Scorrendo l'elenco degli incontri previsti per la ventiseiesima giornata del campionato di serie A e focalizzando l'attenzione sulla corsa verso lo scudetto, a prima vista quello appena concluso sembrava potesse trattarsi di un turno favorevole per la Juventus. Dalla teoria alla pratica, invece, il ritornello è stato sempre lo stesso: Ibrahimovic ha preso per mano il Milan conducendolo ad una facile vittoria sul Palermo mentre Madama, che già conosceva l'esito della gara del "Renzo Barbera", non è andata oltre il pareggio in casa contro il "piccolo" Chievo.
Lo svedese, in testa alla classifica dei marcatori in compagnia del friulano Di Natale (diciotto reti all’attivo per entrambi), lo scorso mercoledì aveva trascinato la propria nazionale al successo esterno nell’amichevole disputata contro la Croazia (3-1 a Zagabria), uno dei nostri avversari nel gironcino del prossimo Europeo. Nello stesso giorno l’Italia di Prandelli infarcita di juventini (in sei sono scesi sul campo di “Marassi”) perdeva contro gli Stati Uniti allenati da Jürgen Klinsmann (0-1). Col senno di poi (e con le dovute cautele) questi erano indizi da non trascurare.
Sempre a proposito di Ibrahimovic va ricordato che il 5 febbraio 2012 venne espulso per aver tirato uno schiaffo al napoletano Aronica: prese tre giornate di squalifica (poi confermate), saltò Milan-Juventus e fu costretto a non giocare in campionato per quasi un mese (sino a sabato 3 marzo). In quel preciso momento i rossoneri avevano accumulato quarantaquattro punti in classifica e si trovavano ad una sola lunghezza di distacco dalla Vecchia Signora capolista, alla quale – oltretutto – spettava la possibilità di recuperare una gara rinviata per neve (quella col Parma, poi disputata il 15 febbraio).
In questo arco di tempo l’attaccante del Diavolo ha potuto comunque giocare in coppa Italia, in Champions League e – appunto – in nazionale, dove ha avuto modo di tirare fuori il meglio e il peggio del suo repertorio: assist, goals e scontri sul campo di gioco con gli avversari.
Nonostante la sua assenza il Milan si trova attualmente a cinquantaquattro punti, mentre la Juventus – ferma a quota cinquantuno – aspetta l'incontro di mercoledì 7 marzo a Bologna (un altro recupero, oltre all'incontro del "Tardini") per cercare di riagguantare i rossoneri in vetta al torneo.
In un periodo in cui avrebbe dovuto mantenere il passo giusto Madama ha invece dilapidato un esiguo vantaggio, proprio mentre i diretti rivali hanno saputo affrontare al meglio la situazione di emergenza che si è prospettata davanti a loro.
Così come è assodato che un successo potrebbe rimettere le duellanti sullo stesso piano, allo stesso modo è anche vero che gli uomini di Conte farebbero bene a non mollare la presa: Lazio (quarantotto) e Udinese (quarantasei) non sono poi così lontane.
Se l'imbattibilità è stata un pregio del quale per lungo tempo la Juventus ha potuto fregiarsi, l'elevato numero dei pareggi (dodici in venticinque gare, quasi la metà) ne ha minato il prestigio. L'attuale secondo posto è frutto anche di una fase difensiva che ha funzionato spesso ai limiti della perfezione (sono solo sedici i goals subiti), ma gli infortuni che terranno lontano dai campi di gioco Barzagli e Chiellini per diverse partite sono una difficoltà in più che la Vecchia Signora dovrà affrontare nei prossimi incontri. Nella speranza che gli attaccanti inizino a fare con regolarità il loro mestiere: segnare.
"Sta per cominciare un mese che dirà molto del nostro futuro e dobbiamo farci trovare preparati. La nostra concentrazione è rivolta soltanto a questo", ha scritto Alessandro Del Piero sul suo sito qualche giorno addietro. Aggiungendo: "Erano anni che non arrivavamo a marzo in corsa per due obiettivi, campionato e coppa Italia, dato che siamo attesi anche dalla partita di ritorno contro il Milan che vale la finale dell’Olimpico". Dopo essere partita col piede sbagliato, perdendo due punti nella gara interna con il Chievo, per raggiungere i propri obiettivi da Bologna in avanti la Juventus dovrà pigiare di nuovo il piede sull'acceleratore.
Dello stesso avviso è stato Buffon: "Vogliamo continuare a sognare".
Continuando a pareggiare, però, diventa dura fare pure quello.
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Lo svedese, in testa alla classifica dei marcatori in compagnia del friulano Di Natale (diciotto reti all’attivo per entrambi), lo scorso mercoledì aveva trascinato la propria nazionale al successo esterno nell’amichevole disputata contro la Croazia (3-1 a Zagabria), uno dei nostri avversari nel gironcino del prossimo Europeo. Nello stesso giorno l’Italia di Prandelli infarcita di juventini (in sei sono scesi sul campo di “Marassi”) perdeva contro gli Stati Uniti allenati da Jürgen Klinsmann (0-1). Col senno di poi (e con le dovute cautele) questi erano indizi da non trascurare.
Sempre a proposito di Ibrahimovic va ricordato che il 5 febbraio 2012 venne espulso per aver tirato uno schiaffo al napoletano Aronica: prese tre giornate di squalifica (poi confermate), saltò Milan-Juventus e fu costretto a non giocare in campionato per quasi un mese (sino a sabato 3 marzo). In quel preciso momento i rossoneri avevano accumulato quarantaquattro punti in classifica e si trovavano ad una sola lunghezza di distacco dalla Vecchia Signora capolista, alla quale – oltretutto – spettava la possibilità di recuperare una gara rinviata per neve (quella col Parma, poi disputata il 15 febbraio).
In questo arco di tempo l’attaccante del Diavolo ha potuto comunque giocare in coppa Italia, in Champions League e – appunto – in nazionale, dove ha avuto modo di tirare fuori il meglio e il peggio del suo repertorio: assist, goals e scontri sul campo di gioco con gli avversari.
Nonostante la sua assenza il Milan si trova attualmente a cinquantaquattro punti, mentre la Juventus – ferma a quota cinquantuno – aspetta l'incontro di mercoledì 7 marzo a Bologna (un altro recupero, oltre all'incontro del "Tardini") per cercare di riagguantare i rossoneri in vetta al torneo.
In un periodo in cui avrebbe dovuto mantenere il passo giusto Madama ha invece dilapidato un esiguo vantaggio, proprio mentre i diretti rivali hanno saputo affrontare al meglio la situazione di emergenza che si è prospettata davanti a loro.
Così come è assodato che un successo potrebbe rimettere le duellanti sullo stesso piano, allo stesso modo è anche vero che gli uomini di Conte farebbero bene a non mollare la presa: Lazio (quarantotto) e Udinese (quarantasei) non sono poi così lontane.
Se l'imbattibilità è stata un pregio del quale per lungo tempo la Juventus ha potuto fregiarsi, l'elevato numero dei pareggi (dodici in venticinque gare, quasi la metà) ne ha minato il prestigio. L'attuale secondo posto è frutto anche di una fase difensiva che ha funzionato spesso ai limiti della perfezione (sono solo sedici i goals subiti), ma gli infortuni che terranno lontano dai campi di gioco Barzagli e Chiellini per diverse partite sono una difficoltà in più che la Vecchia Signora dovrà affrontare nei prossimi incontri. Nella speranza che gli attaccanti inizino a fare con regolarità il loro mestiere: segnare.
"Sta per cominciare un mese che dirà molto del nostro futuro e dobbiamo farci trovare preparati. La nostra concentrazione è rivolta soltanto a questo", ha scritto Alessandro Del Piero sul suo sito qualche giorno addietro. Aggiungendo: "Erano anni che non arrivavamo a marzo in corsa per due obiettivi, campionato e coppa Italia, dato che siamo attesi anche dalla partita di ritorno contro il Milan che vale la finale dell’Olimpico". Dopo essere partita col piede sbagliato, perdendo due punti nella gara interna con il Chievo, per raggiungere i propri obiettivi da Bologna in avanti la Juventus dovrà pigiare di nuovo il piede sull'acceleratore.
Dello stesso avviso è stato Buffon: "Vogliamo continuare a sognare".
Continuando a pareggiare, però, diventa dura fare pure quello.
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1 commento:
se c'è ancora qualcuno che non ha chiaro che Conte non vale molto si ascolti le parole di Sacchi tra il primo e secondo tempo. Il male della Juve sono gli acquisti fatti a casso da Marotta e suggeriti da Conte puntando sulla quantità che poi non usa invece che sulla qualità.
Senza Pirlo questa squadra sarebbe da metà classifica. Non c'è uno schema di gioco solo agonismo che poi a metà campionato crolla. Mi par di vedere la juve di Del Neri con la metà di giocatori è crollata un po' prima. E' stato bello finchè è durato essere lassu ma senza meriti perchè il gioco è mancato ormai da 5 partite e a suon di pareggi forse non arriviamo neanche in Champions. L'incapacità di Conte la si evince nei campi e nel non coraggio di cambiare subito all'inizio della ripresa. il Primo cambio all'ottantesimo..e a che serve..e poi mette il Quaglia casinista con una difesa chiusa come quella del Bologna che non tocca palla nei 10 minuti ma anzi la porta via agli altri mentre il cambio giusto era Matri visto il tipo di difesa avversaria. si vede che non sa che pesci pigliare e non ha idee.
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