Un foglio bianco, vuoto, da riempire. Le idee che partono dalla testa, ma vengono stravolte quando passano attraverso il cuore. Che piange lacrime di rabbia e disegna uno dei soliti articoli, pieni di livore, voglia di contestazione, richieste di aiuto verso chi non vuole (o non può ancora) ascoltare.
I biglietti per la prossima partita della Vecchia Signora, a Genova, accanto al computer. La voglia di strapparli, gettarli dalla finestra e farla finita. Basta calcio. Basta Juventus. Quella non c’è più. E’ durata 109 anni. Dal 2006 è diventata la "nuova Inter". Nella sua versione da "perdente di successo".
La corsa per rientrare dal lavoro, tra treni, ritardi, traffico ed altri impegni per assistere all’ennesima figuraccia. Unica differenza col passato: stavolta si giocava alle 19.00. Questa mancava. Per le altre ore, compreso quelle al sabato durate la permanenza in serie B, avevamo già dato. Adesso i ceffoni vengono presi anche dall’allenatore che "preferiva Pistone a Roberto Carlos" (Mr. Roy Hodgson) e dal suo Fulham. Da società di calcio a organo di beneficienza calcistica: chiunque può passare, prendere i tre punti (o buttarci fuori da una coppa) e andarsene. Anche senza dire nulla. L’importante, però, è salutarli sempre con il sorriso sulle labbra.
Una società senza cuore, una dirigenza senz’anima, una squadra composta da un gruppo di ragazzini che cercano l’autostima prima della vittoria. Non si possono contestare: anche dagli spalti bisogna tenere un atteggiamento consono al nuovo stile. Se qualcuno prova a fischiarli, si viene mandati a quel paese. Se si accenna a qualche critica, ti viene fatto il dito medio.
Dalla grinta di Furino alle corse rabbiose di Davids, dai baffi di Benetti agli "schizzi" di Tardelli, dai tackle di Deschamps alla zazzera bionda di Nedved, da "Combi-Rosetta-Caligaris" a "Zoff-Gentile-Cabrini", da Boniperti a Scirea, da Sivori a Platini e Zidane, da Trapattoni a Lippi e Capello.
Un foglio bianco che si sta riempiendo. Il cuore che smette di scaricare rabbia e inizia a comporre odi di epiche imprese, di eroi calcistici passati alla storia per vittorie leggendarie. La lista è lunga, una chiavetta USB non basterebbe a conservarle tutte. Le consonanti e le vocali diventano note, la tastiera un pianoforte, per riproporre una musica diventata tradizione. Ma rimasta tale.
Negli sguardi dei giocatori juventini lo sconforto, il non riuscire a fare qualcosa di positivo. La paura di un vero contrasto, la voglia di prendere il pallone (e di non lasciarlo più) rimasta solo nelle intenzioni.
Fa male, se contrapposto allo spirito di chi indossava una maglietta che una volta era un’armatura, quando si aspettava che l’ultimo degli avversari entrasse in campo per chiudere la porta a chiave. E buttarla via. Solo allora la corrida poteva avere inizio. Già dai loro occhi si capiva che sarebbe stata dura: erano la vittima predestinata. Una sola frase: "noi siamo la Juventus. Voi chi siete?". Il pallone tra i piedi come unico obiettivo. Pur di averlo, si prendeva tutto quello che gravitava in zona: gambe, caviglie, stinchi. Le tibie degli avversari, una volta finito di "sbranarli", usate come filo interdentale.
Il silenzio prima delle partite come strumento per conservare la rabbia da sfogare in campo. Leoni, quelli di una volta, contrapposti ai gattini che oggi fanno le fusa ai tifosi. Proclami che nascondono insicurezze, figlie di una proprietà che immagina bastino 50 milioni di euro ogni estate da spendere per zittire quei tifosi nostalgici di una Juventus vincente e antipatica. Una dirigenza senza capo né coda, scelte di mercato insensate figlie di progetti immaginari e condite da consulenze inappropriate. Allenatori su cui scaricare le colpe di fallimenti continui.
Tifosi, milioni di tifosi, che devono tenere duro. Perché finirà: si tratta solo di certificarne la data.
La Vecchia Signora come amante, fidanzata, moglie, confidente, sorella, migliore amica, ragione di vita. Emozioni continue. Sofferenze, anche quando si vince. Momenti della vita di ognuno scanditi da partite, giocatori che vengono visti nascere e poi passare. A volte: a guardare gli incontri dall’ultimo anello, su in cielo. Accanto all’Avvocato. Che non ne dimenticava uno.
Un esercito di sostenitori confuso, guidato da comandanti che non hanno la più pallida idea di dove si trovi la porta per uscire dalla caserma. E non sanno da che parte leggere le mappe. Troppo brutto per essere vero. Infatti: non è vero. Continuerà così sino a quando le persone che lo guidano non cambieranno. E non saranno un Ribery o un Fabregas di turno a modificare lo stato delle cose. Messaggio per gli illusi: chi vuol capire, capisca.
Il foglio bianco è pieno di ricordi, messaggi, siluri, amare constatazioni.
E anche amore. Di un semplice soldato di frontiera, orgoglioso di essere juventino.
Il computer si spegne, l’articolo è stato ormai inserito. I biglietti finiscono nel portafoglio.
Vìa, verso lo stadio Luigi Ferraris. Avanti, incontro alla prossima umiliazione. A testa alta.
Urlando "noi siamo la Juventus. Voi chi siete?".
Rivolto, naturalmente, a chi - attualmente - dirige la truppa bianconera. Prima di mettere gli avversari nel mirino, si guardino i veri nemici. A quelli che sono in casa. Dopo, si penserà ad altro.
Come a far ripartire una storia ferma dal 2006.
Articolo pubblicato su
Questa volta, a differenza delle altre, anche su “Tutto Juve.com” ho inserito un video creato da me, lo scorso 21 giugno 2009. Ringrazio la redazione del sito per avermi concesso la possibilità di farlo. Il titolo, manco a dirlo, è “Noi siamo la Juventus”. Spero che stavolta venga visto anche dalle persone che devono fare i bagagli e andarsene. Buona visione
I biglietti per la prossima partita della Vecchia Signora, a Genova, accanto al computer. La voglia di strapparli, gettarli dalla finestra e farla finita. Basta calcio. Basta Juventus. Quella non c’è più. E’ durata 109 anni. Dal 2006 è diventata la "nuova Inter". Nella sua versione da "perdente di successo".
La corsa per rientrare dal lavoro, tra treni, ritardi, traffico ed altri impegni per assistere all’ennesima figuraccia. Unica differenza col passato: stavolta si giocava alle 19.00. Questa mancava. Per le altre ore, compreso quelle al sabato durate la permanenza in serie B, avevamo già dato. Adesso i ceffoni vengono presi anche dall’allenatore che "preferiva Pistone a Roberto Carlos" (Mr. Roy Hodgson) e dal suo Fulham. Da società di calcio a organo di beneficienza calcistica: chiunque può passare, prendere i tre punti (o buttarci fuori da una coppa) e andarsene. Anche senza dire nulla. L’importante, però, è salutarli sempre con il sorriso sulle labbra.
Una società senza cuore, una dirigenza senz’anima, una squadra composta da un gruppo di ragazzini che cercano l’autostima prima della vittoria. Non si possono contestare: anche dagli spalti bisogna tenere un atteggiamento consono al nuovo stile. Se qualcuno prova a fischiarli, si viene mandati a quel paese. Se si accenna a qualche critica, ti viene fatto il dito medio.
Dalla grinta di Furino alle corse rabbiose di Davids, dai baffi di Benetti agli "schizzi" di Tardelli, dai tackle di Deschamps alla zazzera bionda di Nedved, da "Combi-Rosetta-Caligaris" a "Zoff-Gentile-Cabrini", da Boniperti a Scirea, da Sivori a Platini e Zidane, da Trapattoni a Lippi e Capello.
Un foglio bianco che si sta riempiendo. Il cuore che smette di scaricare rabbia e inizia a comporre odi di epiche imprese, di eroi calcistici passati alla storia per vittorie leggendarie. La lista è lunga, una chiavetta USB non basterebbe a conservarle tutte. Le consonanti e le vocali diventano note, la tastiera un pianoforte, per riproporre una musica diventata tradizione. Ma rimasta tale.
Negli sguardi dei giocatori juventini lo sconforto, il non riuscire a fare qualcosa di positivo. La paura di un vero contrasto, la voglia di prendere il pallone (e di non lasciarlo più) rimasta solo nelle intenzioni.
Fa male, se contrapposto allo spirito di chi indossava una maglietta che una volta era un’armatura, quando si aspettava che l’ultimo degli avversari entrasse in campo per chiudere la porta a chiave. E buttarla via. Solo allora la corrida poteva avere inizio. Già dai loro occhi si capiva che sarebbe stata dura: erano la vittima predestinata. Una sola frase: "noi siamo la Juventus. Voi chi siete?". Il pallone tra i piedi come unico obiettivo. Pur di averlo, si prendeva tutto quello che gravitava in zona: gambe, caviglie, stinchi. Le tibie degli avversari, una volta finito di "sbranarli", usate come filo interdentale.
Il silenzio prima delle partite come strumento per conservare la rabbia da sfogare in campo. Leoni, quelli di una volta, contrapposti ai gattini che oggi fanno le fusa ai tifosi. Proclami che nascondono insicurezze, figlie di una proprietà che immagina bastino 50 milioni di euro ogni estate da spendere per zittire quei tifosi nostalgici di una Juventus vincente e antipatica. Una dirigenza senza capo né coda, scelte di mercato insensate figlie di progetti immaginari e condite da consulenze inappropriate. Allenatori su cui scaricare le colpe di fallimenti continui.
Tifosi, milioni di tifosi, che devono tenere duro. Perché finirà: si tratta solo di certificarne la data.
La Vecchia Signora come amante, fidanzata, moglie, confidente, sorella, migliore amica, ragione di vita. Emozioni continue. Sofferenze, anche quando si vince. Momenti della vita di ognuno scanditi da partite, giocatori che vengono visti nascere e poi passare. A volte: a guardare gli incontri dall’ultimo anello, su in cielo. Accanto all’Avvocato. Che non ne dimenticava uno.
Un esercito di sostenitori confuso, guidato da comandanti che non hanno la più pallida idea di dove si trovi la porta per uscire dalla caserma. E non sanno da che parte leggere le mappe. Troppo brutto per essere vero. Infatti: non è vero. Continuerà così sino a quando le persone che lo guidano non cambieranno. E non saranno un Ribery o un Fabregas di turno a modificare lo stato delle cose. Messaggio per gli illusi: chi vuol capire, capisca.
Il foglio bianco è pieno di ricordi, messaggi, siluri, amare constatazioni.
E anche amore. Di un semplice soldato di frontiera, orgoglioso di essere juventino.
Il computer si spegne, l’articolo è stato ormai inserito. I biglietti finiscono nel portafoglio.
Vìa, verso lo stadio Luigi Ferraris. Avanti, incontro alla prossima umiliazione. A testa alta.
Urlando "noi siamo la Juventus. Voi chi siete?".
Rivolto, naturalmente, a chi - attualmente - dirige la truppa bianconera. Prima di mettere gli avversari nel mirino, si guardino i veri nemici. A quelli che sono in casa. Dopo, si penserà ad altro.
Come a far ripartire una storia ferma dal 2006.
Articolo pubblicato su
Questa volta, a differenza delle altre, anche su “Tutto Juve.com” ho inserito un video creato da me, lo scorso 21 giugno 2009. Ringrazio la redazione del sito per avermi concesso la possibilità di farlo. Il titolo, manco a dirlo, è “Noi siamo la Juventus”. Spero che stavolta venga visto anche dalle persone che devono fare i bagagli e andarsene. Buona visione
16 commenti:
grande Thomas! sono anch'io nella famiglia di tuttojuve!
I primi due anni avevano illuso un po' tutti, ma non si costruisce così una squadra.
I giocatori sbagliati sono stati tanti, e se i primi due anni c'era il problema di calciopoli con le sue conseguenze e urgenze ("si prende chi viene", tipo Tiago) l'anno scorso si sono commessi gravi errori, come quello di invecchiare la squadra con Grosso e Cannavaro, e poi - passi per Diego, ma quel Pippo Melo a quella cifra! Si sapeva, si vedeva, che non era un uomo che fa fare il salto di qualità. Un buon gregario, come lo fu Dunga a suo tempo...ma con quei soldi si potevano prendere due giocatori buoni e con la testa a posto.
Eccetera.
Beh, speriamo che almeno lo stadio nuovo venga su bene...
Complimenti Thomas! Hai perfattamente ragione, bisogna fare attenzione al fuoco amico
@Bianco Su Nero: ma bravo Defio ;-)
Complimenti!!!
A prestissimo :-)
(e grazie)
@Giuliano: a me non hanno mai convinto.
Solo la scorsa estate, una piccola speranza di ripresa - come scritto in passato - l’avevo.
Venduto l’unico regista della squadra (Cristiano Zanetti, anche se trascorre più tempo fuori campo che dentro), avevo capito: punto e a capo.
Lo stadio verrà bene.
Anche perché l’idea era di Giraudo…
@JUVE 90: grazie, Sante ;-)
Tra poco uscirò. Per poi tornare in tarda serata.
Un abbraccio a tutti e grazie!
Bello, bellissimo il titolo. Guarda potevi anche non scrivere nulla, tanto il significato si capiva uguale e il fatto di essere tutti sulla stessa linea di pensiero mi fa pensare a qualcosa di buono... ma da luglio però!
A: Thomas
18 marzo ore: 19.13
"Sei autorizzato a grattarti ma credo che stasera andremo fuori"
--
Riconosci questo messaggio? :(
non è che porti iella, semplicemente si capiava dopo 13 minuti di gara che avremmo perso e cosi è stato.
ps
ottimo articolo! un abbraccio..
Zebra, con "tutti" intendevo chi sai...Hai messo anche la loro foto qui sotto.
:-)
Si erano illusi di aver imparato tutto sul calcio...ahinoi.
:-(
(ma Zebina non era anche lui una plusvalenza? E Grygera?)
Super post, te l'ho "twittato". :)
Gran bell'articolo, che tuttavia mi ha fatto ancor più rimpiangere quello che è stato il nostro glorioso passato.
Leggendo le tue sapienti ed assai realistiche note, soprattutto riferite a come, in passato, sapevano porsi in campo calciatori bianconeri con i coglioni, mi hai fatto venire in mente una sequenza del film "Il Gladiatore".
Mi riferisco, infatti, alle parole pronunciate ai propri compagni dal generale romano Massimo Decimo Meridio prima della battaglia: "Forza e onore. Al mio segnale scatenate l'inferno".
Avevo letto tempo fa di uno studio di un'università che diceva che i tifosi seguono una squadra non tanto per il ricordo delle vittorie, quanto per quello dei momenti difficili. Io stesso alla parola "Juve" associo fra i primi pensieri il ricordo dell'eliminazione contro il Manchester United nel '99. Ero piccolino e avevo pianto tutta la sera dopo l'illusorio 2-0 di Inzaghi :-( Beh, se non altro usciremo da questa fase ancora più fortemente attaccati alla Juve! Detto questo, speriamo in una rivoluzione con la R maiuscola a giugno, le mosse azzeccate da questa dirigenza sono delle vere rarità!
@Giuliano: ah, sì: il calcio, per loro, è una cosa semplice… ;-)
Infatti… :-(
Zebina e Grygera sono arrivati a parametro zero.
Potrebbero portare delle plusvalenze, se ceduti.
E se solo non giocassero così male… :-)
@squeeze: grazie di cuore.
Ho visto e apprezzato moltissimo ;-)
@Il Duca: una volta era proprio così.
“Al mio segnale, scatenate l’inferno”.
E partiva la rincorsa al pallone, all’avversario, alla porta da attaccare. C’era la voglia assoluta di dominare i contendenti.
C’era la Juve.
Tornerà…
@MauryTBN: bellissimo commento! E non è la prima volta
Un abbraccio di cuore a tutti!!!
@marco99: “rimbambito” dall’orario in cui ho risposto ai commenti (2.48 del mattino), ho involontariamente “saltato” il tuo e quello di Io Juventino.
Pur avendoli letti dal cellulare nel momento in cui me li avete scritti.
Chiedo perdono!
18 marzo ore: 19.13 "Sei autorizzato a grattarti ma credo che stasera andremo fuori": certo che lo riconosco!!! Me lo hai scritto proprio in quel momento. Sei stato profetico. E pure realista… :-(
Grazie per il resto! :-)
E scusa ancora (poi ci sentiremo domani al telefono)
@Io Juventino: ne avevo anche altri in mente, di titoli…
Ma penso non li avrebbero accettati… :-)
Un abbraccio a tutt’e due!
A presto!
Dal pareggio odierno del Milan, dedico che lo scudetto ormai fa proprio schifo: e te credo, dopo che l'ha toccato e ritoccato l'Inter, chi lo vorrebbe avere tra le mani?
Bleah!
:-)
Noi siamo una tifoseria che non si merita un 40enne zoppo in porta e quattro maiali in campo. Bene solo pòulsen,che mi ha fatto ricordare cosa vuol dire NON giocare con uno schizzato in mezzo al campo. Si vedeva che avremmo preso gol,peccato x il palo di iaquinta, snervante tagliavento,ha spezzettato troppo il gioco. Sissoko veramente stupido.
http://www.corrieredellosport.it/calcio/serie_a/juve/2010/03/22-103427/Juve%2C+Zac+perde+Chimenti%3A+frattura+al+quinto+metacarpo?utm_source=juventus
Chimenti infortunato!
@Giuliano: fantastico...:-)
@Squeeze: su Chimenti... Stendiamo un velo pietoso...
:-(
(grazie per il link)
Sul resto, ho aggiunto un commento nel tuo blog (grazie per la citazione)
Un abbraccio ;-)
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