venerdì 1 febbraio 2013

La Juve torna al punto di partenza

 
Nella scorsa stagione il mantra ripetuto sino alla nausea da Antonio Conte recitava, più o meno, queste parole: "Ricordiamoci da dove siamo partiti". Già, ma da dov'era partita la Juventus? Il suo viaggio era ripreso dopo il terremoto calcistico provocato dagli eventi di Calciopoli, ed era diventato ancor più complicato a causa delle scelte operate dal club nel periodo immediatamente successivo l'estate del 2006. Molte delle quali, col trascorrere del tempo, si sono rivelate sbagliate.
 
Poi è arrivata la svolta positiva, coincisa con l'insediamento a Torino del tecnico leccese e di alcuni giocatori che hanno contribuito alla sua rinascita. Conquistato lo scudetto al primo tentativo, il mondo juventino aveva coltivato per qualche giorno la speranza di aggiungere in bacheca anche una Coppa Italia. Oltre agli effetti pratici, l'impresa avrebbe provocato non pochi sussulti al cuore dei sostenitori di Madama: in caso di successo nella finalissima contro il Napoli - infatti - la Juventus avrebbe ripetuto l'impresa già compiuta nella stagione 1994/95, all'epoca in cui Marcello Lippi era stato ingaggiato dalla Triade.
 
Svanito questo sogno, una volta conquistata la Supercoppa Italiana è iniziato l'attuale campionato, con il pronostico degli esperti del settore che aveva il sapore di un verdetto: Juventus favorita, così tanto da non trovare una vera e propria rivale nella corsa al titolo. A questo punto bisognava soltanto capire sino a dove si sarebbe potuta spingere in Europa, fermo restando che sembrava scontata la sua partecipazione ad un'altra finale di Coppa Italia.
 
La realtà dei fatti, invece, le ha presentato uno scenario ben diverso: raggiunti brillantemente gli ottavi di finale della Champions League, il mese di gennaio del 2013 ha poi riservato a Madama alcune brutte sorprese. Tra queste c'è stata la precoce eliminazione dalla coppa nazionale ad opera della Lazio. Poteva succedere, ed è successo. Non si tratta certamente del primo episodio: negli ultimi diciannove anni, proprio partendo dal 1995 ad oggi, la Juventus ha vinto soltanto una volta la Coppa Italia, raggiungendo la finalissima in altre tre edizioni. Non stiamo parlando di un bilancio di cui andare fieri, ma serve a capire come la mancata qualificazione all'appuntamento decisivo del prossimo maggio (contro Roma o Inter) non deve essere vissuto dai bianconeri come un dramma.
 
Resta da capire se la Vecchia Signora, ripresa confidenza con l'abitudine alla vittoria, riuscirà a scrollarsi subito di dosso la delusione per una sconfitta che poteva essere tranquillamente evitata. Oltre a valutazioni arbitrali quantomeno discutibili, pesano gli errori di ingenuità compiuti in difesa e le occasioni mancate da Giovinco e Marchisio per segnare un'altra rete negli ultimi spiccioli di gara. Proprio i due giovani, prodotti del vivaio juventino, erano stati gli eroi del derby giocato contro i granata lo scorso 1° dicembre. Trascorsi quasi due mesi da quel momento, ora sono stati additati tra i principali responsabili della disfatta di Roma.
 
La bellezza del calcio risiede anche, e soprattutto, nella sua imprevedibilità. Uno degli esempi più calzanti, in questo senso, è rappresentato dalla finale di Champions League disputata il 26 maggio 1999 a Barcellona tra Manchester United e Bayern Monaco. In quella partita gli inglesi si resero protagonisti di un'eccezionale rimonta: sotto di una rete (Basler), ne segnarono due a tempo ormai scaduto (Sheringham al 91' e Solskjaer al 94'), portandosi a casa il prestigioso trofeo. Il calo di concentrazione di una squadra aveva agevolato la vittoria dell'altra.
 
Tornando alla Juventus, l'eliminazione nella Coppa Italia è scaturita da una serie di errori, tra i quali vi è stata la noncuranza di alcuni particolari importantissimi nei momenti fondamentali del match. Si tratta di disattenzioni che possono costare caro in termini di risultati. Nel mese di gennaio appena concluso non era la prima volta che accadeva. A Conte spetta il compito di porvi rimedio, magari ripartendo dal mantra usato lo scorso anno: "Ricordiamoci da dove siamo partiti".
Qualcuno deve averlo dimenticato.
 
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6 commenti:

marco99 ha detto...

Ciao Thomas.
Tutta la tua analisi è ampiamente condivisibile.
L’eliminazione dalla Coppa Italia non è una dramma in sé, ovviamente, preoccupa maggiormente perché avvenuta in un periodo di risultati magri anche in campionato.
Azzardo nel ritenere più preoccupante il trend culminato con l’eliminazione,che la stessa.

A volte i tifosi (tra cui il sottoscritto) si lasciano prendere la mano dal disfattismo, ma in parte è nella natura stessa del tifo.
Marchiso e Giovinco non sono e non saranno mai il male della Juve, ovvio, certo è che Sebastian, per la sua storia, per la sua classe e per le cifre che lo hanno portato a Torino stenta a convincere.
In parte per responsabilità proprie, per la mancanza di lucidità e determinazione sotto rete che lo portano spesso a fallire occasioni incredibili, come quella contro la Lazio e in parte per una squadra che non lo assiste nel modo corretto.

Fai bene a ricordare le parole di Conte e fa bene a me rileggerle.
Ci sono giorni in cui vorrei svegliarmi e scoprire di aver sognato per sei anni consecutivi,ed anche questo è da tifosi, ma va bene cosi.
Eppure più si andrà avanti più questo ragionamento non potrà reggere, mi spiego.
Gente come Pirlo, Asamoah e tantissimi altri non potranno mai capire davvero “da dove siamo partiti”. Non possono saperlo e nemmeno e possibile spiegarglielo, perché spiegare la sensazione di essere tritati e ridotti a fertilizzanti in poco meno di un mese, tra le ferie e ferragosto da una giustizia sportiva che riusciva a vedere solo bianconero credo non sia spiegabile davvero.
Come non potrà essere spiegabile ai nuovi arrivi la sensazione di giocare in campi di periferia il sabato pomeriggio, di pareggiare a Rimini tra i fischi.

Una vita fa scrissi sul blog “nulla sarà mai come prima”
Forse è come quando finisce un grande amore, poi né verrà un altro, ma di notte sentirai quel rimpianto che ti scivolerà addosso, quell’inquietudine che non mollerà la presa e che ti farà pensare.. “mi manca da morire”.
Quella Juventus mi manca da morire ogni giorno.

Un abbraccio amico mio.

Giuliano ha detto...

sì, bisogna ricordare da dove è partita questa squadra: i giocatori veramente da Juve (la Juve a cui siamo abituati a pensare) non sono moltissimi, e a tanti dobbiamo essere grati per aver dato molto più di quello che ci aspettavamo.
Piuttosto, mi ha fatto impressione - come sempre, del resto - dover prendere nota ancora una volta di come viene trattata la Juve sui mezzi di comunicazione. Tutti riconosciamo che l'eliminazione dalla Coppa è accettabile, e che i nostri attaccanti potevano fare meglio, ma quei rigori non dati erano e sono uno scandalo. Invece no, scatta il solito commento "uno qui uno là tutti contenti" - eh no, allora deve valere sempre! Tutte le partite, intendo, per tutto l'anno.
In questo senso sono curiose anche le analisi di mercato sulla Juve, "quanto ha speso Marotta in tre anni": ok, anche noi siamo pronti a fare critiche pesanti a Marotta, ma l'unico vero errore è stato Martinez. Elia è stato ceduto subito con perdite minime, Krasic e Diego erano difficili da piazzare ma Marotta ci è riuscito, e i giocatori "costosi", vedi Matri, Quagliarella, eccetera, stanno giocando e hanno dato un buon rendimento: vogliamo fare un paragone con i Quaresma, i Recoba, i Farinos, eccetera eccetera eccetera? E anche Giovinco, dagli 11 milioni vanno detratti i 5 che ha pagato prima il Parma, senza tener conto che molte di queste operazioni si fanno per pure ragioni di bilancio, plusvalenze eccetera. Per inciso, Marotta col Parma ha fatto molti scambi in questi giorni...
:-)
se ne è accorto qualcuno dei "grandi giornalisti professionisti"? No, quelli si svegliano solo molto tempo dopo.
Ma qui sto uscendo dal calcio e il discorso sulle banche e sui bilanci "di fantasia" lo lasciamo ad altri. Chiudo con un pensiero che mi gira nella testa da un paio di giorni: ma Pepic arriva adesso o a giugno? Non l'ho ancora capito...
E, soprattutto, dopo Pepe-Pepic avremo anche Marchisio-Markisic, o Matri-Matrievic, o magari uno Storarievic o un Buffonewski?

Thomas ha detto...

@marco99: hai scritto un bellissimo commento, che condivido e “sposo” in pieno.
Grazie.

@Giuliano: su Pepic ti rimando a questo articolo: http://juvemania.it/juventus-preso-anche-il-montenegrino-hasan-pepic/

Sì, avanti di questo passo comperemo anche Pirlovic
;-)

Grazie anche a te per un altro commento stupendo (l'ultimo di una serie lunghissima).

A differenza di quanto ho fatto con Marco, però, non sposo completamente le tue tesi.
Mi spiego meglio: ho difeso Marotta nei primi tempi, per le difficoltà incontrate ad operare in un mercato dove la Juventus non disponeva di soldi (bruciati dal duo Blanc & Secco), di giocatori da scambiare e per il momento storico “sbagliato” nel quale c'è stato il passaggio di consegne da Elkann ad Agnelli (aprile, per me andava fatto a novembre o dicembre).

Non discuto delle sue abilità (Pirlo, Vidal, Barzagli, Bonucci, Pogba, Asamoah, Lichtsteiner...), quanto della mancanza di attitudine a “rischiare” il colpaccio, preferendo le scelte di basso profilo. Che poi, magari, si rivelano dei grandissimi colpi.

Quanto ho appena descritto lo si può notare in attacco, più che in difesa o centrocampo.

Spende poco perché deve “distribuire” le risorse in più acquisti, è vero, ma anche – forse – perché gli manca il coraggio di osare.
Alla Juventus devi essere ambizioso, la sua storia te lo impone.

In poco tempo abbiamo comprato un centinaio di giovani: nel mucchio qualcun altro esploderà. Ma se lo scorso fine agosto c'erano 30 milioni da spendere per Jovetic, quelli non mancavano neanche a luglio. Allora perché aspettare sino alla fine? Il prezzo era stato stabilito.
Era necessario arrivare al punti di litigare proprio contro la stessa Fiorentina per Berbatov?
Paura delle squalifiche a Bonucci e Pepe? La loro situazione era già stata chiarita da tempo.

Bah, vedremo :-)

Un abbraccio grande ad entrambi!!!

Giuliano ha detto...

sì, mi sono fermato per non scrivere un commento oceanico...
:-)
vorrei ricordare che Peluso, Padoin e Giaccherini sono scelte di Conte; non direi che siano errori, sono quei giocatori che servono sempre in rosa, e che aiutano molto l'allenatore in generale. Scelte trapattoniane, come Prandelli per esempio (Padoin ricorda un po' Prandelli, in effetti).
Poi, è vero, Marotta cerca sempre la finezza, come Giovinco...ma non è che tutti sono disposti a pretarti o regalarti i giocatori buoni, anzi.
Un grosso errore di Marotta è stato sicuramente Del Neri...

marco99 ha detto...

@Giuliano

Concordo con te che Martinez può essere considerato il vero grande abbaglio preso da Marotta al quale però non posso non aggiungere quelli di Padoin (5 milioni) e quello di Motta (altri 5) per non parlare di Giaccherini e ovviamente di Elia, preso a 9 e ceduto a 5,5.

Gli errori sono fisiologici, non che Moggi non abbia mai fallito un colpo.
Il giudizio in questi casi deve essere fatto sul saldo e per ora quello di Marotta non è di quelli da stropicciarsi gli occhi increduli nonostante i 208 milioni spesi fino ad ora (fonte tutto sport).

Giustamente fai distinzione tra giocatori comprati da Marotta e quelli chiesti da Conte, in una certa misura le cose sono indistinguibili perché le operazioni di mercato sono quasi sempre condivise, magari in percentuali diverse, ma è complicato disegnare una linea di confine tra le due cose.
Inoltre non è scritto da nessuna parte che i giocatori chiesti da un allenatore vengano sempre presi, il compito di chi ricopre una posizione come quella di Marotta è anche di contenere e mitigare eventuali valutazioni errate del proprio allenatore.
Infine a meno di non essere amici intimi di Cipriani e Tavaroli o non di avere in comune parte dei loro amici non sapremo mai con certezza “chi a voluto chi” se non nelle ricostruzioni giornalistiche sulle quali mantengo consistenti dosi di scetticismo.

Il prossimo mercato estivo rappresenterà la prova finale, l’esame di fine corso per Marotta, lo attendo con ansia e paura perché da questo dipenderanno le sorti della nostra Juve.

Un saluto

Giuliano ha detto...

una spiegazione: quando scrivo che Marotta cerca sempre la finezza come Giovinco, significa che per cercare la finezza poi si perde la palla.
:-(
sempre in attesa di essere felicemente smentito, sia da Giovinco che da Marotta!