sabato 6 febbraio 2010

Le 444 presenze di Del Piero e il "peso" della maglia bianconera...


Una vittoria a Livorno. Nulla di più. Una sola vittoria per trascorrere finalmente una domenica serena. Simile a tante trascorse in passato, anche se diverse nei contorni. I limiti e gli errori dell’attuale proprietà, della dirigenza e della squadra ormai sono stati vivisezionati in ogni singolo punto: adesso spazio al campo. Una vittoria per infilare nello zainetto tre punti e guardare con animo interessato allo scontro di domani sera tra Fiorentina e Roma. Una vittoria per poter permettere a Zaccheroni e Bettega di iniziare un percorso da traghettatori tra questa Juventus e quella che prenderà corpo il prossimo maggio, allorquando qualcosa dovrà cambiare.
Difesa a tre o a quattro, centrocampo a quattro o a tre, attacco scontato (non ci sono alternative): la speranza che i numeri servano a creare un gioco, oltre i risultati. Indispensabili i secondi, necessari i primi. Perché senza gioco non si va da nessuna parte. A meno che non si decida di affidarsi ai colpi dei singoli: ma questa squadra, al momento, non se lo può permettere. Non solo per le numerose assenze.

La maglia della Juventus pesa chili, non grammi. Il senso di responsabilità che assale un giocatore quando la indossa, deriva dalla leggenda che ha accompagnato quel nome negli anni. Si può dire, a ragione, anche nei secoli (uno, ma sempre secolo è). Milioni di tifosi che riconoscono in quei colori la nobiltà del calcio, e che chiedono alla società di essere competitiva sino in fondo in tutte le competizioni: la vittoria come normalità; il pareggio come un senso di disagio; la sconfitta come un’onta da cancellare al più presto.
Se da questo peso si finisce con l’essere schiacciati, si rischia l’assuefazione a tutto: anche alle brutte figure. Perché diventa difficile uscire dalle situazioni critiche quando sai sempre di essere all’ultima spiaggia, quando il tuo unico compito rimane quello di prevalere sull’avversario e non puoi avere alternative.
Se la società - poi - inizia a sbandare, a nascondersi dalle responsabilità e fa (intra)vedere segni di debolezza anche dall’interno, rischi di trovarti solo contro il mondo intero: perfino nei confronti di chi dovrebbe stare dalla tua parte.

Ben venga la figura di Zaccheroni, che non potrà fare miracoli ma è dotato di buonsenso, che possiede la praticità di chi ha fatto anni di gavetta, ha maturato esperienze importanti in ambienti difficili e vinto. "Sollevato" dall’incarico Ferrara, Felipe Melo si è sentito "sollevato" da un problema: l’alibi principale delle sue prestazioni negative non è più seduto sulla panchina. Ora non ha più scuse. In realtà, un’altra l’avrebbe: una società che cercava un regista e ha comprato lui. Ad un prezzo altissimo.
Al nuovo traghettatore il compito di disegnargli una zona di campo dove permettergli di esprimere al massimo le sue potenzialità; al giocatore l’invito di smetterla di parlare fuori dal rettangolo verde e di iniziare a giocare a pallone come è in grado di fare con la maglia della sua nazionale.
Questo vale per lui così come per tutti gli altri attori in campo: basta parlare, ora spazio ai fatti.

Smontato un progetto mai nato, alle ricorrenti notizie sui calciatori e allenatori accostati alla Juventus si sono aggiunte quelle sulle figure dirigenziali: lì si costruirà la nuova società. Da quelle scelte si capirà - ad occhio - se la nuova creatura potrà essere vincente o meno. Perchè anche al di fuori del campo di gioco non contano gli schemi: sono i nomi che fanno la differenza. Così come la qualità: quella delle persone giuste da posizionare dietro la scrivania. A loro, poi, il compito di scegliere i futuri protagonisti da mandare in campo.
Con addosso quella maglia bianconera che pesa chili, non grammi. E che Alessandro Del Piero, al fischio d’inizio dell’incontro con il Livorno, avrà indossato per un totale di 444 volte nei campionati italiani (inferno della serie B compreso).
Auguri, Capitano. E grazie per le tante domeniche "normali" che ci hai permesso di trascorrere.

Articolo pubblicato su Tutto Juve.com



10 commenti:

marco99 ha detto...

come ho detto e scritto altre volte (troppe) qui non siamo di fronte ad un progetto, qui siamo di fronte ad una navigazione a vista con scelte discutibili che si alternano senza soluzione di continuità..
zac o non zac qui la minestra è sempre la stessa..

Thomas ha detto...

Mi auguro solo Zaccheroni possa essere un buon traghettatore.
C'è da salvare il salvabile da qui a fine stagione.
Qualche vittoria potrebbe aiutare a conoscere meglio il reale valore di questa squadra.
Che non sarà da scudetto, ma neanche da esclusione dalla zona Europa League...
Poi qualcosa "dovrà cambiare"... ;-)
Un abbraccio!!!

JUVE 90 ha detto...

Il problema è proprio quello, la sensazione è di un totale blocco psicologico che subentra ogni qual volta prendiamo un gol. Se ne sono accorti tutti, anche merdinho lo disse dopo la coppa italia. A proposito di merdinho... la storia del neurone di balotelli mi ha fatto venire un dubbio... quanti neuroni avrà il "mou"?
Thomas Stavo dimenticando di farti i complimenti per l'articolo. Se qualche volta me ne scordo aggiungili da solo :-)

Mail tra un po'

Thomas ha detto...

"quanti neuroni avrà il "mou"?": su due piedi non saprei cosa risponderti...
Con la certezza nel cuore, ti direi più di Balotelli... :-)
Grazie per i complimenti, sei sempre gentile.
Mail in arrivo anche per te :-)
Un abbraccio!

marco99 ha detto...

mi piace questa discussione sui neuroni del muuu, però ragazzi perchè diamo per scontanto che ci sono? ;)

Thomas ha detto...

Marco... ;-)

JUVE 90 ha detto...

Marco: pare chi la prossima puntata di "chi l'ha visto?" sia dedicata alla ricerca del neurone smarrito del mou. La cosa grave è che quel neurone era anche l'unico.

Thomas ha detto...

Sante... ;-)
Stasera farò un pò sorridere gli amici, con voi due :-)
Un abbraccio!!!

IoJuventino ha detto...

Questo video verrà aggiornato presto!

Thomas ha detto...

Lo spero di cuore...
Ci credo.
Con quella fede sportiva che mi spinge ancora a vedere delle prestazioni penose di una squadra che si sta sciogliendo come la neve al sole...
Un abbraccio e grazie