Il campionato ripartirà il 6 gennaio prossimo, con la Juventus che ospiterà il Parma di Pasquale Marino all’ora di pranzo in occasione della diciottesima giornata della serie A, penultima tappa del girone di andata.
Il caso ha voluto che anche lo scorso anno bianconeri e parmensi abbiano incrociato il proprio cammino nel giorno dell’Epifania e nello stesso momento del campionato, con l’unica differenza che l’incontro si disputò allo stadio "Tardini".
Accadde nella partita d’esordio di Roberto Bettega in qualità di vicedirettore generale (con ampi poteri su tutta l'area sportiva) della società juventina. Seduto in tribuna in mezzo a Blanc e Secco, ricevette il "benvenuto" da parte di un esponente della politica locale: "siete una squadra di scarponi". Un autogoal di Castellini regalò il successo alla Juventus (2-1 il risultato finale), in una gara preceduta da due inaspettati protagonisti: Marco Cavozza (un falconiere) e la sua aquila, che vigilarono sui teloni messi a protezione del terreno di gioco da neve e gelate per evitare che le cornacchie - alla ricerca di lombrichi - li bucassero, permettendo così il regolare svolgimento dell’incontro.
Sconfitta dal Bayern Monaco in Champions League (con la conseguente "retrocessione" in Europa League) e da Bari e Catania in campionato nelle ultime tre partite disputate, la barca bianconera progettata da Jean Claude Blanc aveva iniziato ad affondare. A nulla valse l’arrivo di Bettega: il danno - irreparabile - era già stato fatto, a partire dalla successiva gara casalinga giocata contro il Milan (0-3, 10 gennaio 2010) Madama riprese subito a perdere.
Scorrendo i calendari degli ultimi dieci campionati di serie A, e sfogliando l’album dei ricordi in bianco e nero, si può notare come alla Juventus sia capitato di giocare il giorno dell’Epifania in altre tre occasioni.
Il 6 gennaio del 2002 vinse allo stadio "delle Alpi" contro l’Udinese di Ventura con il risultato di 3-0 (Zambrotta, Nedved, Davids), nel campionato passato alla storia come "quello del 5 maggio", che si concluse con lo scudetto numero ventisei per la Vecchia Signora.
Due anni dopo, nel 2004, sempre a Torino ottenne un altro successo contro il Perugia di Serse Cosmi per 1-0: Pavel Nedved, fresco vincitore del Pallone d’Oro, dopo aver festeggiato con i suoi tifosi la conquista del prestigioso trofeo nei momenti immediatamente precedenti l’incontro decise la gara con un gran goal realizzato con un tiro scagliato da trenta metri circa di distanza dalla porta difesa da Kalac. Il tricolore, a fine anno, andò al Milan di Carlo Ancelotti.
Nel corso della stagione successiva, il 6 gennaio 2005 incontrò il Parma (di nuovo) allo stadio "Tardini", pareggiando 1-1: alla rete iniziale di Ibrahimovic rispose Marchionni, che all’epoca militava ancora tra le fila dei ducali. Al termine del campionato la Vecchia Signora giunse davanti a tutte le altre squadre per la ventottesima volta.
Numeri, statistiche, curiosità e ricordi snocciolati nell’attesa che la prossima sessione di calciomercato restituisca alla Serie A una Juventus rinforzata e corretta laddove mostra ancora lacune evidenti, per riprendere il suo processo di crescita e quella seconda posizione in classifica conquistata dopo la gara contro la Lazio e persa nella domenica immediatamente successiva, a causa del goal realizzato da Pellissier nel finale dell’ultima partita del 2010 disputata a Verona.
Luigi Del Neri, nel corso di una intervista rilasciata a "SkySport1" pochi giorni fa, ha tracciato la strada: "La filosofia di un grande risultato pone solo un obiettivo. Invece i piccoli obiettivi portano ad un grande risultato. Devo sempre stimolare l’obiettivo piccolo, cioè fare più goals, prendere meno goals, fare un punto in più dell’anno scorso, arrivare quinti, poi quarti, terzi, secondi. Così motivo i miei".
Nell’ultima giornata del girone di andata la Juventus si recherà a Napoli, dopo che la squadra di Mazzarri avrà affrontato l’Inter del nuovo tecnico Leonardo al "Meazza". Nell’arco di poche ore la classifica potrebbe cambiare nuovamente la sua fisionomia.
Nella speranza che - di obiettivo in obiettivo - la corsa degli uomini del tecnico di Aquileia si fermi il meno possibile.
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Il caso ha voluto che anche lo scorso anno bianconeri e parmensi abbiano incrociato il proprio cammino nel giorno dell’Epifania e nello stesso momento del campionato, con l’unica differenza che l’incontro si disputò allo stadio "Tardini".
Accadde nella partita d’esordio di Roberto Bettega in qualità di vicedirettore generale (con ampi poteri su tutta l'area sportiva) della società juventina. Seduto in tribuna in mezzo a Blanc e Secco, ricevette il "benvenuto" da parte di un esponente della politica locale: "siete una squadra di scarponi". Un autogoal di Castellini regalò il successo alla Juventus (2-1 il risultato finale), in una gara preceduta da due inaspettati protagonisti: Marco Cavozza (un falconiere) e la sua aquila, che vigilarono sui teloni messi a protezione del terreno di gioco da neve e gelate per evitare che le cornacchie - alla ricerca di lombrichi - li bucassero, permettendo così il regolare svolgimento dell’incontro.
Sconfitta dal Bayern Monaco in Champions League (con la conseguente "retrocessione" in Europa League) e da Bari e Catania in campionato nelle ultime tre partite disputate, la barca bianconera progettata da Jean Claude Blanc aveva iniziato ad affondare. A nulla valse l’arrivo di Bettega: il danno - irreparabile - era già stato fatto, a partire dalla successiva gara casalinga giocata contro il Milan (0-3, 10 gennaio 2010) Madama riprese subito a perdere.
Scorrendo i calendari degli ultimi dieci campionati di serie A, e sfogliando l’album dei ricordi in bianco e nero, si può notare come alla Juventus sia capitato di giocare il giorno dell’Epifania in altre tre occasioni.
Il 6 gennaio del 2002 vinse allo stadio "delle Alpi" contro l’Udinese di Ventura con il risultato di 3-0 (Zambrotta, Nedved, Davids), nel campionato passato alla storia come "quello del 5 maggio", che si concluse con lo scudetto numero ventisei per la Vecchia Signora.
Due anni dopo, nel 2004, sempre a Torino ottenne un altro successo contro il Perugia di Serse Cosmi per 1-0: Pavel Nedved, fresco vincitore del Pallone d’Oro, dopo aver festeggiato con i suoi tifosi la conquista del prestigioso trofeo nei momenti immediatamente precedenti l’incontro decise la gara con un gran goal realizzato con un tiro scagliato da trenta metri circa di distanza dalla porta difesa da Kalac. Il tricolore, a fine anno, andò al Milan di Carlo Ancelotti.
Nel corso della stagione successiva, il 6 gennaio 2005 incontrò il Parma (di nuovo) allo stadio "Tardini", pareggiando 1-1: alla rete iniziale di Ibrahimovic rispose Marchionni, che all’epoca militava ancora tra le fila dei ducali. Al termine del campionato la Vecchia Signora giunse davanti a tutte le altre squadre per la ventottesima volta.
Numeri, statistiche, curiosità e ricordi snocciolati nell’attesa che la prossima sessione di calciomercato restituisca alla Serie A una Juventus rinforzata e corretta laddove mostra ancora lacune evidenti, per riprendere il suo processo di crescita e quella seconda posizione in classifica conquistata dopo la gara contro la Lazio e persa nella domenica immediatamente successiva, a causa del goal realizzato da Pellissier nel finale dell’ultima partita del 2010 disputata a Verona.
Luigi Del Neri, nel corso di una intervista rilasciata a "SkySport1" pochi giorni fa, ha tracciato la strada: "La filosofia di un grande risultato pone solo un obiettivo. Invece i piccoli obiettivi portano ad un grande risultato. Devo sempre stimolare l’obiettivo piccolo, cioè fare più goals, prendere meno goals, fare un punto in più dell’anno scorso, arrivare quinti, poi quarti, terzi, secondi. Così motivo i miei".
Nell’ultima giornata del girone di andata la Juventus si recherà a Napoli, dopo che la squadra di Mazzarri avrà affrontato l’Inter del nuovo tecnico Leonardo al "Meazza". Nell’arco di poche ore la classifica potrebbe cambiare nuovamente la sua fisionomia.
Nella speranza che - di obiettivo in obiettivo - la corsa degli uomini del tecnico di Aquileia si fermi il meno possibile.
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5 commenti:
beh, quando si parla di Juve-Parma alle 12:30 non posso fare a meno di pensare alla partita giocata all'una nel 2000: Zidane alla sua miglior prestazione in bianconero, qualcosa di mostruoso, Inzaghi che sbagliò l'impossibile e alla fine, dopo che dovevamo essere almeno 4 o 5 a o, il parma ci pareggiò in 9 con un gol di Crespo in fuorigioco... Con quei 2 punti avremmo cinto lo scudetto :(
Quel giorno me lo ricordo bene.
Andai a Rho a trovare un amico, malato di Juventus come il sottoscritto, solo per vedere insieme la partita al bar.
Zidane insegnò calcio come ho visto fare poche altre volte in vita mia.
Me la presi da morire con Ancelotti: chiedevo la sostituzione di Inzaghi con Kovacevic, ero esausto da quante gliene dissi.
Giocavamo in 11 contro 9, e lui si limitò a sostituire Pessotto con Birindelli a due minuti dalla fine (rimanendo attaccato a quel maledetto 3-4-1-2), senza voler considerare che stavamo giocando con due uomini in più quando ancora ne mancavano quindici.
Diventò un grande allenatore dopo essere stato sulla nostra panchina. Adesso sono convinto che un errore così non lo rifarebbe più…
Un abbraccio!
un po' fuori testo: hai notato come tutti abbiano sorvolato allegramente sui dieci milioni di euro che è costato a Moratti il licenziamento di Benitez? Addirittura Tuttosport titola "i disastri di Benitez"...
Che dire? A me Benitez piace, mi sembra un'ottimo persona: brindo a lui e alla sua fortuna esagerata, e auguro altrettanta fortuna a Leonardo! E me li vedo già tutti insieme a festeggiare, Cuper, Benitez, Tardelli, Leonardo, Vampeta, Farinos, e via via elencando, manco solo io - così imparo a non essere mai stato interista.
Come si diceva negli anni '60, "ricchi scemi"... (Mi tengo ben stretto Marotta, e anche Moggi)
Per quanto mi riguarda... fu la partita dell'illusione. Dell'illusione più totale perché Bettega, perché il 2-1, perché il gol, perché perché perché.
@Giuliano: ho notato, per quanto mi riguarda hai perfettamente ragione. Su tutta la linea.
Se posso permettermi, aggiungo un altro punto.
Ha fatto credere a Moratti di essere un debole, e a tutti di essere un allenatore senza palle.
In realtà aveva capito, dopo poco tempo, che aria tirava in quel di Milano (sponda neroassurra).
Sapeva, in cuor suo, di vincere la coppa del mondo per club. Ha fatto finta di subire, per poi “scatenarsi” al momento giusto.
Avendo, oltretutto, la consapevolezza di poter ottenere la buonuscita di cui sopra…
;-)
Ps: in un certo senso, lo possiamo considerare uno di noi…
:-)
@IoJuventino: ottima definizione!
Purtroppo, mi viene da dire, visto come sono andate le cose…
Un abbraccio a tutt’e due!
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