“Era una giornata particolare. Abbiamo fatto il massimo, almeno per un tempo, proprio come lui che spesso lasciava dopo 45'. Eravamo tutti vogliosi di dare un messaggio, in qualche modo, e speriamo di esserci riusciti. L'Avvocato adesso ci guarderà da qualche parte”.
Domenica 26 gennaio 2003, stadio “Delle Alpi” di Torino, Juventus–Piacenza: alla conclusione dei novanta minuti di gioco Madama piegò gli ospiti con un secco 2-0. La prima delle due reti venne realizzata da Alessandro Del Piero, che a caldo descrisse con queste parole le emozioni vissute in quel pomeriggio all’interno di un impianto che lo stesso Gianni Agnelli, scomparso due giorni prima, non aveva mai particolarmente amato.
Vittorio Caissotti di Chiusano, l'allora presidente del club, aveva posato una maglietta bianconera sulla poltroncina che abitualmente occupava in tribuna. I tifosi lo salutarono per l'ultima volta con dolci parole scritte sugli striscioni e urlate al vento. Sul campo la sua Juventus vinse e convinse, ed il secondo goal di Nedved rappresentò soltanto la cornice intorno alla vera e propria opera d'arte dell'incontro: la prodezza di Del Piero, appunto. Il cross di Zambrotta venne spinto in porta da una carezza al volo del fantasista col tacco del piede destro. La gioia del momento si unì alla commozione generale.
"Mi ricordava Pinturicchio. Adesso è Godot", aveva confessato tempo addietro l'Avvocato parlando di lui ai giornalisti. Quella rete, in quel giorno, era il più bel saluto che il giocatore potesse riservargli, negli istanti in cui si celebrava la conclusione di un rapporto d'amore tra un uomo e la sua Signora durato una vita intera. Nel merito, va ricordata una frase comparsa su un lenzuolo appeso sulle pareti del "Delle Alpi": "81 anni di storia bianconera non si cancellano con la morte".
A nove anni esatti di distanza dalla scomparsa di Gianni Agnelli, all'interno di uno stadio che con ogni probabilità gli sarebbe piaciuto (vicino al campo, adatto alle famiglie, sempre esaurito e traboccante d'entusiasmo), Del Piero è riuscito finalmente a realizzare il suo primo goal dell’attuale stagione.
24 gennaio 2012, Juventus-Roma, quarti di finale di coppa Italia. Per rimuovere quello "0" dalla casella delle reti segnate poteva bastare uno scarabocchio, uno schizzo, un qualcosa di veloce e sbrigativo: ad artisti come lui, però, non sono concesse simili licenze. Non restava che aspettare, perché quel momento, prima o poi, sarebbe arrivato.
Forse, da qualche parte, l'Avvocato stava guardando la partita. Proprio come disse Alessandro una volta.
Comunque fosse, c'era da sbrigarsi, perché le belle abitudini non si abbandonano mai, e dopo il primo tempo c'era il rischio che potesse smettere di seguirla. Dei tre goals con i quali Madama ha sconfitto la Roma, due sono stato segnati in mezz'ora di gioco.
Il secondo è stato opera di "Pinturicchio" Del Piero: un destro a girare all'incrocio dei pali, come ai bei tempi.
Da anni non si ammirava una Juventus simile, ed era comunque strano pensare che una Signora così affascinante non fosse in grado di mettere in mostra il talento infinito del suo capitano.
In una serata per certi aspetti diversa dalle altre, è finito col tornare ad essere protagonista anche lui.
Ci fosse stato ancora l'Avvocato, si sarebbe potuto concedere una delle sue consuete battute: in fondo è pur sempre vero che col Piacenza dovette aspettare solo dieci minuti per vedere un suo gioiello, mentre con la Roma ne sono passati trenta.
In quei venti minuti, però, aspettando Godot la Juventus ha ritrovato Pinturicchio.
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Domenica 26 gennaio 2003, stadio “Delle Alpi” di Torino, Juventus–Piacenza: alla conclusione dei novanta minuti di gioco Madama piegò gli ospiti con un secco 2-0. La prima delle due reti venne realizzata da Alessandro Del Piero, che a caldo descrisse con queste parole le emozioni vissute in quel pomeriggio all’interno di un impianto che lo stesso Gianni Agnelli, scomparso due giorni prima, non aveva mai particolarmente amato.
Vittorio Caissotti di Chiusano, l'allora presidente del club, aveva posato una maglietta bianconera sulla poltroncina che abitualmente occupava in tribuna. I tifosi lo salutarono per l'ultima volta con dolci parole scritte sugli striscioni e urlate al vento. Sul campo la sua Juventus vinse e convinse, ed il secondo goal di Nedved rappresentò soltanto la cornice intorno alla vera e propria opera d'arte dell'incontro: la prodezza di Del Piero, appunto. Il cross di Zambrotta venne spinto in porta da una carezza al volo del fantasista col tacco del piede destro. La gioia del momento si unì alla commozione generale.
"Mi ricordava Pinturicchio. Adesso è Godot", aveva confessato tempo addietro l'Avvocato parlando di lui ai giornalisti. Quella rete, in quel giorno, era il più bel saluto che il giocatore potesse riservargli, negli istanti in cui si celebrava la conclusione di un rapporto d'amore tra un uomo e la sua Signora durato una vita intera. Nel merito, va ricordata una frase comparsa su un lenzuolo appeso sulle pareti del "Delle Alpi": "81 anni di storia bianconera non si cancellano con la morte".
A nove anni esatti di distanza dalla scomparsa di Gianni Agnelli, all'interno di uno stadio che con ogni probabilità gli sarebbe piaciuto (vicino al campo, adatto alle famiglie, sempre esaurito e traboccante d'entusiasmo), Del Piero è riuscito finalmente a realizzare il suo primo goal dell’attuale stagione.
24 gennaio 2012, Juventus-Roma, quarti di finale di coppa Italia. Per rimuovere quello "0" dalla casella delle reti segnate poteva bastare uno scarabocchio, uno schizzo, un qualcosa di veloce e sbrigativo: ad artisti come lui, però, non sono concesse simili licenze. Non restava che aspettare, perché quel momento, prima o poi, sarebbe arrivato.
Forse, da qualche parte, l'Avvocato stava guardando la partita. Proprio come disse Alessandro una volta.
Comunque fosse, c'era da sbrigarsi, perché le belle abitudini non si abbandonano mai, e dopo il primo tempo c'era il rischio che potesse smettere di seguirla. Dei tre goals con i quali Madama ha sconfitto la Roma, due sono stato segnati in mezz'ora di gioco.
Il secondo è stato opera di "Pinturicchio" Del Piero: un destro a girare all'incrocio dei pali, come ai bei tempi.
Da anni non si ammirava una Juventus simile, ed era comunque strano pensare che una Signora così affascinante non fosse in grado di mettere in mostra il talento infinito del suo capitano.
In una serata per certi aspetti diversa dalle altre, è finito col tornare ad essere protagonista anche lui.
Ci fosse stato ancora l'Avvocato, si sarebbe potuto concedere una delle sue consuete battute: in fondo è pur sempre vero che col Piacenza dovette aspettare solo dieci minuti per vedere un suo gioiello, mentre con la Roma ne sono passati trenta.
In quei venti minuti, però, aspettando Godot la Juventus ha ritrovato Pinturicchio.
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11 commenti:
Una domanda giusto per passare il tempo: quest'estate si diceva "non ha senso dar via Giovinco per prendersi uno come Giaccherini" (come dimensioni siamo lì, un paio di centimetri in più, forse tre...).
Adesso mi chiedo: Giovinco li avrebbe fatti quei tre gol che ha appena fatto Giaccherini? Ripensando a certe prestazioni di Giovinco, anche con l'Under 21...
(Va da sè che, se serve, l'anno prossimo potremmo averli entrambi)
Chi mastica un pizzico di calcio la scorsa estate aveva capito che Giaccherini avrebbe potuto dare un buon apporto alla Juve.
Vedendolo dal vivo all’esordio nello “Juventus Stadium” sembrava piccolo piccolo, più della sua reale statura.
Adesso in mezzo al campo sembra un gigante.
Conte, oltre ad essere un ottimo tecnico, è anche un intenditore di calcio.
Giovinco? Facendo mia una frase cara all’Avvocato, “è più divertente che utile”.
Purtroppo.
Giaccherini e Giovinco hanno caratteristiche diverse: potrebbero giocare insieme, sì, ma non in Italia.
Il fantasista, poi, deve ancora dimostrare di essere un “grande” in una “grande”.
Vedremo ;-)
Un abbraccio, Giuliano.
A presto!!!
Il problema non si pone: tanto l'anno prossimo arriverà anche Giovinco su cui Conte non solo si è espresso, ma ha posto un chiaro diktat alla società. Sarebbe servito anche in questa Juve, sarebbe stato il vice-Vucinic che manca
Posso sbagliarmi, Sante, ma non credo ad un futuro nella Juventus di Giovinco.
Vedremo ;-)
Un abbraccio
Giovinco potrebbe diventare il vice-Pirlo, seguendone il percorso...ma non so se si farà convincere. Come "erede di Del Piero" invece lo vedo male, un buon giocatore ma non molto di più.
Thomas, la penso come te. Non credo in futuro a Torino per Giovinco.
@Giuliano: tutto puo' essere. Hai lanciato un'idea per un suo nuovo ruolo: chissa' che in futuro qualche allenatore (cosi' come fece Ancelotti a suo tempo per Pirlo) non ci faccia un pensierino.
Giovinco ha talento; ricordo il "primo" Del Piero: altra storia.
@Danny67: il mio e' solo un parere personale, non ho avuto alcuna soffiata di mercato, nel merito.
Il secondo articolo che scrissi per "Juvenews.net, anni fa, fu una difesa a spada tratta di Giovinco dalle feroci critiche dei giornalisti.
Ne sono passate di partite da allora...
Un abbraccio a tutti!
Secondo me un annetto alla Juve glielo faranno fare. A me personalmente non piace come giocatore: la tecnica non si discute, ma a carisma è messo peggio di Motta e Molinaro. Conte però ha saputo tirare fuori il meglio anche da giocatori che di certo non sono nella lista dei candidati al Pallone d'oro, come il già citato Giaccherini e il De Ceglie delle ultime settimane. Mi sarebbe piaciuto vedere Felipe Melo nelle mani di Conte, altro che Giovinco!
ma nessuno dice che Giovinco farà quello che ha fatto Del Piero, uno che faccia le stesse cose deve ancora nascere. Ma Giovinco sa giocare al pallone, e questo non è in discussione
...vuoi vedere che poi martedì sera arriva Giovinco e ci sistema tutti? (nel qual caso, colpa mia che ho iniziato!)
@JUVE 90: no, Sante, nessun dubbio in merito alle capacità di Giovinco. Ho capito benissimo il senso delle tue affermazioni.
Col tempo ho maturato l'idea, personale e magari sbagliata, che "l'uomo" Giovinco non sia da Juventus. Tutto qua.
Mi spiace, visto che per molti mesi l'ho difeso a spada tratta.
Ecco qui uno stralcio delle sue ultime dichiarazioni: " La Juventus? E' diventata una grande squadra, però io penso al presente che è il Parma e per il futuro poi si vedrà. Nel calcio mai dire mai, potrei tornare o restare qui chi può saperlo. Per ora mi concentro sul Parma".
La Juventus è sempre stata una grande squadra, anche in serie B.
Lo so che parlava dell'aspetto tecnico, ma ogni tanto un pò di silenzio gli farebbe bene.
Servirebbe a togliere quel velo di presunzione in lui che non faccio altro che avvertire ogni volta che parla.
Un abbraccio a tutti!
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