
Zidane no. Lui, sul campo, danzava. Saltava gli avversari come fossero birilli, esibiva “rulete” in continuazione, ruotando il corpo su se stesso di 360 gradi e facendo perno con la pianta del piede sulla sfera, alternava movimenti continui lungo tutta l’ampiezza del prato verde ad improvvise decelerazioni, ma sempre - e comunque - con lo strumento del mestiere incollato ai piedi.
Lo accarezzava, liberandosene soltanto per consegnarlo a qualche compagno, strofinato a dovere e indirizzato là dove sarebbe servito. Così come fece in occasione dell'ultima rete realizzata dalla Juventus, quella che le permise di chiudere l'incontro con il risultato di 4-1, quando recapitò uno splendido assist a Kovačević che, scattato nel momento e nella posizione giusta, fu poi abile nel trafiggere un incolpevole Pagliuca.
Il vestito della Vecchia Signora, in quel pomeriggio di primavera, era il consueto 4-3-1-2, dove "l'1" era proprio Zinedine Yazhid "Zizou" Zidane. Nella sua abituale posizione ballava tra il centrocampo e l’attacco, divertiva il pubblico divertendosi lui stesso. A fare coppia con Del Piero, nel ruolo di prima punta, c'era David Trezeguet: infortunato Filippo Inzaghi, al francese non restava che sfruttare occasioni come questa per guadagnare spazi e consensi all’interno dell'ambiente bianconero.
Ovviamente, da cecchino che raramente sbagliava le opportunità che gli venivano offerte, non fallì: pareggiò il momentaneo vantaggio dei felsinei (ad opera di Giuseppe Signori) e portò a tre le marcature della Juventus dopo la rete del sorpasso siglata da Igor Tudor.
Carlo Ancelotti in panchina, Edwin Van der Sar in porta, e una squadra - in campo - largamente rimaneggiata: in difesa vennero schierati Tudor, Montero e i due ex di turno Iuliano e Paramatti, mentre a centrocampo – a protezione del reparto offensivo - si posizionarono Zambrotta, Tacchinardi e Pessotto, al quale venne affidato l’arduo compito di non far rimpiangere Edgar Davids.
In quella stagione lo scudetto passò da una sponda del Tevere all’altra: la detentrice Lazio si vide scucire il tricolore dalle mani della Roma di Franco Sensi e Fabio Capello, regina del mercato estivo.
La Juventus dovette attendere ancora un anno per tornare a primeggiare in Italia: dal diluvio di Perugia (nel campionato precedente) al cambio delle regole sull’utilizzo degli extracomunitari (in quello di cui qui si dice, quando si permise ai giallorossi di schierare Nakata – che risultò poi decisivo – nello scontro diretto a Torino), per la seconda volta consecutiva la Vecchia Signora dovette rinunciare alla vittoria finale non soltanto per propri demeriti.
Bologna-Juventus, uno scontro che si rinnova anche quest’anno e che vedrà le due squadre affrontarsi nuovamente domenica prossima. Nella speranza di non dover assistere più ad episodi simili a quello accaduto poco meno di due anni fa, il 28 ottobre 2008, allorquando Massimo De Vita, tifoso juventino proveniente da Modena, al termine dell’incontro venne colpito da una pietra a seguito di un’aggressione di alcuni sostenitori bolognesi che tentavano di strappare al figlio la sciarpa bianconera.
Nel corso di quella gara la Vecchia Signora portò a casa, un’altra volta ancora, i tre punti. Il protagonista della serata fu indiscutibilmente Pavel Nedved, autore di una doppietta nel 2-1 finale, che consentì agli uomini dell’allora tecnico Claudio Ranieri di bissare il fresco successo nel derby torinese e di avvicinarsi, momentaneamente, all’Inter capolista.
Quel Nedved arrivato alla Juventus, in compagnia di Buffon e Thuram, proprio grazie al ricavato della cessione al Real Madrid di Zidane. Quella di Bologna rappresentò una delle ultime esibizioni in bianconero di uno dei campioni più amati dalla tifoseria: un pallone d’oro (il francese lo aveva conquistato nel 1998) che lasciava il posto ad un altro che lo avrebbe vinto a distanza di pochi anni (per il ceko sarebbe arrivato nel 2003). Unico comune denominatore tra i due, la stessa squadra: la Juventus.
E per Nedved, anche se con altre vesti, adesso si può dire che la sua storia in bianconero non è ancora finita. Articolo pubblicato su

4 commenti:
Bellissimo articolo e... quanti ricordi! :-)
Complimenti anche per la nuova testata del blog! (Bravo grafico!) ;-)
Grazie, Massim ;-)
Adesso cerchiamo anche di vederci un pò...
Uno dei prossimi fine settimana dovrei riuscire a fare un passo dalle tue parti
:-)
Il "grafico" del blog?
Un amico che conosci bene anche tu...
Un Grande Amico, come ho avuto modo di scrivere nello spazio riservato ai commenti del precedente pezzo.
A presto!
Un abbraccio!!!
Nessuno come lui, in quel suo particolarissimo ruolo, negli ultimi 30 anni. E quella testata finale per me vale più di mille assist. Grazie Zizou!
Fantastico... ;-)
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