mercoledì 16 gennaio 2013

La Juventus rallenta


La Juventus che torna da Parma dopo aver mancato la vittoria di un soffio conferma la tesi del suo allenatore: non è una squadra di marziani. Viceversa, chi aveva pensato che i bianconeri avessero già vinto il campionato a fine dicembre probabilmente si era fatto condizionare dall'enorme distacco accumulato in quel periodo sulle dirette rivali nella corsa allo scudetto (otto punti). Se proprio si vuol discutere di formazioni che giocano a calcio come solo gli extraterrestri saprebbero fare allora bisogna guardare al campionato spagnolo, dove il Barcellona continua ad incantare e schiantare gli avversari uno dopo l'altro. I suoi successi ormai non fanno più notizia, così come i Palloni d'Oro conquistati da Lionel Messi e le reti che l'argentino segna a ripetizione.

Tornando in Italia, ha suscitato clamore il rallentamento della Juventus in vetta alla serie A. Lo scorso anno, di questi tempi, Madama aveva un punto in meno in classifica, guardava le partite della Champions League in televisione e non doveva riempire i suoi serbatoi di benzina sino al limite della loro capienza per far fronte agli impegni infrasettimanali. Per misurare la differenza con l'attuale situazione basti pensare che mercoledì 9 gennaio la Vecchia Signora ha cominciato un ciclo di incontri che la porterà a giocare ben otto volte in soli trenta giorni.

Un ciclo iniziato con una gara lunghissima, quella disputata in Coppa Italia contro il Milan e durata la bellezza di centoventi minuti. Non dev'essere un caso se domenica a Genova, contro la Sampdoria, il rossonero El Shaarawy si è reso protagonista di una delle rarissime prove incolori di questa prima metà di campionato. Le scorie di partite così tirate difficilmente si riescono ad eliminare in un breve arco di tempo. 

Giuseppe Marotta ha recentemente paragonato la serie A ad una corsa a tappe ("E' come il Giro d’Italia, non come la Milano-Sanremo"), centrando il punto della situazione: in questo genere di competizioni gli allunghi si "pagano", in termini di fatiche accumulate, esattamente come le rincorse. Partita a razzo in campionato, Madama ha incontrato delle difficoltà nelle prime gare disputate in Champions League; una volta messo il piede sull'acceleratore in Europa, invece, ha poi frenato in Italia salvo riprendersi in concomitanza con il ritorno di Conte sulla sua panchina.

La forbice tra gli alti e i bassi, fisiologici, che caratterizzano un'intera stagione sarebbero meno evidenti se Madama disponesse di qualcuno in grado di spezzare gli equilibri degli incontri nei quali non riesce a prevalere con il proprio gioco corale. Visto e considerato che, come sostiene lo stesso Conte, "trovare adesso dei giocatori che possano far fare il salto di qualità non è facilissimo, perché chi ce li ha se li tiene", non è da escludere che intorno alla Vecchia Signora si siano create, nel corso del tempo, delle aspettative molto elevate. Forse troppo.

Rosa bianconera alla mano, era evidente sin dalla scorsa estate che il gigante Bendtner ed il piccolo Giovinco non avrebbero risolto i suoi cronici problemi offensivi. Il ruolo di favorita le impone di vincere il campionato, non di ucciderlo. Le due squadre che la tallonano da vicino, Lazio e Napoli, nelle ultime quattro gare hanno accumulato la bellezza - rispettivamente - di dodici e nove punti, in concomitanza con il periodo di flessione bianconera. Tornando sul tema degli allunghi e delle rincorse, non è da escludere che a breve anche le dirette concorrenti possano rallentare il passo, magari nel momento stesso in cui riprenderà a segnare la cosiddetta "cooperativa del gol" juventina.

L'esito del campionato, comunque sia, non è così scontato come a molti era apparso lo scorso dicembre. L'incidenza degli infortuni, delle coppe europee e italiana (il Napoli ne è fuori, ma a breve Juventus e Lazio si troveranno una di fronte all'altra) si faranno sentire moltissimo nel prosieguo del torneo. A meno che qualche eventuale acquisto concretizzato in questo mese di gennaio riesca a modificare gli equilibri della serie A. E' difficile immaginare un'ipotesi simile, anche perché l'attuale sessione di calciomercato resta sempre la versione più moderna del vecchio mercato di "riparazione". Nel caso della Juventus, però, là davanti c'è da "costruire", non da mettere a posto qualcosa.

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8 commenti:

Entius ha detto...

Credo che sia praticamente impossibile fare un campionato perfetto. E' normale avere i momenti di flessione, come i momenti in cui si spinge sull'acceleratore. Anche se, considerando che a primavera c'è la Champions League era questo il momento giusto per mettere fieno in cascina.
Peccato che le rivali non siano all'altezza altrimenti avremmo assistito ad un campionato più equilibrato e combattuto.

www.calciorum.blogspot.com

Danny67 ha detto...

Beh, sinceramente io non ho mai creduto alla balla del campionato già chiuso, e tra di noi, Thomas, ce lo siamo scritti più volte che sarebbe stato molto difficile confermarsi vincitori. La serie A non sarà di sicuro il campionato più bello ma, per tantissimi motivi tecnici e soprattutto psicologici è il più difficile di tutti. Da nessun'altra parte ci sono le pressioni, le trappole mediatiche, le polemiche e le tensioni enormi che esistono qui.
Per quanto riguarda il mercato della Juve, attualmente, non si può nemmeno considerare di riparazione perchè riparare l'assenza di Chiellini con l'acquissto di Peluso mi sembra alquanto arduo.... :-)

Tommaso Manto ha detto...

Non c'è la stessa voglia di vincere dello scorso anno, e ok. Ma anche i nuovi acquisti stanno deludendo e non poco, ad esempio Isla ed il nuovo arrivato Peluso (anche se è davvero troppo presto per giudicarlo)

MauryTBN ha detto...

Penso che la flessione a cui stiamo assistendo sia stata ampiamente prevista da Conte e dal suo staff. In fondo forse è quasi meglio così, entrare in campo sapendo che le inseguitrici hanno distacchi esigui rende tutto più emozionante per chi gioca e per chi assiste. Io mi preoccuperei di più del tanto fumo e del pochissimo arrosto che ci propina Agnelli nella gestione della politica della società. VERGOGNOSO il suo voto ad Abete!

Thomas ha detto...

Chiedo scusa per il ritardo nelle risposte.
Eccomi.

@Entius: ciao Vincenzo, ancora grazie per gli auguri che hai mandato a me e agli altri tuoi amici via mail.
Li ricambio con piacere.

“Anche se, considerando che a primavera c'è la Champions League era questo il momento giusto per mettere fieno in cascina”: sì, tanto quella quanto l'Europa League.
Concordo in pieno con la tua analisi.

@Danny67: Chiellini? Se devo essere sincero penso che oggi pesi di più l'assenza di Asamoah. In quel ruolo, purtroppo, non abbiamo alternative di pari valore.

@Tommaso: ciao! E benvenuto nel blog
:-)

Non so se la Juventus abbia meno fame dello scorso anno. Sicuramente ha più impegni.
Vedremo a fine stagione cosa saremo riusciti a portare a casa

@MauryTBN: sull'argomento rielezione di Abete ti consiglio la lettura di questo interessante pezzo di Salvatore Cozzolino (Ju29ro.com): “Dove non riescono i cannoni, sono più utili le diplomazie”
http://www.ju29ro.com/contro-informazione/4632-dove-non-riescono-i-cannoni-sono-piu-utili-le-diplomazie.html

Un abbraccio a tutti!

MauryTBN ha detto...

Che si parli di lega, federazione, giornali, processi, arbitri, stelle sulla maglia, a fare un passo indietro alla fine è sempre la Juve. Sono gli altri che devono adeguarsi al modello Juve, non siamo noi a dover fare piaceri a personaggi come Abete, Cellino, Lotito, Nicchi...ci si lamenta dei vertici del calcio e poi si scende a patti con loro? De Laurentiis ci ha appena fatto vedere che mettendoci la faccia a volte si può ottenere qualcosa, abbassando sempre il capo si prendono solo mazzate. Peace and love :-)

Thomas ha detto...

Concordo con quello che ha scritto Salvatore, Maury.
Al momento, pero', mi rendo conto che i fatti ti stanno dando ampiamente ragione.

Un abbraccio!

MauryTBN ha detto...

Bella la composizione dei nuovi organi di governo del calcio, contiamo meno di Cairo a quanto pare. C'è però da dire che la responsabilità della brutta situazione del nostro calcio non è tutta di lega e federazione, il percorso della legge sugli stadi nelle commissioni parlamentari ne è un esempio. Se anche fosse capo supremo di lega, Figc e Coni, Agnelli potrebbe fare poco senza l'aiuto di Parlamento e Governo. Chi vivrà vedrà e ora testa all'Udinese!
Un abbraccio!