sabato 14 dicembre 2013

Juventus, l'Europa League come nuovo trampolino di lancio


La vittoria ottenuta in Champions League lo scorso mese di novembre contro il Copenaghen aveva mostrato chiaramente il doppio volto della Signora: cannibale in Italia, timida in Europa. La successiva sconfitta patita ad Istanbul per mano del Galatasaray ha fatto retrocedere Madama in Europa League, la manifestazione che una volta si chiamava coppa UEFA e che aveva un suo prestigio internazionale ed era considerato un vanto riuscire a conquistarla. Adesso, invece, viene semplicemente vista come la sorella minore, più povera, della massima competizione continentale.

Eppure è proprio dalla coppa UEFA che nel 1977 era partita la campagna d'Europa della Juventus, in grado di far suoi in pochi anni tutti i trofei allora esistenti. Coppa delle Coppe inclusa. Giova ricordarlo a chi parla di una sorta di "maledizione" che accompagna i bianconeri allorquando varcano i confini del Belpaese. Non si tratta di sfortuna, anche se è indubbio che avere la buona sorte dalla propria parte aiuta, quanto - piuttosto – la necessità di possedere o meno una caratura internazionale.

Il Real Madrid, giusto per fare un esempio, fattura in bilancio ogni stagione vagonate di milioni di euro, ne spende altrettanti in ingaggi, può schierare un giocatore del calibro di Cristiano Ronaldo (capace di segnare almeno un goal a partita) oltre ad un'infinità di stelle di svariata grandezza, eppure non conquista una Champions League dal 2002. Prima dell'arrivo di Mourinho, che comunque in Spagna non ha goduto della stima dell'intero ambiente, faticava persino a superare gli ottavi di finale.

Si può e si deve criticare la Juventus per aver buttato al vento una qualificazione alla fase successiva che sembrava alla sua portata già dai primi istanti successivi alla composizione del proprio gruppo, però non va dimenticato che questa squadra ha necessità di ulteriore esperienza per crescere e tornare a quei livelli che l'hanno resa famosa nel mondo.

Nell'edizione successiva a quella conquistata dal Real Madrid citata in precedenza furono Juventus e Milan ad andarsi a giocare a Manchester, nella finalissima, il trofeo. In semifinale si erano fermati gli stessi blancos assieme ad un'altra formazione italiana, l'Inter. Quella stagione segnò il picco, in positivo, del calcio nostrano. Del lotto dei club nostrani iscritti al torneo adesso è rimasta illesa la formazione considerata più debole, vale a dire il Milan. Con ogni probabilità farà poca strada.

Juventus, Napoli, Lazio e Fiorentina, invece, proveranno a far loro l'altro trofeo continentale, l'Europa League. Inevitabilmente l'attenzione generale dei media nostrani si sposterà su quanto saranno in grado di fare queste squadre nei prossimi mesi. Rispetto al passato è poca roba, ma è sempre meglio di niente.
Nella speranza che possa di nuovo trattarsi di un punto di partenza per un futuro migliore del calcio italiano.

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2 commenti:

Giuliano ha detto...

provo a riprendere il discorso, stavolta in chiave di calciomercato: quando si accostano certi nomi alla Juve, è chiaro fin dal principio che non arriveranno mai, per questioni di costi e di ingaggi. Ci sono società che possono permettersi, per esempio, di spendere un'enormità per Jovetic e poi tenerlo in panchina o in tribuna. Ricordo ancora l'offerta della Juve per Higuain: intorno ai 20 milioni. Il Napoli ne ha pagati 40, il doppio.
Penso che sia questo il senso delle parole di Conte, ieri alla conferenza stampa: se stiamo attenti al bilancio non vinceremo mai contro chi si può permettere certe cifre. E, infatti, a disputarsi la Champions saranno il Psg, il Real, il City, il Barcellona, chiunque purché abbia dietro un emiro o un plutocrate...
A luglio possiamo anche immaginare scenari favolosi, credo però che Conte e Marotta (e anche noi, diciamolo) fossimo ben coscienti fin dall'inizio della vera forza di questa Juve. Che non è poca, sia ben chiaro.
(comunque attenti, è una squadra con molti giocatori che hanno già dato il massimo che potevano dare).
PS: oggi giochiamo con il Sassuolo, fino a qualche anno fa sarebbe sembrato uno scherzo - poi è arrivato il presidente di Confindustria... se penso a tutto quello che ho ascoltato sugli Agnelli, in realtà gli Agnelli sono sempre stati molto attenti a non spendere troppo con la Juve, tranne qualche annata (le peggiori, detto en passant: come la Juve di Montezemolo e Maifredi)

Thomas ha detto...

Ps: "comunque attenti, è una squadra con molti giocatori che hanno già dato il massimo che potevano dare".

Ottima osservazione, Giuliano...

Un abbraccio!!!