Ora
che nessuno si prende più la briga di scovare un'anti-Juve tra le avversarie di
Madama alla corsa verso lo scudetto, è chiaro che la squadra di Conte ha messo
una seria ipoteca alla conquista del suo secondo tricolore consecutivo. Mancano
ancora dieci giornate alla conclusione del campionato, i giochi non possono
certo dirsi fatti ma è indubbio che quanto accaduto la scorsa domenica non può
passare inosservato.
Anche il Napoli ha avuto la sua piccola "fatal Verona": perdendo al "Bentegodi" contro il Chievo ha visto allontanarsi ulteriormente la Juventus in classifica, proprio mentre alle sue spalle si è minacciosamente fatto sotto il Milan. Dopo aver trascorso buona parte del torneo nella speranza di azionare la freccia per poi sorpassare i bianconeri, adesso il gruppo di Mazzarri deve prestare attenzione allo specchietto retrovisore.
Con un tecnico il cui futuro sotto il Vesuvio sembra tutt'altro che scontato ed un Cavani con le polveri bagnate da diverso tempo a questa parte, poco alla volta il club campano ha sciupato diverse occasioni per restare agganciato ai propri sogni di gloria. La Vecchia Signora prende quindi il largo segnando la rete decisiva nei minuti di recupero, con quel Giaccherini che sembra incarnare l'esatto prototipo del “calciatore gregario” tanto apprezzato dagli allenatori: recita in silenzio la sua parte, è sempre pronto all'occorrenza nel rispondere "presente" e a fornire il massimo impegno possibile.
I punti di vantaggio sulla seconda adesso sono nove, dieci considerando il vantaggio acquisito negli scontri diretti. "Oggi i punti in palio, vedendo anche i risultati, sono molto di più dei tre canonici, saranno almeno sei, visto e considerato che alla fine manteniamo questa distanza anche dal Milan", sentenziava domenica Buffon quando ancora si trovava nella pancia dello "Juventus Stadium". Non dimenticando, però, i passi falsi compiuti dai bianconeri nel recente passato: "Più punti riusciamo a racimolare sulle inseguitrici e meglio è. Anzi, quando abbiamo avuto un margine così importante poi la domenica abbiamo sempre steccato, per cui c'è da tenere le antenne belle dritte".
Le dichiarazioni rilasciate da Antonio Conte viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda del suo portiere: "Lo scudetto? Non lo abbiamo ancora vinto. Pensiamo solo a goderci questa vittoria".
Anche il Napoli ha avuto la sua piccola "fatal Verona": perdendo al "Bentegodi" contro il Chievo ha visto allontanarsi ulteriormente la Juventus in classifica, proprio mentre alle sue spalle si è minacciosamente fatto sotto il Milan. Dopo aver trascorso buona parte del torneo nella speranza di azionare la freccia per poi sorpassare i bianconeri, adesso il gruppo di Mazzarri deve prestare attenzione allo specchietto retrovisore.
Con un tecnico il cui futuro sotto il Vesuvio sembra tutt'altro che scontato ed un Cavani con le polveri bagnate da diverso tempo a questa parte, poco alla volta il club campano ha sciupato diverse occasioni per restare agganciato ai propri sogni di gloria. La Vecchia Signora prende quindi il largo segnando la rete decisiva nei minuti di recupero, con quel Giaccherini che sembra incarnare l'esatto prototipo del “calciatore gregario” tanto apprezzato dagli allenatori: recita in silenzio la sua parte, è sempre pronto all'occorrenza nel rispondere "presente" e a fornire il massimo impegno possibile.
I punti di vantaggio sulla seconda adesso sono nove, dieci considerando il vantaggio acquisito negli scontri diretti. "Oggi i punti in palio, vedendo anche i risultati, sono molto di più dei tre canonici, saranno almeno sei, visto e considerato che alla fine manteniamo questa distanza anche dal Milan", sentenziava domenica Buffon quando ancora si trovava nella pancia dello "Juventus Stadium". Non dimenticando, però, i passi falsi compiuti dai bianconeri nel recente passato: "Più punti riusciamo a racimolare sulle inseguitrici e meglio è. Anzi, quando abbiamo avuto un margine così importante poi la domenica abbiamo sempre steccato, per cui c'è da tenere le antenne belle dritte".
Le dichiarazioni rilasciate da Antonio Conte viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda del suo portiere: "Lo scudetto? Non lo abbiamo ancora vinto. Pensiamo solo a goderci questa vittoria".
E,
verrebbe spontaneo aggiungere, a gustarsi il ritorno di una Juventus protagonista
in tutte le competizioni alle quali partecipa.
Lo scoppio di Calciopoli distrusse una società che aveva in pugno il secondo scudetto consecutivo e che era uscita dalla Champions League ai quarti di finale (per mano dell'Arsenal), sepolta da una selva di fischi all'interno del suo stesso stadio. Per alcuni sostenitori juventini conquistare il tricolore era diventata un'abitudine, ormai non si accontentavano più di dominare in Italia guardando con interesse al trono europeo.
Lo scoppio di Calciopoli distrusse una società che aveva in pugno il secondo scudetto consecutivo e che era uscita dalla Champions League ai quarti di finale (per mano dell'Arsenal), sepolta da una selva di fischi all'interno del suo stesso stadio. Per alcuni sostenitori juventini conquistare il tricolore era diventata un'abitudine, ormai non si accontentavano più di dominare in Italia guardando con interesse al trono europeo.
Conte,
conoscitore come pochi del mondo bianconero, ha annusato nei giorni scorsi il
pericolo che una sorta di assuefazione alla vittoria potesse insinuarsi tra gli
habitué dello "Juventus Stadium": "Non voglio illudere nessuno,
bisogna stare attenti a cosa si promette. Se riusciamo a confermarci in Italia
facciamo qualcosa di straordinario. Mi auguro che l’entusiasmo della gente non
scemi".
Corteggiato da altri club blasonati sparsi per il continente, lo stesso tecnico ha assicurato più volte di voler restare ancora a Torino per continuare il processo di crescita personale e della squadra che allena. Ai propri uomini ripete spesso di ricordare il punto di partenza della loro avventura. Sarebbe opportuno se ogni tanto lo tenesse bene a mente anche qualche tifoso smemorato e troppo ben abituato.
Articolo pubblicato su
Corteggiato da altri club blasonati sparsi per il continente, lo stesso tecnico ha assicurato più volte di voler restare ancora a Torino per continuare il processo di crescita personale e della squadra che allena. Ai propri uomini ripete spesso di ricordare il punto di partenza della loro avventura. Sarebbe opportuno se ogni tanto lo tenesse bene a mente anche qualche tifoso smemorato e troppo ben abituato.
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4 commenti:
Ciao Thomas.
D’accordo con tutto ciò che hai scritto.
È indubbio che per noi bianconeri la Champions è un nodo dolente, dopo aver dominato per anni il palcoscenico nazionale e dopo le tanti finali perse c’è voglia di una consacrazione continentale che rafforzi e consolidi il prestigio delle nostre maglie.
Da parte mia non c’è il pericolo di assuefarmi agli scudetti in quanto gli anni post calciopoli sono una ferita ancora aperta che sanguina frequentemente e non sono uno quei tifosi pronti a barattare uno scudetto per la Champions, soprattutto questo scudetto ormai cosi vicino.
Fai bene a ricordare spesso le parole del nostro tecnico, è importante avere sempre chiaro in mente cosa e chi ha preso in mano Conte non più tardi di due anni fa.
Una Juventus ridotta provinciale dalle sentenze estive e da scelte societarie che continuo a considerare scellerate.
Oggi siamo chiamati alla riconferma di un progetto che pur mostrando zone d’ombra evidenti è valido soprattutto se si avrà la capacità e la voglia di puntellarlo anno dopo anno con campagne acquisti intelligenti e mirate.
Da oggi alla fine della stagione abbiamo dieci finali in campionato da affrontare con determinazione, grinta e un pizzico (forse anche di più) di sano cinismo.
Una abbraccio
D'accordissimo anche io con te Thomas.
Occorre comunque affrontare con la giusta determinazione queste ultime 10 giornate, consapevoli che troveremo sul nostro cammino diverse trappole (vedi ad esempio la sfida con l'Inter che arriva dopo le nazionali e poco prima del quarto di finale Champions) e diverse partite complicate (sfide con Milan e Lazio, ma anche quelle apparentemente più semplici contro le piccole. Servirà concentrazione, energie mentali e fisiche, ma soprattutto molto sangue freddo. Sarà ancora molto dura. Nel calcio non c'è mai nulla di scontato e non bisogna mai abbassare la guardia.
A pensarci bene i tifosi quest'anno sono molto più esigenti rispetto alla scorsa stagione. Spesso e in troppi si lasciano condizionare da una certa stampa, sempre pronta a cercare nuove crepe nella corazzata di Antonio Conte. Eppure i dati statistici parlano chiaro: più punti, più gol segnati con (quasi) parità di gol subiti. Il tutto con la ciliegina dei quarti di finale di Champions League.
Sì, l'assuefazione è pericolosa, ma lo juventino è 'condannato' a vincere.
Grazie, Marco, per il bellissimo commento.
Per me essere tifoso significa sostenere la propria squadra del cuore sempre e comunque.
Esistono competizioni più o meno prestigiose, ovviamente, ma – come hai scritto tu – sinceramente non mi metto a fare calcoli del genere.
Non riesco a pensare ad un pubblico che consideri scontata la conquista di uno scudetto, per quanto malridotta possa essere la concorrenza.
La nostra storia recente non ha insegnato qualcosa a tutti noi?
Danny, spero di non portare sfortuna: temo la prossima partita a Bologna così come mi era accaduto prima della trasferta (con sconfitta) di Roma.
Se dovessimo portare a casa i tre punti, però, inizierei a mettere lo spumante sul tavolo.
Paolo, non vedo l’ora che la Juventus torni ad acquistare giocatori del calibro di quelli dell’armata del biennio di Capello.
Non che ora siamo poverissimi di tecnica, per l’amor di Dio. Ma quel gruppo era fenomenale.
Ecco, partendo da questo punto ti posso assicurare che sono più orgoglioso della Juventus attuale che di quella del 2006.
Un abbraccio a tutti!
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