Juventus e Milan, il duello continua. In un campionato che ancora non ha trovato una sua regina sono proprio i club la cui rivalità ne ha contraddistinto la storia dall’inizio degli anni novanta sino alla metà del decennio successivo per contendersi il primato.
I rossoneri tornano da Bergamo, laddove si recheranno i bianconeri dopo aver disputato la prossima gara interna col Cagliari, con altri tre punti in saccoccia, pronti ad affrontare il derby contro un'Inter reduce da un filotto di cinque vittorie consecutive. Il peso specifico dell'ultimo successo degli uomini di Allegri aumenta se si considera il fatto che l'Atalanta, prima di quell'incontro, era imbattuta tra le mura amiche. Adesso, caduta pure lei rimangono soltanto Juventus, Milan e Udinese a potersi fregiare di quel titolo: trattandosi delle tre squadre attualmente in vetta alla classifica viene spontaneo non considerarlo un caso.
Spettatrice interessata di quanto accadrà domenica sera a "San Siro" sarà sicuramente la Vecchia Signora, che nel pomeriggio avrà già affrontato nella sua nuova casa il Cagliari. Un successo dei nerazzurri (o un eventuale pareggio) potrebbe spianarle la strada verso il primato solitario, a patto che nel frattempo Madama abbia fatto il proprio dovere. Evitando, se possibile, di limitarsi al minimo sindacale così come accaduto a Lecce.
Per la truppa di Conte la sconfitta in questo campionato continua ad essere un tabù. In più, va rimarcato un altro segnale positivo: quello di essere riuscita a vincere anche attraverso una prestazione deludente come l'ultima offerta in terra salentina. Ora, però, vanno ritrovati al più presto la condizione fisica e il gioco mostrati nei primi mesi della stagione. Claudio Marchisio non ha avuto difficoltà nell'ammettere le lacune mostrate al "Via del Mare": "Siamo stati lenti nella costruzione del gioco e meno efficaci nel pressing, quelle che sono state le nostre caratteristiche".
Non c'è tempo da perdere, visto che la classifica sta iniziando a delineare e definire i reali rapporti di forza tra le varie squadre e a scendere dal piedistallo si impiega un attimo. Per risalirlo, invece, si sudano le famose sette camicie, con il rischio concreto di arrivare al traguardo privi di forze. Per informazioni basta chiedere a Claudio Ranieri, tecnico di quell'Inter alla quale è riuscito a inserire la marcia giusta dalla panchina così come gli capitò di fare due stagioni or sono alla guida della Roma.
All'epoca dei fatti prese in mano un gruppo orfano di Spalletti alla terza giornata (in seguito una sconfitta patita dai giallorossi contro la Juve) per portarla ad un "niente" dallo scudetto: passò in testa dopo una vittoria sull'Atalanta (11 aprile 2010), per poi perdere la vetta a causa di una sconfitta casalinga contro la Sampdoria. Autore delle reti decisive a favore dei blucerchiati fu Pazzini, un suo attuale giocatore. In quello stesso giorno l'Inter vinse al "Meazza" proprio contro l'Atalanta. Ancora lei, sempre lei.
E' un campionato che ha riaperto i battenti nel segno dei goals delle punte (o presunte tali): Milito, Pazzini, Ibrahimovic, Di Natale, Jovetic, Destro, Calaiò, Matri e via discorrendo. Il bottino complessivo della giornata, tutto incluso, è di ben trentuno reti.
"Alla guerra si va attrezzati bene e non con i fucili di plastica", ha recentemente affermato Antonio Conte rispondendo alle domande dei giornalisti presenti a Dubai in merito all'arrivo di Borriello in maglia bianconera.
Il primo intervento della società in questa sessione invernale del calciomercato è avvenuto nel reparto dove gli addetti ai lavori non ritenevano necessarie ulteriori aggiunte, quanto – piuttosto - quelle partenze previste e auspicate ormai da mesi (Iaquinta, Toni, Amauri). Con Borriello la Juventus si è portata in casa un nuovo problema, che in questa stagione ancora le era sconosciuto: quello della contestazione "preventiva", da parte di uno spaccato della tifoseria, verso un singolo calciatore. Il motivo, risaputo, è legato alla scelta risalente a due estati or sono dell'ex giallorosso di accasarsi a Roma piuttosto che a Torino.
A Lecce si è materializzata in uno striscione presente sugli spalti recante la scritta "Borriello: mercenario senza onore e dignità"; allo "Juventus Stadium", domenica prossima, potrebbe continuare a parole.
José Mourinho, durante la sua esperienza italiana, parlò del "rumore dei nemici": Antonio Conte, pronto ad andare in guerra con i suoi soldati, con ogni probabilità avrà modo di sentire quello ostile di qualche "amico".
Va da sé che ne farebbe volentieri a meno.
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I rossoneri tornano da Bergamo, laddove si recheranno i bianconeri dopo aver disputato la prossima gara interna col Cagliari, con altri tre punti in saccoccia, pronti ad affrontare il derby contro un'Inter reduce da un filotto di cinque vittorie consecutive. Il peso specifico dell'ultimo successo degli uomini di Allegri aumenta se si considera il fatto che l'Atalanta, prima di quell'incontro, era imbattuta tra le mura amiche. Adesso, caduta pure lei rimangono soltanto Juventus, Milan e Udinese a potersi fregiare di quel titolo: trattandosi delle tre squadre attualmente in vetta alla classifica viene spontaneo non considerarlo un caso.
Spettatrice interessata di quanto accadrà domenica sera a "San Siro" sarà sicuramente la Vecchia Signora, che nel pomeriggio avrà già affrontato nella sua nuova casa il Cagliari. Un successo dei nerazzurri (o un eventuale pareggio) potrebbe spianarle la strada verso il primato solitario, a patto che nel frattempo Madama abbia fatto il proprio dovere. Evitando, se possibile, di limitarsi al minimo sindacale così come accaduto a Lecce.
Per la truppa di Conte la sconfitta in questo campionato continua ad essere un tabù. In più, va rimarcato un altro segnale positivo: quello di essere riuscita a vincere anche attraverso una prestazione deludente come l'ultima offerta in terra salentina. Ora, però, vanno ritrovati al più presto la condizione fisica e il gioco mostrati nei primi mesi della stagione. Claudio Marchisio non ha avuto difficoltà nell'ammettere le lacune mostrate al "Via del Mare": "Siamo stati lenti nella costruzione del gioco e meno efficaci nel pressing, quelle che sono state le nostre caratteristiche".
Non c'è tempo da perdere, visto che la classifica sta iniziando a delineare e definire i reali rapporti di forza tra le varie squadre e a scendere dal piedistallo si impiega un attimo. Per risalirlo, invece, si sudano le famose sette camicie, con il rischio concreto di arrivare al traguardo privi di forze. Per informazioni basta chiedere a Claudio Ranieri, tecnico di quell'Inter alla quale è riuscito a inserire la marcia giusta dalla panchina così come gli capitò di fare due stagioni or sono alla guida della Roma.
All'epoca dei fatti prese in mano un gruppo orfano di Spalletti alla terza giornata (in seguito una sconfitta patita dai giallorossi contro la Juve) per portarla ad un "niente" dallo scudetto: passò in testa dopo una vittoria sull'Atalanta (11 aprile 2010), per poi perdere la vetta a causa di una sconfitta casalinga contro la Sampdoria. Autore delle reti decisive a favore dei blucerchiati fu Pazzini, un suo attuale giocatore. In quello stesso giorno l'Inter vinse al "Meazza" proprio contro l'Atalanta. Ancora lei, sempre lei.
E' un campionato che ha riaperto i battenti nel segno dei goals delle punte (o presunte tali): Milito, Pazzini, Ibrahimovic, Di Natale, Jovetic, Destro, Calaiò, Matri e via discorrendo. Il bottino complessivo della giornata, tutto incluso, è di ben trentuno reti.
"Alla guerra si va attrezzati bene e non con i fucili di plastica", ha recentemente affermato Antonio Conte rispondendo alle domande dei giornalisti presenti a Dubai in merito all'arrivo di Borriello in maglia bianconera.
Il primo intervento della società in questa sessione invernale del calciomercato è avvenuto nel reparto dove gli addetti ai lavori non ritenevano necessarie ulteriori aggiunte, quanto – piuttosto - quelle partenze previste e auspicate ormai da mesi (Iaquinta, Toni, Amauri). Con Borriello la Juventus si è portata in casa un nuovo problema, che in questa stagione ancora le era sconosciuto: quello della contestazione "preventiva", da parte di uno spaccato della tifoseria, verso un singolo calciatore. Il motivo, risaputo, è legato alla scelta risalente a due estati or sono dell'ex giallorosso di accasarsi a Roma piuttosto che a Torino.
A Lecce si è materializzata in uno striscione presente sugli spalti recante la scritta "Borriello: mercenario senza onore e dignità"; allo "Juventus Stadium", domenica prossima, potrebbe continuare a parole.
José Mourinho, durante la sua esperienza italiana, parlò del "rumore dei nemici": Antonio Conte, pronto ad andare in guerra con i suoi soldati, con ogni probabilità avrà modo di sentire quello ostile di qualche "amico".
Va da sé che ne farebbe volentieri a meno.
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4 commenti:
Thomas carissimo, io credo che se Borriello dovesse segnare qualche goal importante, le contestazioni di quella frangia di tifosi al momento molto ostili, nonostante le spiegazioni date sia da Borriello che dalla società circa la sua scelta di due stagione fa di andare alla Roma, finirebbero presto. Ovviamente ce lo auguriamo tutti.
Un abbraccio grande
Sono d'accordo con te, Danny.
Conta la maglia, solo quella.
Ne ho visti molti di tifosi salire sul carro di Antonio Conte, nel corso di questi mesi. Vale anche per i giocatori.
Un abbraccio anche a te ;-)
A presto!
finchè le marmotte ci portano un Boriello efinchè Conte continua a schierare un Matri spento da subito impossibile vincere.
Da notare che la quotazione di Krasic scende 1 milione apartita, fra un po' dobbiamo dare soldi come per Jaquinta perchè ce lo portino via. La juve sembra una squadra statale. Come arrivi non te ne vai più. Ritorna lo spetro di rivedere la juve di Del Neri senza gioco.
salvo Litzstainer e Brzagli.
Il campionato vive di momenti: questo, per noi, è negativo.
Il Milan corre per lo scudetto, la corsa dell'Inter rischia di inguaiarci, noi stiamo correndo poco. E giocando male.
Così non va. Però, ragazzi: calma e sangue freddo. Sbaglio o siamo ancora primi in classifica?
Che poi potremmo scendere presto dal piedistallo, quello è un altro discorso. Siamo a vicini a febbraio, il tempo delle pagelle è in arrivo. E anche delle prime sentenze.
Un abbraccio
Ps: per onore di cronaca: ieri mi sono incazzato come una iena
;-)
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