venerdì 25 ottobre 2013

Ora serve una Juventus real


Che la partita tra Real Madrid e Juventus non sarebbe finita in parità era logico poterlo immaginare, visti i precedenti tra le due formazioni: su quattordici incontri disputati, spalmati in cinquantuno anni di storia calcistica a partire dal lontano 1962, non era mai accaduto che le contendenti si lasciassero con un pareggio in tasca. In diverse occasioni la posta in palio è stata il passaggio di un turno. Il 20 maggio del 1998, invece, un goal realizzato in posizione irregolare da Predrag Mijatovic decretò la vittoria in Champions League dei madrileni nella finalissima giocata ad Amsterdam.

Così come allora, anche nel recente incontro svoltosi al "Santiago Bernabeu" l'arbitro è stato protagonista di errori che hanno inciso pesantemente sull'andamento del match. Dato a Grafe, il direttore di gara, quello che è di Grafe, non resta che andare oltre. Così come ha suggerito di fare l'argentino Tévez al termine dell'incontro: "Dobbiamo pensare a noi stessi e non all'arbitro. Abbiamo commesso errori che non possiamo permetterci, è successo solo questo. Inutile dare la colpa all'arbitro. Ora dobbiamo pensare al campionato e affrontare tutte le partite come abbiamo fatto oggi". Più il tempo scorre e maggiore è la convinzione generale che con l'acquisto della punta sudamericana la Juventus si sia garantita una guida per la squadra tanto sul campo quanto fuori dal rettangolo di gioco.

Madama torna da Madrid senza punti, ma con una sconfitta che potrebbe regalarle una spinta emozionale notevole nell'intraprendere la stessa strada percorsa negli ultimi due anni. Aggrapparsi ai singoli episodi sfortunati non serve a nulla, se non ad aumentare il rammarico per i punti persi nelle precedenti partite della Champions League. A tutte le latitudini si afferma con una certa sicurezza che il passaggio del turno la Juventus se lo potrebbe giocare in Turchia, nell'ultimo incontro da disputare in casa del Galatasaray. Una nuova sconfitta casalinga dei bianconeri unita ad un successo di Melo e compagni in Danimarca, però, potrebbe indurre i Blancos a non affrontare con il classico coltello tra i denti i match successivi. Le ricadute negative che un simile (e possibile) atteggiamento degli spagnoli potrebbe avere per le speranze della Vecchia Signora sono facilmente immaginabili.

La forza della Juventus contiana spesso è stata quella di aggredire l'avversario senza fare calcoli, puntando forte sul possesso palla e partendo alla caccia del pallone ogni qualvolta non passava tra i suoi piedi. La sua versione più attendista, quella che in questa stagione è quasi sempre andata sotto di una rete prima di iniziare a reagire, è destinata ben presto ad abbandonare ogni sogno di gloria.

Tanto in Italia quanto in Europa urge un cambio, un ritorno di Madama al suo recente passato. Già a partire dalla prossima domenica, giorno della gara casalinga prevista contro il Genoa. Per la partita di ritorno con il Real Madrid ci sarà ancora da aspettare un po'. Arrivati a quel momento, però, i Blancos potrebbero incontrare una Juventus ancora più forte di quella che hanno superato, a fatica, in superiorità numerica per un intero tempo di gioco.

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2 commenti:

Giuliano ha detto...

l'impressione è che dobbiamo cominciare all'Europa League, però se battiamo il Copenaghen...
scusa la battuta, ma a punti siamo messi male, in Champions.
Comunque sia, vediamo cosa succede.

Thomas ha detto...

Dopo quanto visto contro il Genoa inizio ad essere un pochino più fiducioso.
Già con il Real la Juventus mi era piaciuta, speriamo bene...

Un abbraccio!