Antonio
Conte
aveva descritto la partita di Firenze come la “gara della vita”. Montella, però, gli aveva risposto a
tono: “Vale anche per noi”. La Roma, che dall'alto del primo posto in
classifica ascoltava sorniona il duello dialettico tra i due tecnici, con ogni
probabilità non avrebbe mai immaginato di assistere a quanto è accaduto allo
stadio “Artemio Franchi”.
Madama si è svegliata all'improvviso per prendere in pugno la gara, infliggendo ai viola un doppio colpo da kappaò alla fine della prima frazione di gioco, salvo poi addormentarsi e incassare passivamente quattro ceffoni in soli quindici minuti di gioco. Il calcio è bello anche grazie alla sua imprevedibilità, si dice spesso. Ovviamente è più facile sostenere questa tesi quando ci si trova dalla parte di chi riesce a rimettere in sesto una partita che sembrava essere compromessa.
Che la Juventus vista quest'anno fosse leggermente diversa dalle sue ultime versioni era chiaro a molti da qualche tempo. Che potesse avere un calo di concentrazione simile, con un tecnico come Conte seduto sulla propria panchina, però, era davvero difficile da pronosticare. La prossima trasferta a Madrid potrà allargare i confini di questo suo momento di crisi, così come chiuderli in soli novanta minuti. Questo non dipenderà tanto dal risultato finale, per quanto importante potrà essere, quanto dall'atteggiamento che la Vecchia Signora mostrerà sul campo.
Lo scorso fine agosto lo stesso Conte aveva risposto al giudizio espresso da Giuseppe Marotta sul sorteggio della fase a gironi di Champions League usando queste parole: “Il direttore dice che con il Real Madrid ce la possiamo giocare? Mi piacerebbe una volta trovarmi dalla parte opposta, nel senso di poter spendere su un giocatore 100 milioni. Non è proprio così, perché non è così. Inutile prenderci in giro. Se poi vogliamo... cioè, sono risposte di circostanza queste, sono risposte che è giusto che il direttore dia e io le dico insieme al direttore. Ma sotto sotto, bisogna anche capire che c'è un carrarmato di fronte a una macchina”.
La Juventus vista a Firenze per larghi tratti dell'incontro è sembrata una macchina potente ma priva di benzina a sufficienza per tenere un certo ritmo sino alla fine della contesa. Forse si è distratta pensando all'imminente impegno europeo, certamente si è mostrata presuntuosa. Ed è stata punita da un Giuseppe Rossi che potrebbe tornare comodo a Cesare Prandelli più di quanto non stia dimostrando di fare Balotelli in questo momento. Il problema, però, è che nel prossimo incontro dovrà affrontare un carrarmato guidato da fuoriclasse. Quelli che costano milioni di euro, quelli che a Conte farebbe comodo avere dalla propria parte. E che ora, forse, gli fanno anche un po' paura.
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Madama si è svegliata all'improvviso per prendere in pugno la gara, infliggendo ai viola un doppio colpo da kappaò alla fine della prima frazione di gioco, salvo poi addormentarsi e incassare passivamente quattro ceffoni in soli quindici minuti di gioco. Il calcio è bello anche grazie alla sua imprevedibilità, si dice spesso. Ovviamente è più facile sostenere questa tesi quando ci si trova dalla parte di chi riesce a rimettere in sesto una partita che sembrava essere compromessa.
Che la Juventus vista quest'anno fosse leggermente diversa dalle sue ultime versioni era chiaro a molti da qualche tempo. Che potesse avere un calo di concentrazione simile, con un tecnico come Conte seduto sulla propria panchina, però, era davvero difficile da pronosticare. La prossima trasferta a Madrid potrà allargare i confini di questo suo momento di crisi, così come chiuderli in soli novanta minuti. Questo non dipenderà tanto dal risultato finale, per quanto importante potrà essere, quanto dall'atteggiamento che la Vecchia Signora mostrerà sul campo.
Lo scorso fine agosto lo stesso Conte aveva risposto al giudizio espresso da Giuseppe Marotta sul sorteggio della fase a gironi di Champions League usando queste parole: “Il direttore dice che con il Real Madrid ce la possiamo giocare? Mi piacerebbe una volta trovarmi dalla parte opposta, nel senso di poter spendere su un giocatore 100 milioni. Non è proprio così, perché non è così. Inutile prenderci in giro. Se poi vogliamo... cioè, sono risposte di circostanza queste, sono risposte che è giusto che il direttore dia e io le dico insieme al direttore. Ma sotto sotto, bisogna anche capire che c'è un carrarmato di fronte a una macchina”.
La Juventus vista a Firenze per larghi tratti dell'incontro è sembrata una macchina potente ma priva di benzina a sufficienza per tenere un certo ritmo sino alla fine della contesa. Forse si è distratta pensando all'imminente impegno europeo, certamente si è mostrata presuntuosa. Ed è stata punita da un Giuseppe Rossi che potrebbe tornare comodo a Cesare Prandelli più di quanto non stia dimostrando di fare Balotelli in questo momento. Il problema, però, è che nel prossimo incontro dovrà affrontare un carrarmato guidato da fuoriclasse. Quelli che costano milioni di euro, quelli che a Conte farebbe comodo avere dalla propria parte. E che ora, forse, gli fanno anche un po' paura.
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4 commenti:
La juve di quest'anno piace poco. Non dipende dal tipo di giocatori che fanno la squadra ma dal fatto che non c'è più fame di obiettivi.
Speriamo che non dobbiamo tornare in B per farci ritornare affamati
Non penso sara' necessario... :-)
Grazie per il commento e benvenuto nel blog
Ciao Thomas, il mio pensiero coincide col tuo per quanto riguarda la gara con la Fiorentina. Dato poi che il calcio è fatto di momenti, il rigore decretato da Rizzoli ha iniettato benzina nei viola. Sono convinto che, senza quella situazione nel passare dei minuti forse la Juve avrebbe chiuso il macht. Ma tant'è, con i se ed i ma, non si va da nessuna parte. In tutti i modi mi pare che c'è un numero consistente di colleghi tifosi che appaiono timorosi. Io ancora resisterei al panico, anche dopo un'eventuale sconfitta di Madrid. Però c'è un elemento che può essere destabilizzante. Se è vero quanto da te riportato nel commento del precedente post sul Conte in partenza a fine stagione, ciò potrebbe essere una mina vagante per tutta la stagione bianconera. Allora Agnelli a maggio se la poteva risparmiare e poteva cambiare subito guida tecnica. Conte lavora per la Juve, non è la Juve! Ed arriviamo al solito punto che mi lascia perplesso: quanto è tornata forte questa società? Da 1 a 10, forse siamo ancora a 7, se poniamo 10 l'epoca Giraudo-Moggi.
Un caro saluto
Posso sbagliarmi, Antonio, ma se quanto mi e' stato detto dovese coincidere con la realta', lo scorso maggio Andrea Agnelli si e' trovato in difficolta' di fronte alle richieste/pressioni di Conte.
Lasciarlo partire avrebbe significato abbandonare di colpo un progetto a lungo (o lunghissimo) termine, senza avere in tasca nessuna alternativa immediata.
Un progetto che, finalmente, stava regalando tantissime soddisfazioni.
Mi metto nella sua posizione per un attimo, mi sento di condividere la sua scelta.
Un abbraccio e bentornato!
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