non stiamo diventando l'Inter del secondo millennio; stiamo cercando, invece, di tornare ad essere la Juventus di sempre.
Calma e sangue freddo, ragazzi
;-)

Un abbraccio!!!