giovedì 13 maggio 2010

Ecco come è stata ridotta la Juventus...


Nell'attesa di tornare a scrivere qualcosa di mio, posto volentieri un bellissimo articolo di Salvatore Cozzolino (Ricostruire sulle macerie), a cui vanno i miei più sinceri complimenti.

In questi giorni è interessante notare come i giornali si affannino a pubblicare articoli e notizie con presunti scoop sulla Juventus attuale e futura. Inutile dire che molte delle cose che si leggono sono autentiche bufale, partorite soprattutto in funzione del fatto che i giornali cartacei vanno pur venduti e quindi riempiti con qualcosa che possa ingolosire il tifoso e saziare la naturale tendenza di quest’ultimo a sognare.
Questo tourbillon di voci e titoloni ha l’effetto di sottoesporre anche le notizie vere, dando un quadro d’insieme poco attendibile. Proverò a mettere qualche punto fermo, per capire come possa evolvere la situazione di breve e medio periodo.
Andrea Agnelli ha cominciato in questi giorni ad analizzare da vicino la situazione della Juventus, traendo le prime drammatiche conclusioni, e cioè che il quadro complessivo è molto più grave di quello che appare all'esterno.
Dal punto di vista sportivo, vige l’anarchia più completa. Giocatori che si allenano poco e male, spogliatoio spaccato in vari clan, autoreferenzialità assoluta dei nazionali, che da tempo hanno cominciato a pensare solo ai Mondiali. In questo quadro Zaccheroni e il suo staff navigano a vista, cercando di arrivare in maniera indolore al 30 giugno.
Dal punto di vista societario cominciano a vedersi i primi effetti di lungo periodo della cura Blanc: depauperamento del marchio, mancanza di collaborazione tra i vari comparti della società, dirigenti alle prese con la stesura dei curriculum vitae, prezzo del titolo in Borsa che aggiorna nuovi minimi, riduzione prospettica dei ricavi complessivi attesi, grave ritardo nella programmazione tecnica della prossima stagione, sponsor che giocano al ribasso.
Su questo ultimo punto abbiamo scoperto un ulteriore inquietante particolare spulciando la trimestrale pubblicata subito dopo il Consiglio di Amministrazione del 10 maggio, a cui Andrea Agnelli non ha partecipato, pur essendo Presidente “in pectore”.
Ebbene si è appreso che il contratto di sponsorizzazione con BetClic per le prossime due stagioni (7,5 la prima e 8,5 la seconda) contiene una piccola postilla che riduce a 6,5 milioni l’ammontare del corrispettivo per la prima stagione in caso di mancata qualificazione alla Champions League.
Ecco, dunque, la cura Blanc. La Juventus nel 2006 era la prima società al mondo per sponsor di maglia, 24 mln annui. Nel 2007 dopo Calciopoli la Tamoil aveva ancora dato fiducia per un anno, a circa 13 milioni annui. Successivamente non riesce a trovare lo sponsor e la FIAT risolve il problema tramite New Holland che eroga circa 11 milioni annui. Infine, dopo 4 anni, e dopo aver bruciato un aumento di capitale, l’unica soluzione è BetClic a 7,5 milioni con l'asterisco che li riduce a 6,5. Ecco cosa intendevo per depauperamento del marchio quando, nel corso delle Assemblee degli ultimi quattro anni, avevo messo in guardia gli azionisti, piccoli e grandi, circa il pericoloso andazzo della gestione Blanc.
Andrea Agnelli di questi numeri avrebbe già preso atto e avrebbe deciso di “segare” il tennista francese fin dal prossimo giugno, anche perché, se dovesse arrivare Marotta, il profilo professionale di quest’ultimo è più da Amministratore Delegato che da Direttore Sportivo.
Per quanto riguarda Marotta la trattativa è stata avviata e condotta dalla vecchia gestione e sembrerebbe che il neo-Presidente non sia pienamente convinto della scelta. Probabilmente alla fine si farà lo stesso, e sono convinto che la professionalità di Marotta non sia in discussione. E’ da capire però quale possa essere il suo impatto su una realtà complessa come quella della Juventus, dove pressioni ed aspettative sono infinitamente più alte che a Genova.
Anche per quanto riguarda Benitez ricorderete che, primo fra tutti, Ju29ro.com aveva preannunciato che la pista si stava raffreddando. Non ci eravamo sbagliati. Il primo a nutrire perplessità in merito è stato Bettega, che di sicuro non avrà mancato di esprimere le sue riserve al nuovo Presidente. Andrea Agnelli ha evidentemente ereditato il pragmatismo del papà Umberto e ha capito che alla Juventus attuale non serve un tecnico straniero, alla prima esperienza in Italia, e soprattutto con pretese economiche irreali. L'idea invece è di scegliere un sergente di ferro italiano di gran carisma, che sappia coniugare il lavoro sul campo con le esigenze della società. E i primi nomi sul taccuino sono quelli di Capello e in subordine di Spalletti. Se non si dovesse riuscire a raggiungere uno di questi due la scelta avverrà tra Del Neri, Prandelli o Allegri, in ogni caso tecnici a mio avviso di seconda fascia.
Qualcuno obietta che Capello non accetterebbe mai di allenare una squadra da rifondare. Questo è vero, ma è altrettanto reale il rapporto di stima con il nuovo Presidente, il che potrebbe fargli accettare una sfida nuova, titanica certo, ma sicuramente non priva di stimoli per uno come Don Fabio, che nella sua carriera ha già fatto il pieno sia in termini economici che sportivi.
D’altronde il nuovo tecnico dovrà accettare un programma di medio periodo, ed eventualmente mettere in preventivo una stagione di transizione, proprio perché la programmazione del mercato e della rifondazione è in grave ritardo. Andrea Agnelli si è reso conto che l’unica strada maestra per riportare la Juventus sui binari della sua storia è inculcare nuovamente nei gangli della società quella cultura del lavoro e del sacrificio tipica del DNA bianconero e polverizzata sull’altare dello “smile”.
Personalmente credo quindi che la priorità verra data alla ristrutturazione della società e alla pianificazione strategica del lavoro, senza le quali è assolutamente improbabile che si riesca ad allestire una squadra competitiva. D’altronde una delle cose più stucchevoli che i giornali amano fare è parlare di “tesoretti” di svariati milioni da utilizzare per il mercato. Chi gestisce una squadra di calcio sa bene che questi sono discorsi per i tifosi, mentre le vere risorse sono funzione del cashflow presente e futuro. E allora la “cura” Blanc ci imporrà per il prossimo anno una riduzione dei ricavi di quasi 50 milioni di euro (diritti TV e gare Champions League -25 mln, sponsor maglia -6 mln, diritti collettivi TV -7,5 mln, ricavi straordinari non ricorrenti iscritti nel 2009-2010 -10mln) e quindi, a meno di deliberare un nuovo aumento di capitale, difficilmente si potranno portare a Torino i nomi che la stampa generosamente ipotizza.
La ricostruzione della Juventus quindi dovrà avvenire per forza attraverso la politica dei piccoli passi, dello sfruttamento rigoroso delle risorse, della scelta degli uomini prima che dei tesserati. Crediamo che Andrea Agnelli, pur desideroso di regalare qualche soddisfazione ai tifosi e agli azionisti, non si farà condizionare dall’ansia di voler fare tutto e subito, correndo il grave rischio di bruciare tempo e risorse.
La sua impronta è però ben chiara sul fronte giudiziario. Anche in questo caso avevo ipotizzato, in tempi non sospetti, che l’atteggiamento della Juventus, nei confronti di Calciopoli e di tutto quello che è accaduto dal 2006 in poi, sarebbe radicalmente cambiato. Ed infatti la notizia della presentazione del ricorso verso l’assegnazione dello scudetto “di cartone”, con annessa richiesta di deferimento dell'Inter, è a mio avviso solo il primo passo in tal senso. Ritengo che la prossima mossa possa essere la sostituzione dei legali impegnati nel processo di Napoli, dove la Juventus, non dimentichiamolo, è responsabile civile e quindi potenzialmente esposta a risarcimenti milionari in caso di condanna degli imputati.
Un altro passaggio cruciale che dovrebbe concretizzarsi a breve è l’abbandono della politica strategica che aveva avviato Blanc nel 2006, e cioè quella di concentrare tutte le attività su stadio, gestione sportiva e riduzione del numero degli sponsor. Alla luce di quanto sta accadendo questa strategia sta mostrando tutti i limiti che avevo esposto nelle Assemblee degli Azionisti a partire dal 2006. In questo caso la sterzata potrebbe avvenire attraverso il ritorno a Torino di Romy Gai, che mi risulta essere imminente. Spazio dunque al vecchio progetto di entertainment company globale, soprattutto se, come ha fatto intendere il nuovo Presidente, la Juventus progressivamente sarà sempre meno dipendente da Exor e sempre più interessata allo sfruttamento del marchio anche in iniziative diverse dal calcio.
In definitiva rimango coi piedi per terra. Andrea Agnelli ha un compito difficile da eseguire, ma con i consigli giusti potrà arrivare all’obiettivo. Agli azionisti e ai tifosi tocca avere molta pazienza. Forse i cinque anni di cui si parlava nel 2006 partono oggi. Forse non saranno cinque, potrebbero essere di meno. Quello che si può sperare però è che da questo momento non sarà più tempo sprecato.

6 commenti:

squeeze ha detto...

fantastico articolo.

Thomas ha detto...

Concordo in pieno ;-)

MauryTBN ha detto...

Articolo molto interessante. Per la panchina mi affiderei sicuramente a Capello. Del Neri non mi convince, anche se ha fatto grandi cose. Inoltre è un fanatico del 4-4-2, ora non ci sono più i giocatori per metterlo in pratica. Fosse arrivato due o tre anni fa avrebbe trovato Nedved, Camoranesi al meglio, Marchionni...ora dovrebbe comprare un po' di esterni, con il rischio di accantonare Diego (altri soldi ben spesi......).

Thomas ha detto...

Anch'io in testa ho solo un nome: Fabio Capello.
Poi, nella realtà dei fatti, ovviamente immagino le difficoltà a (ri)portarlo a Torino...
A presto, Maury

Anonimo ha detto...

Spero che questo articolo lo leggano anche tutti quei tifosi che manterrebbero Blanc in società ad occuparsi delle attività economiche. Tutti quei tifosi che gli hanno creduto quando parlava di stadio e di bilancio in attivo (sfruttando e in realtà rovinando il lavoro già fatto da altri)!

roberta

Thomas ha detto...

Applauso... ;-)