venerdì 27 settembre 2013

Juve, con il Chievo regali e fair play

 
Proprio nella settimana in cui il consiglio di amministrazione del club ha approvato un progetto di bilancio che conferma il miglioramento dell’andamento economico della società, la Juventus ha rischiato di cadere rovinosamente nella seconda gara consecutiva disputata contro una formazione veronese. Dietro ad un identico risultato, però, si nascondono due storie diverse.
 
La vittoria interna ottenuta la scorsa domenica contro la squadra guidata da Mandorlini era stata raddrizzata nell'arco di una sola frazione di gioco, per poi terminare con un vero e proprio tiro al bersaglio verso la porta del malcapitato Rafael. Alla resa dei conti gli unici argomenti di discussione erano rimasti legati al primo goal in maglia bianconera messo a segno dallo spagnolo Llorente e all'uscita dal campo di un Pirlo nervoso per la sua sostituzione.
 
Nel successo del "Bentegodi" contro il Chievo, invece, l'andamento della partita ha rispecchiato fedelmente quanto sostenuto da Antonio Conte nella consueta conferenza stampa che ha preceduto l'incontro: "Sarà molto, molto difficile quest’anno riconfermarsi in Italia. Ma molto, molto difficile". Ne sa qualcosa il Napoli, che non è riuscito ad andare oltre un pareggio interno contro quel Sassuolo che soltanto tre giorni prima era stato preso a pallonate dall'Inter. E' risaputo che i turni infrasettimanali spesso nascondono insidie e brutte sorprese dietro ad ogni angolo. Le formazioni vengono smontate e rimontate più volte in poco tempo, col risultato di non riuscire quasi mai ad ottenere gli stessi risultati. Prova ne sia, ad esempio, che dal ritorno a Torino di Conte la Juventus è riuscita a vincere tre partite di fila quando in programma c'è stato un turno infrasettimanale soltanto una volta su sette. 
 
Lo stesso tecnico bianconero ne aveva discusso con i giornalisti pochi giorni fa: "È inevitabile che dobbiamo continuare a fare dei cambi, cercando di allenare chi viene fermato da queste rotazioni perché, come dico sempre, bisogna unire l’allenamento alla partita". Per completare il filotto di successi alla Juventus mancherebbe ancora una gara, il derby previsto per l'ora di pranzo della prossima domenica. Forse la partita meno indicata tra quelle previste nel calendario. In mezzo ai mugugni di Pirlo e a qualche indecisione di troppo di Buffon, Madama dovrà sfruttare al meglio le ore che la separano dall'incontro con i granata per ritrovare quella concentrazione che le consentirebbe di partire alla pari contro l'avversaria di turno. Senza, quindi, finire nuovamente sotto di una rete per poi dover rincorrere il successo sperperando energie in un periodo così affollato di impegni.
 
In un mondo del calcio dove tutto si crea e si consuma alla velocità della luce, prima di chiudere definitivamente la saracinesca sulla quinta giornata di campionato vale la pena spendere una parola sulla sportività mostrata dal Chievo in occasione del goal regolare annullato a Paloschi contro la Juventus: chapeau.
 
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giovedì 26 settembre 2013

Qualcosa non funziona

Questo articolo è di Danny67. Tutti gli altri, li puoi trovare nella sua rubrica Un Bianconero a Roma

Al momento sembra siano diverse le cose che non funzionano a dovere nella Juventus targata 2013 – 2014, non tanto nel risultato finale dei match fin qui disputati, che, tutto sommato, non è stato proprio negativo, quanto piuttosto nell’andamento delle gare e nel modo in cui queste ultime si sono sviluppate. La prima cosa che salta agli occhi è la preoccupante facilità con cui la squadra di Conte subisce gol dall’avversario di turno che riesce a concretizzare molto spesso l’unica occasione da rete creata nei novanta minuti. Nel recentissimo passato eravamo abituati ad una retroguardia pressoché imperforabile che quasi mai si distraeva e molto difficilmente concedeva al “nemico” l’opportunità di infilarla. 

Nella prime cinque partite di campionato e nell’unica sfida di Champions fino ad ora giocate invece, tranne che a Genova contro la Samp, i bianconeri hanno sempre subito gol, a causa di vere e proprie distrazioni o dei singoli (a cominciare, purtroppo, dal portiere sul quale mi soffermerò più avanti) o di tutta la difesa in blocco. Questo non è un sintomo positivo e lascia qualche dubbio sull’approccio mentale alla gara come se la proverbiale concentrazione della Vecchia Signora, punto di forza dei Campioni d’Italia nelle ultime due stagioni, avesse lasciato il posto ad un atteggiamento più morbido. 

Questa riflessione viene rafforzata dal fatto oggettivo che Madama da qualche tempo tira fuori gli artigli solo quando viene ferita, mentre prima, pur mantenendo sempre il pallino del gioco e conducendo le danze, sembra non partire con la grinta e la ferocia che le appartengono da due anni a questa parte. Già avevo accennato a questo aspetto nel mio post sul debutto stagionale europeo della Juventus, ma debbo, ahimè, ripetermi oggi. Il secondo aspetto da prendere in considerazione è la non completezza della rosa bianconera. Secondo me il turn over, necessario per diversi motivi, mette in evidenza l’inadeguatezza di alcune cosiddette riserve. 

Isla dopo una parvenza di ripresa ieri sera sembrava un pesce fuor d’acqua. Mai un dribbling, mai un’iniziativa pericolosa ma soprattutto tanti, troppi errori in fase di impostazione. Il suo apporto molto spesso si limita a dei passaggi elementari e ad una copertura in fase difensiva nemmeno troppo efficace. Sembra l’ombra dello splendido giocatore visto all’opera nell’udinese. Non vorrei sembrare troppo critico ma nemmeno Peluso convince e la sua prestazione a Verona non ha fatto altro che confermare la sensazione che, ad eccezione di Asamoah, la Juventus non abbia esterni all’altezza della situazione e gli esterni, nel gioco di Conte, sono essenziali. Lo diventano poi ancor di più quando al centro si schiera un calciatore come Llorente che deve essere messo in condizione di sfruttare uno dei pezzi migliori del suo repertorio, il colpo di testa.

Ho fatto questi due nomi, ma l'idea di fondo è che in generale, togliendo i veri titolari, la Juventus perde qualcosa sul piano della tecnica, ma anche della compattezza e della capacità di mettere in pratica gli schemi dell'allenatore. In fondo si sa, lo spartito è importante ma mostra la sua efficacia anche in base a chi lo interpreta.

Prima ho accennato a Buffon. Sicuramente qualcuno penserà che io sia esagerato ma negli ultimi tempi lo trovo decisamente sottotono. Il disimpegno che ha favorito la rete del vantaggio clivense è assolutamente non da lui e troppo spesso fatica eccessivamente a trattenere tiri che sembrano tutt’altro che irresistibili. Senza che io stia qui a raccontare tutte le volte in cui recentemente gli è sfuggito il pallone dopo una conclusione avversaria direi che quanto accaduto nell'occasione del gol annullato al Chievo è abbastanza esemplificativo del concetto espresso. 

E qui veniamo all’episodio che ha, in questo caso, facilitato decisamente il compito della Juventus al Bentegodi. Un gol regolare annullato alla squadra veronese che presto sarà catalogato come uno degli esempi più eclatanti della teoria secondo cui la Juventus è favorita costantemente dagli arbitri e che forse affiancherà altri memorabili episodi come il gol di Turone, il gol di Muntari ed il rigore di Ronaldo nell’immaginario collettivo antijuventino. L’errore è evidente, ma trattasi di errore, come un paio di rigori non visti per falli su Quagliarella nel primo tempo e Llorente nel secondo. Onore a Sannino ed a Campedelli per la signorilità mostrata nel finale di gara nonostante le continue provocazioni dei commentatori televisivi che hanno cercato in tutti i modi di mettere benzina sul fuoco delle polemiche. 

Ora aspettiamo il derby, mentre intanto il Napoli impatta in casa sol Sassuolo e mentre la Roma se ne va in fuga. Temo che i giallorossi quest’anno siano davvero temibili. Il calendario che hanno affrontato fino ad oggi è stato tutto sommato abbastanza semplice ma le poche reti subite la rendono un avversario molto pericoloso. Intanto stasera si avranno ulteriori indicazioni circa il valore di Inter e Fiorentina che si troveranno di fronte in una sfida molto interessante.

martedì 24 settembre 2013

Vincono tutte le grandi tranne il Milan

Il Napoli targato Benitez è ormai diventato una realtà consolidata del calcio italiano. Lo testimoniano sia il primo posto in classifica a punteggio pieno maturato (e mantenuto) sin dall'inizio del campionato che la recente vittoria ottenuta in Champions League contro i vice campioni d'Europa del Borussia Dormund.

La Roma di Garcia, appaiata in vetta con i campani, la stessa squadra che ad un certo punto della scorsa estate sembrava non avere né un capo né una coda, oggi rappresenta la vera e propria sorpresa di questa nuova edizione della serie A. Osservando il suo andamento, il numero che balza immediatamente agli occhi è quell'uno sulla casella delle reti subite, un'eccezione per una realtà come quella giallorossa che raramente in passato si è mostrata in grado di mantenere una simile impermeabilità nel reparto difensivo. Tanto la Roma quanto l'Inter sembrano beneficiare delle ventate di novità che hanno caratterizzato i loro ultimi mesi di vita. Per una domenica, poi, i nerazzurri di Mazzarri si sono trasformati pure in una macchina da goal, maltrattando il malcapitato Sassuolo del patron Giorgio Squinzi. Per lui, considerando la simpatia che nutre verso il Milan che non ha mai voluto nascondere, si è trattato di una giornata davvero nera.

La Fiorentina continua a viaggiare a ridosso delle prime anche grazie alle reti di Giuseppe Rossi, mentre la Juventus conferma il trend dell'ultimo periodo: aspetta di subire una rete prima di iniziare a giocare come vorrebbe sempre il suo tecnico. Mentre con Inter e Copenaghen non era riuscita ad andare oltre il pareggio, con il Verona ha ribaltato il risultato incamerando l'intera posta in palio.

Se le grandi prestazioni di Tévez ormai non fanno più notizia, per superare la squadra di Mandorlini le è sopraggiunta in aiuto una rete messa a segno da Llorente. Il partito di coloro i quali recentemente hanno puntato il dito contro le scelte dell'allenatore bianconero si è così spaccato in due: da una parte ci sono quelli che restano dalla parte di Conte, abile a gestire il pieno recupero fisico dello spagnolo dopo la lunga inattività della scorsa stagione; dall'altra sono rimasti quelli che avrebbero voluto che la punta fosse scesa in campo in Danimarca in occasione dell'esordio stagionale di Madama in Champions League.

Il Milan? Resta vittima degli errori estivi compiuti dalla società rossonera in sede di mercato: l'unico reparto che andava profondamente rinnovato era quello difensivo, invece è stato deciso di regalare ai tifosi una storia dal lieto fine come il ritorno a Milano del figliol prodigo Kakà. Le altre squadre, intanto, scappano. E senza lo squalificato Balotelli per i prossimi tre turni si annunciano tempi duri. Per sua fortuna c'è poco tempo per pensare, visto che il turno infrasettimanale del campionato riporta tutti in campo per la quinta giornata di serie A. Con tante gare concentrate in una sola settimana non è escluso che possa uscire fuori qualche risultato clamoroso.

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mercoledì 18 settembre 2013

Un brutto inizio

Questo articolo è di Danny67. Tutti gli altri, li puoi trovare nella sua rubrica Un Bianconero a Roma

Potrei apparire esagerato, eccessivo nel giudizio, ma quello che ho visto ieri sera a Copenaghen è uno spettacolo che non mi è piaciuto affatto. La Juventus ha disputato una gara nettamente al di sotto delle aspettative di tutti, dei tifosi, degli addetti ai lavori ma penso anche degli avversari. Si, indubbiamente, tenendo conto del computo finale delle occasioni, meritava di vincere ed anche largamente, ma la prestazione offerta nella trasferta danese non è stata per nulla soddisfacente. 

A mio parere sono diverse le cose che non vanno e che forse potevano essere gestite diversamente. Sono convinto che di errori ce ne siano stati parecchi ed addebitabili un po’ a tutti, allenatore compreso. Non sono qui a fare puro disfattismo e a lamentarmi immotivatamente ma vorrei provare a fare una critica seria e costruttiva. Il tempo per rifarsi non manca ma alcune cose devono cambiare, altrimenti la Champions potrebbe diventare una breve parentesi. Cerchiamo di andare con ordine. 

La prima cosa che mi viene in mente è l’approccio sbagliato alla gara che ha regalato quasi un tempo ai Danesi. Un approccio molle, timoroso, nemmeno si fosse andati a giocare a Madrid contro il Real. La squadra ha subito il forcing degli avversari in modo piuttosto passivo fin dai primi minuti incassando al 14° minuto la rete di Jorgensen . Lo schiaffo subito ha risvegliato in parte l’orgoglio dei bianconeri che, comunque, hanno impiegato parecchio per cominciare ad imbastire trame di gioco di una certa importanza. 

Proprio a proposito di questo vorrei fare la seconda osservazione. Io seguo la Juventus da circa 40 anni e devo dire che, fatta eccezione per la stagione della conquista della Champions a Roma, la Vecchia Signora mi è sembrata sempre essere una squadra inadatta per mentalità ad affrontare questo torneo, mostrandosi spesso una fotocopia sbiadita di quella compagine dominatrice di campionati. Non fa eccezione nemmeno la Juventus di Conte che sembra aver smarrito quello splendido modo di giocare del primo scudetto dell’era del mister salentino, quella meravigliosa spregiudicatezza, quel pressing alto arrembante, che non lasciava respirare l’avversario, quella sana incoscienza che ci faceva divertire e che ci lasciava soddisfatti anche quando non si portavano a casa i tre punti perché nessuno, ripeto nessuno giocava “come noi”. 

A cosa può essere attribuito questo fatto? Al modulo? Forse con il 3-5-2 non si può riproporre quanto mostrato con il 4-3-3? Può anche darsi. Io sono un fautore del 4-3-3 ma in realtà l’impressione che ho è che non sia una questione di modulo ma di atteggiamento. Anche nello scorso campionato, vinto peraltro dominando, la Juve ha un po’ perso quello smalto del primo anno di Conte, quella sana follia di gioco, diventando più calcolatrice, più utilitaristica, ma meno bella. Sembra che per il mister la priorità sia non prenderle. Altrimenti perché schierare prima Peluso e poi De Ceglie invece di Asamoah? Lo stesso Conte, a fine gara, ha detto che sulla fascia aveva bisogno di gente alta e forte fisicamente per “non concedere centimetri” agli avversari. Non lo so ma io credo che non sia la Juventus a doversi preoccupare di una squadra di quasi dilettanti ma l’esatto contrario. 

Non fraintendetemi, chi mi legge e mi conosce sa quanto io ami Antonio Conte e quanto sia consapevole che la nostra rinascita e i nostri trionfi delle ultime due stagioni siano per lo più attribuibili al suo arrivo a Torino. Lo ritengo uno dei migliori allenatori del mondo, ma in qualcosa ritengo, nella mia minima competenza, che stia sbagliando. Anche nella gestione di Llorente continua ad esserci qualcosa che non mi convince. Ha detto che nel secondo tempo ha messo Giovinco per sorprendere con la sua rapidità i lenti difensori danesi. Ok, ma nel primo tempo sono stati effettuai almeno una decina di cross nell’area di rigore avversaria dove di testa non l’abbiamo mai presa. E’ possibile che questo ragazzo, che tra l’altro ha anche una buona esperienza europea non sia in grado di affrontare una partita del genere? 

Occorre di certo tenere conto di alcune assenze che hanno condizionato molto la prestazione della difesa. La mancanza di Barzagli (ancora alle prese con la tendinopatia e perciò tenuto precauzionalmente a riposo) aggiunta a quella di Caceres, si sono rivelate un doppio danno perché non solo Andrea è un vero pilastro della difesa, forse il più completo centrale che abbiamo, ma, non essendoci nemmeno l’uruguaiano, Conte è stato costretto a schierare Ogbonna (molto incerto, siamo sicuri che sia meglio di Marrone?) centrale, visto che è mancino e non poteva essere dirottato a destra, ma soprattutto a posizionare proprio sulla destra Bonucci che non ha potuto svolgere il consueto ruolo di regista difensivo in cui si sta dimostrando uno dei migliori in Italia. 

Per quanto riguarda le prestazioni dei singoli per me Tevez è stato il migliore in assoluto, pur sbagliando un gol piuttosto facile, dimostrando di essere veramente un campione. Ha lottato come un leone riuscendo a trasformare in iniziative pericolose anche palloni difficilmente giocabili. Sono mancati un po’ sia Vidal che Pogba, ma anche Pirlo è andato a corrente alternata. Quagliarella a parte la rete si è creato altre occasioni ma la sua prestazione nel complesso non è apparsa particolarmente brillante. 

Ad ogni modo, al di là di quanto visto ieri sera, secondo me la Juventus manca di alternative all’altezza per affrontare un torneo come questo. I centrocampisti, Marchisio compreso, sono solamente quattro, mentre a parte Lichsteiner e Asamoah non ci sono esterni di livello tale da essere protagonisti in Champions. E qui comprendo pienamente Antonio Conte e tutta la sua insoddisfazione per il mercato. Forse con giocatori come Kolarov o Nani saremmo stati meglio attrezzati per ambire al traguardo finale. 

Dico questo perché se andiamo a vedere le vittorie della grandi squadre di ieri sera sono tutte dovute alle iniziative di calciatori dalle grandi doti tecniche, doti che alcuni nostri interpreti, senza fare nomi, non possiedono. Abbandonando ora le critiche, come detto prima, la Juventus ha tutto il tempo di rientrare in gioco e di passare il turno e forse da una serata come questa si possono imparare molte cose e capire meglio come proporsi in Europa tenendo ben presente, almeno questo è quello che penso, che il nostro primo obiettivo, attualmente, deve essere la riconferma in Italia.

martedì 17 settembre 2013

La Serie A fa spazio alle coppe


Il Napoli è diventato "l'anti-Juve" che in tanti (soprattutto tra i mass media) cercano di scovare senza speranza da un anno oppure è la Juventus che si è trasformata da favorita d'obbligo nella corsa alla conquista dello scudetto a principale avversaria della formazione allenata da Benitez? Se le verità spesso si trovano nel mezzo di opinioni differenti, per ora vale la pena aspettare ancora qualche settimana prima di dare fiato alle trombe.

Il posticipo serale programmato per la prossima giornata, tanto per fare un esempio, metterà di fronte i campani al Milan. Complice un calendario particolarmente benevolo nei loro riguardi, si tratterà del primo esame di un certo spessore dall'inizio della stagione. Oltretutto capiterà pochi giorni dopo l'incontro che Higuain e soci giocheranno al "San Paolo" contro i vice-campioni d'Europa del Borussia Dortmund. E se all'interno dei turni infrasettimanali si nascondono spesso delle sorprese, la quinta giornata che si svilupperà tra martedì 24 e giovedì 26 settembre potrebbe riservare qualche risultato inatteso. Questo, ovviamente, vale sia per il Napoli che per la Juventus e per le altre formazioni protagoniste anche in Europa.

La macchina messa a punto da Antonio Conte, la stessa che dovrà affrontare in Champions League carrarmati della stazza del Real Madrid, in Italia per adesso viaggia con un buon ritmo di marcia. Al tecnico bianconero i suoi dirigenti hanno tolto Giaccherini e Matri? A prima vista sembrerebbe che alla Vecchia Signora manchi più il primo che non il secondo. Fermo restando che ai box sono ancora fermi Marchisio (per infortunio) e Llorente (per volontà del suo allenatore). 

La giovane Inter di Mazzarri avrà il tempo necessario per crescere con calma sino a quando i punti inizieranno a "pesare": lì, allora, si capirà di che pasta è fatta la società nerazzurra. Che in quel momento dovrebbe aver cambiato proprietario. Scaricare le colpe di un qualsiasi fallimento sull'allenatore questa volta non le sarà più possibile. Il Milan, dal canto suo, continua a mostrare i limiti già visibili ad occhio nudo durante l'estate, mentre la Fiorentina ha finito col perdere per qualche tempo Gomez nel corso di una domenica che le ha riservato più dolori che gioie.

La prossima giornata sembra disegnata apposta per consentire un recupero in classifica della Juventus (che ospiterà il Verona) sul Napoli e sulla sorprendente Roma di Rudi Garcia, entrambe appaiate in vetta. Sembra, anche perché in mezzo c'è l'esordio in Europa delle prime della classe. Laddove gli errori non sono consentiti già a partire dal primo incontro. E le rose dei vari club saranno messe a dura prova.

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sabato 14 settembre 2013

Inter-Juve accende il campionato


Dopo la sosta causata dagli impegni della Nazionale di Cesare Prandelli, sabato riprenderà il campionato di serie A. Per la seconda volta consecutiva l'incontro di cartello della giornata riguarderà ancora la Juventus, ospite a Milano della neonata Inter di Walter Mazzarri. Se nel corso della seconda tappa della manifestazione i bianconeri si sono sbarazzati agevolmente della Lazio, in quella che sta per iniziare potrebbero trovare nei nerazzurri un ostacolo particolarmente duro da superare.

Nel calcio nostrano le partite tra Madama e l'Inter vengono considerate alla stregua di un vero e proprio derby. In ballo, infatti, non c'è soltanto la contabilità degli scudetti vinti, reclamati, tolti o aggiunti da una parte e dall'altra, quanto piuttosto una rivalità tra i club che negli ultimi anni è cresciuta così tanto da uscire dal rettangolo verde per poi entrare nelle aule dei tribunali.

Accompagnata dalle interviste di rito ai vari Luigi Simoni, Mark Iuliano e Ronaldo (Luís Nazário de Lima), i principali protagonisti del famoso scontro del lontano aprile del 1998, quella di sabato prossimo sarà l'occasione per testare l'effettiva consistenza della formazione milanese. Se della squadra di Conte si conoscono già pregi e difetti e restano da scoprire soltanto i nuovi arrivati Ogbonna e Llorente, ciò che incuriosisce dell'Inter è capire quanta sostanza c'è dietro il saldo delle reti maturato nelle due prime gare giocate in questo campionato: cinque gol segnati e zero subiti. La persona che meglio di altre potrebbe aiutare a risolvere (o dissolvere) questo dubbio è certamente l'argentino Tévez, la punta che ha aggiunto all'attacco bianconero quel pizzico di cattiveria sotto porta che era mancata nelle scorse stagioni. A Mazzarri e Conte, riconosciuti da ambo le parti come il valore aggiunto delle rispettive società, spetterà il compito di dare ulteriore sostanza ad un match che per sua natura ne ha già abbastanza. 

La gara che chiuderà la domenica del pallone sarà un derby reale, quello della Lanterna che vedrà opposte Sampdoria e Genoa, antipasto di un'altra stracittadina importante, quella tra Roma e Lazio, che animerà la prossima puntata del campionato. Una curiosità: i giallorossi di Rudi Garcia sinora hanno marciato alla stessa velocità dell'Inter. Considerando come le due società si sono comportate nel recente passato è giusto riconoscere, almeno in questa fase iniziale, la bontà del lavoro dei loro nuovi tecnici. Lo scontro tra Milan e Napoli metterà la parola fine alle partite previste tra poco più di una settimana. Visto che ci troviamo ancora all'alba di un'annata sportiva importante e densa di appuntamenti, si può dire che gli appassionati non hanno di che lamentarsi. Senza dimenticare, oltretutto, che l'Italia di Prandelli può già permettersi di scegliere la struttura nella quale alloggerà in Brasile nell'estate del 2014.

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mercoledì 4 settembre 2013

Serie A, è aumentato il livello


Alla fiera del goal che ha caratterizzato la seconda giornata di serie A hanno partecipato tutte le grandi squadre del torneo: Fiorentina (che ne ha messi a segno cinque), Juventus, Napoli (arrivate sino a quota quattro), Roma, Milan e Inter (tre reti ciascuna). Visto quanto di buono ha saputo fare nelle ultime stagioni, all'elenco appena stilato si possono poi aggiungere anche le tre marcature realizzate dall'Udinese di Guidolin nella vittoria casalinga ottenuta dai friulani contro il Parma.

Il calendario ha avuto fretta, piazzando alla terza tappa della manifestazione il primo match di cartello, ossia Inter-Juventus. Nessuno provi a lamentarsi del fatto che una gara simile è capitata troppo presto: Manchester United e Chelsea, tanto per fare un esempio, si sono ritrovate l'una di fronte all'altra in occasione della seconda giornata della Premier League.

Se tre indizi fanno una prova, otto goal subiti dalla Lazio contro la Juventus in soli centottanta minuti di gioco certificano che il divario tecnico tra le due squadre attualmente è notevole. Quanto? Quel tanto che basta per non dover ascoltare i proclami di Lotito ancora per qualche tempo. L'ormai prossima partenza delle competizioni europee, e con essa l'inevitabile accumularsi delle gare da affrontare, metterà a dura prova le rose dei club impegnati su più fronti.

Il tema della competitività della propria squadra è stato affrontato da Antonio Conte nella consueta conferenza stampa che ha preceduto la gara interna disputata contro la Lazio. Senza mettere in atto un processo alle intenzioni, per stimolare giocatori e dirigenti a dare sempre il massimo per il bene comune esistono comunque sedi e modi diversi da quelli scelti dal tecnico bianconero. Che ha poi provato a giustificare il suo sfogo rivolgendosi ai cronisti, due giorni dopo, usando queste parole: "Con voi bisogna essere finti, questa è la verità. A me dispiace, perché con voi bisogna essere finti. Quando uno esprime dei concetti in maniera passionale, diretta, esprimendo anche delusione, voi la vedete sempre in maniera diversa e questo porta a essere finti, nella mia categoria. Io per mia fortuna non sarò mai finto, vi dirò sempre la verità e quello che sento dentro".

Se la concorrenza in Europa per le formazioni italiane è agguerritissima, il livello medio del calcio nostrano sembra - almeno in apparenza - leggermente migliorato rispetto alla passata stagione. Può non essere tanto, ma è meglio di nulla. Detto della Juventus, il Napoli dà l'idea di essere più completo dello scorso anno, pur con qualche amnesia difensiva di troppo. A Benitez il lavoro non manca, ma la partenza della sua squadra è stata ottima. A Roma Garcia sta allevando i suoi giovani ad un equilibrio tattico sconosciuto per chi, negli ultimi tempi, ha vissuto nel segno del football spensierato di Luis Enrique e Zeman. L'Inter ha finalmente un allenatore di livello e l'atmosfera di novità che si respira, anche ai vertici del club, sembra giovare sull'ambiente. Il Milan che sta per riabbracciare Kakà segna e... fa segnare (gli avversari), mentre la Fiorentina ha confermato la propria vocazione offensiva mettendo in mostra a Genova i suoi gioielli Rossi e Gomez.

Insomma, di carne al fuoco ce n'è abbastanza per discuterne per due settimane, il tempo necessario per far passare la sosta della serie A dovuta agli impegni della nazionale di Cesare Prandelli. La chiusura della sessione estiva del calciomercato, intanto, ha riservato qualche colpo dell'ultim'ora. Tra quelli meno reclamizzati ce ne sono due, in particolare, che andrebbero segnati col colore rosso, in attesa della loro definitiva esplosione: si tratta dei giovanissimi Juan Manuel Iturbe e Domenico Berardi.
Il primo giocherà nelle fila del Verona, per il secondo si è mossa la Juventus, acquisendone la comproprietà dal Sassuolo. Se Conte resterà ancora a Torino nei prossimi anni avrà la possibilità di far crescere un giocatore che sembra possedere i numeri del campione.

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martedì 3 settembre 2013

Da oggi parla solo il campo

Questo articolo è di Danny67. Tutti gli altri, li puoi trovare nella sua rubrica Un Bianconero a Roma

Alle 23 di ieri sera si è conclusa finalmente la sessione estiva del calciomercato relativo alla stagione 2013-14. Dico finalmente perché ad essere sinceri era diventato insopportabile il susseguirsi continuo di nomi di calciatori che da mesi sembravano in procinto di passare alla Juventus e che alla fine invece sono rimasti dov’erano. Non voglio dare un giudizio su quanto è stato fatto in sede di campagna acquisti perché credo che alla fine, come sempre, sarà il campo a dare il proprio inappellabile verdetto su quanto è stato fatto da Beppe Marotta e Fabio Paratici in questi mesi di intensa attività. 

Per quanto mi riguarda vorrei solamente sottolineare quella che è una mia impressione, del tutto personale, di una certa mancanza di chiarezza, di sincronia e di unità di intenti tra la Società Juventus ed il proprio allenatore Antonio Conte. Al di là delle recenti esternazioni in conferenza stampa del mister Salentino non ho potuto fare a meno di notare alcune incongruenze non da poco tra quanto dichiarato dai vertici bianconeri a maggio-giugno dopo la famosa riunione seguita ai primi malumori di Conte, quanto accaduto nella prima parte del mercato e quanto compiuto nella fase finale di quest’ultimo. 

Fermo restando che quello che accade da tre anni nell’ultimo giorno di compravendite appare ai miei occhi piuttosto buffo, con Marotta, che per più di un mese è sembrato immobile, intento a girare come una trottola alla ricerca di occasioni dell’ultima ora (ma Nainggolan non mi sembra un acquisto da tentare nelle ultime ore quanto piuttosto un obiettivo da perseguire in maniera decisa e programmatica) cercando addirittura uno scambio Gilardino-Quagliarella abbastanza strano vista la tipologia di attaccante gradita dall’allenatore bianconero. 

A parte questo mi era sembrato che l’unico vero regalo desiderato da Conte fosse un esterno sinistro sia perché mancava una pedina fondamentale su quella fascia in grado di sostituire Asamoah sia perché un esterno capace di crossare in mezzo avrebbe permesso a Llorente (ancora in parte oggetto misterioso) di sfruttare al meglio le proprie caratteristiche. Invece negli ultimi giorni di trattative tutto si è cercato tranne l’esterno sinistro. Inoltre ho la sensazione che tra le promesse fatte al Mister nel periodo post secondo scudetto e quanto poi realizzato nei fatti ci sia un bel po’ di distanza. E’ solo un problema economico? 

Fortunatamente possiamo dire che il Top Player per l’attacco quest’anno è arrivato. Le prime prestazioni di Tevez lo hanno confermato. La performance di sabato contro la Lazio è stata maiuscola, a parte la splendida rete realizzata. L’argentino è sembrato veloce, forte fisicamente, combattivo, bravissimo tatticamente ed implacabile davanti alla porta. La sua intesa con Vucinic migliora di partita in partita. Confermata all’altezza della situazione tutta la squadra in generale (almeno nei titolarissimi) con un Vidal mostruoso ed un Bonucci perfetto regista difensivo. 

Siamo all’inizio certamente ma la squadra sembra essere quella di sempre, anche se quest’anno, per diverse ragioni, credo sarà molto più difficile confermarsi campioni. Il Napoli sembra essere molto temibile, forte di una ottima campagna acquisti, quadrato, motivato e messo bene in campo. La squadra partenopea sembra essere la più accreditata per contendere alla Vecchia Signora la vittoria finale. Ma io ho visto molto bene anche la Fiorentina e la Roma, entrambe con degli schemi di gioco ben precisi e molto organizzate. Inoltre sembra evidente a tutti che il divario tra le prime della classe ed il resto delle partecipanti al campionato è decisamente aumentato. Le big infatti in queste prime due giornate (tranne il Milan a Verona nell’esordio stagionale) hanno letteralmente passeggiato sulle rivali meno nobili. Ci sarà da combattere, fino alla fine.