domenica 30 maggio 2010

La nuova Juventus in un paese "vecchio"


"Il nostro stadio futuro sarà per le famiglie e avrà uno spazio ove ricordare il dramma dell’Heysel".
Al termine del ricordo di Andrea Agnelli di quello che è stato il "suo" 29 maggio 1985, nel contesto della cerimonia commemorativa del venticinquesimo anniversario della tragica serata di Bruxelles, finalmente arriva la notizia che il popolo bianconero attendeva da tempo: la promessa di uno spazio per celebrare i 39 angeli bianconeri "sempre". E non solo i fine maggio di ogni anno.
Un discorso da Presidente vero. Un ricordo da "vero" juventino.

D. "Cosa pensi dei tuoi aggressori?"
R. "Niente, che devo pensare?"
D. "Potevano ucciderti?"
R. "Allora? Dovrei dire che sono infami, pezzi di ….? No, allo stadio le coltellate si prendono e si portano a casa?"

Chi risponde a queste domande è Maximiliano Ioele, il ragazzo di 22 anni (romano e romanista) accoltellato nel corso dell’ultimo derby capitolino (18 aprile). L’intervista (qui l’estrapolazione di una sua piccolissima parte) è stata rilasciata ai taccuini dell’inviato della "Gazzetta dello Sport" Alessandro Catapano qualche giorno dopo. Il contenuto, si commenta da solo.

L’Italia ha appena perso l’occasione di organizzare gli Europei di calcio del 2016: per carità, niente di strano. Se ne occuperà la Francia: a noi il compito di vincerlo sul campo. In pochi ci credevano, a differenza di quanto accadde il 18 aprile del 2007, quando Polonia e Ucraina ci soffiarono i prossimi del 2012. Nonostante le incrollabili certezze dell’allora presidente della Lega Calcio Antonio Matarrese, che non vedeva alcun pericolo provenire dalla candidatura delle due nazioni risultate poi vincitrici. Lo stesso che otto mesi dopo, nel gennaio del 2008, vedeva nella debolezza delle loro strutture (e nella mancanza di fondi) la possibilità di inserire qualche stadio italiano in un contesto di accordi con altri paesi europei, che avrebbe permesso di spalmare partite (e soldi) in più località. Giusto per coprire, con un fazzoletto, un buco troppo grande. Chiamato sconfitta.

Il calcio italiano negli ultimi anni ha perso credibilità, soldi, non è in grado di creare luoghi confortevoli per seguire questo sport perché si perde dietro le promesse, rimane invischiato nelle carte della burocrazia e nel dover mettere "tutti d’accordo". O, più semplicemente, nel dover "accontentare" tutti. La violenza regna sovrana: fuori e dentro le strutture che dovrebbero ospitare semplici partite di calcio. E, che finiscono, in alcuni casi, col generare atti di teppismo difficilmente controllabili. Un paese "vecchio", con il soliti difetti. Che poi sono quelli della nazione nel suo insieme generale.

L’unica società che ha fatto qualcosa di diverso, di innovativo, negli ultimi tempi, è stata proprio la Juventus. Nel 2011 sarà pronto il nuovo stadio, quello a cui faceva riferimento il neoPresidente Andrea Agnelli. Nonostante le foto comparse in diversi periodi con indosso l’elmetto da capo cantiere, il merito non andrà certo attribuito a Jean Claude Blanc (o alla - ormai - precedente gestione della Vecchia Signora.) Era stata la Triade, nel lontano 2002, a presentare quei progetti. Così come ammesso anche da Pier Francesco Caliari (ex direttore comunicazione della Juventus dal 2002 al 2003) ai microfoni di "Tuttojuve.com" qualche giorno fa. Fu Antonio Giraudo, nello specifico. Maggiori entrate, uno spazio più accogliente e sicuro per chi vorrà seguire - a Torino - la propria squadra del cuore, così come ora vede fare solo ai tifosi delle squadre straniere nei loro paesi. Questo dovrebbe portare, ovviamente, ad un confronto con chi - quando non riesce attraverso il dialogo a fare sentire la propria voce - fa uso di bombe carta. Perché Roma, ovviamente, non è l’unica città dove si verificano fatti incresciosi.

Si vinceva, all’epoca, in casa bianconera. Ma non si smetteva di programmare. Si beveva dal calice della vittoria, ma già si pensava ad inseguire futuri successi. Quando si vendeva un pezzo pregiato, l’idea era quello di sostituirlo con (almeno) uno di pari valore. Mattoncino dopo mattoncino, venne fuori la Juventus del 2006. Quella della finale mondiale Francia-Italia, per intenderci. Poche parole, misurate, e molti fatti. Concreti.

Si riparte, ora, dopo un buco di quattro anni. Nel quale la squadra è stata depotenziata, e va ricostruita: alla fine del calciomercato estivo si tireranno le somme dei giocatori in "entrata" e in "uscita", giusto per capire "cosa" si è riusciti a fare in un contesto dove, per ripresentare una squadra competitiva, c’è "tanto" da ricostruire. Se poi lo diverrà veramente, spetterà al campo dirlo.
Vittorie e programmazione. Oggi, facendo di necessità virtù, "programmazione per vincere". Il più alla svelta possibile.
Dalle ricerca dei giocatori di fascia a quel regista che da anni viene invocato da più parti; dal centrale difensivo da affiancare a Chiellini all’attacco da reinventare. Molte voci, per fortuna non alimentate - come è accaduto spesso nel recente passato - da chi poi dovrà sedersi al tavolo delle trattative.
Silenzio. E lavoro. Solo così si costruiscono i fatti. Non le promesse.

Articolo pubblicato su Tutto Juve.com

Video arrivato da un amico (che ringrazio)

Questo è "duro da digerire". Vi ho avvisato...

Per finire, il Presidente Andrea Agnelli

6 commenti:

Giuliano ha detto...

So che tocco un tasto delicato, ma a me le dichiarazioni di De Rossi non sono sembrate così sballate.
Non so cosa intendesse veramente dire De Rossi, so però che andare allo stadio è diventato difficilissimo per i tifosi normali, e nel contempo le violenze e le cose storte non sono mica diminuite, anzi.
Discorso non facile, dicevo, ma in questi giorni hanno solo zittito De Rossi senza minimamente discutere...
Alle volte ho l'impressione che si vogliano proprio scoraggiare le persone normali dall'andare a vedere le partite (così poi fanno le tesserine Premium?)

Thomas ha detto...

Eccomi, Giuliano ;-)
Sono appena tornato da una (bella) serata con un amico.

Tasto delicato: sì, concordo.
Per esprimerti la mia opinione, ti cito un episodio che mi ha riguardato in prima persona.
Stadio “Delle Alpi”, qualche anno fa, prima un Juventus-Inter posticipo serale.
Naturalmente vinto da noi, quando la Juve era “la Juve” e l’Inter… “l’Inter” (battutina acida, avevo voglia di farla… ;-)
Fuori pioveva a dirotto. I miei amici erano rimasti bloccati nella coda per entrare. Io avevo già passato il tornello e il primo controllo dei poliziotti. L’ombrello non lo avevo dietro: lo facevano buttare a terra, in una scatola, dicendoti che te lo avrebbero restituito al termine dell’incontro.
Non ci credevano neanche loro, ma le (nuove) regole sugli stadi imponevano quello.
Ho preso, in una decina di minuti, tanta di quell’acqua…
Ero in piedi, accanto a me c’era un poliziotto.
La gente, naturalmente, si lamentava a gran voce.
Lui, tutto ad un tratto, si è messo a parlare. Non con me, si stava solo sfogando.
“Quanto mi dispiace per quelle persone. Noi, io, non ci posso fare nulla. Avrei tanto piacere a trovarmi adesso in giro per Torino a proteggere i torinesi. Ora sono dentro uno stadio, circondato da elicotteri, per una partita di pallone”.

Ovunque c’è del marcio, a mio modesto parere.
In tutti i settori. Anche in quelli “impensabili”, dovessimo allargare il discorso al di fuori del cerchio sportivo.
Ma resta il fatto che il calcio è uno dei pochi settori dove alcune persone possono fare (quasi) tutto quello che non viene concesso (facilmente) “fuori”: rovesciare bidoni, lanciare razzi, accoltellare il prossimo, ecc…

Non voglio giustificare il poliziotto che tira cazzotti in preda ad un raptus di follia. Ha sbagliato? Va punito.
Ma se a De Rossi (non concordo con quello che ha detto) fosse stato concesso di continuare su quel binario, posso sbagliarmi, ma sarebbe stato veramente un problema (ancor più) grosso.
Ha ragione Capello: il calcio italiano è in mano agli ultras.

Un abbraccio ;-)

Spazio personale.
@a chi dico io: ok! Grazie ;-)

Giuliano ha detto...

Eh sì: mai mettere un microfono davanti a un calciatore! Non si sa mai cosa viene fuori.
Ma anche i ministri, di questi tempi, meglio lasciarli perdere (poterlo fare...).

Anche Capello fu subito zittito, ed era l'occasione buona per parlare seriamente di quello che succede.

JUVE 90 ha detto...

Finalmente A.Agnelli ha deciso di fare qualcosa di concreto per ricordare le vittime dell'heysel.
Le dichiarazioni del tifoso romanista si commentano da sole, del resto gli ultras romani sono conosciuti per il loro andare in giro con i coltelli a portata di mano.
Per qunato riguarda la nuova Juve mi rende felice il fatto che le trattative non vengano più fatte a mezzo stampa come era in questi ultimi anni. Ora, tranne le balle dei giornali, non si sa niente.

De Rossi ha sbagliato nel generalizzare, ma io sono d'accordo con quello che ha detto. Purtroppo in Italia parlar male dei poliziotti è vietato a prescindere

marco99 ha detto...

Dopo 4 anni simili una ripartenza è difficile.. difficilissima..
un abbraccio

Thomas ha detto...

Sto affrontando il sonno, dopo una giornata bella “pesantina”: sta vincendo lui.
2-0… ;-)

@Giuliano: sui ministri…
Prendila come una battuta bipartisan (lungi da me fare qualsiasi discorso in materia politica): ho comprato casa.
Meno male. O, forse, purtroppo.
Non mi risulta me l’abbia pagata nessuno… ;-)
Ci scherzo volutamente sopra proprio per rafforzare il tuo concetto.
Che mi trova pienamente d’accordo

“Anche Capello fu subito zittito, ed era l'occasione buona per parlare seriamente di quello che succede”: lì, invece, ritengo abbiano sbagliato.
Lo hanno fatto perché avevano “paura”: la verità fa male.
“Peggio”, poi, se la conosci, sai come affrontarla, ma non hai il coraggio di farlo.
Chi vuol capire (non mi riferisco, naturalmente, a te) capisca

@JUVE 90: concordo sul modo di intavolare le trattative della nuova Juventus.
Non potendo ancora conoscere Andrea Agnelli, mi limito a dire: c’è Marotta.
Per il resto: vedremo.
Ma intanto, ora, lo abbiamo. Finalmente.

“Purtroppo in Italia parlar male dei poliziotti è vietato a prescindere”: capisco il senso della tua frase.
Estrapolandolo dall’ambiente calcistico, mi inizio a trovare d’accordo con te.
Mi limito, invece, a quell’ambito: nel mio modo di intendere lo sport, loro non dovrebbero proprio essere chiamati a partecipare all’evento.
Stadi privati, responsabilità – per le società – da “oggettive” a “soggettive”.
Personale dipendente, ovviamente, addetto alla cura “dell’ordine”.
Vedrai che dalle curve non volerà neanche più un fazzoletto…
Altro che rapporti con gli ultras, bla, bla, bla, Blanc… ;-)

@marco99: “Dopo 4 anni simili una ripartenza è difficile.. “: ma ce la faremo.
Purtroppo: poco alla volta.
Partiamo (quasi) da zero. Non certo per colpa di quelli che sono arrivati ora.
Tieni (teniamo) duro…

Un abbraccio a tutti!!!