sabato 11 dicembre 2010

Juventus-Lazio e quella dichiarazione di Zeman...

Per me la Juve di quest'anno vince meno, ma gioca meglio". Così Zdenek Zeman si espresse sui bianconeri prima di affrontarli a Torino il 10 marzo 1996, nella venticinquesima giornata di un campionato dove la squadra di Marcello Lippi, detentrice del tricolore, non riusciva ad esprimersi sugli stessi livelli di eccellenza messi in mostra l'anno precedente. Soltanto quattro giorni prima era stata sconfitta in Spagna nella gara di andata dei quarti di finale della Champions League contro il Real Madrid, con il risultato di 1-0 (il goal fu realizzato da Raul). La testa della Vecchia Signora era rivolta alla partita di ritorno di quella manifestazione.
Tra un incontro e l'altro, però, c'era di mezzo la Lazio allora allenata dal boemo, che l'anno precedente era uscita incredibilmente vittoriosa per 3-0 dal "Delle Alpi" dopo aver subito un vero e proprio tiro al bersaglio da parte dei bianconeri padroni di casa (7 maggio 1995).
Le premesse perché anche quella gara si trasformasse in una disfatta per la Juventus ci furono tutte: dopo solo diciotto minuti di gioco Favalli e Casiraghi avevano portato i biancocelesti in vantaggio per 2-0. Un palo colpito da Antonio Conte fu l'unico sussulto di una Vecchia Signora apparsa stanca, frastornata e poco concentrata dopo le recenti fatiche europee. Per scuoterla Lippi decise di togliere dal campo un Torricelli apparso irriconoscibile (al 24') sostituendolo con Porrini, il quale andò a dare man forte ad un reparto arretrato che - fatta eccezione per il solo Pessotto - mostrava evidenti lacune a causa delle deludenti prestazioni offerte sino a quel momento sia da Ferrara che da Vierchowod. E se la Juventus non riusciva a scrollarsi di dosso quell'apatia che accompagnava tutte le prime frazioni di gioco delle gare disputate in quel periodo, a venirle in aiuto ci pensarono gli stessi avversari: una clamorosa papera di Marchegiani durante un rinvio con i piedi permise a Deschamps di segnare indisturbato la rete dell'1-2, risultato con cui le squadre andarono al riposo.

Nella ripresa il ritrovato orgoglio dei bianconeri trovò terreno fertile grazie ad un vero e proprio suicidio sportivo dei laziali: Casiraghi si fece espellere in maniera ingenua al 17' (Giuseppe Signori a fine incontro confessò: "L’arbitro ha detto che l'ha insultato"), mentre Chamot provocò l'autogoal del momentaneo pareggio della Juventus deviando in rete un cross di Del Piero. In superiorità numerica Lippi decise di inserire Lombardo al posto di Vierchowod, arretrando Deschamps sulla linea dei difensori.
"Oggi mi sono ricordato di Juve-Fiorentina dell' anno scorso, da 0-2 a 3-2", disse l'allenatore bianconero a fine gara. La sua squadra, in questa occasione, seppe fare ancora meglio: Antonio Conte e Padovano (subentrato a Di Livio all'inizio della seconda frazione di gioco) ribaltarono le sorti dell'incontro, fissando il risultato finale sul 4-2 per Madama.
Ancora Lippi: "Eravamo sicuri di farcela, nello spogliatoio a metà partita lo pensavamo tutti. Può essere il giorno della fiducia: chissà che la rimonta al Real Madrid non cominci qui". Lo scudetto stava lentamente scivolando via dalle mani della Vecchia Signora per andare verso il Diavolo rossonero guidato da Fabio Capello, mentre cresceva l'attesa per il ritorno dei quarti di finale della coppa dalle grandi orecchie. Antonio Conte, il migliore in campo per i suoi in quella domenica, dichiarò: "Contro gli spagnoli si dovrà giocare una gara tipo questa. In fondo, loro stanno già vincendo 1-0. Ma noi sappiamo come si rimonta alla grande. Questione d'orgoglio, d'abitudine. La vittoria di oggi ci insegni a non mollare, a non perdere la fiducia".

E mentre Umberto Agnelli manifestava tutto il suo disappunto per una Juventus bella a metà, allenatore e squadra ringraziarono i sostenitori bianconeri presenti allo stadio per la pazienza e la comprensione dimostrata in quella domenica. C'era un ostacolo importante da superare da lì a pochi giorni, tutti insieme, per poter arrivare alla finalissima di Roma prevista per il 22 maggio.
Dove la Vecchia Signora sarebbe riuscita a sedersi sul trono d'Europa, sconfiggendo i campioni uscenti dell’Ajax.
Zeman lo aveva detto: "Per me la Juve di quest'anno vince meno, ma gioca meglio".
Così bene da conquistare la Champions League.
Avrà sicuramente esultato anche lui...

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4 commenti:

IoJuventino ha detto...

L'avevo vista su TelePiù, se la memoria non mi inganna. Mi ricordo che un tizio intertrista amico di mio zio mi disse "Ma questo Lippi dove pensa di andare? Si vede che non è in grado di insegnare calcio". Gli ho chiesto un parere su Lippi il 5 maggio del 2002 e il 9 luglio del 2006. La risposta, per strana che possa sembrare, fu in entrambe le occasioni: "non è un allenatore vincente". Boh!

Thomas ha detto...

Innanzitutto scusami se non ti ho risposto subito ai due precedenti commenti.
In questi giorni sono parecchio “preso”.
Più tardi arriverò anche lì

L’amico di tuo zio?
Diciamo che non è sportivo…
;-)

Quella partita mi ricorda un bellissimo momento personale, che si è andato – poi - ad unire con la consapevolezza che avremmo vinto la Champions League.

Rividi la “rabbia” Juve con la quale vincemmo lo scudetto l’anno precedente.
La Lazio, suicidandosi (sportivamente parlando), fece il resto.
D’altronde in panchina avevano Zeman…

Un abbraccio!!!

Giuliano ha detto...

beh, la Juve di Lippi era un bel po' sbilanciata...Povero Montero! Gran parte della sua fama di cattivo è dovuta all'assetto tattico di quella Juve
(viva Montero!)
:-)
Mi sembra di ricordare un signore biondo, in quella Lazio, che ce ne ha fatte vedere di tutti i colori: meno male che poi è venuto da noi!

Thomas ha detto...

Certo: il buon Luciano (Moggi) decise che era arrivato il momento in cui Pavel dovesse smetterla di segnarci dei goals…
:-)

Ciao Giuliano!
;-)
Un abbraccio