giovedì 28 novembre 2013

Juventus: la trasferta in Turchia ultimo ostacolo per arrivare agli ottavi


La Juventus vince la prima partita in Champions League nel corso di questa stagione, balza in un colpo solo dal quarto al secondo posto del suo gruppo e può guardare con fiducia alla prossima trasferta di Istanbul. Al termine di quella gara si potrà conoscere il nome del club che accederà agli ottavi di finale della competizione in compagnia del Real Madrid.

Dopo aver sistemato le cose in campionato, dove si è riappropriata della prima posizione, Madama ha cambiato rotta anche in Europa. Ora avrà a disposizione due risultati su tre (pareggio e vittoria) per continuare ad avere "un domani", parafrasando Conte e la dichiarazione di intenti che ha rilasciato prima del match disputato contro i danesi.

Attenzione, però, a nascondere sotto il tappeto i problemi venuti a galla nell'incontro disputato con il Copenaghen. Se in Italia la Juventus non ha mostrato il minimo segnale di timidezza di fronte al record della Roma (capace di vincere dieci partite consecutive), per poi sorpassarla in curva al primo accenno di stanchezza, non si può dire altrettanto per quanto mostrato sino ad oggi dai bianconeri in Champions League.

Pur con tutte le attenuanti del caso (le assenze, le troppe gare ravvicinate, il moltiplicarsi degli impegni per i giocatori convocati dalle rispettive nazionali), la Vecchia Signora non ha ancora ingranato quella marcia necessaria utile a ridurre il divario tecnico che la separa dai principali squadroni europei.

Nel doppio confronto con il Real Madrid non aveva certo sfigurato, anzi: ridotta in dieci uomini  al "Santiago Bernabeu" era riuscita comunque a mettere in mostra quel carattere necessario per ben figurare anche in Champions League. In quello stesso stadio (o tempio del calcio, che dir si voglia), però, mercoledì sera i madrileni sono stati in grado di distruggere il Galatasaray nonostante l'inferiorità numerica durata quasi tutto l'incontro. Le quattro reti inflitte loro in Spagna (senza un certo Cristiano Ronaldo), unite alle sei recapitate a domicilio fanno un totale di dieci goals. Contro i turchi i blancos hanno tirato fuori quella sorta di presunzione "positiva" tipica delle grandissime formazioni. La stessa che in passato ha contraddistinto molti dei successi di Madama.

La quale, ora, con tutto il rispetto per il Galatasaray ed il clima infuocato che i suoi tifosi le faranno trovare tra due settimane, dovrà mostrare anche in Europa un atteggiamento diverso da quello tenuto sino ad oggi. Sfacciato, aggressivo, spigliato. Presuntuoso. Appunto. Le servirà per evitare di cadere nell'errore di ingigantire le qualità di un avversario che è alla sua portata. E che andava già sconfitto allo "Juventus Stadium" lo scorso 2 ottobre. Quei punti lasciati per strada, oggi, avrebbero fatto terribilmente comodo ai bianconeri.

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E adesso l'ultimo difficile ostacolo


Questo articolo è di Danny67. Tutti gli altri, li puoi trovare nella sua rubrica Un Bianconero a Roma

La vittoria ottenuta allo Stadium sui danesi del Copenaghen consente alla Juventus di poter affrontare l’ultima gara del girone di qualificazione di Champions League con due risultati utili su tre. In sostanza basterà pareggiare ad Istanbul per eliminare il Galatasaray e passare agli ottavi di finale della più prestigiosa competizione europea per club. Ma occorrerà fare molta attenzione. Non sarà facile perché l’atmosfera che i bianconeri troveranno in Turchia sarà di quelle veramente terribili. La squadra di Conte dovrà giocarsi il passaggio del turno in un autentico inferno calcistico, in cui gli avversari saranno caricati a mille e cercheranno di vincere in ogni modo e con ogni mezzo. 

Inoltre un match da dentro o fuori, anche se basterà non perdere, nasconde sempre mille insidie, soprattutto a livello psicologico. Si può scendere in campo con timore, o facendo dei calcoli, cercare di non rischiare di scoprirsi troppo, insomma c’è la possibilità di non essere sereni, senza contare che per la Juve il trofeo continentale è sempre stata un vero e proprio spauracchio e le disavventure di ogni tipo che le sono capitate in questo torneo sono a tutti noi ben note. Ma l’aspetto che più mi preme sottolineare è quello tecnico-tattico. Ieri sera la Juventus ha vinto ma a me, personalmente, non ha convinto. Non è stata una bella partita e la sensazione che ho avuto è quella di una squadra che ha dovuto subire la rete del pareggio per iniziare a giocare con la convinzione e la determinazione che invece era lecito aspettarsi fin dall’inizio. 

Di certo i danesi sono una squadra scarsa ma molto organizzata tatticamente e sono bravissimi a chiudere tutti gli spazi, sia bloccando gli esterni bianconeri, costretti, una volta arrivati ai limiti dell’area avversaria, a far girare palla indietro per ricominciare l’azione, sia impedendo i pericolosi inserimenti dei centrocampisti juventini. Essendo tutti molto alti poi, i difensori del Copenaghen sono riusciti ad intercettare quasi tutti i cross indirizzati sulla testa di Llorente (complimenti allo spagnolo che si sta rivelando davvero un eccellente attaccante ed anche qualcosa di più) sventando praticamente tutti i pericoli aerei ad eccezione di quello da cui è scaturito il gol di Vidal, ma frutto di un'autentica invenzione di Pogba.

Ma tutto questo non basta, a mio modo di vedere, a giustificare l’atteggiamento degli uomini di Conte che sembravano più attenti a non commettere gravi errori nella propria metà campo che vogliosi di scardinare la difesa avversaria. La Juve ha offerto una prestazione non eccellente, nel gioco e anche nei singoli, anche se alla fine la tripletta di Arturo Vidal risalta agli occhi e gli consente di andarsene a casa con il pallone, ma io l’ho visto giocare molto meglio tante altre volte. Ovviamente è un fenomeno e va blindato al più presto. Ad ogni modo non posso fare a meno di notare la differenza che tuttora esiste tra la Juve di campionato e quella di Champions. Forse sono eccessivamente esigente, ma le vorrei vedere un po’ più simili.

domenica 24 novembre 2013

La Juve sbanca Livorno


In una recente intervista rilasciata ai microfoni di “Radio Radio” (29 ottobre), mentre commentava il cammino in serie A della squadra guidata da Rudi Garcia, Roberto Pruzzo aveva tolto ogni speranza alle rivali dei giallorossi: “Secondo me la Roma può chiudere il campionato molto rapidamente. Le prossime tre partite sono abbordabili. Nella Roma tutto funziona a meraviglia, senza intoppi. Da qui a un mese la Roma avrà dieci punti sulla seconda, e a quel punto il campionato sarà finito".

Forse guidato dal cuore, più che dalla ragione, al vecchio “O Rey di Crocefieschi” non è riuscito il tentativo di predire il susseguirsi degli eventi di un campionato che all'apparenza sembrava non avere più molti spunti da offrire agli appassionati. Sembrava, appunto.

Almeno per un giorno Madama torna in testa alla classifica, coronando in questo modo un inseguimento alla vetta iniziato dopo la scoppola rimediata a Firenze per mano dei ragazzi di Montella. Il caso ha voluto che l'evento coincidesse con un'altra trasferta dei bianconeri in Toscana, questa volta a Livorno.

Il posticipo del lunedì tra la Roma e il Cagliari, che di fatto chiuderà la tredicesima tappa del campionato, disegnerà in maniera definitiva la classifica. Un nuovo passo falso dei giallorossi, anche dovesse trattarsi di un semplice pareggio, potrebbe costare il primato a vantaggio della Vecchia Signora.

Falcidiata dalle assenze, in mezzo a infortuni e squalifiche, in un colpo solo la Juventus è riuscita ad allontanare il Napoli (sconfitto per la seconda volta consecutiva) e a riprendere la corsa in serie A senza interrompere il ciclo di vittorie iniziato prima della sosta dovuta per gli impegni della nazionale. Nelle altre due occasioni in cui si era dovuta fermare per lo stesso motivo aveva poi accumulato un pareggio (con l'Inter) e una sconfitta (quella già citata di Firenze).

Un ultimo dato curioso: l'ultimo successo a Livorno della Juventus risaliva al 27 gennaio 2008. All'epoca Madama vinse per tre reti a uno. Per i colori bianconeri segnarono Del Piero e Trezeguet (doppietta). Oggi è stata la volta di Llorente e Tévez. Altri due goleador che iniziano a trovarsi sul campo ad occhi chiusi, esattamente come in passato accadeva ai loro illustri predecessori.
In questi casi, di solito, viene facile pensare al famoso proverbio “se son rose fioriranno”...

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lunedì 11 novembre 2013

La sosta può far bene alla Juventus



Il fine settimana calcistico appena terminato non è stato certo avaro di spunti di cronaca. Tra i tanti, tralasciando volutamente l'episodio vergognoso accaduto a Salerno, si possono citare in ordine sparso: il tributo dello stadio “San Siro” alla conclusione dell'era nerazzurra di Massimo Moratti, successiva a quella del padre Angelo; l'incontro nella villa di Arcore tra Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, che ha certificato il prossimo addio di quest'ultimo da Milanello e dintorni; il nuovo, importantissimo successo di Marcello Lippi, conquistatore della Champions asiatica alla guida dell'Evergrande.

L'ex ct della Nazionale azzurra, “il più bel prodotto di Viareggio, dopo Stefania Sandrelli” (così come lo definì anni fa l'Avvocato Agnelli), è stato in passato la guida tecnica sia del Napoli che della Juventus, i due club rivali nel posticipo serale della dodicesima giornata della serie A.

Dal 9 gennaio 2011, giorno in cui Cavani mise a segno una tripletta con la quale stese Madama al “San Paolo”, la Vecchia Signora ha incontrato i campani per sette volte. Nelle ultime sei occasioni, con Antonio Conte seduto sulla sua panchina, ha perso una gara (la finalissima di Coppa Italia), ne ha pareggiate due, vinte (ben) quattro. Nel corso delle tre partite disputate in campionato allo “Juventus Stadium” ha realizzato la bellezza di otto reti, senza subirne alcuna, portando a casa nove punti.

Così come era accaduto con Walter Mazzarri, anche Benitez ha ingaggiato un duello dialettico, oltre che tattico, con Antonio Conte. Schermaglie a parte, il campo ha rimandato il Napoli al prossimo fine marzo, quando avrà nuovamente l'opportunità di sfidare la Juventus. La quale, invece, è stata promossa a pieni voti. A partire dalla dirigenza, capace di portare sotto la Mole i tre marcatori della serata senza pagare il prezzo del cartellino: Llorente, Pirlo e Pogba.

La Roma, fermata sull'1-1 dal futuro bianconero Berardi, concede altri due punti ai campioni d'Italia dopo quelli lasciati per strada contro il Torino. La sosta del campionato le consentirà di riordinare le idee e trovare le forze per superare la sindrome del braccino corto. Se il pareggio contro Cerci e compagni era giustificato dalle fatiche profuse in un cammino record, quello contro il Sassuolo appartiene alla famiglia delle “occasioni perse”. Quelle per le quali si corre il rischio di mangiarsi le mani a fine stagione.

Non soltanto la vittoria, quanto lo spirito mostrato in campo dagli uomini di Conte mettono di buonumore Madama. Invece di deprimerla, gli schiaffi di Firenze e Madrid l'hanno svegliata dal torpore di inizio anno. Raddrizzata la situazione in Italia, non resta che riprendere a vincere anche in Europa. La sosta, forse, può far bene anche a lei.

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lunedì 4 novembre 2013

C'è il Real, la Roma può attendere


Prima dell'incontro giocato e vinto dalla Juventus al "Tardini" contro il Parma, Antonio Conte aveva dipinto l'inseguimento alla Roma come un grande stimolo che avrebbe dovuto spingere i suoi uomini a mostrare una maggiore determinazione rispetto a quanto accaduto sino a quel momento. In sintesi, avrebbero dovuto buttare il cuore oltre l'ostacolo. Ostacolo che, ovviamente, era rappresentato dalla lunga striscia di vittorie giallorosse che sembrava interminabile.

Ora che il granata Cerci ha messo la parola fine al record raggiunto dalla squadra di Garcia, ecco che - tutto ad un tratto - nello specchietto retrovisore dei capitolini sono comparse Juventus e Napoli. Ebbene sì, nonostante i continui complimenti e gli inchini da parte degli avversari di fronte alle sue imprese, alla Roma è bastato ottenere un solo pareggio per rianimare la corsa allo scudetto. Buona parte del merito va diviso in parti eguali tra bianconeri e campani, bravissimi anch'essi a mantenere un ritmo altissimo in questo avvio di stagione. Questa situazione inevitabilmente non potrà durare a lungo, visto che il prossimo turno di campionato li metterà a confronto allo "Juventus Stadium" nel posticipo serale previsto per la dodicesima giornata della serie A.

Durante la splendida cavalcata giallorossa, iniziata lo scorso agosto, la porta di De Sanctis è stata violata in due sole occasioni. Il dato curioso è che i calciatori in grado di riuscirci giocano entrambi sulla fascia: Biabiany (Parma) e, appunto, Cerci. Anche se appare riduttivo limitare il raggio di azione del granata alle zone periferiche del campo, dato che - al momento attuale - dalla linea mediana in avanti Cerci è tutto quanto il Torino possa permettersi di contrapporre all'avversario di turno.

Prima di sgonfiare il record giallorosso, spostarlo nell'archivio dei ricordi e ridurne la valenza, però, è necessario attendere quantomeno la conclusione della prossima tappa della serie A: il Sassuolo, pur uscito vincitore dalla trasferta di "Marassi" contro la Sampdoria, appare come la vittima sacrificale della voglia di riscatto della formazione allenata da Garcia. Se dal big-match di Torino uscirà fuori un pareggio, oltretutto, ecco che a distanza di una settimana la Roma potrebbe riportare la distanze dalle rivali a cinque punti.

Nel calcio non tutti i pronostici scontati si rivelano esatti. Può accadere, ad esempio, che una squadra talmente forte da assumere le sembianze di un "carro armato" venga sconfitta da un'altra che - al confronto - sembra una semplice "macchina". Con questo gioco di parole Antonio Conte, la scorsa estate, aveva inteso definire il rapporto di forza esistente tra il Real Madrid e la Juventus. In una sola notte, però, tutto può succedere. A maggior ragione se Madama si dimostrerà capace di ripetere la prestazione offerta al "Bernabeu" nel primo rendez vous tra le due formazioni in Champions League. Adesso è finalmente arrivato il momento della rivincita. Per qualche ora il campionato e la Roma possono attendere.

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sabato 2 novembre 2013

La Juventus continua la caccia alla Roma dei record


Guai a pensare al Real Madrid, prima c'è il Parma”. Parole e musica di Andrea Pirlo, architetto sul campo degli ultimi due scudetti della Juventus, uno che la Champions League l'ha già vinta due volte e che conosce a memoria i pericoli che si nascondono dentro i cicli di gare che non consentono un attimo di sosta. La Vecchia Signora è attesa dall'insidiosa trasferta al “Tardini”, laddove non vince dal giorno dell'Epifania del 2010. All'epoca dei fatti finì 2-1 per la Juventus, nel momento in cui il ritorno di Roberto Bettega accanto a uno spaesato Jean Claude Blanc aveva illuso il mondo bianconero di aver trovato la medicina per tutti i problemi di Madama.

Da allora sono passati quattro anni, la differenza in casa Juventus rispetto alla situazione attuale mostra ancora una volta come nel mondo del calcio il tempo scorra più veloce della luce. Tutto si crea e si brucia a velocità incredibile, alla storia restano solo i grandi numeri e i record, quelli difficili da battere e abbattere. Due, su tutti, spiccano in questi giorni: il compleanno di Madama, datato 1° novembre, visto che centosedici anni non sono pochi per una Signora, e le dieci vittorie consecutive della Roma nelle prime gare di questo campionato. L'occasione è stata ghiotta per andare a rispolverare dall'archivio dei ricordi una Lazio che nel lontanissimo 1914 aveva totalizzato quattordici successi di fila in una serie A nella quale ancora non si giocava con la formula del girone unico. La dimostrazione che certe imprese non passano del tutto inosservate. 

Rischia di diventare un'impresa, a questo punto, fermare (o raggiungere, per Juventus e Napoli) i giallorossi di Garcia. Sulla sponda del fiume tutti attendono impazienti la caduta della Roma per celebrarne il record e ridare un senso a questo campionato, per ora vittima della dittatura di Totti e compagni. Quel momento - inevitabilmente - arriverà, ma occhio alle illusioni: alla prima Juventus di Conte nessuno avrebbe dato un centesimo, eppure concluse la stagione imbattuta in serie A. Nonostante sembra sia trascorsa un'eternità, è accaduto soltanto due anni fa. Potenza del calcio. Se Garcia dimostrerà di avere imparato anche in Italia come si vince uno scudetto, così come ha già fatto in Francia, per le altre ci sarà ben poco da sperare. 

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