domenica 27 febbraio 2011

Pavel Nedved e l'orgoglio bianconero

"Capello mercenario, Del Piero leggendario". Queste erano le parole riportate in uno striscione che campeggiava sugli spalti dello stadio "San Nicola" di Bari il 19 agosto 2006.
La Juventus, al momento destinata alla serie B con una penalizzazione di 17 punti (poi ridotta a 9), ironia della sorte doveva ripartire proprio dalla stessa località dove aveva concluso la sua meravigliosa storia, dal luogo in cui soltanto pochi mesi prima (il 14 maggio) aveva sconfitto la Reggina (in campo neutro) e conquistato il suo ultimo scudetto, il numero ventinove.

L’avversario era il Martina Franca, società che avrebbe dovuto affrontare il campionato di serie C1 senza soldi e - all’epoca - senza allenatore. In panchina si sedette tal Mimmo Trentadue, il loro preparatore atletico.
Davanti a 6.760 spettatori le due formazioni si incrociarono per disputare i sessantaquattresimi di finale della coppa Italia: vinsero i bianconeri, con le reti di Marchionni, Bojinov e Nedved.

Il biondo ceco, nel corso della gara, già ammonito rischiò seriamente l’espulsione a seguito di un duro contrasto con un avversario dovuto ad un suo eccesso di foga agonistica. Rizzoli, l’arbitro, fece finta di non vedere. Pochi minuti dopo Nedved realizzò la terza e ultima rete dell’incontro. Il popolo bianconero ebbe l’ennesima riprova che anche in quel difficilissimo periodo della storia del club l’impegno di un campione del suo calibro non sarebbe venuto a mancare. Una minima consolazione, nel contesto generale. Ma importantissima.
Il fondo Nedved era sempre lui: che si trattasse di una gara di coppa Italia lontana anni luce dalla finale, di un incontro disputato in allenamento o di un match valevole per la Champions League il suo approccio alle sfide era sempre lo stesso, non cambiava nulla.

Sempre il 14 maggio, ma del 2003, la Juventus eliminò al "Delle Alpi" di Torino il Real Madrid dalla massima competizione europea vincendo la gara di ritorno delle semifinali di quella manifestazione con il risultato di 3-1 (all’andata aveva perso per 2-1). Meier, il direttore di gara, in quell’occasione non fece come Rizzoli e sanzionò un intervento di gioco (istintivo) di Nedved su McManaman con un cartellino giallo, facendo scattare l’inevitabile squalifica data la diffida che pendeva sul giocatore. Anche in quella partita Nedved realizzò una rete: la terza, quella decisiva. Niente finalissima a Manchester, sul prato verde dello stadio rimasero soltanto le sue lacrime di disperazione.

Ad abbracciarlo in mezzo al campo a fine incontro andò Marco Di Vaio, attaccante bianconero di scorta alle spalle dei titolarissimi Del Piero e Trezeguet. Lo stesso Di Vaio che ieri sera, grazie alla doppietta realizzata contro Madama con la maglia del Bologna, ha contribuito ad infliggere l’ultima (in ordine cronologico) umiliazione ad una formazione che - al pari di quella dello scorso campionato - a questo punto si può serenamente affermare che con la Vecchia Signora e la sua meravigliosa storia non ha nulla a che fare.

Giuseppe Marotta, il 20 maggio 2010, dichiarò: "Alla Juventus serve un processo evolutivo, non una rivoluzione".
Luigi Del Neri, dovendo affrontare in questi giorni una difficilissima crisi di gioco e risultati, parlò di "rivoluzione mentale", riferendosi ad un approccio sbagliato dei suoi uomini nella precedente gara persa contro il Lecce ed alla necessità di entrare in campo sempre con la necessaria grinta da contrapporre agli avversari di turno.
Andrea Agnelli, nella prima lettera indirizzata ai tifosi bianconeri (18 giugno 2010), a proposito del tecnico di Aquileia scrisse: "A lui spetterà il delicato compito di riportare cultura e disciplina sportiva nello spogliatoio".

Sempre nel mese di maggio, il 31 dell’anno 2009, Pavel Nedved diede l’addio al calcio giocato nell’incontro di campionato disputato allo stadio "Olimpico" di Torino contro la Lazio, l’altra squadra nella quale il ceco aveva militato nella nostra serie A nel corso della sua carriera da professionista. Uno dei tanti striscioni dei tifosi, in quel pomeriggio di commozione generale, recitava: "I giocatori passano, l’uomo resta".

L’uomo Pavel è recentemente entrato nel CDA della società torinese su richiesta dell’amico Andrea Agnelli. Nell’attesa di trovare una sua precisa collocazione in seno al club, all’indomani della sconfitta di Lecce si è pensato di avvicinarlo sempre di più al campo di allenamento per metterlo a contatto con i giocatori e trasmettere loro il suo carisma, la juventinità e la voglia di vincere di un combattente con il pallone che avrebbe ancora molto da dare alla causa bianconera.

Si può distruggere un qualcosa già rotto? Sì. La Juventus degli ultimi cinque anni ne è la (continua) riprova.
In attesa dell’ennesima rivoluzione e delle (inevitabili, attese) nuove promesse, la cortesia che chi scrive chiede al campione ceco è quella di lasciar perdere la scrivania e di rimettersi le scarpe da gioco.
Non reggerà per tutti i novanta minuti? Stia tranquillo: non sarebbe l’unico, visto quello che combinano i calciatori attuali. Ormai la Vecchia Signora è virtualmente salva. Perdere per perdere, tanto vale affrontare le prossime sfide schierando esclusivamente chi ha la Juventus nel cuore, è un vincente nato, non fa differenza tra un allenamento e una semifinale di Champions League ed esce dal campo senza più energia nelle gambe.

E gli esclusi? Stiano pure a giocare con i social network.

Articolo pubblicato su Tutto Juve.com

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono convinta che Delneri sia riuscito a portare la disciplina nello spogliatoio!
Peccato con non sia invece riuscito a portare personalità, determinazione e continuità, necessari per vincere.

Su Nedved ogni altra parola è superflua.

Roberta


p.s.: scusa che ho commentato la partita di ieri nel post precedente

Giuliano ha detto...

A questo punto, davanti ai risultati come Genoa-Roma 4-3 e Roma-Parma di oggi, o llo scandaloso Palermo, bisogna mettere in dubbio la regolarità di tutto il campionato. Ne abbiamo già parlato in privato, non so se sia il caso di essere più espliciti...Una volta questi risultati arrivavano a maggio, adesso già a metà febbraio: tra broccaggine di partenza e calciatori che già pensano all'ingaggio per la prossima stagione, più le scommesse eccetera, il declassamento Champions dell'Italia è solo una constatazione inevitabile.

Tornando alla Juve, dispiace molto che sia finita in queste condizioni. Ma l'acquisto di Toni, e il contratto biennale che gli hanno fatto (detto con tutta la stima e la simpatia per Toni, persona veramente ottima) è stato un segnale chiarissimo. Per la Juve non si spende e non si investe. Fine della stagione, e speriamo di non finire sotto per 0-7 come ha fatto oggi il Palermo...

Unknown ha detto...

se c'è ancora qualcuno dopo la partita con il Bologna che non ha capito di chi è la colpa del fallimento Juve allora di calcio ne capisce poco. Dopo un primo tempo così così ma buono, di attacco con un palo di Jaquinta e una squadra che attaccava ma si difendeva bene, pur senza Aquilani che non doveva essere ttolto anche se qualche partita non aveva giocato bene, non per causa sua, ma del modulo, che ti fa il maestro della stupidità..crea confusione e paura nei giocatori togliendo subito ben 2 giocatori e sbilanciando la squadra in avanti..mettendo in campo il solito ormai inguardabile DelPiero er un Toni volenteroso ma ormai senza rifornimenti...un disastro con un solo colpevole..e non è un giocatore.

Thomas ha detto...

@Roberta: nessuna scusa, Roberta, ci mancherebbe.
Colpa mia che non ho inserito la solita immagine post-partita: avevo già in mente l’articolo da scrivere.
;-)

Sono d’accordo con te sulle considerazioni che hai fatto su Del Neri

@Giuliano: la stagione sta scivolando via su un piano inclinato.
Come lo scorso anno. Anzi: peggio…

Sul resto… Ci sono risultati (a me) poco chiari, figli di incontri con dinamiche particolari.
Mi auguro che quanto sta succedendo in Germania non esploda anche in Italia.
Col calcioscommesse abbiamo già dato…

Ps: prossimi giorni ti manderò un’altra mail
:-)

@ Pigreco-San Trader: ormai di Del Neri ne abbiamo parlato molto.
Di questo passo andrà via, forse è già stato tutto deciso.
Ora puoi stare tranquillo e concentrarti su altri aspetti che non funzionano in questa società.

Visto che nell’articolo ho parlato di Nedved, ti allego uno stralcio di un pezzo che scrissi lo scorso 20 giugno dal titolo “Andrea Agnelli e il bambino dal caschetto biondo”, dove cito un aneddoto importante che lo riguarda:

Se ancora ce ne fosse stato bisogno, quanto scritto da Massimo Giletti (conduttore televisivo e noto tifoso juventino) sulle pagine della "Gazzetta sportiva" della giornata odierna la dice lunga su quanto accedeva in questi anni in casa bianconera: "Pochi giorni fa Pavel Nedved mi confidò che quando segnò il gol del pareggio in una partita importante pochi compagni lo abbracciarono. In quel momento capì che la squadra giocava contro l’allenatore. Così finì la storia juventina di Claudio Ranieri".

Il calcio non è una scienza, ma non ha dinamiche così semplici come quelle tracciate in questo spazio commenti da noi semplici tifosi.
E’ meglio essere prudenti prima di scagliarsi contro qualcuno, perché a volte rischi di farlo senza avere tutti gli strumenti necessari per giudicare.
Questo vale anche per me, of course.

Un abbraccio a tutti

Squeeze ha detto...

Thomas il calcioscommesse in italia è vivo e vegeto, guarda il caso di Albinoleffe-Piacenza 3-3 con le quote invariate durante il match nonostante continui cambi di risultato. O il Chievo a Catania l'anno scorso..non mi dilungo xk è tardi..

Thomas ha detto...

Lo so benissimo, Squeeze.
Non affondo il mouse nella piaga per mia volontà. E’ un argomento che preferisco non affrontare per svariati motivi.
Recentemente ci sono stati anche 2-2 al 95’ in serie A con migliaia di persone che avevano puntato su quel risultato somme ingenti prima della gara…

Pensiamo alla Juve. Così iniziamo bene la settimana…
:-)

Buona giornata e buon lunedì a tutti

Unknown ha detto...

Voi non capite una cosa però. tenere ancora per 2 mesi un ignorante del genere a gestire lo spèogliatoio significa distruggere quel poco di buono, autostima in primis, che ci potrebbe essere nei giocatori. Meglio mettere un uomo Juve, un vero uomo Juve che abbia vissuto la maglia, a gestire questi ultimi 2 mesi e se ce la fa magari lasciargli fare qualcosa.
Molto molto meglio che tenere uno che ti può svalutare il parco giocatori e creare un danno che già si sapeva alto ..ma così poi...
meglio rischiare ancora e cambiare..

Giuliano ha detto...

Esco ancora un attimo dal discorso sulla Juve: i dirigenti del calcio italiano si sono dimostrati inadeguati (gentile eufemismo), hanno pensato solo ai diritti tv, con i bei risultati che vediamo. Dovrebbero andarsene via tutti, ed essere sostituiti da persone competenti ed appassionate (ma non un altro come Demetrio Albertini, please...)
Dopo il ciclismo, mica mi toccherà smettere di seguire anche il calcio?

Tornando alla Juve, il Milan ha passato un paio d'anni così, forse anche tre: non se lo ricorda più nessuno? Dopo sono tornati grandi. La nostra incognita ad oggi è sempre la stessa: che intenzioni hanno i proprietari della Juve?

paratadizoff ha detto...

Perdonatemi se insisto col mio pensiero espresso in altri commenti, ma prendersela solo contro il tecnico è molto riduttivo. I fatti di questi anni del dopo calcipoli dimostrano come il problema vada ricercato principalmente altrove. Dal 2006 sono stati seduti sulla panca della Juve: dechamps, corradini, ranieri, ferrara, zaccheroni e del neri. In 5 anni 6 allenatori, quando nei 36 anni precedenti, ne abbiamo avuti in tutto 9! Ci siamo sempre preoccupati di dire che non sono allenatori di prima fascia. Ma forse il trap oppure Lippi lo erano quando iniziarono l'avventura con la vecchia signora? A mio modesto parere la Juventus è assente nella proprietà. Voglio credere che Andrea Agnelli ci stia provando in maniera diversa rispetto allo scellerato cugino, ma la Juve, intesa come dirigenti ed uomini che lavorano attorno a tecnico e calciatori è rimasta molto fragile. L'Inter negli anni in cui piangeva, aveva grandi calciatori e talvolta ottimi tecnici, ma difettava nell'entourage. Ovvio che anche i risultati hanno la loro importanza, perchè gli insuccessi incrinano ancor di più i rapporti, minano gli spogliatoi e favoriscono gli errori. In questo momento in Italia c'è solo un club veramente forte: il Milan. Galliani è un dirigente forte, attorniato da validi collaboratori, che rendono gli errori di Allegri quasi invisibili. L'intervista di Ibra sul corsport di sabato lo conferma.

Caro Thomas, il riferimento all'intervista di Giletti su Nedved mi chiude il cerchio su una sensazione che ebbi in quel periodo. Forse lo scrissi pure sul mio "golblog". Lo dovrei andare a cercare. Ciò dimostra che il problema va ricercato sempre a monte. Anche qui mi ripeto: non dimentichiamo che l'Avvocato diede il ben servito a Montezemolo dopo appena una stagione.
E allora è inutile perderci in analisi tecniche o tattiche. Occorre capire:
primo: visto che in calciopoli la proprietà non ha avuto un ruolo di secondo piano, quali sono le intenzioni adesso?
secondo: sfumando la champions, sono disposti a mettere dentro una valanga di euro?
terzo: chiedersi se Marotta ha le giuste capacità di restare alla Juventus. Purtroppo ci sono stati in questi mesi delle operazioni e delle ammissioni che non sono da grande club.
quarto: il solo direttore sportivo non è sufficiente. occorre la nomina di un manager sullo stile e la preparazione di Giraudo, oppure un "Marchionne" da buttare nel calcio.
quinto: anche se condivido la scelta di prendere dei buoni giocatori, occorre comunque centrare l'obbiettivo di portarne uno della cosiddetta prima fascia.
sesto: occorre creare e forgiare un nuovo indotto di collaboratori che facciano sentire la fiducia al tecnico ed ai calciatori, tenendoli lontani dai momenti di crisi che in una stagione possono capitare a chiunque. Se Amauri torna virtuoso, non può essere ricondotto ad un caso, oppure alla bontà del prosciutto doc!
settimo: i media vanno sollecitati.
Capisco che in questo momento con calciopoli2, non siamo visti di buon occhio, perchè miniamo il fatturato calcio, ma occorre ripristinare le presenze nelle tv di maggiore diffusione. In questo, calciopoli2 è un tema molto delicato. I media preferiscono non riaprirlo. Occorre spiegare meglio cosa la Juve vuole ottenere.
ottavo: calciopoli2 è una partita diversa. Ma anche in questo caso la proprietà deve fare capire anche a noi tifosi quale sia il suo obbiettivo. L'impressione, che poi tanto impressione non è, è che noi tifosi facciamo un tutt'uno tra Moggi e la Juve, mentre a Napoli sta giocando solo Moggi. La Juve non c'è. L'esposto procede lentamente davanti un procuratore che non metterà mai in discussione il proprio operato del 2006. La Juve in questo tema, vuole andare sino in fondo, oppure, ha paura di qualcosa? Qui torno ad una sorta di baratto che secondo me si è consumato nell'agosto del 2006.
Mi fermo qui, e chiedo scusa se sono stato prolisso.

Anonimo ha detto...

Ricordo che Pavel è Pavel grazie alla Lazio! ciaooo

http://mondobiancoceleste.blogspot.com

Unknown ha detto...

Petizione contro Del neri.
http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/2011/02/27-111457/Juve%2C+petizione+per+dimissioni+Del+Neri

era solo ora che anche Tuttosport dopo averlo osannato per mesi, e non capisco per quale motivo tecnico, rinsavisse e si schierasse apertamente contro il tecnico.

A proposito Moggi boccia completamente il lavoro di marotta e se lo dice lui dobbiamo credergli.

marco99 ha detto...

Meglio un Nedved oggi che metà dei giocatori presi da marotta.
Quindi sono d'accordo; Pavel torna in campo.

un saluto

IoJuventino ha detto...

L'idea Nedved è di Andrea Agnelli: la speranza è che possa scardinare la mentalità da simpatici di Elkan e Blanc. Ma sarà dura, bisognerà martellare e stare dentro al gruppo.

Per recuperare di 4 anni fatti di Poulsen e Tiago in mezzo al campo, di Molinaro e Grygera terzini, di Amauri centravanti serve tempo. Tanto tempo e non sono molti a volerlo concedere. Ma, al di là del tempo e di tanti soldi, non vedo soluzione plausibile e applicabile!

Thomas ha detto...

Pigreco-San Trader: non si tratta di capire o non capire, ma di avere semplicemente opinioni diverse.
La tua su Del Neri la esprimi ogni giorno, ed è chiara a tutti.

“Petizione contro Del Neri”: dì la verità, sei stato tu a promuoverla, vero?
;-)

“autostima in primis, che ci potrebbe essere nei giocatori”: guarda, passi per gli errori dell’attuale allenatore bianconero, per tutte le considerazioni sul suo operato e via dicendo, ma l’autostima no, per favore, quella lasciamola stare.

A mio parere questa squadra ha necessità di avere un’iniezione di campioni con la “C” maiuscola non soltanto per un mero discorso tecnico (comunque fondamentale), ma anche e soprattutto per una mancanza “totale” di personalità di chi indossa attualmente la maglia della Juventus.

Lo scrissi in risposta ad un commento tempo fa: si vedeva lontano un miglio che Amauri non c’era più con la testa. Non è un fuoriclasse, non lo è mai stato, ma non era neanche così scarso come ha fatto vedere da noi (primi 6 mesi a parte, che comunque sono poco o nulla).
Adesso quello segna, pure di tacco… E realizza doppiette.
Perché? Perché ha cambiato maglia, quella del Parma è più leggera, prima era rimasto schiacciato dalle responsabilità.

Voleva la nazionale azzurra, si è sentito gli occhi del mondo addosso, ha capito la grandezza della Juventus e di cosa gli stava intorno. Ed è “crollato” psicologicamente.
Hai fatto caso che non l’ho mai criticato apertamente nei miei articoli, se non di “striscio”?
Solo nello spazio commenti mi sono lasciato andare a sfoghi tipici del tifoso che è in me.

Gli errori di Del Neri li hai notati tu come li abbiamo visti noi, il prossimo anno non ci sarà, forse andrà via prima (non credo, vedremo, ormai siamo allo sfascio).
Non mi venite a parlare di mancanza di motivazioni, di autostima… Lui stesso lo ha fatto mettendoci la faccia al posto dei giocatori, ma quando ne sento parlare mi viene da ridere.

Avete mai visto Trapattoni andare da Furino, Benetti o Tardelli e chiedere di impegnarsi contro Cesena o Pistoiese?
Lippi ha mai avuto necessità di parlare con Montero, Davids, Deschamps o Antonio Conte per stimolarli a dovere prima di entrare in campo?
Capello doveva dire a Emerson o Nedved di non mollare mai?
Quelli erano fuoriclasse con due coglioni grossi come una casa, erano i veri campioni che ti fanno vincere le competizioni. Giocherebbero anche da soli, da quanto sono forti.
La Juventus deve comprare gente di livello superiore, ma se la Exor non tira fuori i soldi ci dobbiamo tenere questi. Il problema è a monte.

Il dramma non è Del Neri, ma questo. Mandiamolo via, riportiamo Zaccheroni, lo prendiamo per i fondelli dandogli del pensionato e poi lui ti va a vincere la coppa d’Asia.
Non noti analogie con l’Inter pre-2006?

Ed io mi devo preoccupare dell’allenatore? Mi sta crollando la casa addosso e non esco dalle quattro mura se non trovo prima le mie scarpe preferite?
Lippi andò via nella stagione 1998-99, arrivò Ancelotti. “Se il problema sono io…”.
Giungemmo settimi…
La società (in primis), l’allenatore, ma anche i calciatori… Continuano a passarla liscia, ma sono loro quelli che scendono in campo.
Si vede lontano un miglio chi corre “per correre” o chi lo fa per vincere veramente. Ecco perché non me la prendo solo con l’allenatore

Thomas ha detto...

@Giuliano: “il Milan ha passato un paio d'anni così, forse anche tre: non se lo ricorda più nessuno? Dopo sono tornati grandi”: sì, Giuliano, ottima osservazione.
Le stagioni erano la 1996/97 e quella successiva. Arrivarono undicesimi e decimi.
Prima e (subito) dopo, vinsero due scudetti. Nel 1998/99 con Zaccheroni, quello che da noi non capiva nulla di calcio.
Ricordi chi allenava i rossoneri in quelle due annate? Nella prima Arrigo Sacchi (subentrò a Tabaréz), nella seconda Fabio Capello.
I due mister che fecero la storia recente del Diavolo hanno guidato la stessa squadra nelle due stagioni più brutte (o tra le più brutte) in venticinque anni del club targato Berlusconi.
Erano diventati scarsi oppure erano i giocatori ad essere diversi da quelli che avevano avuto nelle loro prime esperienze?

“La nostra incognita ad oggi è sempre la stessa: che intenzioni hanno i proprietari della Juve?”: è questo il vero problema

@yashal: si… Pavel ha fatto qualcosina anche da voi…
:-)

@marco99: magari… ;-)

@IoJuventino: “Ma, al di là del tempo e di tanti soldi, non vedo soluzione plausibile e applicabile!”: tempo e soldi, sì.
Tanti, soldi…

Thomas ha detto...

@paratadizoff (Antonio): mi sono “gustato” il tuo commento dal cellulare in pausa pranzo.
Mentre stavo per pubblicare la risposta agli altri, mi sono accorto che non c’era più, non compariva nel blog. Non so come era finito nella cartella spam.
L’ho rimesso in linea. Scusami tanto, ma non è dipeso da me.

Condivido le tue osservazioni, leggendo quanto ho scritto in precedenza lo potrai notare
;-)

“Visto che in calciopoli la proprietà non ha avuto un ruolo di secondo piano, quali sono le intenzioni adesso?”: quali erano, direi. Visto che di soldi ne hanno tirati fuori una marea in questi anni, dandoli in mano alla persona sbagliata (Blanc). Adesso si vuole fare le nozze con i fichi secchi

“sfumando la champions, sono disposti a mettere dentro una valanga di euro?”: l’alternativa è vendere il club

“chiedersi se Marotta ha le giuste capacità di restare alla Juventus. Purtroppo ci sono stati in questi mesi delle operazioni e delle ammissioni che non sono da grande club”: alcune operazioni francamente non le ho capite (Martinez su tutte). Il mio dubbio, in realtà, è un altro: ma la società vuole scaricare le colpe su un manager apprezzato negli ultimi anni in altre piazze (di minore rilievo) chiedendogli di comprare a rate giocatori di basso livello, sperando nel miracolo per poi far passare lui per lo scemo del quartiere?
Anche qui, tutti danno addosso a lui (non è riferito a te, è soltanto uno spunto che prendo a proposito), ma sono tutti così sicuri dell’incapacità sua e dello staff che lo ha seguito?
(ps: non è un uomo “di campo”. So che tu lo sai, ma in molti ancora non l’hanno capito…)

“il solo direttore sportivo non è sufficiente. occorre la nomina di un manager sullo stile e la preparazione di Giraudo, oppure un "Marchionne" da buttare nel calcio”: la società è incompleta. C’è stata una rivoluzione, alla quale mancano alcuni tasselli. Il primo, ovvio, ed è da molto che lo scrivo (come un po’ tutti, d’altronde) riguarda l’allontanamento di Blanc. Lì, però, non è così semplice come sembra

“anche se condivido la scelta di prendere dei buoni giocatori, occorre comunque centrare l'obbiettivo di portarne uno della cosiddetta prima fascia”: da quanto ho letto, Dzeko era veramente ad un passo dalla Juventus. Senza la riforma voluta da Abete, con lui e Krasic l’annata poteva essere diversa

“occorre creare e forgiare un nuovo indotto di collaboratori che facciano sentire la fiducia al tecnico ed ai calciatori, tenendoli lontani dai momenti di crisi che in una stagione possono capitare a chiunque. Se Amauri torna virtuoso, non può essere ricondotto ad un caso, oppure alla bontà del
prosciutto doc!”: su questo ho risposto sopra. Sono d’accordo per la figura dell’allenatore, con i giocatori in questo momento ho il dente avvelenato. Non sarei obiettivo

“i media vanno sollecitati”: presi per le palle. Passami il francesismo…
:-)

“Calciopoli2 è una partita diversa. La Juve in questo tema, vuole andare sino in fondo, oppure, ha paura di qualcosa?”: sono gli altri ad avere paura. Tutti hanno i loro scheletri nell’armadio.

“Mi fermo qui, e chiedo scusa se sono stato prolisso”: no, sei stato eccezionale. E ti ringrazio per il commento.

Un abbraccio a tutti e buonanotte.
Grazie

Unknown ha detto...

Vabene parliamo di calcio. Non è prendersela con DelNeri che peraltro è una brava persona ma è prendersela con quel modo di fare calcio prendendo cestisti e non giocatori di calcio. Prendendo vecchi e non giovani promesse come ha sempre fatto la Juve. Come si fa a pensare di tornare grandi subito se non si rischia a tenere in casa gente come Pasquato e Jovinco che son cresciuti li e costano poco e preferire di inserire un Toni. Questo è l'errore.
E' un errore anche sperare che ti venga un giocatore di livello in una squadra senza Champions. ma per favore sono mercenari tutti. E' sbagliatissimo cercare di portare un giocatore già vecchio e affermato in questa squadra. Quis ervono ventenni con fame e qualche buon vecchio di seconda fascia.
Chi dice che il calcio non è una scienza sbaglia. L'estero ormai ci batte sempre perchè usano i computer per valutare i giocatori. Non avrebbero mai comprato un Pepe con quei piedi li analizzando le partite..ma ce ne sarebbe da dire un fiume...della incompetenza che cè ora in Italia nel calcio. Riguardo a Zaccheroni ha ereditato una squadra che io ho visto giocare già formata e pronta che avrebbe vinto ugualmente con qualsiasi allenatore, ma una vittoria al Zac fa sempre piacere, forse il meno peggio che è arrivato tolto DeChamps.

paratadizoff ha detto...

Grazie per aver recuperato il mio lungo commento e soprattutto per le risposte che hai aggiunto.
Un caro saulto

Thomas ha detto...

@Pigreco-San Trader: “Non è prendersela con Del Neri che peraltro è una brava persona ma è prendersela con quel modo di fare calcio prendendo cestisti e non giocatori di calcio”: da quando ti conosco, è la prima volta che leggo un commento simile.

Non so se ritenerlo un premio alla mia strenua difesa verso le ripetute critiche all’allenatore (che comunque, ripeto, ne ha fatti di errori) o se semplicemente debbo pensare ad un tuo cambio di “marcia”. Però… Son contento
;-)
Grazie

“Chi dice che il calcio non è una scienza sbaglia”: l’ho scritto io in uno dei precedenti commenti. Ho capito il senso della tua osservazione, che condivido. Ma non accosto quella parola a questo sport solo perché ritengo che il lato umano – sotto tutti i punti di vista – continua e continuerà in futuro ad avere la meglio anche qui.
L’uomo è irrazionale per natura, il calcio è bello perché regala sorprese. Sempre.
La professionalità ai massimi livelli, come hai scritto tu, deve essere un punto di arrivo.

Poi, scatta l’imponderabile. Come – rimanendo a casa nostra – un Torricelli che oggi gioca nella Caratese e domani esordisce al “Delle Alpi”, oppure un Di Livio che a 27 anni suonati passa dal giocare a Padova in serie B a diventare una colonna della Juventus campione d’Italia, d’Europa e del mondo

“Qui servono ventenni con fame e qualche buon vecchio di seconda fascia”: sì, sono d’accordo

“E' un errore anche sperare che ti venga un giocatore di livello in una squadra senza Champions”: lo devi pagare molto di più

“forse il meno peggio che è arrivato tolto Deschamps”: concordo

@paratadizoff (Antonio): sono io che devo ringraziare te. Il nostro è stato un bello scambio di opinioni, sotto forma di domande e risposte.
Anche se le risposte “vere”, ai tuoi dubbi, credimi che le vorrei avere anch’io…

Un abbraccio a tutt’e due