venerdì 30 aprile 2010

La Juventus degli Agnelli

L’ultimo Re d’Italia ci aveva lasciato il 24 gennaio 2003. Gianni Agnelli si era spento poco più di un anno prima rispetto al fratello minore Umberto (27 maggio 2004).
La Juventus, il giocattolo di famiglia, la "fidanzata d’Italia", era destinata - di lì a poco - ad essere distrutta.
Dall’incontro a Marrakech tra John Elkann e Jean Claude Blanc (31 dicembre 2004), per lei è iniziata una irrefrenabile caduta libera.
Il resto, è storia del recente passato. E di un presente che, sino a pochi giorni fa, sembrava non avere neanche un futuro.

"Dopo il Sudafrica ancora in bianconero? Penso di sì, però non dipende solo da me, ma da una serie di elementi. Credo che in società abbiano intenzione di voltar pagina" (Christian Poulsen, 22 aprile 2010).
"Voltare pagina". Cambiare. Tornare a chiamarsi Juventus. Ad essere "la Juventus". Tornare in mano agli Agnelli. Lo sapevano, i diretti interessati. Se ne è parlato tanto, in questi mesi. Troppo: per le abitudini degli ultimi anni, dove in casa bianconera alle parole non sono mai stati accompagnati i fatti.
La paura, il timore dei tifosi, era che tutto questo non avrebbe mai portato ad un risultato concreto.

Prigionieri di un’ingiustizia (sportiva) che ha tolto loro uno squadrone con giocatori degni della maglia che indossavano ed una dirigenza di valore assoluto, ai sostenitori juventini non era rimasto che seguire le udienze del processo penale di Napoli, con imputato Luciano Moggi. Triste, tenendo conto che si parla (e si scrive) di calcio.

La Juventus non andava? Prima si era deciso di allontanare gli allenatori di turno, poi di accentrare le cariche più importanti - in seno alla società - in mano ad una sola persona (Blanc). I risultati non arrivavano? Allora si è pensato di aggiungere qualcosa, di dare in pasto allo sterminato "popolino" bianconero la figura carismatica di Roberto Bettega, anima e cuore di una società vincente sia in campo che fuori dal rettangolo di gioco. Un uomo legato più ad Andrea Agnelli che non a John Elkann. Un uomo, probabilmente, "di collegamento" tra il vecchio e il nuovo. Ma non bastava. Non poteva bastare. C’erano troppe cose da rimettere a posto.
Una società senz’anima, una dirigenza senza cuore, una squadra - impresentabile - da rifondare.

L’inversione di rotta era necessaria, indispensabile. La nomina dello stesso Elkann a presidente della Fiat uno degli ultimi eventi necessari affinchè tutti i pezzi del puzzle andassero al loro posto. La gestione della Juventus poteva - a questo punto - passare di mano. Sullo sfondo l’imbarazzo per le continue intercettazioni che iniziavano a girare in internet, non solo tra le aule dei tribunali. Molte delle quali venivano riportate anche dalle maggiori testate giornalistiche online. Alcune, invece, volutamente lasciate in mano ai soli siti/forum di tifosi bianconeri (una su tutte: quella relativa alla telefonata Tosatti-Moggi sul "dietro le quinte" di Farsopoli).

Era arrivato il momento: lo sapevano tutti, in Famiglia. I tifosi non si limitano, al giorno d’oggi, a leggere i giornali o a guardare la televisione: internet è uno strumento di informazione portentoso. Lì le notizia corrono, a volte volano. Senza censure. Diventano oggetto di discussioni, di condivisione di idee, di scambi di opinioni, strumenti per arrivare a conoscere alcune "verità nascoste".

Il "buco nero" di quattro anni (dal 2006 ad oggi) andava colmato. C’era la necessità di iniziare a scrivere una nuova storia, che prendesse lo stesso titolo della precedente ("La Juventus"), affidandola alle mani di un autore che provenisse dallo stesso ramo degli altri (un Agnelli). I lettori avrebbero sicuramente apprezzato, e comprato a scatola chiusa. Certi della bontà del contenuto.

Nei prossimi mesi la società verrà (molto probabilmente) rivoluzionata. Dalla competenza di Marotta (e del suo staff) alle qualità dell’allenatore Benitez, dalla possibilità di riabbracciare Pavel Nedved alla speranza di vedere sempre più ristretta l’area di competenza di Blanc. In cima a tutto questo, un solo cognome: Agnelli. Lui c’è già. Gli altri, potrebbero arrivare uno dopo l’altro. Poi sarà la volta dei calciatori, del mercato estivo in entrata e in uscita. In sintesi: del rifacimento della squadra.

"Eleganza, professionalità e mentalità vincente": queste le origini dello stile-Juventus. Questo il precetto, contenuto in poche parole, che il senatore Giovanni Agnelli (nonno dell’Avvocato) lasciava ai suoi giocatori. Erano gli anni venti "dell’altro secolo", ma hanno finito per accompagnare la storia di una squadra che nel frattempo è diventata leggenda.

Andrea Agnelli non possiede la bacchetta magica. E’ tifoso della squadra della quale adesso andrà a ricoprire la poltrona più importante. Cercherà di continuare la tradizione di famiglia, proseguendo il lavoro fatto (con successo) anche dal padre (Umberto). Era, ed è tuttora, l’ultima ancora di salvataggio per chi spera in una Juventus vincente legata a quel cognome. Ne è l’ultimo rappresentante, quello a cui viene chiesto di far ripartire una storia interrotta dal 2006.
Ferma a 29 scudetti. Anche se a suo cugino John non piace sentirselo dire.
Benvenuto, Andrea. Siamo tutti dalla tua parte. Almeno tu non ci tradire.

Articolo pubblicato su Tutto Juve.com

13 commenti:

JUVE 90 ha detto...

La frase di Poulsen mi fa ben sperare.
Spero che Andrea Agnelli abbia pieni poteri e leggendo tra le righe della sua prima conferenza stampa mi pare di capire di si.
Ciao Thomas, e complimenti per l'articolo

P.S. Mitico Pavel

Thomas ha detto...

Grazie, Sante ;-)
Non vedo l'ora venga dato l'annuncio del rientro anche di Pavel...
Concordo sui poteri che verranno lasciati ad Andrea Agnelli.
Adesso non rimane che darsi da fare.
E ce n'è "da fare"...
Un abbraccio!

Il Duca ha detto...

Articolo scritto con l'obiettività di un vero sportivo.

Bravo!

Thomas ha detto...

Grazie, Duca ;-)
Buon 1° maggio
Un abbraccio!

Giuliano ha detto...

Hai letto quello che dice Tronchetti Provera su Tuttosport? Se lo hanno riportato giusto, è di una comicità straordinaria:
«In tutti gli sport - ha però sottolineato dopo - quando il primo viene squalificato vince il secondo e nessuno ne fa uno scandalo ... »

"vince il secondo, ha detto...
:-)
Fantastico!

Ma anche
«Non guardo indietro. È una vicenda chiusa»
si merita un monumento!
(chissà cosa ne pensano i giudici penali e civili che lo stanno processando per spionaggio industriale...)

Thomas ha detto...

Questo non sa neanche di cosa parla... ;-)
Vince il secondo o il terzo?

Sui processi: piacerebbe finisse tutto subito, eh?

Buona domenica, Giuliano :-)

marco99 ha detto...

Thomas
Analisi spietata e corretta.
Andrea Agnelli è la Juve, potremo non vincere, ma alemo saprò che ci stiamo provando sul serio.

Giuliano
Tronchettino dovrebbe ricordarsi che loro erano terzi.. vabbè ma loro sono interisti, anche la matematica vogliono riscrivere a tavolino.. penosi e pietosi

Giuliano ha detto...

Ok, adesso spero di perdere anche le prossime due, così finiamo ottavi e non ci si pensa più per un anno, il tempo giusto per fare piazza pulita.

ave marco! mi sa che un paio di volte ho sbagliato a digitare il tuo nome, chiedo scusa!
:-)
(complimenti per il blog, già che ci sono)

squeeze ha detto...

Anche oggi non possiamo rimproverare niente ai Nostri, hanno corso come matti e dato tutto, se poi la palla non entra non è colpa loro. Ho visto molto bene Diego e soprattutto Amauri, davvero entrato in ottica mondiale sudafricano. Bene così ragazzi!!!!!

Thomas ha detto...

@Marco99: grazie ;-)
Concordo, come sai, sul giudizio di Andrea Agnelli.
@Giuliano: “piaccia o non piaccia” (cit. ;-) ), penso vinceremo le prossime due.
Classifica del Milan permettendo, of course…
@squeeze: grande :-)
Un abbraccio a tutti!

Anonimo ha detto...

Purtroppo, anche se perdessimo le prossime due partite il genoa non potrebbe superarci, quindi il posto in EL è assicurato.
Se riusciamo a vincerle - e a questo punto lo spero con tutta me stessa (il milan è già sicuro del terzo posto) - dovremmo comunque sperare che non le vinca il napoli, così almeno non partiamo da settimi, facendo i preliminari di EL.
Sarebbe il modo peggiore per iniziare una stagione che deve essere di ricostruzione.
Già i mondiali ci restituiranno i giocatori a rate, ed iniziare con un nuovo allenatore, nuovi dirigenti e (spero tanti) giocatori nuovi senza la necessaria tranquillità e senza fare una giusta preparazione, potrebbe avere un costo non indifferente.
Non vorrei fare la fine del Napoli dell'anno scorso (o 2 anni fa?) che a novembre era primo in classifica e a dicembre era scoppiato!
Non mi importa della Juve di quest'anno, mi preoccupo per quella del prossimo

Roberta

Scarinzi Luca ha detto...

Ciao Thomas,
volevo farti complimenti per le belle parole di questo articolo, davvero emozionante.
Sono contentissimo che dopo ben 62 (se non erro) anni torna un Agnelli come presidente. Sono sicuro che Andrea non ci deluderà.
Volevo avvisarti che ho riportato il tuo articolo nel mio blog, citando ovviamente l'autore ;)
E vorrei invitarti anche a leggere l'articolo che ho scritto tempo fa, ma solo oggi pubblicato, dell'incontro che ho avuto ad Aprile con Del Piero :)

Un abbraccio e forza Juve!!
Luca

Thomas ha detto...

@Roberta: purtroppo è così come hai scritto tu…
“Non mi importa della Juve di quest'anno, mi preoccupo per quella del prossimo”: concordo in pieno!!!
@Luca: ciao Luca, che piacere rivederti!
Ti ringrazio di cuore, ho visto (e commentato)
Invito gli amici del blog a venirti a visitare, per leggere anche della tua (bella) esperienza con il Capitano ;-)
Un abbraccio a tutt’e due!