“Se ci dicessero che per il bene del calcio la nazionale non deve andare agli Europei, non sarebbe un problema”. L'autore di questa dichiarazione, rilasciata una settimana prima dell'inizio della manifestazione continentale, fu Cesare Prandelli. Si trattava - ovviamente - di una provocazione, fortemente criticata dall'opinione pubblica generale a partire dagli istanti successivi il momento stesso in cui il commissario tecnico l'aveva pronunciata.
Da Zurigo, sede dell'ultima amichevole giocata (e persa) contro la Russia, gli azzurri si spostarono verso la Polonia, accompagnati dall'ormai consueta cornice di polemiche.
A Danzica e Poznan hanno poi messo in mostra le diverse facce di una squadra che non ha ancora trovato una propria identità, ma che è cresciuta in maniera vertiginosa dopo le incertezze iniziali. Dall'Italia in grado di resistere ai "tiqui-taca" degli spagnoli a quella incapace di esercitare il ruolo di favorita contro la Croazia, passando per la sua versione "brutta ma vincente" esibita al cospetto dell'Irlanda di Trapattoni, in pochi avrebbero potuto lontanamente immaginare la recente lezione di calcio impartita all'Inghilterra di Roy Hodgson.
Eppure Prandelli era sicuro delle possibilità di successo dei suoi uomini: "Sono convinto che basti davvero poco per ottenere il salto di qualità e diventare di nuovo l’Italia che storicamente ha un posto tra le migliori nel mondo".
La storia viene scritta dai vincenti, agli altri non restano che le recriminazioni, fatte di "se", di "ma", di "sfortuna". Steven Gerrard, il capitano degli inglesi, oltre ad aver tenuto fede alla tradizionale sportività anglosassone ha poi candidamente ammesso: "Stavolta pensavo che la storia sarebbe stata diversa. E che per una volta avremmo avuto la fortuna necessaria per vincere ai rigori". Il riferimento è all'ennesima eliminazione subita dopo la lotteria dei penalty, la quinta di fila (agli Europei del 1996, 2004 e 2012, e ai Mondiali del 1998 e 2006). Da quel punto di vista, però, alla "dea bendata" non avrebbe potuto chiedere di più: l'Italia meritava ampiamente di vincere già al termine dei novanta minuti di gioco.
Si è trattato di un successo costruito mattone su mattone, pallone su pallone. Se poi la sfera resta incollata ai piedi di Andrea Pirlo, allora non rimane che andare su Twitter, il famoso social network, in attesa dell'arrivo dei complimenti direttamente dai profili di altre star del calcio, ancora in grado di meravigliarsi di fronte alla classe del trentatreenne centrocampista della Juventus.
Da Kiev, teatro della partita con gli inglesi, adesso l'Italia andrà a Varsavia, dove disputerà il prossimo 28 giugno la semifinale del torneo contro la Germania. Nella speranza, poi, di fare ritorno a Kiev, sede designata della finalissima (1° luglio).
Andrea Pirlo, assieme a Gianluigi Buffon (altro grande protagonista della sfida di domenica sera), era presente anche al “Westfalenstadion” di Dortmund il 4 luglio del 2006, allorquando l'Italia di Marcello Lippi sconfisse i padroni di casa nella semifinale del Mondiale tedesco. Da una sua invenzione era nata la rete di Fabio Grosso, la prima delle due che misero al tappeto la formazione allenata da Jürgen Klinsmann.
Tra gli avversari figurava anche Philipp Lahm, attuale capitano della Germania, che non si era vergognato nell’ammettere recentemente la propria preferenza verso gli inglesi come possibili avversari nella strada verso la coppa.
Di ben altro tenore, invece, il commento dei principali quotidiani tedeschi una volta venuti a conoscenza del loro prossimo sfidante. Il leitmotiv è sempre lo stesso: adesso l’Italia dovrà fare i conti con la voglia di rivalsa dei teutonici, che partiranno con il vantaggio di due giorni in più di riposo (e senza aver dovuto disputare i tempi supplementari).
Prandelli, dal canto suo, sembra non mostrare segni di cedimento: “Abbiamo pochi giorni per recuperare le forze. E dobbiamo mettere in campo una squadra viva. Manca tanto per poterli battere, ma se prepariamo bene la partita non ci sono squadre invincibili. Spagna e Germania sono molto forti, ma in certi momenti comunque ti possono concedere qualcosa. Se pensiamo che giovedì sarà una partita difficile, che sarà in bilico fino all’ultimo, possiamo uscirne vincitori”.
La speranza, in fondo, è proprio quella.
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8 commenti:
La vedo una partita molto molto difficile, non tanto per la voglia di rivalsa dei tedeschi che lascia il tempo che trova, quanto perchè in assoluto la Germania, a mio modo di vedere,in questo momento è superiore all'Italia, ma si sa che gli azzurri davanti alle difficoltà danno il meglio di se stessi e spesso compiono l'impresa. Speriamo di si, anche se, onestamente, come già detto in passato, me lo auguro più per i nostri ragazzi, che se lo meritano, che per tutta l'Italia che adesso esulta ed esalta i vari Buffon, Bonucci, Pirlo ecc, ma appena saranno finiti gli Europei tornerà ad accusarci di ogni sorta di malvagità!!
La vedo durissima anch'io, Danny.
Oltretutto mi preoccupano moltissimo quei due giorni in meno di riposo rispetto ai tedeschi.
Un abbraccio!
Dopo le sciagurate prestazioni del girone e le relative critiche, questa volta non posso che complimentarmi con gli azzurri e il loro allenatore. Un'emozionante vittoria ottenuta ai rigori e arricchita dal cucchiaio di Pirlo ha inoltre strappato un sorriso a questo paese in ginocchio, è una cosa che mi ha fatto particolarmente piacere. Ora è dura, ma il Portogallo ci insegna che non sempre i favoritissimi hanno vita facile!
Infatti, Maury ;-)
Ciao Germania... :-)
Adesso sotto con la Spagna!!!
Un abbraccio
Avevo scritto un commento prima della partita, ma poi, non soddisfatto, l'ho cancellato.
Sostanzialmente dicevo che la Germania è più forte dell'Italia e che ha un futuro radioso davanti. Però confidavo nei nostri ragazzi. Più speranza che fiducia.
Dico la verità: ho iniziato a guardare le partite dell'Europeo con molta amarezza e parecchio disgustato per le polemiche a senso unico che ne hanno caratterizzato la vigilia.
L'intento razionale era di non tifare. Ma poi già dopo pochi minuti della partita con la Spagna il cuore aveva già vinto.
Ieri mi sono addirittura esaltato dopo la terrificante sventola del 2-0 di Balotelli!
Siamo "governati" in maniera pessima, da gente di basso spessore umano e professionale, Paolo.
Capisco benissimo il senso delle tue parole.
Meno male che poi si gioca.
In fondo, il bello di questo meraviglioso sport e' racchiuso nel prato verde.
Italia in finale, senza colori diversi dall'azzurro.
Anche se il bianconero ha la sua parte importante.
Scrivo questo perche' mi fa sorridere il fatto di leggere in giro commenti, comunque positivi, "macchiati" dall'amore verso un club piuttosto di un altro.
Bah...
Un abbraccio e buona giornata!
Se giocano con il cuore si fanno voler bene, indipendentemente dal club di provenienza e dalle polemiche create ad arte. Tutte queste polemiche tra l'altro non sono minimamente tenute a bada dalla Federazione, come al solito assente. Anzi, presente solo al momento giusto, Abete e Petrucci sono stati i primi a salire sul famoso carro del vincitore dopo la partita con l'Inghilterra.
Ce ne sono tanti in gita verso Kiev, in questo momento...
Un abbraccio, Maury!
A stasera
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