venerdì 21 gennaio 2011

Del Piero, Ibrahimovic e Trezeguet: e la chiamarono Calciopoli...

Prima di quel Sampdoria-Juventus del 22 settembre 2004 la formazione blucerchiata allenata da Walter Novellino, nonostante un difficile avvio di stagione, veniva considerata dall’opinione pubblica come una delle avversarie più probanti per verificare l’effettiva competitività della squadra bianconera agli ordini del nuovo tecnico Fabio Capello, approdato da pochi mesi a Torino come espressione di una delle ultime volontà del Dottor Umberto Agnelli per la sua Vecchia Signora. Prima della gara il tecnico juventino descrisse in questo modo i padroni di casa: "Ha due attaccanti molto pericolosi adatti per testare la nostra difesa. Dovremo affrontarla concentrati, evitando dannosi arrembaggi. E' la partita giusta per riproporre quanto di buono abbiamo messo in mostra fin qui".

Si trattava della terza giornata del campionato 2004-05, quello che si sarebbe conclusa con la vittoria dello scudetto numero ventotto per Madama. La Triade aveva lavorato in estate per consegnare all’allenatore friulano una formazione di cui si era deciso di cambiare la spina dorsale, fermo restando la conferma di Buffon: arrivarono così Cannavaro in difesa, Emerson a centrocampo e Ibrahimovic in attacco. Protagonista di una partenza a razzo, già al termine della seconda giornata la Juventus si ritrovò sola in testa alla classifica, lasciandosi alle spalle Milan, Inter, Lazio, Roma, vale a dire le principali antagoniste nella lotta per la conquista del tricolore. La Sampdoria, dal canto suo, si preparava ad ospitare i bianconeri ancora a secco di punti e con la squadra priva di alcuni giocatori importanti: Volpi, Doni, Tonetto, Diana e Carrozzieri.
Capello preferì adottare un turnover limitato al solo reparto offensivo, dove Trezeguet venne affiancato da un Del Piero apparso sino a quel momento in leggero svantaggio nelle preferenze del tecnico bianconero, rimasto immediatamente affascinato dal talento della nuova punta svedese: “Zlatan ha delle qualità straordinarie, ed è ancora giovanissimo”.
A centrocampo Blasi (scelto al posto di Tacchinardi) eresse con Emerson una diga efficace davanti alla difesa, che l’allenatore evitò di modificare rispetto agli incontri precedenti: “La retroguardia era il punto debole della squadra, fare dei cambi sarebbe dannoso”.

La storia della gara ruotò intorno a decisioni importanti su più penalties: uno concesso con il contorno di molte polemiche; un altro non assegnato benché fosse più evidente del primo; un terzo accordato su segnalazione del guardalinee, salvo poi cambiare idea.
Andiamo per ordine. Al 17’ minuto del primo tempo, durante una mischia in piena area di rigore blucerchiata Falcone cinturò Emerson e cadde a terra con lui, in mezzo ad una selva di giocatori. L’arbitro Dondarini decise subito per la massima punizione, scatenando le ire dei padroni di casa, giocatori e pubblico. Dopo quasi due minuti di discussioni Del Piero batté Antonioli, portando i bianconeri in vantaggio per uno a zero. Le telecamere confermarono la bontà della scelta del direttore di gara, mentre dalle tribune iniziarono a piovere insulti di ogni tipo da parte dei sostenitori locali. Protagonisti di una partenza aggressiva, sino a quel momento gli uomini di Capello non erano ancora riusciti a creare grossi pericoli verso la porta sampdoriana. La reazione della formazione di Novellino si concretizzò in due conclusioni di Flachi, il migliore in campo per i liguri. Nella ripresa Dondarini negò un evidente rigore alla Juventus per fallo su Camoranesi al 10’ minuto e ne assegnò invece un altro al termine della gara su segnalazione del guardalinee per un presunto fallo di Cannavaro su Pagano, salvo poi ripensarci dopo un colloquio con lo stesso assistente che, resosi conto dell’errore, gli spiegò come il difensore di origini napoletane avesse in realtà preso in pieno il pallone. Il penalty venne così trasformato in calcio d’angolo, lasciandosi alle spalle un'ulteriore coda di polemiche velenose dentro uno stadio ormai in ebollizione dalla rabbia. In mezzo a questi due episodi, nel frattempo, la Juventus aveva portato a tre le reti a suo favore, grazie ai goals segnati da Ibrahimovic (subentrato a Del Piero), bravo a girare in porta di piatto destro un suggerimento di Nedved dalla fascia, e da Trezeguet, che – rimasto in ombra per quasi tutta la partita – era riuscito ad infilare Antonioli dopo aver raccolto un pallone proveniente da una mischia formatasi dentro l’area di rigore blucerchiata a seguito di un calcio d’angolo.

Le scelte iniziali diedero ragione a Capello: “Bene, compatti, umili, determinati in tutti i momenti. Bravi, vincere qui è una bellissima impresa. Mi è piaciuta la concretezza in difesa, ho apprezzato il possesso palla. I tre attaccanti tutti in gol: il turnover porta fortuna, continueremo a farlo mantenendo il giusto equilibrio”.
Otto goals fatti e neanche uno subito dall’inizio del campionato: la sua Juventus iniziava a crescere, ed era ormai pronta per il successivo esame. Che, terminata la giornata infrasettimanale, sarebbe capitato di lì a poco: domenica, al “Delle Alpi”, avrebbe fatto visita alla Vecchia Signora il Palermo del bomber Luca Toni.
Con qualche imperfezione da correggere: “Non mi è piaciuta l'occasione che abbiamo concesso a Flachi al 94'. Un errore di piazzamento difensivo che va eliminato”.
Certo, quelli sì che erano problemi…

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5 commenti:

IoJuventino ha detto...

Recentemente un ragazzo mi ha detto: "ma che razza di squadra avrebbe costruito il Direttore Moggi se non ci fosse stata Calciopoli?". Ecco allora il motivo di inscenare la farsa!

Thomas ha detto...

Nello scrivere questo pezzo, te lo posso assicurare, ho sofferto un po’ più delle altre volte.
Uscito dal lavoro andai allo stadio a vedermi la partita.
Anzi: quella Juve.
Il primo tempo non fu bellissimo, ma la squadra dava una sensazione di forza incredibile.
Il resto fu polemica, tanto “rosicamento” da parte dei padroni di casa e… Del Piero, Ibrahimovic e Trezeguet…
Mi innamorai (calcisticamente parlando) di Emerson, uno dei centrocampisti più forti che abbia mai visto passare dalle nostre parti. Chiudo gli occhi e mi immagino una linea mediana formata da un trittico con lui, (il primo) Paulo Sousa e Deschamps a sostegno di Zidane.
Mamma mia…

Eravamo forti. Tanto.
Troppo.
Ne abbiamo pagato le conseguenze.
In Italia, in certe Famiglie, quando cade il Re succedono queste cose…

Un abbraccio

Scarinzi Luca ha detto...

Thomas, un conto è leggere il tuo pezzo, un altro è quello del tuo commento in risposta a "Io Juventino".

Mi hai fatto rivivere delle emozioni che ormai da tempo si fanno mancare.
Emerson, il puma, che giocatore!
Mi ricordo ancora il suo gol al Real Madrid all'ultimo minuto, valido per la qualificazione.

Ho i brividi, brividi!

Un abbraccio!
E' sempre bello passare da qui!

Luca

Thomas ha detto...

Luca,
sei blogger quanto il sottoscritto, e sai benissimo quanto possono far piacere commenti come i tuoi.
Ti ringrazio

Bentornato
Un abbraccio!

JUVE 90 ha detto...

hai ragione Thomas... io un centrocampista come emerson non l'ho più visto...