domenica 11 maggio 2014

C'era una volta Camin - Lo stile e il genio di Vladimiro Caminiti

Un consiglio per la lettura


Vladimiro Caminiti se ne andò il 5 settembre 1993, consumato da un male incurabile. Aveva 61 anni. Fu giornalista, scrittore, poeta. 
Siculo di Palermo, migrato a Torino, innamorato pazzo del suo mestiere e del mestiere di don Giovanni, una vita non meno romanzesca della carriera. Uno, nessuno e centomila: Luigi Pirandello lo avrebbe riassunto così.
Camin è stato un caso letterario per come scriveva; la lingua italiana era la sua religione, ne difendeva il culto dalle invasioni barbariche con sermoni pittoreschi ma non grotteschi.

“Causio che si muove in verticale avanti e indietro, Cuccureddu che sfreccia invano cercato da Bittolo (che fa l’ha trovato?), Furino che caracolla come il Settimo lancieri, e Capello sempre impegnato da quel braccio zavorra, con quella testa alta, per vederci meglio, spunta dove meno te l’aspetti, t’infila il terzo gol, avvalorando il podismo nerboruto e ragionato di Furino; ed insomma questi quattro sono i padroni del vapore”.
Questo è un pezzo dell’articolo scritto da Vladimiro Caminiti e pubblicato su Tuttosport il giorno seguente di una vittoria della Juve sul Genoa, 3-0, con l’ultimo gol di Capello, colui che correva con il “braccio zavorra”. Si giocava il campionato 73-74, vinto dalla Lazio di Wilson e Chinaglia. Da notare l’espressione “braccio zavorra”, un’istantanea mostruosa che ti visualizza Capello che corre con il sedere ritto e il braccio destro che esce completamente fuori dal corpo: era la postura abituale del grande centrocampista friulano.

Roberto Beccantini, bolognese, ha scritto per «Tuttosport», «La Gazzetta dello Sport» e, dal 1992 al 2010, per «La Stampa». Ha seguito dieci Olimpiadi, nove Mondiali e otto Europei di calcio. Oggi collabora per «La Gazzetta dello Sport», «il Fatto quotidiano», il «Guerin Sportivo» ed «Eurosport». È stato giurato del Pallone d’oro di France Football. Ha pubblicato Juve ti amo lo stesso (Mondadori, 2007) e Quei derby che una Signora non dimentica (Priuli & Verlucca, 2007).
Riccardo Gambellisenese, autore di Coriandoli Bianconeri, Ali per vivere e Il lisiantus bianco editi da Pascal Editrice. Inoltre, ha partecipato, con i pezzi dedicati a Franco Causio, Andrea Fortunato, Fabrizio Ravanelli, Paolo Rossi e Marco Tardelli, al libro collettivo, curato dall’anaj, I nostri campioni, (Bradipolibri, 2010).

Dal sito della Bradipolibri

2 commenti:

Danny67 ha detto...

Vladimiro Caminiti, che poeta. Ricordo ancora quanto mi piaceva leggere i suo articoli. Furia-furin-furetto uno dei suoi calciatori preferiti!!

Thomas ha detto...

Piaceva moltissimo anche al sottoscritto.
Ma veramente tanto...