sabato 15 gennaio 2011

La Juve col Bari per ripartire. Di nuovo...


Si riparte col Bari, dopo aver iniziato col Bari. Comincia il girone di ritorno della serie A, altre diciannove partite di campionato e i tifosi bianconeri, visto l’attuale stato d’animo generale, sapranno di che morte dovranno morire.
La Juventus si era presentata ai nastri di partenza di questa stagione con uno svantaggio psicologico di ventisette punti dall’Inter (tanti quanti sono stati quelli di ritardo accumulati nei confronti dei nerazzurri al termine dell’ultima serie A disputata) e con un settimo posto in classifica appena conquistato da nascondere con il viso rosso dalla vergogna.
Quasi giunti al fatidico giro di boa, quando qualcuno iniziava a volare con i sogni oltre il cielo parlando di scudetto ecco arrivare due sberle sonanti ad opera di Parma e Napoli, con la Vecchia Signora costretta a tornarsene mesta nelle retrovie.
Dove? Nella settima posizione. Quella di partenza.
Inutile girarci intorno, quel sesto posto temporaneo è solo un’etichetta che presto verrà tolta dall’Inter: è difficile credere che con due partite a disposizione da recuperare - contro il Cesena in casa e la Fiorentina in trasferta - la squadra di Leonardo non riesca ad accumulare almeno tre punti, ora che sono soltanto due le lunghezze che la separano da Madama.

A Bari, lo scorso 29 agosto, un gran tiro di Donati stese la Juventus quando ormai mancavano due minuti al termine della prima frazione di gioco, regalando la vittoria ai pugliesi. In quei giorni si parlava di un possibile acquisto da parte dei bianconeri di una punta a scelta tra Borriello, Benzema e Forlan, l’attaccante accostato anche in questi giorni di riapertura del calciomercato al club torinese. A fine gara Del Piero disse: "L’anno scorso iniziammo con una vittoria e poi le cose andarono male. Ora speriamo che accada il contrario e che questa sia la prima e unica sconfitta".

Per il gioco mostrato al cospetto della neonata Juventus di Del Neri la formazione di Ventura - in alcuni tratti di quell’incontro - sembrava si fosse travestita da Barcellona. Adesso quella stessa squadra si trova in fondo alla classifica, ultima, con sole tre vittorie in diciannove partite giocate in tutto il girone di andata. Buffon, infortunato, non indossava i guantoni per difendere la porta bianconera. Si trovava a Carrara, a seguire la squadra locale (della quale è comproprietario) nel match disputato contro la Villacidrese. Ora quella porta tornerà ad essere "casa" sua, nel suo stadio, in mezzo ai suoi tifosi.

Con una partenza ad handicap ed un calciomercato che gli aveva lasciato una rosa incompleta tra le mani, Del Neri ha affrontato i mesi successivi con il piglio del comandante sicuro dell’apporto che gli avrebbero fornito i suoi uomini, costruendo un’intelaiatura sulla quale in questi giorni di gennaio la società avrebbe dovuto (e dovrà comunque farlo, a maggior ragione, ora) intervenire per aggiungere quei giocatori in grado di farle compiere un salto di qualità.
Durante la sosta del campionato per gli impegni della nazionale italiana contro Estonia e Far Oer, immediatamente successiva alla prima gara di campionato, il tecnico di Aquileia rilasciò un’interessante intervista al taccuino di Alberto Cerruti, giornalista della "Gazzetta dello sport", comparsa sulle pagine del quotidiano rosa il 3 settembre 2010. Molti tra gli argomenti trattati a suo tempo, rileggendoli adesso, si può dire che siano ancora di moda.

Alla domanda "Perché ha voluto Martinez per farlo giocare esterno nel 4-4-2?", rispose: "Perché è un giocatore con grandi qualità che diventerà importante. E poi nella sua nazionale giocava già esterno a quattro".
Sulla cessione di Diego, argomento scomodo più allora di quanto non lo possa essere oggi, disse: "Con Quagliarella abbiamo più presenza in area di rigore. E poi il nostro Diego si chiama Del Piero".
Ad Aquilani pronosticò un ritorno in azzurro, fece intuire che non intendeva rinunciare alle sue prestazioni ipotizzando una coesistenza in mezzo al campo con Marchisio, disse di puntare molto su Felipe Melo, rimpianse il mancato arrivo di Kolarov (trasferitosi poi al Manchester City), mentre sugli obiettivi reali del club bianconero, a calciomercato chiuso, dichiarò: "Dobbiamo raggiungere un posto per la Champions in qualsiasi maniera, perché lo esige la storia della Juventus".

Eliminata dall’Europa League ed arrivata agevolmente ai quarti di finale della coppa Italia, spetta ora a Madama riprendere ad accumulare punti in campionato a partire dall’incontro di domani con il Bari. Da dove aveva iniziato in questo campionato perdendo, così come aveva fatto per ben quindici volte nella scorsa disastrosa stagione. Dove le due formazioni si affrontarono a Torino quando mancavano quattro giornate alla fine del torneo. Si trattò dell’ultima vittoria bianconera, un 3-0 che portava le firme di Iaquinta (doppietta) e Del Piero (su rigore).
Ancora lui, sempre lui: Del Piero.
Lì in attacco, adesso, orfani di Quagliarella si rende ulteriormente necessario l’acquisto di una punta di valore assoluto per puntare con decisione alle primissime posizioni in classifica.
Allo scudetto credevano in pochi, sino a qualche giorno fa. All’obiettivo dichiarato dalla società, invece, no…

Articolo pubblicato su Tutto Juve.com

4 commenti:

Giuliano ha detto...

una considerazione leggermente fuori testo: ma perché "gli esperti" continuano ad associare alla Juve calciatori che non possono essere tesserati, perché extracomunitari?
Era il caso di Dzeko, e mi pare anche di Arshavin e di Luis Fabiano...
Questa regola è comunque una gran presa in giro, la dimostrazione che il calcio è gestito da persone poco serie, almeno in Italia: il Catania ha 12 argentini, e praticamente tutti i sudamericani hanno passaporto spagnolo, portoghese, italiano... Ridicolo.
(anche Diego ha passaporto italiano, e nessuno sa spiegare perché...)
Un pensiero a Nakata e al suo gol decisivo, e poi concludo: avrebbe molto ma molto più senso abolire queste norme idiote e applicare anche al campionato quello che c'è già nelle coppe, la lista dei 22-25 e poi pescare dalla Primavera.

Thomas ha detto...

Ciao Giuliano ;-)
Allora…
Luis Fabiano ha il passaporto comunitario (come spagnolo).
Arshavin, russo, è un caso un pochino più complicato. E’ comunitario pure lui, grazie alla "Sentenza Simutenkov”. Lo ricordi il calciatore ex-Reggiana e Bologna?

Ti allego, per un maggior chiarimento, questo stralcio preso da Wikipedia:
“Il 12 aprile 2005 la Corte di Giustizia Europea avallò la causa n. 265/03 radicata proprio dal calciatore Igor Simutenkov: non potendo essere schierato regolarmente per il limite sul numero di calciatori extracomunitari, Simutenkov si appellò al partenariato tra Comunità Europea e Russia per essere equiparato ad un calciatore comunitario”.

I discorsi su Dzeko, vero pallino della nuova Juventus e storia d’amore non concretizzata (da ambo le parti, anche se lui ora se ne farà sicuramente una ragione), erano riferiti alla prossima estate.
Il giocatore doveva andarsene - per una serie di motivi - via dalla Germania ora. I casi erano due: o la Juventus investiva una cifra enorme adesso, con qualche rischio del caso (infortuni su tutti), oppure lui se ne sarebbe andato da un’altra parte. Cosa che poi, purtroppo, è accaduta.

Sulle origini del passaporto italiano di Diego, mi sono divertito a fare una ricerca per te.
Ecco cosa ho trovato:
“Diego divenne cittadino italiano quando il 17 marzo 2004 ricevette il passaporto comunitario e a Sant’Angelo Lodigiano in tanti fecero festa.
Una pratica che aveva curato in modo specifico l’avvocato Basile di Casalpusterlengo che poi commentò così quelle vicende:” Diego aveva origini ferraresi e campane. Certo la ricerca è stata impegnativa , ma alla fine abbiamo recuperato i certificati dei suoi ascendenti: Carlo Lazzari di Ferrara e Maria Concetta Viola di Napoli.
Insomma da cosa nasce cosa, e dai contatti con Claudio Nespoli procuratore di Diego si risalì ai bisnonni di Diego appunto emigranti in Brasile e che tra l’altro quando emigrarono a San Paolo furono aiutati da quegli istituti religiosi che furono fondati da Santa Francesca Cabrini, nativa guarda caso di Sant’Angelo.
Poi la cittadinanza e il passaporto si è materializzato secondo le procedure e le indicazioni dei competenti organismi istituzionali ( Prefettura, Questura e Ministero per gli italiani all’estero). Frutto dei contatti tra l’avvocato Basile e il padre – agente di Diego ( quello che aveva ancora il 40% di Diego quando la Juve l’ha rilevato dal Werder Brema), che si sono incontrati alcune volte anche allo stadio di Caldogno. Poi la storia del Diego ferrarese – campano – italiano – brasiliano è esplosa qualitativamente in Germania e in Brasile, protagonista in Champions e con la nazionale verdeoro”

Nakata e il suo goal decisivo?
Ero a Torino, quel 6 maggio 2001.
Dopo le reti di Del Piero e Zidane sembrava fatta.
Poi… L’assurdo che si materializza. E non farmi parlare di Van Der Sar, che c’è pure qualcuno che ancora lo difende…
Andai a dormire a Pavia a casa di Giovanni, uno degli amici più cari, per partire all’alba alla volta del lavoro, a Genova.
Arrivai in ufficio pochi minuti prima del mio responsabile, che entrò mimando l’aeroplanino di Montella…

Un abbraccio e ‘notte :-)

Giuliano ha detto...

Grazie per le spiegazioni! Allora diventa solo una questioni di soldi... Arshavin lo vedrei volentieri, con lui a sinistra e Krasic a destra non sarebbe male (sempre che lui, nel caso, abbia voglia di giocare e non sia qui "alla Tiago"...)
Quando leggo queste cose, però, penso che in fin dei conti anch'io ho qualche secondo cugino di mio nonno emigrato in America, potrei chiedere la cittadinanza di almeno tre Stati!!
:-)

Thomas ha detto...

Figurati, è stato solo un piacere
;-)

Arshavin non mi dispiace, ma in tutta sincerità non so dirti quanto la Juve lo abbia effettivamente cercato. Qualche dubbio su un suo positivo ambientamento nel calcio italiano l'ho pure io.

Beh, sì, effettivamente è così.
A seconda dell'uso, poi, siamo stati tifosi sin da piccoli dell'America, dell'Argentina, dell'Irlanda...
:-)

Un abbraccio e buona domenica
Forza Juve!!!!