venerdì 28 giugno 2013

Cinesinho e la maglia n. 10 della Juve


Lo chiamavano "Cinesinho", anche se era brasiliano. Piccolo di statura, i suoi tratti somatici vagamente orientali ne ispirarono il soprannome. Nato il 28 giugno 1935, proprio oggi avrebbe compiuto settantotto anni. E' mancato il 16 aprile 2011. La Juventus, attraverso il sito ufficiale, lo aveva voluto ricordare con queste parole: "Si è spento sabato, in Brasile, all’età di 76 anni Sidney Colônia Cunha, per tutti Cinesinho. Alla Juve dal ‘65 al ‘68, con i colori bianconeri vinse un indimenticabile scudetto nel 1967, in rimonta sull’Inter all’ultima giornata. Regista offensivo di quella squadra, di grande intelligenza tattica, seppe farsi amare per l’umiltà, la passione e l’impegno che metteva ogni volta che scendeva in campo, fosse un allenamento o un partita".
 
C'è un filo invisibile che lega questo giocatore a Carlos Alberto Tévez, il nuovo acquisto di Madama: la maglia numero dieci della Vecchia Signora. L'argentino venuto da Manchester diventerà il primo calciatore ad indossarla dopo Alessandro Del Piero, bandiera e icona del club torinese. Cinesinho, dal canto suo, fece altrettanto subito dopo la partenza di un certo Omar Sivori.
 
L'addio del "Cabezón" permise ad Heriberto Herrera di avere finalmente a disposizione un centrocampista che potesse adattarsi e seguire ad occhi chiusi il suo calcio fatto di “movimiento”. Cinesinho, ormai trentenne, sposò la causa del tecnico senza remore ed i risultati non tardarono ad arrivare: vinse subito una Coppa Italia (nella finalissima incontrò casualmente ancora l'Inter il 29 agosto 1965) per poi conquistare lo scudetto citato in precedenza. Lasciò il proprio posto al tedesco Helmut Haller dopo tre stagioni per trasferirsi al Lanerossi Vicenza, il quarto e ultimo club italiano dove aveva militato oltre alla Juventus, al Modena e al Catania. 
 
L'allora presidente dei biancorossi Giuseppe Farina ricordò la sua scomparsa con un curioso aneddoto: "Mi dispiace davvero tanto, perché Cinesinho era uno a cui era impossibile non voler bene, un ragazzo d'oro. Aiutava gli altri, non era una prima donna, un vero uomo squadra e di spogliatoio. E poi non bisogna dimenticare che col pallone tra i piedi di sapeva fare. Non gli mancava neanche il senso dell'umorismo. Ricordo cosa mi disse dopo una partita persa 5-0: «Presidente, siamo stati bravi, volevano farci il sesto ma abbiamo resistito». Adesso mi viene da ridere, allora la presi meno bene".
 
Cinesinho disputò l'ultima gara in serie A allo stadio "Comunale" di Torino il 28 maggio 1972, contro la Juventus. Quella domenica la Vecchia Signora si era laureata matematicamente campione d’Italia per la quattordicesima volta. Il Vicenza perse per 2-0, la prima rete bianconera venne realizzata proprio da Haller.
Se non altro il brasiliano ebbe un’ulteriore conferma di aver lasciato Madama in buone mani.

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2 commenti:

Danny67 ha detto...

essendo io nato nel 67 per ovvi motivi non ho mai potuto vederlo, ma mio padre spesso mi ha parlato anche di lui e sempre positivamente.

Thomas ha detto...

Dei grandi numeri 10 della Juventus era uno di quelli che conoscevo meno.
Posso dire che si è trattato di una bella scoperta.

Un abbraccio!