"Contro il Palermo sarà dura... La società mi ha chiesto di portare la squadra nei primi quattro posti". Queste sono soltanto alcune delle dichiarazioni che Alberto Zaccheroni ha rilasciato nella giornata di sabato scorso. Prima, cioè, dell’incontro con il Palermo.
L’input della società, facilmente intuibile leggendo tra le righe, è quello di "arrivare almeno quarti". Non è più tempo di parlare di progetti, di 5 anni indispensabili (o necessari) per tornare ai livelli dell’ultima "vera" Juventus… Almeno il quarto posto in classifica a fine anno: con quello, Zaccheroni avrà salvato il salvabile. Non sarà una eventuale Europa League alzata ad Amburgo a cambiare le carte in tavola. Quella nata dalle ceneri di Calciopoli non è (ancora) la Juventus: si è passati da una società che si autofinanziava e vinceva, ad una che finanzia (molto) ma non vince; dalla competenza all’inesperienza; dalle trovate geniali agli errori più banali; dagli acquisti a sorpresa e tenuti nascosti sino all’ultimo, agli interessamenti e alle trattative sbandierate ai quattro venti. Ma queste cose sono evidenti da tempo: qualsiasi risultato fosse scaturito dall’incontro con i rosanero, non avrebbe comunque modificato lo stato delle cose.
Si è persa l’occasione per staccare il Palermo in classifica, approfittare dei passi falsi di Genoa, Sampdoria e Cagliari e del pareggio in extremis del Napoli. Per i più ottimisti: anche di recuperare due punti sulla Roma, portandosi a meno 7. Ora, invece, arriva il difficile: nella situazione complicata di dover sbagliare il meno possibile, i bianconeri devono affrontare la delicata trasferta di Firenze.
Fiorentina e Juventus: due squadre divise da una rivalità storica, una delle tante che accompagnano la leggenda bianconera. Naturale, per chi è forte, potente e vincente: altro che simpatia.
Negli ultimi trent’anni sono state diverse le occasioni, cariche di tensioni, nelle quali le strade delle due società si sono incrociate. Le polemiche, di conseguenza, non sono mai mancate. Soltanto in una di queste, però, sono arrivate a contendersi uno scudetto sino alla fine. Capitò nella stagione 1981-82.
In quell’annata la Juventus vinse al fotofinish un torneo avvincente, allora a 16 squadre. Quarantasei punti a quarantacinque, quando la vittoria ne assegnava due (e non tre) come adesso. In panchina Trapattoni, mago della corsa a tappe: in casa si costruiva gli scudetti, per difenderli poi in trasferta. Era il torneo delle sei vittorie bianconere consecutive a inizio campionato, che sembravano il prologo di una passerella trionfale. Invece preannunciarono un campionato più difficile del previsto. Si infortunò Bettega (addio mondiali in Spagna). Era la Juventus dei Zoff-Gentile-Cabrini, della classe umana e calcistica di Scirea, del cuore di Furino (e Bonini), degli "schizzi"di Tardelli, dei goals di Virdis e Galderisi. Una macchina capace di segnare 48 goals in 30 partite, subendone solo 14. Era la stagione in cui - per la prima volta - comparvero sulle maglie i nomi degli sponsor, della seconda retrocessione del Milan in serie B (stavolta per demeriti sportivi), del grave infortunio di Giancarlo Antognoni (a causa del durissimo scontro con il portiere genoano Martina) e del rientro di Paolo Rossi dopo la squalifica dello scandalo del calcio scommesse.
Il 16 maggio del 1982 le due contendenti si presentarono a pari punti nell’ultima giornata di campionato: 44 a testa. Il menù del giorno diceva: Cagliari-Fiorentina, Catanzaro-Juventus. Il delitto perfetto avvenne nella seconda frazione di gioco, dove ai viola venne annullato un goal di Graziani, mentre - a Catanzaro - l’arbitro Pieri ne assegnò una per la Juventus. Goal, gioco, set, match: scudetto cucito sulle maglie bianconere, seconda stella. Polemiche a volontà a Firenze: in testa ai contestatori, manco a dirlo, Franco Zeffirelli (querelato da Boniperti per la famosa frase: "Ho visto Boniperti mangiare noccioline in tribuna, sembrava un mafioso americano" ). Dietro a quella Juve, c’era anche l’avvocato Agnelli: "Zeffirelli? È un grande regista. Ma quando parla di calcio non lo sto nemmeno a sentire".
L’ultimo marcatore bianconero di quel campionato fu William "Liam" Brady. Giocò a Torino per due stagioni (1980-81 e 1981-82, scudetti in entrambi i casi). Nonostante sapesse di dover abbandonare la Juventus per far posto a Michel Platini (che con Boniek andò a formare la coppia dei due stranieri "acquistabili" all’epoca per squadra), si fece carico dell’onere (prima ancora che onore) di calciare il rigore decisivo a Catanzaro. Cabrini o Paolo Rossi: avrebbe potuto tirare uno dei due. Invece andò lui. Con il rischio di sbagliare e non poter più rimediare all’errore. Un signore: dentro e fuori dal campo.
La (doppia) finale della coppa UEFA del 1990 vinta dai bianconeri (il ritorno si giocò nel campo neutro di Avellino); il (contestatissimo) passaggio di Roberto Baggio dalla Fiorentina alla Juventus nell’estate immediatamente successiva; il ritorno del Divin Codino in Toscana e il famoso rifiuto a calciare il rigore contro la sua ex-squadra il 6 aprile del 1991; la vittoria dei viola a Firenze con goal di Batistuta che di testa approfittò di una incomprensione tra Peruzzi e Tudor nel dicembre del 1998; la vittoria dei bianconeri in trasferta nel primo anno di Lippi per 4-1 (lì, Baggio, il rigore lo tirò), nel giorno dell’addio dal campo ad Andrea Fortunato; la vittoria della Juventus a Firenze del 4 dicembre del 2005, con Camoranesi che esultò dalla bandierina del calcio d’angolo, prendendola e utilizzandola come fosse una chitarra, dopo aver realizzato la rete decisiva…
Nel bel mezzo, a Torino (nell’ormai ex-stadio Delle Alpi), il favoloso goal vincente di Del Piero il 4 dicembre del 1994. In un incontro dove Vialli si caricò sulle spalle la squadra, trasmettendo la sua grinta da leader ai compagni per una incredibile rimonta. Del Piero aggiunse il tocco di classe finale.
Sono trascorsi (quasi) 16 anni, e Alessandro è ancora lì.
L’input della società, facilmente intuibile leggendo tra le righe, è quello di "arrivare almeno quarti". Non è più tempo di parlare di progetti, di 5 anni indispensabili (o necessari) per tornare ai livelli dell’ultima "vera" Juventus… Almeno il quarto posto in classifica a fine anno: con quello, Zaccheroni avrà salvato il salvabile. Non sarà una eventuale Europa League alzata ad Amburgo a cambiare le carte in tavola. Quella nata dalle ceneri di Calciopoli non è (ancora) la Juventus: si è passati da una società che si autofinanziava e vinceva, ad una che finanzia (molto) ma non vince; dalla competenza all’inesperienza; dalle trovate geniali agli errori più banali; dagli acquisti a sorpresa e tenuti nascosti sino all’ultimo, agli interessamenti e alle trattative sbandierate ai quattro venti. Ma queste cose sono evidenti da tempo: qualsiasi risultato fosse scaturito dall’incontro con i rosanero, non avrebbe comunque modificato lo stato delle cose.
Si è persa l’occasione per staccare il Palermo in classifica, approfittare dei passi falsi di Genoa, Sampdoria e Cagliari e del pareggio in extremis del Napoli. Per i più ottimisti: anche di recuperare due punti sulla Roma, portandosi a meno 7. Ora, invece, arriva il difficile: nella situazione complicata di dover sbagliare il meno possibile, i bianconeri devono affrontare la delicata trasferta di Firenze.
Fiorentina e Juventus: due squadre divise da una rivalità storica, una delle tante che accompagnano la leggenda bianconera. Naturale, per chi è forte, potente e vincente: altro che simpatia.
Negli ultimi trent’anni sono state diverse le occasioni, cariche di tensioni, nelle quali le strade delle due società si sono incrociate. Le polemiche, di conseguenza, non sono mai mancate. Soltanto in una di queste, però, sono arrivate a contendersi uno scudetto sino alla fine. Capitò nella stagione 1981-82.
In quell’annata la Juventus vinse al fotofinish un torneo avvincente, allora a 16 squadre. Quarantasei punti a quarantacinque, quando la vittoria ne assegnava due (e non tre) come adesso. In panchina Trapattoni, mago della corsa a tappe: in casa si costruiva gli scudetti, per difenderli poi in trasferta. Era il torneo delle sei vittorie bianconere consecutive a inizio campionato, che sembravano il prologo di una passerella trionfale. Invece preannunciarono un campionato più difficile del previsto. Si infortunò Bettega (addio mondiali in Spagna). Era la Juventus dei Zoff-Gentile-Cabrini, della classe umana e calcistica di Scirea, del cuore di Furino (e Bonini), degli "schizzi"di Tardelli, dei goals di Virdis e Galderisi. Una macchina capace di segnare 48 goals in 30 partite, subendone solo 14. Era la stagione in cui - per la prima volta - comparvero sulle maglie i nomi degli sponsor, della seconda retrocessione del Milan in serie B (stavolta per demeriti sportivi), del grave infortunio di Giancarlo Antognoni (a causa del durissimo scontro con il portiere genoano Martina) e del rientro di Paolo Rossi dopo la squalifica dello scandalo del calcio scommesse.
Il 16 maggio del 1982 le due contendenti si presentarono a pari punti nell’ultima giornata di campionato: 44 a testa. Il menù del giorno diceva: Cagliari-Fiorentina, Catanzaro-Juventus. Il delitto perfetto avvenne nella seconda frazione di gioco, dove ai viola venne annullato un goal di Graziani, mentre - a Catanzaro - l’arbitro Pieri ne assegnò una per la Juventus. Goal, gioco, set, match: scudetto cucito sulle maglie bianconere, seconda stella. Polemiche a volontà a Firenze: in testa ai contestatori, manco a dirlo, Franco Zeffirelli (querelato da Boniperti per la famosa frase: "Ho visto Boniperti mangiare noccioline in tribuna, sembrava un mafioso americano" ). Dietro a quella Juve, c’era anche l’avvocato Agnelli: "Zeffirelli? È un grande regista. Ma quando parla di calcio non lo sto nemmeno a sentire".
L’ultimo marcatore bianconero di quel campionato fu William "Liam" Brady. Giocò a Torino per due stagioni (1980-81 e 1981-82, scudetti in entrambi i casi). Nonostante sapesse di dover abbandonare la Juventus per far posto a Michel Platini (che con Boniek andò a formare la coppia dei due stranieri "acquistabili" all’epoca per squadra), si fece carico dell’onere (prima ancora che onore) di calciare il rigore decisivo a Catanzaro. Cabrini o Paolo Rossi: avrebbe potuto tirare uno dei due. Invece andò lui. Con il rischio di sbagliare e non poter più rimediare all’errore. Un signore: dentro e fuori dal campo.
La (doppia) finale della coppa UEFA del 1990 vinta dai bianconeri (il ritorno si giocò nel campo neutro di Avellino); il (contestatissimo) passaggio di Roberto Baggio dalla Fiorentina alla Juventus nell’estate immediatamente successiva; il ritorno del Divin Codino in Toscana e il famoso rifiuto a calciare il rigore contro la sua ex-squadra il 6 aprile del 1991; la vittoria dei viola a Firenze con goal di Batistuta che di testa approfittò di una incomprensione tra Peruzzi e Tudor nel dicembre del 1998; la vittoria dei bianconeri in trasferta nel primo anno di Lippi per 4-1 (lì, Baggio, il rigore lo tirò), nel giorno dell’addio dal campo ad Andrea Fortunato; la vittoria della Juventus a Firenze del 4 dicembre del 2005, con Camoranesi che esultò dalla bandierina del calcio d’angolo, prendendola e utilizzandola come fosse una chitarra, dopo aver realizzato la rete decisiva…
Nel bel mezzo, a Torino (nell’ormai ex-stadio Delle Alpi), il favoloso goal vincente di Del Piero il 4 dicembre del 1994. In un incontro dove Vialli si caricò sulle spalle la squadra, trasmettendo la sua grinta da leader ai compagni per una incredibile rimonta. Del Piero aggiunse il tocco di classe finale.
Sono trascorsi (quasi) 16 anni, e Alessandro è ancora lì.
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14 commenti:
in quella finale uefa a torino io ero in curva! ;)
Quasi 16 anni dal mitico gol di Del Piero???
Pazzesco... mi sembra ieri. Ero in curva Nord, partita da brividi dentro e fuori lo stadio. Quando Alex ha segnato il 3-2 siamo caduti tutti a catena. Ho anche battuto una craniata.
Che gioia però!
Quasi 16 anni... il tempo passa, vecchio mio!
Thomas sai una cosa? Il titolo aveva attirato la mia attenzione su tmw, dopo aver finito di leggere tutto l`articolo sono andato a vedere chi era il bravissimo autore che l`aveva scritto e ci ho trovato il tuo nome, a quel punto ho pensato che eravamo alle solite: dovevo farti di nuovo i complimenti :))))
La partita di sabato (ore 18.00) è temibile, anche se i viola dovranno/dovrebbero pensare più al Bayern Monaco. Ottimo orario per farsi perculare il sabato sera dagli amici :P
@marco99: avrei voluto esserci anch’io… ;-)
@Massim.: purtroppo sì….
A volte direi meno male: a vivere emozioni simili, si ha sempre il privilegio di poterle raccontare. Anche a distanza di tempo :-)
@JUVE 90: non potevi farmi complimenti migliori…
Grazie di cuore, Sante
@squeeze: infatti, proprio perché sono d’accordo con il tuo pensiero, sto organizzando il sabato sera con gli amici sin da ora…
Non vorrei mai mi dovessi buttare alle spalle l’ennesima sconfitta di questa annata da “simpatici”… ;-)
Un abbraccio a tutti!!!
L'ultimo problema si chiama Di Livio. Nella recentissima intervista a chi gli domandava se tifasse Juve ha risposto: "Perchè? Io tifo Fiorentina!".
Ennesimo pezzo di merda da aggiungere ai vari Zambrotta e tanti altri! Anche per questo bisogna vincere!
Ma non dite a Firenze che Di Livio è sempre stato un tifoso della Roma.
La grandezza dell'Avvocato che ci faceva sentire protetti. Una dichiarazione che esaltava l'arte del regista ma al tempo stesso ne stendeva la sua ala protettrice sulla Juventus, la sua creatura, non permettendo a nessuno di scalfirne il merito dei titoli conquistati sul campo. Altro che "non possiamo rimanere insensibili ...siamo vicini a giocatori e allenatore". Ah caro gionnino, come sei lontano da tuo nonno!
DiLivio l'avevo sentito un mesetto fa in una trasmissione e mi era parso molto legato ai colori della Juve..
magari sarà stata un esagerazione del giornalista che ha trascritto..
Dopo il campionato dell’82 a Firenze molte auto avevano un adesivo che recitava “Meglio secondi che ladri”. Da tener presente che, proprio alla fine di quel campionato, il quotidiano romano Il Messaggero (notoriamente antijuventino) compilò una tabella con gli errori arbitrali commessi durante quella stagione, con il risultato che la Fiorentina fu in realtà più favorita di noi. Ma, ovviamente, fummo noi a passare per ladri!!!
In quanto a Zeffirelli (e questa è una personalissima opinione: è anche un mediocre regista, almeno al cinema) lo ricordo anche in occasione del citato 3-2 con il gol finale di DelPiero. Era ospite di “quelli che il calcio” che io stavo guardando in tv…..la sua faccia al terzo gol bianconero – dopo tutta l’aria tronfia che aveva tenuto fin a quel momento – è lo spettacolo più bello che lui sia mai riuscito a mandare in onda!
Ciao a tutti
Roberta
Vi ricordate di quando Di Livio ha spostato la barriera? Lui era ai viola e ha fatto segnare il suo compagno di squadra aggiungendosi agli juventini in barriera... :p leggete questa invece
http://www.tuttosport.com/calcio/serie_b/triestina/2010/03/05-58712/Prosciolto+Scurto+della+Triestina:+non+era+bestemmia.+Una+esperta+di+labiale+smentisce+il+giudice+sp
Prosciolto Scurto della Triestina: non era bestemmia. Una esperta di labiale smentisce il giudice sportivo Tosel
La Corte di giustizia federale della Figc ha accolto il ricorso per la squalifica di una giornata inflitta al difensore per aver bestemmiato in campo durante l'incontro di serie B con il Lecce. Il giocatore: «Il mio onore è salvo: io sono una persona religiosa e non ho mai bestemmiato, ma la norma è sbagliata e va rivista subito altrimenti ogni settimana ci troveremo di fronte a gente infangata»ROMA, 5 marzo – Era «Zio porco» l’espressione rilevata dalla prova tv a carico di Peppe Scurto, difensore siciliano in forza alla Triestina e primo squalificato con prova tv per bestemmia del calcio italiano e ora primo demolitore di una norma scritta male e aperta ad ogni sorta di rilievo dal punto di vista giuridico come dimostreremo appresso. Quel primato Scurto adesso non ce l’ha più: perché la Corte di Giustizia Federale, presieduta dal giudice Mastrandrea, ha accolto il reclamo d’urgenza fortemente voluto dal giocatore (molto religioso) e presente all’appello in Figc per potersi difendere personalmente e dalla Triestina. Accolto il reclamo perché l’avvocato Rigo e il suo collega Diana hanno prodotto una dichiarazione pro veritate della signora Loredana Goldaniga, una sordomuta insegnante di linguaggio per sordomuti e di lettura del labiale, che ha attestato su carta bollata che l’espressione proferita durante Lecce-Triestina e che a Tosel era sembrata blasfema era l’imprecazione gergale «zio porco».
Non si sa se la difesa di Rigo e Diana abbia aperto altri squarci normativi: per l’incolpato con prova tv infatti c’è l’onere della prova a discolpa da produrre entro le 16 del lunedì successivo, ma proprio Palazzi produce enrtro il lunedì alle 16 la prova della bestemmia: come si fa a difendersi se non si sa neanche di essere stato incolpato? Si sono chiesti i legali di Scurto. «Questo va contro tutti i principi giuridico, anche contro lo Statuto del Coni che prevede che ogni ordinamento anche di giustizia sportiva dia effettiva possibilità di difesa agli incolpati, a partire dai termini di conoscenza della colpa ascritta». Un’ulteriore stortura della regola la segnaliamo noi: come per tutte le prove tv si può procedere d’urgenza anche per le bestemmie, anche se la punizione è di un turno; ebbene per chi come Di Carlo ha preso un turno per segnalazione dello 007 federale non è previsto appello con procedura d’urgenza. Una bestemmia in tv si può assolvere nel confessionale di via Allegri, una refertata in campo resta fino alle fiamme dell’inferno.
FATTA GIUSTIZIA – Scurto dall’aeroporto di Fiumicino, pronto a tornare a Trieste, è sollevato: «Il mio onore è salvo: io sono una persona religiosa e non ho mai bestemmiato, mi dà anche fastidio sentire altri farlo. E poi questo record pazzesco: sui giornali, sulle prime pagine come il primo giocatore squalificato per prova tv per una bestemmia era assurdo. Ho preteso la procedura d’urgenza e voluto che la signora Loredana leggesse il mio labiale, ma la norma è sbagliata e va rivista subito altrimenti ogni settimana ci troveremo di fronte a gente infangata. E’ una norma equivoca: il giudice deve mettersi a leggere un labiale dove scambiare una zeta per “di” è molto facile e antipatico per chi subisce la sanzione. S’è fatta giustizia, ora speriamo si faccia clamore anche sull’assoluzione perché Scurto non ha bestemmiato ma imprecato alla sua maniera. Perché ognuno ha la sua e codificarla è davvero impossibile».
A mio parere, è una questione che se non fosse stata montata e rimontata in continuazione da tv e giornali sarebbe finita da tempo.
La Fiorentina quell'anno poteva vincere lo scudetto e ha trovato noi, poteva trovare anche il Milan o l'Inter, logico che se ti capita raramente di lottare per lo scudetto poi si ricordi e si rimpianga.
In tv ci sono degli stupidi madornali, ogni tanto bisogna pur dirlo. Quando ci sono ultras scatenati, tessere del tifoso, carabinieri e polizia in assetto di guerra per una partita, che bisogno c'è di ripescare sempre in quell'acqua morta?
Zeffirelli è stato grande finché ha avuto vicino Visconti, soprattutto come scenografo. Ma Luchino Visconti non c'è più da tanti anni...Di recente ha detto una stupidaggine madornale sulla Traviata a Roma, tra l'altro insultando pesantemente una delle più grandi cantanti d'opera di questi ultimi anni. Da lui, una cosa come questa non è accettabile. Figuriamoci poi quando parla di calcio...
... le bestemmie? ero sicuro che sarebbe finita così. già con i replay degli sputi (chiedo scusa) mi era successo di chiedermi cosa mai passasse per la testa di questi idioti senza speranza, ma al peggio non c'è mai fine. Adesso vedremo per mesi i replay al rallentatore delle bestemmie, con discussioni di quaranta minuti a seguire.
quella delle bestemmie mi sembra una gran cavolata. Non sto parlando della regola in sè, lì ognuno può essere d'accordo o meno sulla necessità di ricorrere alla squalifica. Però l'eccessiva libertà di interpretazione la rende una regola facilmente aggirabile. Avrà detto "zio", "diaz", "due" o cos'altro?? E le bestemmie in altre lingue valgono? E quelle in dialetto?? E quelle verso altre religioni?? Mah.... La solita regola all'italiana...
@Io Juventino & Marco99: sull’intervista di Di Livio, propendo per la versione di Marco: anch’io conoscevo quella, pur non avendo letto/visto le sue ultime in merito.
E’ vero: lui è stato per anni tifoso della Roma, per poi abbandonarsi al professionismo “di serie A”.
Quello che lo ha portato a sostenere le squadre per le quali giocava.
Chi come lui (e mi riferisco a Torricelli) ha fatto il percorso Torino-Firenze a fine carriera, pur avendo delle (umane) preferenze, difficilmente le esporrebbero in maniera così limpida.
Proprio per la rivalità che esiste tra le due squadre.
In fondo li capisco.
Dal punto di vista personale, mi piacciono come persone così come mi piacevano come calciatori :-)
@Antonio: con una poesia di poche righe hai espresso il mio pensiero… ;-)
@Roberta: bellissimo commento, Roberta.
Bellissimo davvero :-)
@squeeze: sì, la ricordo ;-)
La furbizia messa in pratica in un campo di calcio
Ho letto l’articolo che hai inserito: al solito, all’italiana…
C’è un regolamento, non lo si applica, ci si inventa una norma che mette in pratica la norma, ma lascia aperta la porta a interpretazioni.
Siamo l’Italia. Con tutti i problemi calcistici da affrontare, ci si perde nel distinguere una parolaccia da una bestemmia…
Ps: il primo che bestemmia in questo blog, lo squalifico per 5 post ;-)
@Giuliano: sulla prima parte del primo commento (polemiche dopo lo scudetto del 1982, di cui ho parlato nell’articolo) sono d’accordo “in toto” con te.
Sulla seconda, mi hai insegnato una cosa nuova. Alla quale, naturalmente, non posso aggiungere altro (grazie per averlo inserito)
Sul secondo commento (bestemmie e sputi), concordo in pieno :-)
@MauryTBN: come hai potuto vedere dalle risposte precedenti, ti quoto in tutto quello che hai scritto ;-)
Un abbraccio a tutti!!!
E grazie
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