Anni
fa Sir Alex Ferguson aveva rivelato
uno dei segreti che si celavano dietro i successi dei Red Devils: "La Juventus è stata un
esempio per il mio Manchester United. Facevo vedere ai miei giocatori le
videocassette della squadra di Lippi e dicevo: non guardate la tattica o la
tecnica, quella ce l’abbiamo anche noi, voi dovete imparare ad avere quella
voglia di vincere". Tra i giocatori bianconeri figurava anche il nome di Antonio Conte, il tecnico che i
sostenitori della Vecchia Signora si augurano possa sposare la causa juventina così
come ha fatto il santone scozzese con il suo club.
Ora Conte, appese le
scarpette al chiodo, si trova dall'altra parte della barricata. Su questo
argomento aveva già espresso il proprio pensiero nei momenti che hanno
preceduto il match disputato contro il Bayern Monaco: "Questo quarto di
finale ce lo siamo meritato, lo giocheremo con gioia ed entusiasmo, non veniamo
qui come vittime sacrificali ma portando il nostro calcio, le nostre idee,
anche per capire quanto ci manca in Europa per arrivare a competere con i top
club".
Ad
onor del vero è dall'inizio della propria avventura in Champions League che
Madama annusa gli avversari di turno per avere un'idea di cosa l'aspetterà di
volta in volta. Si tratta di un atteggiamento comprensibile, quasi doveroso per
un gruppo che in Italia ha accumulato settimi posti e fallimenti in serie prima
di conquistare uno scudetto senza perdere neanche una partita. A proposito di
sconfitte: con quella patita all'Allianz Arena la Vecchia Signora ha
visto terminare anche la sua imbattibilità in campo europeo, maturata ai tempi
di Delneri. Per non parlare di quella di Buffon, che da 490' non subiva reti in
Europa salvo poi venire trafitto dal tiro scagliato da Alaba dopo pochissimi
secondi di gioco.
La
squadra più forte della Germania ha quindi vinto, in modo netto, contro la
formazione che in Italia si sta avviando alla conquista del secondo tricolore
consecutivo. Talmente netto che a qualche addetto ai lavori sembra aver
dimenticato che gli scontri di andata e ritorno sono composti da due partite,
per un totale di centottanta minuti di gioco. Esclusi gli eventuali tempi
supplementari. L'ultima volta nella quale la Juventus era approdata ai
quarti di finale della Champions League era uscita dalla manifestazione per
mano dell'Arsenal (2005/06). Tra i bianconeri abbondavano i fuoriclasse,
qualcuno di loro logicamente (e puntualmente) veniva confinato in panchina.
Ciononostante Madama perse 2-0
in trasferta, senza poi riuscire a realizzare alcun gol
nella successiva gara disputata al "Delle Alpi". L'anno precedente la Vecchia Signora
era stata eliminata, sempre ai quarti, da un'altra squadra inglese (il
Liverpool).
Questa
Juventus, più povera di classe ed esperienza rispetto alla sua antenata, oggi
come allora domina in Italia ma non riesce ad imporsi fuori dai confini dello
Stivale. Non per questo, però, dev'essere bocciata di fronte al suo primo vero
e proprio passo falso. I commenti successivi alla sconfitta subita contro il
Bayern Monaco ricalcano, in parte, quelli che seguirono il pareggio interno
ottenuto contro lo Shakhtar Donetsk (2/10/2012). Come sostiene Conte rimontare
i tedeschi il prossimo 10 aprile "sarà veramente molto, ma molto
difficile". Ma non impossibile. Comunque sia, mentre in serie A il tecnico
è riuscito a raccogliere immediatamente i frutti di quanto ha seminato, affinché
accada la stessa cosa in Champions League occorre necessariamente più tempo. E
pazienza.
La società bianconera, però, dovrà assecondare realmente le esigenze
del proprio allenatore, prendendo come esempio da imitare la gestione
societaria messa in atto dal club bavarese: non appagato per quanto di buono ha
fatto sino ad oggi si è già assicurato la guida tecnica di Guardiola a partire
dal prossimo 1° luglio. Intorno alla Juventus, invece, girano voci – smentite -
circa la possibilità di cedere un campione del calibro di Vidal per investire
il ricavato nell'acquisto di un forte attaccante. Un potenziale sostituto del
cileno, d'altronde, Madama lo avrebbe già in casa (Pogba). Considerando il
fatto che Robben ha iniziato la partita contro i bianconeri seduto in panchina,
questo rende l'idea di cosa non dovrebbe fare la Vecchia Signora se
ha davvero l'intenzione di sollevare qualche trofeo anche in Europa.
Articolo pubblicato su
5 commenti:
Ciao Thomas, complimenti per "il sangue freddo" mostrato in questo articolo :)
da parte mia sono completamente svuotato, la differenza di valore tra le due formazioni è apparsa cosi netta da non farmi nemmeno immaginare l'ipotesi di una rimonta.
considerando anche le assenze forzate.
solo un miracolo potrebbe salvarci da un'eliminazione certa.
sicuramente il calcio è imprevedibile... milan - liverpool insegna ancora molte cose :)
vabbè.. mi "consolerò" con il 31° scudetto :D
un abbraccio
Grazie, amico mio.
In realtà il mio equilibrio deriva dal fatto di avere scritto il pezzo con un giorno di ritardo rispetto all'evento.
A freddo sarebbe stato sicuramente più difficile...
Credo, non solo spero, in una buona gara di ritorno da parte della Juventus.
Mi auguro da solo di non sbagliare pronostico.
Dirò di più: se dovessimo non farci assillare dal tentativo di rimontare il passivo maturato all'andata, secondo me ci potrebbero essere delle sorprese positive.
Un abbraccio!!!
Ps: domani proverò a chiamarti
Carissimo Thomas, vorrei condividere il tuo, seppur cauto, ottimismo. Io da pessimista incallito quale sono ci spero ovviamente ma non ci credo più di tanto viste anche le assenze alle quali dovremo sopperire.
Mi auguro con tutto il cuore di sbagliarmi e che tu abbia ragione. Ne sarei non felice, ma felicissimo!!!!!
;-)
Piu' che ottimista, Danny, stavolta mi definirei realista.
Concedo al Bayern l'80% di probabilita' di passare il turno, ma non penso che il gap tra le due squadre sia realmente quello visto martedi'.
Per quello che e' il mio modo di vedere il calcio, se partissimo con l'idea di rimontarli verremmo eliminati senza troppe storie.
Bisognerebbe affrontarli con la mente libera da ogni pensiero.
Un abbraccio!
Anche io sono convintissimo che la differenza tra le due squadre non sia quella vista martedì. E sono certo che anche la componente psicologica abbia avuto un peso notevole. Non dimentichiamoci poi che se è vero che hanno dominato è vero anche che hanno avuto bisogno di due errori di Buffon per segnare.
Hai ragione su quello che deve essere l'approccio della gara. Bisogna, questa volta si, entrare in campo sereni nella convinzione che non abbiamo nulla da perdere.
Posta un commento