Mentre girovagavo su internet, mi sono imbattuto in questo bellissimo articolo, scritto da Del Re (qui il link sul sito di GIU'leMANIdallaJUVE).
Il minimo che potessi fare, era riportarlo nel mio blog. Complimenti vivissimi all'autore.
Un Agnelli torna alla Presidenza della Juventus. Così come il padre Umberto, anche Andrea ha nel destino il dovere di rilanciare le sorti del gioiello di famiglia; egli, il padre, ci riuscì per ben due volte, in due ere calcistiche ben distinte.
Ad Andrea va un caloroso “in bocca al lupo”, viste le premesse elkaniane di quello che fino a due giorni fa era il “projettò” e che alla resa dei conti si è rivelato il più grande imbarazzo della storia juventina ultracentenaria.
Ma il presente articolo non è dedicato all’erede Agnelli che la tifoseria bianconera ha sempre sostenuto e fortemente voluto; no, il presente articolo è indirizzato a mò di lettera aperta all’altro erede Agnelli, quello “per caso”, il diafano John Jacob Philip Elkann, il cosiddetto nipote dell’Avvocato.
Già, colui che in soli quattro anni è riuscito a disintegrare la storia del club come e meglio avrebbe potuto fare il più feroce degli antijuventini, che so: uno Zeman o un Moratti qualsiasi.
Qui ed ora è perfettamente inutile stare a ricordare la storia di tale scempio: ad esempio quando e perché il padre di Leone e Oceano decise di cooptare Jean Claude Blanc nel CDA Juve, novello cavallo di troia per il ribaltone farsopolista, oppure come si fosse rifiutato di difendere i suoi straordinari dirigenti, che, nuove inter-cettazioni alla mano, risultavano nuotare più o meno con stile insieme a tutti gli altri pesci dello stagno pallonaro italiota, santi subitanei compresi; inutile anche soffermarsi sulla sua totale inettitudine che portò alla scelta di un gruppo dirigente non adeguato per qualità imprenditoriali, sportive, di comunicazione e di rispetto verso coloro che sostengono il “core business” bianconero: i suoi tifosi.
Qui ed ora voglio solo chiedere al protetto del quadrumvirato Montezemolo – Grande Stevens –Sant’Albano – Gabetti se, a distanza di quattro schifosissimi anni, visto quanto ha prodotto, e non solo a Torino, ma in proporzione direttamente inversa anche a Milano, sponda nerazzurra, ne valesse davvero la pena.
Ingegnere, valeva la pena sacrificare quel piccolo fastidioso asset della Exor per riequilibrare a Suo favore i delicati rapporti di forza all’interno della famiglia? Soprattutto visto che a quattro anni di distanza la Juve torna in mano al suo “legittimo reggente”, al quale era stata così volgarmente strappata.
Ingegnere, valeva la pena tentare questo “putsch” in salsa ferrarista, visto l’esito catastrofico dello stesso? Mi spiego meglio: il suo capo tutor, Montezemolo, Le avrà spiegato che la ribalta mediatica sportiva è un mezzo di propaganda straordinario; ma Le avrà spiegato anche che lo è solo ed esclusivamente se si ottengono risultati. Le ha spiegato, e lui dopo Italia ’90 e l’anno successivo alla Juve dovrebbe saperlo meglio di chiunque altro, che le sconfitte comportano mediaticamente l’effetto contrario? Soprattutto se tali sconfitte sono condite da tutti i record negativi pensabili ed immaginabili, siano essi sportivi che di bilancio?
Ingegnere, valeva la pena lasciare che dall'interno della società venissero dichiarate tante falsità sull’operato manageriale della Triade, al solo fine di dimostrare la bontà delle scelte da Lei intraprese in quel Maggio 2006? Mi rispiego meglio: valeva la pena raccontare la fandonia dell’insostenibilità dei bilanci dell’ex (purtroppo!) AD Giraudo rispetto a quelli simpatici del nuovo (purtroppo!) AD Blanc? Oppure avallare la denuncia contro gli ignoti Moggi, Giraudo e Bettega alla Procura di Torino per false comunicazioni sociali? Le ricordo che il giudice ha assolto con formula piena i suddetti.
Ingegnere, valeva la pena dichiarare che la Juventus sarebbe stata una società nuova, trasparente, onesta e simpatica, sostenibile sul piano sportivo e soprattutto finanziario? Mi ri-rispiego: per essere onesti e simpatici, nonché trasparenti Lei aveva promesso che mai e poi mai tre uomini soli avrebbero avuto tutto il potere nelle loro mani; ma allora mi spieghi perché Blanc ha ricoperto per tre anni sia il ruolo di AD che di DG e da quest’anno persino quello di Presidente. Ma soprattutto mi spieghi perché ad oggi la Juve onesta e simpatica, non quella vera e vincente pre 2006, ma la Sua, quella ridanciana e perdente, abbia l’ex (per fortuna!) Presidente, l’AD ed il DG tutti indagati per reati finanziari; senza contare che anche uno dei Suoi tutor è sotto processo per la questioncina “Equity Swap”.
In fine, e concludo, Ingegnere, valeva la pena farsi odiare in maniera così viscerale da un quinto del popolo italiano? Crede davvero che l’aver ricondotto questo ignobile surrogato della nostra Juventus nelle legittime mani di Suo cugino Andrea attenuerà quel senso di giusto disprezzo che ogni juventino vero proverà sempre nei suoi confronti?
John, ne valeva la pena?
Il minimo che potessi fare, era riportarlo nel mio blog. Complimenti vivissimi all'autore.
Un Agnelli torna alla Presidenza della Juventus. Così come il padre Umberto, anche Andrea ha nel destino il dovere di rilanciare le sorti del gioiello di famiglia; egli, il padre, ci riuscì per ben due volte, in due ere calcistiche ben distinte.
Ad Andrea va un caloroso “in bocca al lupo”, viste le premesse elkaniane di quello che fino a due giorni fa era il “projettò” e che alla resa dei conti si è rivelato il più grande imbarazzo della storia juventina ultracentenaria.
Ma il presente articolo non è dedicato all’erede Agnelli che la tifoseria bianconera ha sempre sostenuto e fortemente voluto; no, il presente articolo è indirizzato a mò di lettera aperta all’altro erede Agnelli, quello “per caso”, il diafano John Jacob Philip Elkann, il cosiddetto nipote dell’Avvocato.
Già, colui che in soli quattro anni è riuscito a disintegrare la storia del club come e meglio avrebbe potuto fare il più feroce degli antijuventini, che so: uno Zeman o un Moratti qualsiasi.
Qui ed ora è perfettamente inutile stare a ricordare la storia di tale scempio: ad esempio quando e perché il padre di Leone e Oceano decise di cooptare Jean Claude Blanc nel CDA Juve, novello cavallo di troia per il ribaltone farsopolista, oppure come si fosse rifiutato di difendere i suoi straordinari dirigenti, che, nuove inter-cettazioni alla mano, risultavano nuotare più o meno con stile insieme a tutti gli altri pesci dello stagno pallonaro italiota, santi subitanei compresi; inutile anche soffermarsi sulla sua totale inettitudine che portò alla scelta di un gruppo dirigente non adeguato per qualità imprenditoriali, sportive, di comunicazione e di rispetto verso coloro che sostengono il “core business” bianconero: i suoi tifosi.
Qui ed ora voglio solo chiedere al protetto del quadrumvirato Montezemolo – Grande Stevens –Sant’Albano – Gabetti se, a distanza di quattro schifosissimi anni, visto quanto ha prodotto, e non solo a Torino, ma in proporzione direttamente inversa anche a Milano, sponda nerazzurra, ne valesse davvero la pena.
Ingegnere, valeva la pena sacrificare quel piccolo fastidioso asset della Exor per riequilibrare a Suo favore i delicati rapporti di forza all’interno della famiglia? Soprattutto visto che a quattro anni di distanza la Juve torna in mano al suo “legittimo reggente”, al quale era stata così volgarmente strappata.
Ingegnere, valeva la pena tentare questo “putsch” in salsa ferrarista, visto l’esito catastrofico dello stesso? Mi spiego meglio: il suo capo tutor, Montezemolo, Le avrà spiegato che la ribalta mediatica sportiva è un mezzo di propaganda straordinario; ma Le avrà spiegato anche che lo è solo ed esclusivamente se si ottengono risultati. Le ha spiegato, e lui dopo Italia ’90 e l’anno successivo alla Juve dovrebbe saperlo meglio di chiunque altro, che le sconfitte comportano mediaticamente l’effetto contrario? Soprattutto se tali sconfitte sono condite da tutti i record negativi pensabili ed immaginabili, siano essi sportivi che di bilancio?
Ingegnere, valeva la pena lasciare che dall'interno della società venissero dichiarate tante falsità sull’operato manageriale della Triade, al solo fine di dimostrare la bontà delle scelte da Lei intraprese in quel Maggio 2006? Mi rispiego meglio: valeva la pena raccontare la fandonia dell’insostenibilità dei bilanci dell’ex (purtroppo!) AD Giraudo rispetto a quelli simpatici del nuovo (purtroppo!) AD Blanc? Oppure avallare la denuncia contro gli ignoti Moggi, Giraudo e Bettega alla Procura di Torino per false comunicazioni sociali? Le ricordo che il giudice ha assolto con formula piena i suddetti.
Ingegnere, valeva la pena dichiarare che la Juventus sarebbe stata una società nuova, trasparente, onesta e simpatica, sostenibile sul piano sportivo e soprattutto finanziario? Mi ri-rispiego: per essere onesti e simpatici, nonché trasparenti Lei aveva promesso che mai e poi mai tre uomini soli avrebbero avuto tutto il potere nelle loro mani; ma allora mi spieghi perché Blanc ha ricoperto per tre anni sia il ruolo di AD che di DG e da quest’anno persino quello di Presidente. Ma soprattutto mi spieghi perché ad oggi la Juve onesta e simpatica, non quella vera e vincente pre 2006, ma la Sua, quella ridanciana e perdente, abbia l’ex (per fortuna!) Presidente, l’AD ed il DG tutti indagati per reati finanziari; senza contare che anche uno dei Suoi tutor è sotto processo per la questioncina “Equity Swap”.
In fine, e concludo, Ingegnere, valeva la pena farsi odiare in maniera così viscerale da un quinto del popolo italiano? Crede davvero che l’aver ricondotto questo ignobile surrogato della nostra Juventus nelle legittime mani di Suo cugino Andrea attenuerà quel senso di giusto disprezzo che ogni juventino vero proverà sempre nei suoi confronti?
John, ne valeva la pena?
Ps: così... solo per scrivere altre due righe in croce...
Riporto giusto il contenuto di questa intercettazione fresca fresca...
Roma, 24 mag (Il Velino) - La sera del 12 maggio 2005, al termine della partita Cagliari-Inter (1-1), l’arbitro Paolo Bertini chiama il designatore Paolo Bergamo per lamentarsi delle pressioni di Giacinto Facchetti prima dell’inizio dell’incontro. “Sa, questa è la tredicesima partita, eh? - dice l’ex calciatore all’arbitro negli spogliatoi -. Per ora siamo in perfetta parità: quattro perse, quattro vinte e quattro pareggiate. Eh, sa, per l’Inter non è che sia un grande score…”. “Non è stato piacevole - commenta Bertini con Bergamo -. A volte è imbarazzante una premessa del genere…”
BERGAMO - Pronto?
BERTINI - Sei a letto, Paolo eh?
BERGAMO - No, se… Allora?
BERTINI - Com’è andata, che mi dici?
BERGAMO - Mah, ho visto l’ultima mezz’ora perché m’avevano avvertito di questo fallo di mano che… no, non è mica espulsione comunque…
BERTINI - Quella non è espulsione!?
BERGAMO - No… non è mica… una chiara occasione da rete…
BERTINI - Ma poi si può fare una disposizione di carattere tecnico su tutto ma non c’ha… forse la mancata percezione di dove fosse come posizione ma non può essere ritenuta una occasione di…
BERGAMO - No, assolutamente.
BERTINI - È stato quello che… l’unica cosa…
BERGAMO - Protestavano un po’ quelli dell’Inter, so’ un po’ insofferenti, quando…
BERTINI - Eh, me ne so’ accorto. È stata una remata dal primo minuto, poi, eh? Non capisco, non capisco perché. Tra l’altro c’è stato Facchetti a inizio partita, è venuto dentro lo spogliatoio a salutare con quel fare sempre… “Ah, sa questa è la tredicesima partita, eh? Per ora siamo in perfetta parità: quattro perse, quattro vinte e quattro pareggiate. Eh, sa, per l’Inter non è che sia un grande score”, ha detto. Quindi l’abbiamo preparata in questo modo la partita.
BERGAMO - Mh, mh…
BERTINI - Eh, non è stato piacevole, non è stato piacevole…
BERGAMO - E bisogna che ci parli, sì. …(incomprensibile) …più tranquillo in campo… C’avevo già parlato, gliel’avevo già detto, ma questo non capisce un ca**o…
BERTINI - No, ma ho l’impressione… non so nemmeno l’interlocuzione più giusta quale possa essere perché questa veramente…. A volte è imbarazzante. Una premessa del genere… ci siamo guardati tutti, ci siamo guardati tutti prima della partita…
BERGAMO - Ascoltami, quando avrai buttato giù con me, dopo chiama Gigi (probabilmente Pairetto, ndr) che si è accorto che m’hai chiamato…
BERTINI - Dici? Sì, sì certo.
BERGAMO - Capiscimi…
BERTINI - E quindi, niente, insomma, questa situazione te l’ho detta appunto.
BERGAMO - Grazie, comunque la partita, a parte il clima…
BERTINI - Al di là di questo, insomma la partita è poi andata bene.
BERGAMO - Per quella parte lì che ti diceva ti ci penso io, dai...
BERTINI - Sì, perché tra l’altro non ha neanche senso. Non mi sembra di avere fatto… Anzi, anzi… Vabbuò.
BERGAMO - Buonanotte, ci sentiamo.
BERTINI - Ci sentiamo domani, va…
BERGAMO - Vabbè grazie, ciao.
BERTINI – Ciao.
CIAO A TUTTI.....
6 commenti:
Per l'ingegnere imberbe ne è valsa la pena. Il fatto che il giocattolo di famiglia sia tornato ad Andrea è solo una piccola sconfitta per lui. Ma per il resto è stata vittoria su tutti i fronti.
Per lui!
...però a questo punto, con il senno di poi, almeno una cosa bisogna riconoscerla: la cessione di Zanetti e di Marchionni non è stata così scandalosa come si pensava.
Certo, da Zanetti a Melo di differenza ce n'è tanta! (soprattutto come persona, direi).
E Marchionni non è un campione, ma dove la trovi un'altra ala? Marchionni si poteva cedere, ma andava rimpiazzato - ahinoi.
Su quello che scrivi, d'accordissimo. A me personalmente danno un gran fastidio queste considerazioni del tipo "via Moggi tutto bello". Non so se hai letto l'intervista al giudice Narducci su Repubblica di venerdì scorso...
E sì che sembrano persone intelligenti, quando non parlano di calcio.
"ridanciana e perdente"
mi piacerebbe fare una maglia bianconera con la foto di john elkann e questa scritta appena sotto.
Guliano
Ovvio che in quattro anni anche per caso, per fortuna o per culo qualcosa la indovini.
Poi dopo l'arrivo di Bettega qualche stortura è stata persino raddrizzata, cito l'esilio BENEDETTO di molinaro el bananero, e tiago detto il mariadefillippi de torino.
Sull'operazione Melo che ha portato i due a torino, sono sempre stato d'accordo.
Zanetti è quasi sempre in infermeria e di marchionni ne trovi in qualsiasi campetto di serie B.
Il problema, ovviamente, è aver spalleggiato la gazzetta, pistocchi, mediaset, piccinini, ziliani, palombo e la melandri nel 2006.
Quello è il DRAMMA.
Il dramma è aver cavalcato porcopoli per far fuori moggi.
Non ci stanno cazzi, per me john elkann può andasene oggi stesso a fare il missionario in angola.
http://video.gazzetta.it/?vxSiteId=bf992dde-bbc1-43ef-860e-e9cb79d55af9&vxChannel=CalcioNews&vxClipId=2570_08b6e670-681e-11df-8440-00144f02aabe&vxBitrate=300
Ahahaa hanno fatto uno scherzo a Moratti spacciandosi per Florentino Perez!
Sai, in questi giorni di intenso studio di storia e carte processuali, mi sono sempre più fermato ad una ipotesi. Secondo la quale bisognerebbe cambiare il titolo in "Caro Luca Cordero, ne valeva la pena?". Poverino questo John si è trovato in mezzo a delle canaglie, alcune insospettabili come Grande Stevens. Che peccato.
@Antonio: amara verità.
Purtroppo…
@Giuliano: quando non parlano di calcio.
Ha detto benissimo… ;-)
@marco99: la rabbia per quello che è successo non mi passerà mai.
Guardo avanti, ma non dimentico quello che hanno consentito agli altri di farci.
Via gli Elkann. Per sempre.
@squeeze: pubblicato :-)
E chi lo frega uno così?...
@IoJuventino: ogni volta che Luca-Luca si avvicina alla Juve, sono dolori.
E’ sempre stato la nostra vera rovina
La numero uno.
Sotto, accanto, dietro: gli altri.
Un abbraccio a tutti
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