Dopo quattro vittorie consecutive la Juventus è tornata da Napoli con un pareggio dal peso specifico superiore a quel singolo punto che le ha consentito di portare a due le lunghezze di distacco dal Milan detentore del tricolore.
Quando la formazione di Conte piegò il Palermo a Torino (20 novembre) a spegnere il fuoco del crescente entusiasmo in casa bianconera pensarono quei pompieri che misero in evidenza il doppio volto mostrato dalla formazione guidata da Mangia in questo campionato: infallibile al "Renzo Barbera", tenera come un tonno che si taglia con un grissino in trasferta.
Successivamente fu la volta della Lazio a soccombere (26 novembre), battuta a Roma da Madama nel solco della sua recente tradizione positiva allo stadio "Olimpico": lì, invece, in molti sostennero la tesi secondo la quale il successo della Vecchia Signora dipese anche dalle difficoltà mostrate dai biancocelesti nel riuscire a vincere dentro le mura amiche.
L'episodio della palla carambolata sul braccio di Barzagli all'interno dell'area di rigore protetta da Buffon, poi, creò l'alibi perfetto che Reja colse al volo per giustificare la sconfitta interna appena rimediata.
Secondo la convinzione di alcuni addetti ai lavori la gara di Napoli era la più indicata per mettere a nudo i limiti di una squadra come quella bianconera alla quale Conte ha restituito un'anima in pochi mesi, ma che non poteva essersi completamente trasformata dopo i due ultimi settimi posti consecutivi racimolati.
Nell'incontro del "San Paolo" la Juventus si è dimostrata "Vecchia" nella prima frazione di gioco, per tornare ad essere "Signora" nella seconda. Le assenze di Marchisio da una parte e di Cavani dall'altra non hanno tolto spazio allo spettacolo di un confronto diretto che ha finito per regalare maggiori certezze (e sicurezze) ai torinesi.
Sfatato il tabù di trovarsi in svantaggio al cospetto di una grande della serie A, Madama ha superato uno degli esami più difficili affrontati dall'inizio di questo torneo.
Ora le prospettive, per lei, cambieranno: da inseguitrice è diventata lepre, e dovrà affrontare le prossime partite senza potersi più nascondere dietro i recenti fallimenti.
Il primato in classifica dei bianconeri in questa stagione non è una novità, ma soltanto adesso si ha la sensazione di una qualcosa di duraturo.
Ogni campionato racchiude in sé partite che tracciano, nel bene o nel male, il destino di un club: nello scorso, la gara interna col Parma disputata allo stadio "Olimpico" nel giorno dell'Epifania segnò la fine dei sogni delle Juventus di Del Neri. Quello che era stato costruito in quattro mesi si ruppe in un istante durato novanta minuti: dall'infortunio al ginocchio di Quagliarella all'espulsione di Felipe Melo, le certezze accumulate sino a quel momento crollarono una dietro l'altra.
I recenti inviti alla calma di Buffon, uniti alle continue raccomandazioni di Conte a non dimenticarsi delle macerie dalle quali è nata questa Juventus, sembrano scongiurare il pericolo di un gruppo che possa autoconvincersi di aver eliminato in così poco tempo tutti i mali dai quali era afflitto.
Superato un esame importante, all'orizzonte ne spunta un altro: quello col Cesena, penultimo in classifica. Negli istanti immediatamente successivi al successo ottenuto sul campo del Siena (18 settembre), fu proprio Conte a giocare a carte scoperte: "La storia dice che la Juve negli ultimi campionati ha perso tantissimi punti con le provinciali".
In quelli, la Vecchia Signora recitò la parte della comparsa. Se adesso vuole tornare ad essere protagonista l'unica strada possibile è quella che porta alla vittoria. Per accumulare altri tre punti e, magari, dare una svolta positiva alla stagione. Andando incontro ad un destino diverso da quello del suo recente passato.
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Quando la formazione di Conte piegò il Palermo a Torino (20 novembre) a spegnere il fuoco del crescente entusiasmo in casa bianconera pensarono quei pompieri che misero in evidenza il doppio volto mostrato dalla formazione guidata da Mangia in questo campionato: infallibile al "Renzo Barbera", tenera come un tonno che si taglia con un grissino in trasferta.
Successivamente fu la volta della Lazio a soccombere (26 novembre), battuta a Roma da Madama nel solco della sua recente tradizione positiva allo stadio "Olimpico": lì, invece, in molti sostennero la tesi secondo la quale il successo della Vecchia Signora dipese anche dalle difficoltà mostrate dai biancocelesti nel riuscire a vincere dentro le mura amiche.
L'episodio della palla carambolata sul braccio di Barzagli all'interno dell'area di rigore protetta da Buffon, poi, creò l'alibi perfetto che Reja colse al volo per giustificare la sconfitta interna appena rimediata.
Secondo la convinzione di alcuni addetti ai lavori la gara di Napoli era la più indicata per mettere a nudo i limiti di una squadra come quella bianconera alla quale Conte ha restituito un'anima in pochi mesi, ma che non poteva essersi completamente trasformata dopo i due ultimi settimi posti consecutivi racimolati.
Nell'incontro del "San Paolo" la Juventus si è dimostrata "Vecchia" nella prima frazione di gioco, per tornare ad essere "Signora" nella seconda. Le assenze di Marchisio da una parte e di Cavani dall'altra non hanno tolto spazio allo spettacolo di un confronto diretto che ha finito per regalare maggiori certezze (e sicurezze) ai torinesi.
Sfatato il tabù di trovarsi in svantaggio al cospetto di una grande della serie A, Madama ha superato uno degli esami più difficili affrontati dall'inizio di questo torneo.
Ora le prospettive, per lei, cambieranno: da inseguitrice è diventata lepre, e dovrà affrontare le prossime partite senza potersi più nascondere dietro i recenti fallimenti.
Il primato in classifica dei bianconeri in questa stagione non è una novità, ma soltanto adesso si ha la sensazione di una qualcosa di duraturo.
Ogni campionato racchiude in sé partite che tracciano, nel bene o nel male, il destino di un club: nello scorso, la gara interna col Parma disputata allo stadio "Olimpico" nel giorno dell'Epifania segnò la fine dei sogni delle Juventus di Del Neri. Quello che era stato costruito in quattro mesi si ruppe in un istante durato novanta minuti: dall'infortunio al ginocchio di Quagliarella all'espulsione di Felipe Melo, le certezze accumulate sino a quel momento crollarono una dietro l'altra.
I recenti inviti alla calma di Buffon, uniti alle continue raccomandazioni di Conte a non dimenticarsi delle macerie dalle quali è nata questa Juventus, sembrano scongiurare il pericolo di un gruppo che possa autoconvincersi di aver eliminato in così poco tempo tutti i mali dai quali era afflitto.
Superato un esame importante, all'orizzonte ne spunta un altro: quello col Cesena, penultimo in classifica. Negli istanti immediatamente successivi al successo ottenuto sul campo del Siena (18 settembre), fu proprio Conte a giocare a carte scoperte: "La storia dice che la Juve negli ultimi campionati ha perso tantissimi punti con le provinciali".
In quelli, la Vecchia Signora recitò la parte della comparsa. Se adesso vuole tornare ad essere protagonista l'unica strada possibile è quella che porta alla vittoria. Per accumulare altri tre punti e, magari, dare una svolta positiva alla stagione. Andando incontro ad un destino diverso da quello del suo recente passato.
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6 commenti:
Il Cesena è in un buon momento, han vinto le ultime tre tra campionato e Coppa Italia se non sbaglio. Personalmente però mi preoccupa di più il fatto che possa iniziare un estenuante duello contro il Milan, cosa a cui i tifosi e i giocatori non sono più abituati. Il continuo giochino de "gli altri han giocato l'anticipo e han vinto, ora dobbiamo rispondere" è tremendo! Se si vuole tornare a vincere bisogna imparare a convivere con la pressione però!
"Se si vuole tornare a vincere bisogna imparare a convivere con la pressione però!": bravo, Maury.
E' questo il contenuto del peso specifico della maglia juventina.
Ed è questo il messaggio che Conte sta portando ai giocatori dal momento del suo arrivo a Torino nella nuova veste di allenatore.
Un abbraccio e buon fine settimana!!
Bell'articolo e perfetti i commenti.
Vediamo come va l'incontro con una provinciale subito dopo alcune partite che hanno portato via molte energie mentali. Speriamo non abbiano già dimenticato gli incontri con il Bologna ed il Chievo (la nostra peggiore partita).
Roberta
Grazie, Roberta :-)
Col Cesena, a conti fatti, è andata bene.
Il problema "provinciali", però, rimane ancora.
Un abbraccio!
Continua a non piacermi Conte. Ieri era una di quelle giornate che se non ampli la rosa e non provi giocatori nuovi c'è qualcosa che non va.Ricordo l'acquasanta e la paura di perdere di Conte nelle prime partite. Se devi provare dei giocatori li metti prima e non dopo, perchè al limite correggi dopo. Il Quaglia doveva entrare da subito. Matri non sta giocando bene da un po' di partite e un po' di riposo gli faceva bene. Il cambio lo fa solo dopo un tempo e 5 minuti, troppo. Mette in campo poi subito DelPiero un errore cambiare le due punte così in maniera ravvicinata perchè Vucinic stava giocando bene. La sfortuna di DelPiero lo fa restare senza cambi a 30 minuti dalla fine. Diciamo che Conte ha il merito di aver saputo guardare a scegliere giocatori con caratteristiche che possono giocare insieme e su tanti che ne aveva ha assemblato una squadra che vince, ma ora si vedono i broblemi con una delle ultime, ma non la cambia e se la cambia fa errori e solo grazie alla capacità di un Marchisio da classifica per il pallone d'oro vinciamo. Stiamo rivedendo il Conte esonerato dall'Atalanta ostinato dietro alle sue convinzioni ma con il paraocchi.
La sconfitta se arriva con la squadra tipo, visto che usa solo quella porterà un grosso scompiglio nelle capacità di valutazione di un Conte che comincio a pensare dotato di un gran Kul. Le altre squadre cominciano a capire come gioca la Juve e tenendo talenti come Quaglia in panca significa avere paura.Certo che la mia è paura di perdere ora, a chi non è venuta ieri vedendo quei 20 tiri sopra la traversa. L'allenatore ora è primo e dunque questo copre tutto ma si intravedono delle grosse diffcicoltà, speriamo siano solo i fantasmi di Delneri perchè dopo il nulla dell'anno scorso a livello tattico ora sembra che ci sia un aiuto dall'alto.
Nel calcio, forse anche nella vita, non esiste una verità assoluta.
Rispetto sinceramente il tuo pensiero, pur non condividendolo.
Per quanto mi riguarda Conte sta facendo un lavoro meraviglioso, al di sopra di ogni (mia) più rosea aspettativa.
Dagli un Thiago Silva, e il discorso è chiuso.
Un abbraccio!
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